Io e mia moglie Marta, sposati giovanissimi quasi nove anni fa, quando
avevamo rispettivamente 25 e 23 anni, l’avevamo ricevuta dallo Zio defunto di lei, insieme ad
un’eredità di 500 mila euro.
Ai tempi lui era un abile uomo d’affari che aveva fatto
fortuna con alcune ottime giocate in borsa. Non aveva figli ed era
molto legato a mia moglie Marta, la figlia di sua sorella.
Probabilmente era questo il motivo che l’aveva spinto a
includerci nel suo testamento e a essere tanto generoso con noi.
Io personalmente avevo sempre detestato l’idea di vivere in
campagna e speravo di poterci lucrare qualcosa dalla vendita della
proprietà ma mia moglie non era dello stesso avviso. Lei
amava quella villa fin da quando era bambina e quel giorno mi aveva
minacciato dicendomi che mi avrebbe lasciato se avessi osato darla via.
Dal canto mio, io amavo Marta, quindi fui costretto ad accettare il suo
volere.
Col passare dei mesi finì per abituarmi a quello stile di
vita e dovetti ammettere a me stesso che vivere in campagna infondo non
era così tremendo come me lo ero sempre figurato.
Ora, alla luce di quanto era appena successo, una domanda continuava a
martellarmi in testa: come sarebbero andate le cose se quel giorno non
avessi ceduto così facilmente al ricatto di mia moglie e
l’avessi convinta a vendere la villa dello Zio?