Molte persone dicono che chi ci ama non ci lascia mai…
La mia storia è un po’
strana a dire il vero, è cominciata sedici anni fa, da allora la mia vita è
stata invasa da dolori, gioie, e tanti altri avvenimenti che non vi stò ad
elencare.
Mio padre e mia madre si
sono separati, quando avevo all’incirca tre anni e
mezzo, non ne ho sofferto molto, ero troppo piccola.
Lo vedevo regolarmente
ogni Sabato e Domenica, ed ero abbastanza felice!
Ho tre sorelle tutte più
grandi. Aline è nata dal precedente matrimonio di mia madre, con lei sono
sempre andata molto d’accordo, mi ha sempre voluto bene. Poi ci sono Ariane e
Carla, nate dal precedente matrimonio di mio padre, per loro ero
solo una minaccia, un piccolo insetto posto sul loro cammino.
Quando avevo cinque anni mia madre conobbe un uomo, era molto gentile con me e Aline,
ci voleva bene, ci trattava con cura, ma anche lui ci abbandonò.
Un pomeriggio di sei anni
fa stavo tranquillamente camminando per le strade di Central City gustandomi un
buon gelato, non guardavo dove mettevo i piedi, così ad un tratto andai a
sbattere in pieno contro un militare, spiaccicando il gelato sulla sua divisa e
sulla mia maglietta.
Alzai lo sguardo tremante
solo per incontrare due iridi nere come la notte e dei capelli del medesimo
colore, quell’uomo aveva uno sguardo molto severo, guardava intensamente la
macchia che aveva sulla divisa blu.
“M-mi
scusi…Io n-non volevo…”abbassai lo sguardo estremamente
triste, mi avevano insegnato a temere e rispettare i militari, e stavolta
l’avevo combinata davvero grossa.
Quell’uomo mi afferrò il braccio prendendo a trascinarmi, avevo paura, ma
non osavo ribellarmi, mi condusse al Quartier Generale
ed il mio cuore sprofondò. Mi avrebbe denunciata,
sarei stata arrestata e giustiziata, trattenevo le lacrime per orgoglio, non
avrei mai pianto.
Continuavo a tenere lo
sguardo basso, lo alzai solo quando sentì una porta
aprirsi e richiudersi alle nostre spalle, eravamo in quello che doveva essere
un alloggio militare, quell’uomo incurante della mia presenza prese a
slacciarsi la divisa togliendo la giacca e gettandola a terra “Hai sporcato
anche la camicia” si limitò a dire togliendo anche quella, io arrossì, non
avevo mai visto un uomo a petto nudo, ed era a dir poco imbarazzante!
Si diresse all’armadio
aprendolo e rivelando una serie d’altre camicie identiche fra loro e delle
divise piegate con cura, prese una camicia e me la lanciò,
coprendomi il volto “Fatti una doccia e metti questa!”.
Ok, ho seriamente pensato
di non aver sentito bene! IO avrei dovuto fare la doccia a casa SUA e poi
mettermi una sua camicia?
“Allora? Che aspetti?”
Lo guardai negli occhi
“Non c’è bisogno che mi faccia una doccia…”
Sorrise, e già comincia a
non sopportarlo, aveva un sorriso da…come posso
dire…da…casanova. Donnaiolo, insomma il sorriso di uno a cui piacciono le
donne!
“Ok! Allora cambiati!” e
mi scompigliò i capelli andando in cucina “Vuoi un succo di frutta?”
Tolsi la maglia facendo attenzione a non farmi vedere “No grazie, non mi
piacciono i succhi di frutta!”
Lui rise “Bene perché non ne avevo!”
Sorrisi divertita
allacciandomi la camicia che mi arrivava fin sopra le ginocchia, mentre le
maniche erano così lunghe che non si capiva dove fossero le mie mani, entrai in
cucina e lo vidi seduto con un enorme vaschetta di
gelato sul tavolo e due cucchiaini in mano “Da solo non potrei mai finirlo! Mi dai una mano?” lo guardai “La mia mamma mi dice sempre di
non accettare cose dagli sconosciuti!”.
Lui sorrise maggiormente e
mi porse la mano “Piacere! Mi chiamo Roy Mustang, tu
gentile e bellissima bambina come ti chiami?”
Scoppiai a ridere
stringendo la sua mano “Alyssa Cartes
molto lieta di fare la sua conoscenza!”.
Rise anche lui porgendomi
un cucchiaino “Bene! Ora mi aiuti?”
Annuì energicamente con la
testa “Però…Non riesco ad usare le mani!” mossi le
braccia facendo penzolare le maniche da una parte all’altra, Roy rise di più e
poi gentilmente piegò le maniche dandomi il cucchiaino, salì sulla sedia e
assieme cominciammo a mangiare il gelato.
Quello fu come dire…L’inizio
della nostra amicizia, passavo con Roy la maggior parte della giornata, ogni
mattina alle sette mi passava a prendere con la macchina e mi portava al
Quartier Generale, lì m’insegnò ad utilizzare l’alchimia del fuoco, mi divertivo molto perché il più delle volte gli bruciavo la
tuta da allenamento, e a quel punto ridevamo come due matti.
Quando avevo dodici anni a
Central City arrivò un ragazzo, biondo con occhi
d’orati, doveva sostenere l’esame per diventare alchimista di stato, così
pregai Roy di farlo fare anche a me! Finalmente dopo tanto pregare mi
accontentò, così conobbi Edward e Alphonse Elric, due fratelli che venivano da
un piccolo paesino di campagna, diventammo subito
amici, anche se il maggiore dei due aveva un pessimo carattere.
Era basso, perciò gridava
come un matto se qualcuno glielo faceva notare, ovviamente Roy non si
risparmiava battutine ironiche e stupide.
Superammo magistralmente
l’esame, mia madre era fiera di me, cosi come la mia sorellona Aline, con le altre
due non mi vedevo ne parlavo da molto tempo ormai,
quando presi la decisione di partire coi fratelli Elric mia madre non si oppose
più di tanto, sapeva che ero testarda e che sarei partita con o senza il suo
permesso!
L’idea di separarmi da Roy
mi rendeva un po’ triste, ma volevo viaggiare, volevo
restare con loro due, ormai mi ero legata molto bene a Ed e Al eravamo sempre
assieme.
Poi accadde una cosa molto
strana, cercando finimmo nel laboratorio numero 5, e li incontrammo
gli homunculus, esseri artificiali privi di anima, volevano che Edward creasse
la pietra filosofale.
“Edward non farlo!”
l’homunculus mi acchiappò più saldamente visto che mi dimenavo come una pazza
“Edward sono vite umane!”
Il ragazzo che mi teneva
ferma mi strattono con forza gettandomi a terra e
mettendosi sopra di me, la mano sul mio collo “Potresti tacere?”
Strizzai un occhio per il
dolore “Spiacente, ma grido quanto voglio!”
“Sei una
ragazzina sfacciata, potresti rischiare grosso!”
Sorrisi un po’ “Devo tremare?”
Lui ghignò e avvicinò il
suo viso al mio, sentivo il cuore battermi forte, nessun ragazzo si era avvicinato così alle mie labbra, velocemente le sfiorò
con le sue, lo guardai scioccata, nessuno aveva notato quel gesto, ma non ero
ugualmente tranquilla.
Si passò
lentamente la lingua sulle labbra “Hai un buon sapore…”
“Mi fai schifo!”
“Me lo dicono in molti!”
mi strinse più forte i polsi “Tu saresti perfetta come
homunculus!”
“Nei tuoi sogni!” gli
diedi una ginocchiata nelle parti delicate e mi alzai correndo da Ed e bloccandogli
le mani prima che potesse attivare il cerchio.
“Al…Io…Non posso…”
La parete esplose facendo
rompere un contenitore di acqua rossa che si riversò,
Scar ci guardò.
“Prendi tuo fratello e
scappa! I maggiori difendono sempre i minori!”
Mi spostai e corsi affianco ad Al evitando agilmente l’acqua rossa sparsa sul
pavimento, Ed invece ci mise il piede dentro e subito la sua alchimia fu
ampliata, il suo automail divenne una lama, non fui abbastanza rapida a
schivarla e mi prese in pieno stomaco, mi accasciai al suolo, l’ultima cosa che
ricordo e il sottotenente Maria Ross che abbracciava Edward, poi il buio e il
freddo.
Sentivo qualcuno che mi
stringeva la mano, quel calore m’infondeva coraggio, così dopo tre settimane di
coma finalmente aprì gli occhi, misi a fuoco colui che
mi stringeva la mano e sorrisi “Ciao Ed!” sorrise anche lui “Come va?” mi
accarezzo piano i capelli “Se sei ridotta così è colpa mia…”.
Scossi
piano la testa “Non era tua
intenzione baka!”
Edward mi guardò “Kimi wo
aishiteru” posò delicatamente le sue labbra sulle mie, rimasi paralizzata, la
prima volta che un ragazzo mi diceva –Ti amo- passai la mano libera dalla flebo sulla sua guancia, andando ad accarezzare i
capelli legati a coda, aveva la testa fasciata, e l’automail appeso al collo,
non era messo molto bene, ma meglio di me stava!
Mi baciò un’altra volta, e
stavolta risposi chiudendo gli occhi, mi accarezzò piano il fianco
distaccandosi e sorridendo. In momenti come questi, sei troppo felice per parlare, anche perché le parole non servono molto, anzi,
non servono affatto!
FINE DELLA PRIMA PARTE.
Nota
dell’autrice: Spero che la
storia sia di gradimento, è divisa in due parti per
esigenza, fatemi sapere che ne pensate^^ un bacione
Havoc_Fan!