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Autore: 9dolina0    03/02/2013    5 recensioni
Sibyl è appena stata lasciata da Principe Azzurro. Lo sconforto prende possesso del suo cuore e della sua anima fino a condurla nel profondo e irreversibile baratro della morte .
Principe azzurro mollò la presa dal corpo affaticato della giovane. Gli occhi del ragazzo faticavano a nascondere astio e disprezzo. Sibyl percepiva su di sé tutta la pesantezza di uno sguardo crudele e affranto. Aveva deluso il suo amante: essere Sibyl e non Giulietta aveva determinato lo sconforto dell'innamorato.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dorian Gray, Sibyl Vane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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dorian Partecipa al contest 'Datemi un sogno in cui vivere, perché la realtà mi sta uccidendo' indetto da Edelvais Verdefoglia sul forum di Efp.


Titolo: Fragile cuore spezzato
Autore (su Efp e sul forum):
9dolina0
Pairing:
Dorian Gray/Sibyl Vane
Genere:
drammatico, introspettivo
Rating:
giallo
Avvertimenti:
missing moments
Note autore (se ce ne sono): 
Introduzione:
Sibyl è appena stata lasciata da Principe Azzurro. Lo sconforto prende possesso del suo cuore e della sua anima fino a condurla nel profondo e irreversibile baratro della morte .








"C'è sempre qualcosa di ridicolo nei patemi delle persone che abbiamo smesso di amare"
(Cit. Oscar Wilde, "Il ritratto di Dorian Gray")






Fragile cuore spezzato

La disperazione è un sentimento difficile da mascherare, anche per una giovane fanciulla dalle strabilianti  –  o presunte tali  –  doti di attrice.
Sibyl Vane aveva appena visto andare via il suo Principe Azzurro, e non aveva potuto far niente per impedire all'amato di abbandonare quello squallido teatro in cui la splendida ragazza aveva appena versato copiose lacrime di sofferenza.
Il viso affranto e sconvolto dell'attrice ancora conservava i segni di un tremendo dolore: aveva rinunciato a sé stessa e alla sua brillante carriera perché era stanca di fingere amori incomparabilmente più modesti di quello che provava nei confronti del suo Principe, ma quest'ultimo non aveva affatto apprezzato tale presa di coscienza. Non aveva capito che la pessima prestazione dell'ultima esibizione altro non era che una palese dichiarazione d'amore e di appartenenza.
Sybil si era illusoriamente convinta che il suo uomo apprezzasse molto di più lei che i vari personaggi a cui dava ogni sera un volto; aveva creduto ingenuamente che il suo modo di essere avrebbe fatto innamorare il suo Principe. Quest'ultimo, invece, si era semplicemente infatuato delle celebri donne a cui lei prestava di tanto in tanto un corpo e un'anima.
Come aveva potuto essere così sciocca da credere che l'oggetto dell'amore del ragazzo fosse proprio lei?
Non aveva nient'altro da donare al mondo se non la sua splendida arte, eppure aveva tentato in modo fallimentare di rinunciare ad essa e a tutto ciò che di buono le avrebbe recato in futuro. 

Sua madre la fissava da dversi minuti ormai, masembrava che Sibyl non avesse ancora preso coscienza di tutto ciò. La signora Vane non aveva mai scorto negli occhi della ragazza una sofferenza tanto evidente e iniziò seriamente a temere che alla giovane figlia fosse successo qualcosa di brutto.

«Sibyl, tesoro mio! Cos'hai stasera? Ti senti poco bene, forse? Ho notato che oggi sul palco non hai dato il meglio di te. Sei affranta per questo? Devi stare tranquilla, però... può capitare!»

«Oh, mamma! Io... io sto bene. Sono solamente un po' stanca.»

«Forse ho capito. Sei triste perché non hai visto quel giovane affascinante? Tesoro, non essere preoccupata! Lui ti ama, e tu sei riuscita a conquistare il suo affetto! Cosa potresti desiderare di più dalla vita? Cosa potresti chiedere di più se non un futuro marito affascinante, ricco e di gran classe? Dammi ascolto, allontana dal tuo bel viso quell'espressione tanto cupa e lascia che un sorriso ampio e meraviglioso solchi il tuo splendido volto!»

Sua madre, fortunatamente, non si era accorta di nulla: non aveva visto Principe Azzurro; non aveva notato la furia cieca che avevano sprigionato i suoi occhi; non aveva ascoltato le terribili parole che le aveva rivolto. Sibyl avrebbe voluto abbandonarsi ad un pianto disperato, ma sapeva che sarebbe stato frustrante per lei spiegare alla propria genitrice le ragioni di un simile comportamento. Come avrebbe potuto rivelarle che aveva appena infranto il cuore del ragazzo che sua madre tanto apprezzava? Come sarebbe riuscita a farle capire che la delusione nel giovane spasimante nasceva da una propria, grave ingenuità? Aveva recitato male, e lo aveva fatto di proposito proprio perché lui apprezzasse Sibyl e non le donne a cui dava voce; invece i suoi calcoli si erano rivelati completamente errati: Principe Azzurro adorava il modo in cui lei interpretava quei personaggi, e aveva puntato sul suo talento per farla emergere come attrice. La giovane, però, aveva deluso le sue aspettative in un modo atroce: cosa c'era di peggio che straziare il cuore e la mente di un ragazzo innamorato? Cosa c'era di peggio che mostrare la propria anima ad una persona che aveva costruito di lei un'immagine completamente illusoria?

«Mamma, scusami, devo tornare in camerino!»

«Adesso? Ma, tesoro mio! Ormai è quasi mezzanotte!»

«Lo so, ma ho dimenticato il copione per domani. Tu comincia ad andare! Io ti raggiungo subito.»

***

Quel camerino tetro e spoglio aveva accolto la figura straziata della giovane Sibyl come se fosse una balia. Era affezionata al clima accogliente che si respirava tra quelle vecchie pareti: gran parte della sua vita  era stata legata a quel luogo stretto e buio, nel quale la sua arte e il suo talento avevano a poco a poco plasmato i corpi e le anime delle varie Giulietta, Porzia e Rosalinda. 

Sibyl si sedette su una vecchia sedia di legno e prese a rimuginare di nuovo su tutte le terribili parole proferite dal suo amante. Si sentiva stanca, frustrata, abbattuta. Tutta la vitalità dei suoi sedici anni sembrava miseramente sfiorita in poco meno di un'ora, e la terribile constatazione che mai avrebbe potuto recuperare la fiducia di Principe azzurro l'aveva resa ancora più fragile e disperata.

Il buio che dominava all'interno del camerino aveva finito per confondere i sensi dell'attrice. Avrebbe desiderato con tutta sé stessa che quell'oscurità altro non fosse che il segnale evidente di un lungo sogno appena terminato. Sarebbe stato troppo chiedere che tutto ciò che le era capitato fosse stato semplicemente il prodotto un po' troppo fantasioso della sua mente stanca e provata?

Qualunque risposta le avrebbe dato la sua coscienza, Sibyl non ebbe la forza di aspettarla: lo sconvolgimento interiore, il cuore dai battiti impazziti e la sua bianca pelle resa informicolata dalla pressione emotiva avevano fatto sì che la mente si spegnesse in maniera definitiva. Era tardi ormai, e la giovane ragazza sconvolta aveva appena aperto le porte ad un sonno duraturo e tormentato.

***

Una vasta distesa verdeggiante accoglieva i suoi leggiadri passi. Non era Sibyl a volteggiare eterea sul fresco manto erboso che vedeva aprirsi sotto i piedi, ma un'affascinante e casta Giulietta che cercava in quello spazio infinito il volto e la voce del suo Romeo. 

Si sentiva leggera, e la veste bianca che copriva il suo esile corpo sembrava avvolgerla come una seconda pelle. Nulla le importava del vento quasi gelido che la stava lacerando: il cuore palpitava in preda ad una contagiosa allegria e le sue membra sembravano essere pervase da un inspiegabile spirito di ilarità.

Correva saltellando. Il freddo pungente che poco prima l'aveva assilita aveva lasciato il posto ad un mite tepore, causato forse dall'avvicinarsi sempre più repentino di un orizzonte stranamente propinquo. Sibyl, o meglio, la Giulietta che era in lei scrutava dall'alto della sua enorme mole il prato verde che man mano andava rimpicciolendosi. Era lei che stava crescendo o era il mondo sotto ai suoi piedi a ridimensionarsi?

Il sole scottava, e lei si stava avvicinando sempre di più a quell'enorme massa infuocata. Non aveva paura: non sentiva crescere dentro di sé l'angoscia per un destino infausto. Dove l'avrebbe portata quella magnifica sensazione di leggerezza? Perché aveva l'impressione di non toccare più il suolo coi piedi?

Non era pura fantasia: ora Giulietta stava volando verso il sole, e verso la libertà che la Terra le aveva meschinamente negato.  Riusciva persino a scorgere la figura di un uomo stagliata contro l'astro splendente. Chi era? Si trattava forse di Romeo?

Fece forza nelle braccia per raggiungere il più velocemente possibile quell'immagine antropomorfa. Le sembrava di nuotare, più che di volare, e il suo cuore aveva improvvisamente dato avvio ad una corsa accelerata.

Lo vide: era davanti a lei, bello, giovane, dall'aspetto dannatamente fanciullesco. Ma non era Romeo... no. Era Principe Azzurro. E lei non era Giulietta. Come aveva potuto dimenticare? Si guardò, e solo in quel momento capì di essere Sibyl. 

Il giovane le si avvicinò, mostrando alla ragazza uno dei sorrisi più belli e ingenui cha la fanciulla avesse mai ammirato. La prese per mano e la strinse forte a sé, invadendo il corpo della giovane di un tepore sempre più arroventato.

Scottava. La presa di Principe Azzurro si era fatta improvvisamente forte e arroventata. Sibyl avrebbe voluto liberarsi ma il ragazzo non voleva lasciarla andare.

«Mi stai facendo male. Lasciami!»

«Perché mi fuggi, Giulietta?»

«Sono Sibyl, mio Principe Azzurro! Sibyl! Non ti ricordi di me? Dicevi di amarmi!»

«Sibyl? Che razza di nome è mai questo? Non riesco ad associarlo a nessun personaggio delle tragedie. Dov'è finita la mia Giulietta? Che ne è stato di lei?»

«Lei non esiste! Esisto solamente io! Io, e nessun'altra! Solo Sibyl! Sibyl! Non puoi avermi dimenticata!»

«Tu non sei nessuno. Vattene via!»

Principe azzurro mollò la presa dal corpo affaticato della giovane. Gli occhi del ragazzo faticavano a nascondere astio e disprezzo. Sibyl percepiva su di sé tutta la pesantezza di uno sguardo crudele e affranto. Aveva deluso il suo amante: essere Sibyl e non Giulietta aveva determinato lo sconforto dell'innamorato.

***

Si svegliò di colpo. Da quanto tempo non le capitava più di avere un incubo? Era sudata, affaticata, e il suo respiro mostrava evidenti segni di affanno. Piangeva, ma non sapeva in che modo era giunta alle lacrime. Perché il destino era stata tanto crudele con lei? Perché non le aveva donato la possibilità di valere di più di un personaggio inesistente? 

Sapeva che le sue domande non avrebbero mai trovato risposta; l'unica cosa che le rimaneva era la constatazione di essere stata abbondanata dall'unico amore della sua vita. 

Si alzò di scatto dalla sedia e iniziò a girovagare per la stanza alla ricerca di una candela e di un fiammifero. Li trovò, e si fece luce. Guardò quella piccola fonte luminosa come se lì fossero racchiuse tutte le sue speranze: erano terribilmente deboli proprio come la fiamma della candela. 

Fece altri passi, perché rassegnarsi alla sofferenza era quanto di più funesto le potesse capitare. Non era forte abbastanza per sopportare tutto quel dolore, e di questo fatto stava velocemente prendendo coscienza.

Un bagliore guizzò in testa alla fanciulla; era un bagliore di speranza, rassegnazione, disperazione e allegria. Tutte insieme, queste antitetiche sensazioni avevano preso possesso della sua anima rendendo vano ogni tentativo della testa di riflettere. L'istinto prevalse su tutto.

Fece qualche passo verso il piccolo scaffale che si ergeva lungo il muro maestro. Era lì: sapeva che ciò che le occorreva si trovava proprio tra le scartoffie di quel ripiano.

La soluzione a tutti i problemi si materializzò tra le sue mani quasi senza che Sibyl ne avesse consapevolezza. Cos'era lei senza le donne che interpretava? E chi era quella giovane attrice senza l'amore di Principe Azzurro? Il nessuno che avrebbe voluto darsi come risposta rimase soffocato tra la gola e la coscienza: l'acido prussico raggiunse i suoi punti vitali prima che un barlume di buonsenso aiutasse la povera fanciulla a guardare al futuro; futuro che, inevitabilmente, sarebbe stato senza l'uomo di cui si era perdutamente innamorata.

FINE

____________________________

Angolo dell'autrice: dedico questo breve missing moment a me stessa e a tutti i giovani innamorati delusi dall'amore. Chi meglio della povera Sibyl Vane può incarnare la fragilità di un cuore spezzato?

Un ringraziamento speciale va inoltre a Edelvais che ha indetto questo bel contest. 

9dolina0 

   
 
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