Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: inksilverblue    03/02/2013    3 recensioni
Ambientato circa una settimana dopo la festa per lo spettacolo di Isadora. Maya ha capito la natura dei suoi sentimenti verso Masumi Hayami, e decide di confidarsi col suo ammiratore...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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L'autrice di questa storia è straniera. Potete trovare qui la storia originale.
Traduzione a cura di melting ice.

Fallen for You



Masumi Hayami aprì gli occhi al suono della sveglia, come ogni giorno. Allungò il braccio per spegnerla e nel farlo il suo sguardo si posò sulla benda sottile che avvolgeva la mano, nel punto in cui Maya l’aveva morso recitando la parte di Jane una settimana prima. Un lieve sorriso si formò sulle sue labbra a quel ricordo.
Spense la sveglia ma rimase seduto sul letto. Quella mattina l’aveva programmata più tardi del solito: la sera prima infatti era rimasto con la signorina Shiori fino a sera inoltrata, dato che lei aveva insistito perché si fermasse a farle compagnia mentre si dedicava alle sue composizioni floreali. Quando finalmente era riuscito a tornare a casa, era subito crollato esausto sul letto. Quella donna non era certo una persona cattiva ma… non provava assolutamente niente per lei.
Passandosi le mani tra i capelli, si decise ad alzarsi dal letto e ad andare in bagno. Inaspettatamente, quando aprì l’armadietto degli asciugamani per prenderne uno pulito, trovò un pacchettino posato sopra di essi. Lo afferrò incuriosito e lesse la breve nota racchiusa nella busta che lo accompagnava:

Signor Hayami,
Maya mi ha incaricato di consegnare questo pacchetto al suo ammiratore. Contiene un registratore che le avevo procurato ieri mattina e ora mi ha restituito. Sono venuto a portarglielo, ma visto che non è in casa mi sono permesso di introdurmi nella sua stanza permetterlo qui: Maya mi ha detto è un messaggio assolutamente riservato, quindi ho voluto evitare che le cameriere potessero accidentalmente trovarlo.
Hijiri


“Di cosa potrà mai trattarsi…” si domandò l’ammiratore curioso. Posò il registratore sul ripiano e, premuto il pulsante di avvio, cominciò a lavarsi i denti.

“Mio caro ammiratore delle rose viola, sono Maya Kitajima. La ragione per cui sto registrando questo messaggio, in primo luogo, è che la mia calligrafia è orribile.”

In primo luogo, ridere mentre ci si sta lavando i denti non è certamente la migliore delle idee. Il demone della Daito, non conoscendo questa semplice verità, rischiò di soffocare a morte.

“Secondo, lei è per me come un membro di famiglia. Un fratello maggiore, un padre. Qualcuno su cui posso contare, qualcuno di cui mi posso fidare, qualcuno con cui posso condividere i miei sentimenti… Devo dirle qualcosa di veramente importante. Lei mi è stato vicino fin dalla prima volta che sono salita su un palcoscenico, quindi… voglio che sia lei il primo, e il solo, a saperlo.”
Ci fu una lunga pausa nella registrazione.
“Mi sono innamorata di un uomo che non dovrei amare.”

Questa frase gli fece inghiottire il dentifricio che ancora aveva in bocca. “Un attimo. Che cosa ha detto???” urlò mentalmente.

“Quest’uomo ha 11 anni più di me.” Ricominciò la registrazione. L’ammiratore delle rose viola fu percorso da un brivido e rimase immobile, a occhi sbarrati. “Un uomo che si prende gioco di me, chiamandomi ragazzina. Un uomo che ha ucciso mia madre. Un uomo che è già fidanzato con un’altra donna.” Ok. Questo confermava totalmente i suoi dubbi. “E io sono innamorata di lui. Lo amo, mio ammiratore. Non importa quante cose orribili abbia fatto, è stato tutto per il mio bene. Ha tenuto nascosta mia madre perché potessi concentrarmi sulla mia carriera artistica. Lo ha fatto per me. Alla fine, mia madre è morta però…”

Un altro lungo silenzio.

“All’inizio l’ho odiato e gli ho urlato di andare all’inferno. Poi mi ha spiegato i suoi motivi. Ho continuato a pensarci per molte notti e sono arrivata alla conclusione che non lo ritengo più responsabile della sua morte: non era colpa sua se mia madre era malata. Lui in realtà se ne è preso cura, le ha dato cure mediche e l’ha fatta ricoverare in un ospedale. Lo ha fatto per me. Quando ho interpretato Puck, lui ha dato consigli alla nostra compagnia benché non fosse tenuto a farlo. E alla fine dello spettacolo, fece un’offerta molto generosa dicendomi di considerarla come se fosse da parte del mio ammiratore. E quella volta che mi ha fatto recitare di proposito davanti a tutti la parte di Jane, durante il ricevimento di Isadora, è stato solo per farmi pubblicità e fare in modo che i media si accorgessero di noi. Lo ha fatto per me.
Non so quando mi sono innamorata di lui. Lo odiavo, però lentamente, in qualche modo, questo sentimento si è trasformato in amore. La prima volta che lo incontrai fu anche la prima volta che vidi uno spettacolo teatrale. Avevo 13 anni. Quando mi scontrai con lui e guardai in alto, vidi un sorriso caldo e dei profondi e gentili occhi castani. A quel tempo, l’avevo considerato solo un signore gentile. Ora, ogni volta che lo vedo il mio cuore batte all’impazzata e le mie guance avvampano all’improvviso. Che sforzo devo fare per impedire alla mia mano di sollevarsi a toccarlo! Per non guardarlo negli occhi e non fissare il suo corpo imponente! Io… davvero non so più cosa fare. Mi sono innamorata di qualcuno che non dovrei amare.”


“Click”. Fine della registrazione.

La mente dello scioccato Masumi Hayami / ammiratore-delle-rose-viola / papà-gambalunga-di-Maya / demone-della-Daito era in completo black-out. Cos’è che aveva appena sentito? Davvero l’amore della sua vita aveva confessato all’ammiratore delle rose, cioè a lui stesso, di essere innamorata di lui?
Quando la realtà di quelle parole si fece strada in lui, sentì un calore salirgli lentamente dalla nuca fino alle guance: l’amore della sua vita gli aveva appena confessato i suoi sentimenti per mezzo di un registratore. Mentre si lavava i denti. Appena sveglio.
Velocemente, finì di lavarsi e collassò sulla poltrona, coprendosi la faccia con un cuscino. In qualche modo, sentire il soffice tessuto contro le sue guance riuscì a calmare i battiti galoppanti del suo cuore. “Maya…” sussurrò posando il cuscino sulle gambe.
Come avrebbe dovuto reagire? Avrebbe dovuto piangere di gioia, farsi una doccia e vestirsi alla velocità della luce, andare da Maya guidando a 1000km all’ora, confessarle tutto e alla fine vivere insieme a lei felice e contento? In effetti gli sembrava proprio una buona idea.
Quindi fece esattamente così.

- - -
“Ragazzina!” gridò a pieni polmoni aprendo la porta dello studio.
Dall’altro lato della sala, una Maya paonazza si rannicchiò al fianco di Sakurakoji.
“Ragazzina?” borbottarono in molti, non sapendo a chi si riferisse quel soprannome.
“Signor Hayami…?” esclamò la futura moglie di Masumi, alzandosi dal pavimento. Apparentemente stavano provando per lo spettacolo.
“Signor Kuronuma, temo di doverle prendere in prestito la ragazzina per quest’oggi. Va bene?” chiese Masumi.
“Ehh… certo… credo…” rispose il regista, chiaramente confuso.
“Perfetto! Vieni ragazzina!”
“Ma… perché?” protestò lei, rossa in volto per l’evidente imbarazzo di essere chiamata ragazzina davanti ai colleghi.
“Vieni e basta.”
“Ok, ok, mi lasci solo prendere le mie cose…” si lamentò andando a recuperare la sua borsa. Pochi minuti dopo, camminava al suo fianco osservandolo sospettosamente.
“Dove stiamo andando?” chiese.
“Lo vedrai,” rispose lui sorridendo. ‘Ogni volta che lo vedo, il mio cuore batte all’impazzata’ ricordò Masumi mentre un ghigno affiorava sulle sue labbra. Afferrò casualmente la mano di Maya, ignorando le proteste della ragazza, e controllò le sue pulsazioni: sicuramente, il suo cuore stava battendo velocemente come le ali di un’ape.
“Sai, il tuo polso è eccezionalmente rapido in questo momento, sapresti spiegarmi il perché?” le chiese in tono canzonatorio.
“Cos… no… è solo che… è che ha preso la mia mano all’improvviso e mi sono sorpresa e…” cominciò a balbettare confusa.
Masumi rise. “Se lo dici tu…”
I due si fermarono davanti a un negozio di taiyaki.
“Quindi… è per questo che mi ha trascinata via?” esclamò lei incredula.
“Certo che no. Sto solo facendo colazione, visto che sono corso qui senza mangiare nulla,” rispose Masumi avvicinandosi al bancone. ‘Perché inaspettatamente hai appena confessato il tuo amore al tuo ammiratore -cioè me- e io sono pazzamente felice’ aggiunse a se stesso, sorridendo da un orecchio all’altro. “Ehi Maya, ne vuoi un po’? Offro io”
“Oh, no, sto bene così. Ho già mangiato questa mattina.”
“Va bene, allora. Uno con azuki e uno alla crema, per favore,” chiese alla signora.
“Arrivano subito,” rispose lei.
Prese allegro i soldi dal portafoglio e pagò ricevendo in cambio un sacchetto di prelibatezze. “Grazie.”
“Di niente,” sorrise la signora.
Maya, in piedi al suo fianco, lo aveva osservato durante l’acquisto dei taiyaki mentre tante domande, dubbi e pensieri si affollavano nella sua mente. C’erano così tante cose che avrebbe voluto dirgli! E poi… si domandava anche come il suo ammiratore avesse reagito alla sua confessione. E intanto il bisogno di sfiorare quella mano che vedeva così vicina cresceva sempre più. Ma poi Masumi prese la sua piccola mano nella sua e quel bisogno scomparve.
“Sediamoci da qualche parte…”disse trascinandola via.
“Ah, sì, ok…” riuscì solo a rispondere.
Guardandosi intorno per la prima volta, Maya si rese conto di trovarsi in un parco. Sembrava così stranamente tranquillo… bè, in effetti c’era da aspettarselo, in quanti vanno al parco il lunedì mattina? Tutti normalmente dovrebbero essere a scuola o al lavoro. A proposito di lavoro, “Signor Hayami, apprezzo davvero molto che mi abbia portato qui, ma… non dovrebbe essere in ufficio?”
“No, la Daito se la caverà comunque, per un giorno sopravviverà anche senza di me!”
“Se lo dice lei…” commentò Maya un po’ a disagio.
Masumi Hayami, d’altra parte, stava vivendo il momento più bello della sua esistenza. Non c’era davvero niente di meglio per cominciare la giornata che mangiare taiyaki a colazione e stringere la mano di Maya! Specialmente sapendo che anche lei ricambiava i suoi sentimenti.
In condizioni normali, il solo tenere la sua mano in quel modo avrebbe messo a dura prova il suo autocontrollo: avrebbe dovuto fare un enorme sforzo di concentrazione per mantenere la sua espressione impassibile e evitare di arrossire come uno scolaretto alla prima cotta. Invece ora, scacciati tutti i dubbi, poteva essere sicuro di sé. Sapere che lei lo amava… era troppo bello!
Dopo alcuni minuti di passeggiata, Masumi trovò una panchina sotto un albero senza nessuno nei dintorni. “Sediamoci qua,” suggerì.
A quel punto, aveva già finito il primo dolce e stava addentando il secondo. Rendendosi conto che Maya non aveva pronunciato una frase completa da quando lo aveva seguito, le chiese scherzosamente, dando un altro morso al taiyaki: “Maya, sei straordinariamente tranquilla oggi. E’ successo qualcosa? Normalmente, a quest’ora mi avresti già minacciato di morte.”
“A questo proposito… ecco… avevo pensato di dirglielo già da tempo…”
“Cosa?”
“Grazie…”
“Eh?”
“Per avermi fatto recitare Jane davanti ai giornalisti…”
“Oh, quello. Non è niente, non serve ringraziare.”
“No, davvero, grazie. E devo anche scusarmi, la sua mano… io…”
“Ah! Così adesso il cagnolino si sente in colpa per aver morso il padrone,” disse ridendo e accarezzandole la testa come fosse un cucciolo.
“E da quando lei sarebbe il padrone?” gli ringhiò Maya di rimando.
“Bè, forse non proprio il padrone. Che ne dici di papà gambalunga, allora?”
“…cosa?...”
“Maya, io sono il tuo ammiratore delle rose viola.”
Un lungo silenzio. Quelle prole sembrarono galleggiare nell’aria, rimbalzare lentamente intorno a loro finché… BAM, all’improvviso colpirono Maya. Con gli occhi sbarrati, si girò lentamente verso l’uomo di cui ora conosceva la vera identità.
“Lei non sta scherzando… vero?” chiese debolmente
“Certo che no. Sono davvero il tuo ammiratore.”
“Quindi… la registrazione che ho mandato ieri al mio ammiratore…”
Lui le sorrise maliziosamente e la faccia di lei divenne paonazza.
“Nonononononono,” balbettò mordendosi le labbra. “Signor Hayami… io…”
Ma non finì la frase. O, più precisamente, non poté finirla, perché si ritrovò le labbra dell’uomo che amava posate sulle sue. Quelle soffici e calde labbra, inaspettatamente al gusto di crema, sfioravano le sue. E lei rimase lì scioccata, immobile.
L’uomo che amava era anche quello che le stava più a cuore: il suo ammiratore delle rose, colui che le aveva permesso di frequentare la scuola, che l’aveva aiutata, che si preoccupava sempre per lei, che l’aveva sempre sostenuta. Lentamente, timidamente, rispose al bacio. Il battito del suo cuore, già rapido, ora rimbombava nelle sue orecchie come un rullo di tamburi. Poi la tensione si sciolse e la coppia si avvicinò, diminuendo la distanza.
Rossa in volto, Maya sfiorò il collo del suo amato, poi lentamente la sua mano salì per affondare le dita tra i suoi setosi capelli castani. Ancora non poteva crederlo, sembrava troppo bello per essere vero, un sogno troppo bello! Eppure le labbra passionali che la stavano baciando erano così sicure, così reali. Come era reale la sensazione di essere stretta tra le sue forti braccia, le braccia dell’uomo che credeva non avrebbe mai potuto essere suo. Il suo cuore scoppiava dalla gioia.
“Ti amo Maya,” sorrise nel bacio.
“Ti amo anch’io,” sussurrò l’attrice.
Quando finalmente si separarono mettendo fine al bacio, Masumi sogghignò scherzosamente e chiese: “Allora, quando ci sposiamo?”


  
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