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Autore: oOLeylaOo    24/08/2007    2 recensioni
Storia breve, sempre collegata a L'ombra della luna, con protagonisti Ester e Asher. Si tratta di un avventura che si svolge prima di quello che succede nell'ombra ed è raccontata dal punto di vista di Asher
Genere: Generale, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
-caccia al vampiro-


-Che accidenti stai facendo?!- mi domandò seccamente Ester.
Com’era petulante per essere una ragazza di vent’anni! Viaggiavamo insieme da quando ne aveva diciotto, quindi dopo due anni mi ero abituato ai suoi continui rimproveri e le occhiate arrabbiate: era divertente. Credo che averla attorno ormai sia diventato naturale, una naturale seccatura!
Se solo riuscissi a entrarle dentro, se riuscissi ad arrivare al suo cuore! I poteri! Finalmente potrei appropriarmi di tutti i suoi stupefacenti poteri! Oh, i suoi poteri! Sono più inebrianti dell’alcol, riesco a percepirli solo in modo vago e mi elettrizzano come un immensa scarica elettrica.
-Ehy, mi ascolti?!- continuò strattonandomi la giacca. -Parlo con te sai?!-
La fisso seccato: quanto deve rompere però! Se sapevo di questo suo carattere col cavolo che ci stringevo un patto! Destino o no, sapete quanto me ne fregava?!
-Che vuoi ragazzina?- domandai con voce tagliente, continuando a ricambiare lo sguardo della ragazza bionda alla recepsion dell’hotel che mi guardava ammiccante: quella notte almeno qualcosa di divertente lo avrei fatto.
-Smettila di flirtare e vedi di andarti a cambiare! Con me non esci conciato così!- disse a denti stretti.
Mi voltai a guardarla: era poco più bassa di me, aveva i capelli marroni scuri, di una sfumatura tendente al nero, li potava legati con un coda alta, alcune ciocche gli ricadevano sul viso dai lineamenti morbidi e femminili. Mi fissava arrabbiata con i suoi occhi di due colori diversi, al contrario di ciò che pensa io prediligevo quello marrone a quello viola, un po’ perché la capacità di vedere il futuro non mi è mai interessata, un po’ perché è quello che più le si adatta.
- Cos’hanno i miei vestiti che non va?- chiesi fintamente irritato, fare l’innocentino è divertente con lei, le saltano subito i nervi!
-Non ho mai detto che devi cambiarti i vestiti!- rispose in tono seccato, fulminandomi con i suoi grandi occhi.
Sorrisi tra me e me tentando di non darlo a vedere, poi con la mia solita baldanza dissi -Non pensi che così sarà più facile avere informazioni? Chi mai potrebbe arrivare a dirmi no?- Poi feci un gesto con le mani, invitandola a guardarmi: “oh, si” pensai “mi divertirò un mondo stasera!”
Ester mi fissò negli occhi molto seccata, poi mi squadrò da capo a piedi, con le mani sui fianchi, infine sospirò. Abbassò lo sguardo, lo rialzò e mi sorrise maliziosa, si avvicinò con eleganza degna di una donna dell’alta società; d'altronde, vista la famiglia di cui fa parte, non c’è da sorprendersi che la sua educazione sia più che eccellente e che il suo modo di camminare sia sicuro e elegante, quasi signorile.
Mi si avvicinò tanto da sfiorarmi con tutto il corpo, poi afferrò il colletto del giacchetto di pelle e mi attirò verso di se, fino a che i nostri visi furono a pochissimi centimetri l’uno dall’altro. Che cosa aveva in mente? Aveva la faccia della volpe che ha mangiato la gallina... meglio non saperlo! Tanto lo avrei scoperto tra poco.
Solo lei riusciva veramente a confondermi, non capivo mai cosa aveva in mente!
-NO!- mi urlò diritto in faccia, poi mi allontanò con una spinta e fece con la mano un cenno verso l’ascensore. -Ora va a cambiarti.- ordina in tono più basso e tranquillo.
Sorrisi salendo in ascensore: è si, era davvero unica!

Inutile dire che non avevo affatto bisogno di salire per cambiarmi, appena le porte si chiusero acquistai l'aspetto di un bambino di si e no nove anni, mi guardai nello specchio mentre i miei occhi rossi ritornarono lentamente neri: passi per i jeans,ma la maglia nera attillata non era molto adatta per un bambino. Con un semplice gesto della mano la trasformai in un ampia felpa e guardando il mio riflesso nelle porte metalliche dell'ascensore scuoto la testa: odio quel genere di abbigliamento! Ma almeno un lato positivo c'è, penso poi divertito.
Le porte si aprirono e io corsi in contro a Ester, che mi aspetta appoggiata a un pilastro con le braccia incrociate, gridando -Mamma!-
L'abbracciai, stringendola per palpandole lievemente il sedere: pensare che se non fosse per il suo caratteraccio sarebbe una ragazza così bella! Ha un fisico perfetto, slanciato e snello, un bel seno, un viso carino, capelli morbidi e vaporosi... le mancano soltanto un carattere quieto e dei modi femminile per essere perfetta.
-Ahi!-gridai ritirano la mano, qualcosa mi aveva morso. Alzai lo sguardo e incontrai quello divertito di Ester, che aveva dipinto in faccia un sorriso canzonatorio: una piccola vendetta a quanto pare.
L'autrice del morso si fece avanti e mi si strusciò su una gamba con l'aspetto di una gattina nera, Shadow alzai gli occhi ambrati a incontrare i miei mentre la sua energia rimane nel punto in cui si è sfregata, un energia mistica che ne fonde due insieme, una chimera. Di solito per noi demoni è fastidioso avere a che fare con energie naturali o con quelle create con un principio di luce come Shadow, ma ormai mi sono abituato a lei e mi sta quasi più simpatica di Ester. La presi in braccio e lei mi leccò la mano, quasi come scusandosi, mentre io lancio un occhiata tutt’altro che amichevole a Ester che si inginocchia per arrivare alla mia altezza attuale. Mi passai una mano tra i capelli dicendo con voce melodiosa -Povero piccolo Ester! Il micio ti ha fatto la bua?-
La fissai come per fulminarla e le per tutta risposta sorrise e disse -Ricorda bambino mio che la prossima volta che fai uno scherzo simile la tua cara mammina ti metterà in punizione per il resto della tua lunga esistenza!- il suo sorriso serafico mi dava i nervi. Cavoli quando avrei voluto tirarle addosso Shadow!
Lei si alzò e si diresse verso la porta della holl mentre io rimango fermo a guardarla, irrigidito. Lei si voltò e mi tese la mano con un sorriso incoraggiante domandò -Andiamo?-
La fissai confuso, nella sua voce e nei suoi occhi non c’erano tracce di sarcasmo o malizia, così allungo la mano afferrando la sua e lei mi sorride. -Cerca di non perderti!- mi disse sorridendo.
-Hai un debole per i bambini?- le chiesi con sincera curiosità, mentre Shadow scese con un balzo e iniziò a seguirci.
-Diciamo che non farei mai del male a un bambino.- disse pensierosa.
-Neanche a me?- chiesi incuriosito.
-Perché dovrei farti del male?- mi domandò sorpresa. -Sei un mio… collaboratore, se così volgiamo dire.-
-Ma non ti piaccio.- notai a voce alta.
Lei scrollò le spalle mentre attraversavamo le strade asfaltate della città. Che strega strana. Lo penso dalla prima volta che l’ho vista, dalla nostra prima battaglia, è così strana… così incomprensibile... Eppure io ho vissuto per centinaia di anni, come è possibile che risulti un mistero per me?
-Dove stiamo andando?- le chiesi lasciandomi trascinare mentre attraversavamo un oceano di persone. Perché lo grandi città sono sempre così affollate? La gente è talmente seccante. Tutte le volte che osservo le metropoli mi sembrano grandi recinti pieni di case di plastica e di persone che corrono inutilmente in giro come trottole, senza fermarsi, persone diverse eppure uguali, come tante mucche... Forse il paragone degli esseri umani agli animali è un pò esagerato, o almeno Ester sicuramente direbbe che lo è.
-Pensavo fosse chiaro: a caccia di vampiri.- mi rispose con semplicità voltando per un istante a guardarmi, poi si girò nuovamente e mi trascinò in un parco, vicino a una grande fontana con i delfini di pietra che buttavano acqua.
-E i vampiri dovrebbero arrivare qui?- domandai fissandomi attorno: il parco alle nove di sera era quasi vuoto a parte qualche coppietta che amoreggiava. Li fissai accigliato: se dovevo andare in un luogo del genere preferivo farlo con il mio solito aspetto, non con quello di un bambino, allora si che avrei saputo che fare! Altro che vampiri!
-Così dicono.- rispose lei espandendo i suoi sensi, sentii una parte della sua coscienza sfiorarmi e poi passare oltre. Si voltò a fissare un punto indefinito in mezzo al bosco. -Ce n’è uno lì!- bisbigliò lasciandomi la mano e allontanandosi un po’ da me.
Io la fissai attentamente mentre il suo sguardo e la sua espressione si facevano più acuti, come un gatto che ha appena visto la sua preda, mi sentii percorrere da un brivido: ecco come mi piaceva quella ragazza, come mi inebriava, nel suo stato di cacciatrice.
Improvvisamente mi sentii osservato e percepii una presenza molto più lieve e più potente di quella di quel vampiro.
Non feci in tempo a chiamarla che Ester mi era di nuovo accanto.
-Che facciamo?- chiese -Ci dividiamo?-
La fissai sorpreso: non si era mai comportata così, che fosse solo perché avevo l’aspetto di un bambino?!
-Va bene. Io inseguo l’altro, tu ci metteresti troppo a localizzarlo. Intanto vedi di prendere quello!- le dissi scattando dalla parte in cui sentivo provenire lo sguardo. Dietro di me sentii Ester gridare -Shadow segui Asher!-
Un corvo arrivò volando sopra di me e io sorrisi mentre correvo inseguendo quella forza fin dentro al parco, poi per un viottolo che portava fuori dal verde, in mezzo alle case. Corsi a perdifiato tra gli edifici, per i vicoli bui, riassumendo il mio aspetto di prima: con l’aspetto di un ventenne correvo molto più velocemente che con quello di un bambino di dieci anni.
Inseguivo un ombra scura per la città, troppo fugace perché potessi vederla concretamente, era piuttosto come un fantasma evanescente. Correvo tra i vicoli umidi e freddi della notte, per strada oltre i vaghi mormorii delle persone che incontravo qua e la e il rumore del traffico in lontananza, udivo solo il suono echeggiante dei miei passi, molto più alto degli altri. Alla fine mi stancai di correre e iniziai a volare, Shadow accanto a me sfrecciava per il cielo notturno, la qual cosa mi fece acquistare molto più tempo e mi permise di avvicinarmi un po’, anche se non tanto.
Alla fine sentii l’energia del vampiro disperdersi a terra e svanire.
Atterrai istantaneamente, sempre all’erta, tentando di percepire la sua direzione seguendo la sua magia, ma era scomparsa. Visto che non stava usando la magia tutto ciò che potevo fare era inseguire la sua essenza. Chiusi gli occhi e mi concentrai mentre Shadow planava con eleganza sulla mia spalla: il vampiro non era lontano, anzi era proprio davanti a me. Mi incamminai per lo stretto vicolo tra le due case che avevo davanti, ritrovandomi poi davanti a un muro. A sinistra, tra il muro e la casa, c’era un passaggio strettissimo e scarsamente illuminato, che seguii senza esitazione, sbuffando: quella caccia stava diventando gia troppo lunga per i miei gusti; ne avrei volentieri fatto a meno! In fondo potevo sempre tornarmene in hotel e trascorrere le prossime ore in modo più piacevole… Il piano aveva solo una falla: Ester mi avrebbe ucciso se fossi tornato senza il vampiro! Certo, non lo avrebbe fatto letteralmente, ma mi avrebbe così sfinito di inutili rimproveri da farmi contemplare la possibilità di suicidarmi!
Finii davanti a un piccolo buco in un muro che costeggiava uno spiazzo, mi ci ifilai e finii in una piazza molto grande, piena di tende e tendoni, e di un infinità di giostre:fantastico! Ero in un luna park tanto per cambiare! Ma perché proprio a me?! Che ho fatto di male? Eppure mi sono comportato bene, sono stato un bravo demone, ho ucciso solo quelli che mi rompevano le scatole, o che non sopportavo, o che si trovavano tra i piedi al momento sbagliato…Okay, forse si tratta di un mucchio di gente, ma comunque che vi aspettate? Io sono un demone!
La presenza che sentivo era vaga, era come quando guardi una luce e la vedi solo con la coda dell'occhio, sai che c'è, ma non puoi esserne del tutto sicuro, quindi non ti resta che provare a seguirla in modo non troppo palese, perché se ti volti e provi a guardarla scompare. Mi concentrai rincorrendo quella traccia lieve e mi trovai davanti a una gigantesca casa degli specchi. Credo di non aver mai rimpianto come in quel momento di non poter distruggere tutto! Odio i Luna park e ancora di più le case con gli specchi! Non ho mai capito cosa le persona ci trovano di divertente in quei posti. Feci un respiro profondo e entrai dentro tentando di non pensarci. Ma era difficile, la mia immagine si rifletteva in tutti gli specchi, era come essere al centro di un caleidoscopio, mi sentivo ogni istante più irritato.
Chiusi gli occhi e mi concentrai: dovevo calmarmi, dovevo rintracciare quello stupido vampiro e poi dovevo tornare indietro e architettare una tremenda vendetta per Ester! Doveva pagarmela cara! Un parco giochi! Che razza di posto! Quel vampiro era assurdo almeno quanto la mia strega! L'avrei ucciso lentamente e dolorosamente!
D'improvviso la sua presenza scomparve, come se non ci fosse mai stata davvero. Riaprii gli occhi guardandomi intorno sorpreso, poi iniziai ad avanzare in quella casa assurda con una gran voglia di distruggere tutto: non potevo essermi sbagliato, doveva essere lì! Dopo un pò che camminavo finii per trovarmi di fornite ad un bivio, non vedevo l’ora di uscire da quel posto, ma prima di imboccare una strada a caso sentii nuovamente la presenza del vampiro, o meglio della sua magia: era tutta intorno a me, soffocante, fredda e incredibilmente mistica. Mi guardai intorno: cosa stava facendo? Non riuscivo a capirlo e non riuscivo nemmeno a localizzarlo. Chiusi gli occhi lasciando che la sua magia mi arrivasse, mi toccasse, mi pervadesse, poi la percorsi con la mia per localizzarlo: un pò come farsi avvolgere da una matassa per trovare il luogo dal quale viene il filo. Mi precipitai fuori a corsa, reprimendo l'impulso di distruggere tutto e lo trovai comodamente seduto sopra la scritta: "Casa degli specchi". Aveva l'aspetto di una bambina di dieci anni, i capelli mossi raccolti in due codine erano rossi e i grandi occhi erano di uno sfavillante verde. Mi sorrise mentre si alza per farmi un inchino con il suo vestitino rosa e poi guardandomi disse: -Il divertimento è appena iniziato.-
Poi svanì.

  
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