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Autore: ellacowgirl in Madame_Butterfly    03/02/2013    5 recensioni
"Le iridi gialle fissano con insistenza quel volto dai lineamenti delicati, quella supplica che proviene soltanto da un cuore troppo buono e generoso.
La invidia, con tutto se stesso.
Invidia lei per quella bontà d’animo. Invidia tutti loro per l’affetto che li lega, la fedeltà e l’amicizia che lui non ha mai avuto…
E poi sì, invidia terribilmente lui: Jack Frost. Lui che ha saputo ridare vigore e speranza a tutti gli altri. Lui che si è battuto per il bene. Lui che non si è mai arreso…
E lui che, soprattutto, ha la chiave d’accesso per un cuore che saprebbe donare gioia anche alle tenebre più dense ed oscure."

(Ipotizza un momento in cui Pitch abbia sconfitto le cinque leggende, e si stia prendendo la sua "vittoria")
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dentolina, I Cinque Guardiani, Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Autrice:
Piccola Ficcy che mi è uscita dopo aver visto il film.
Ho voluto rappresentare i sentimenti di Pitch e quelli di Dentolina in particolare, perchè trovo che siano due personaggi molto profondi, nonostante l'apparenza...
No, non credo che la storia in sè sia scontata, nè il finale... o almeno spero!
Spero che vi piaccia, che lasciate una piccola recensioncina e soprattutto che vi trasmetta qualcosa :)
(PS. Ipotizza un momento in cui Pitch abbia sconfitto le cinque leggende, e si stia prendendo la sua "vittoria")

 

Kiss of Death

Fa freddo, terribilmente freddo…
In quella grotta dimenticata da Dio, in quel lugubre luogo dove soltanto le tenebre regnano sovrane, soltanto il silenzio spadroneggia incontrastato.
Lì, dove la luce del sole non arriva,
lì, dove gli incubi nascono, si diffondono, prendono vita appropriandosi di ciò che di più buono poteva celarsi in ogni cuore, in ogni singolo e prezioso sogno.
 
- Sai… quasi mi rincresce farvi questo. Dopotutto, senza di voi sarà tutto più noioso, no? –
 
Una voce graffiante e tenebrosa squarcia quel silenzio, invadendo la grotta oscura, la tana del signore delle tenebre.
Una grande sfera, un mappamondo precisamente, al centro di essa. Tutt’attorno delle gabbie, piccole per le fatine dei denti, più grandi e robuste per gli yeti: ad ognuno la sua.
Lui se ne sta lì al centro, a fissare il mappamondo con un ghigno soddisfatto mentre le lucine si spengono una ad una…
 
- No… non vincerai… -
 
Una voce flebile contrasta quelle risa, interrompendole anche se per breve tempo.
Una voce straziata dal dolore, dal dispiacere, mentre le energie in quel delicato corpo di fata vengono sempre meno.
Lui si volta, il manto nero striscia a terra con un suono sordo, mentre muove qualche passo verso di lei: lei, la Fatina dei Denti.
Lei che ha osato parlare, lei che ha osato reagire.
Lei, che ora guarda i volti deperiti dei suoi compagni, incatenati alle pareti perimetrali di quella grotta.
Mentre lui, il cattivo, resta impassibile.
 
- E cosa te lo fa credere? Vi ho sconfitti, rinchiusi… I bambini non credono più in voi e restando qui finirete tutti quanti per morire, uno dopo l’altro. –
 
Un dire freddo ed impassibile, forse crudele, come se in quell’odio vi fosse il rancore radicato in tanti anni.
Lei respira affannosamente, i polsi legati, le ali affievolite sotto gli incubi che ogni bambino fa, sotto ogni lacrima versata per il dentino che non viene sostituito da una piccola moneta.
 
- Per favore… non… non ucciderli… -
 
E’ una preghiera, una supplica quella che esce dalle labbra di Dentolina.
Gli occhi si posano su Babbo Natale, sul Coniglio, sul re dei sogni e poi sì, inevitabilmente, anche su di lui… su Jack, colui che ha dato loro una speranza.
 
- Perché non dovrei farlo? –
 
Le domanda con tono acido il signore delle tenebre, ormai vicino alla dolce fatina.
Ma lei no, non distoglie lo sguardo dal volto del ragazzo dei ghiacci, lo osserva come non lo avesse mai visto, lo guarda col cuore lacerato di chi sa di non avere speranze.
 
- Perché… perché io… noi… -
- Tu cosa? Lo ami?! –
 
Ora il tono è più rude, forte, quasi accusatorio.
Le iridi gialle fissano con insistenza quel volto dai lineamenti delicati, quella supplica che proviene soltanto da un cuore troppo buono e generoso.
La invidia, con tutto se stesso.
Invidia lei per quella bontà d’animo. Invidia tutti loro per l’affetto che li lega, la fedeltà e l’amicizia che lui non ha mai avuto…
E poi sì, invidia terribilmente lui: Jack Frost. Lui che ha saputo ridare vigore e speranza a tutti gli altri. Lui che si è battuto per il bene. Lui che non si è mai arreso…
E lui che, soprattutto, ha la chiave d’accesso per un cuore che saprebbe donare gioia anche alle tenebre più dense ed oscure.
 
Dentolina non risponde, ciò che parla in realtà è il suo animo: una lacrima scende sul suo volto, le riga una gota con estrema delicatezza.
Non dice nulla, né fa nulla: sa che la ucciderà, forse prima degli altri per il suo impavido ed imprudente tentativo di rivalsa.
Sa che morirà, ma ciò che più la ferisce è sapere che nemmeno quel ragazzo tanto allegro si salverà.
 
E lui, Pitch, sa benissimo anche questo. E nulla lo renderebbe più iroso di questo, invidioso, geloso…
Si ferma a pochi centimetri da lei, una mano gelida si avvicina al volto della fatina e con ben poca delicatezza le cinge il volto, costringendola a guardarlo.
Sgrana le iridi lilla, mentre il freddo le invade la pelle.
E no, non è il freddo piacevole e premuroso di Jack…
No, è un gelo d’odio, di rancore, di una bramosia che non ha nulla a che vedere con l’affetto.
 
- Ora che vinco io, cara Dentolina... Ora che nessuno di voi ha la possibilità di sopravvivere, ora che ho io il coltello dalla parte del manico… -
 
E si avvicina, lentamente, iridi gialle ed oscure fisse in quelle limpide di lei, mentre le possibilità di scappare, di ribellarsi, di sottrarsi a quel contatto sono ormai inesistenti.
 
- … ora, voglio tutto ciò che lo ha reso felice. Voglio tutto ciò per cui si è sempre battuto… -
 
Piccola pausa, Dentolina può sentire il freddo della pelle di Pitch sul suo volto, da tanto che sono vicini.
 
- Voglio te, Dentolina. Voglio te ed il tuo amore. –
 
Dice schiettamente, con un tono ironico e cauto da essere particolarmente pungente.
Il contatto è ormai prossimo, lui socchiude gli occhi, eppure le labbra della fatina si muovono, per un’ultima volta.
Si muovono per dire ciò che un cuore sincero prova, niente di più e niente di meno.
 
- Mi dispiace, Pitch… Non avrai nulla di tutto questo, perché l’amore non si ottiene con l’odio. –
 
E’ sincera, in quelle sue parole, terribilmente e maledettamente sincera.
Pitch lo sa, che abbia ragione.
Lo sa che quelle parole dette con una dolcezza infinita, quasi con dispiacere, siano lo specchio della verità.
 
Questione di qualche attimo, il tempo al suo rancore di diventare odio puro, bramosia ed aggressività.
Preme le sue labbra oscure su quelle della fatina, preme con forza, con decisione, con quella voglia di prevalere sopra tutto e tutti.
La bacia, ma non è amore, non è affetto, non è vicinanza.
E’ solo una maledettissima consapevolezza di solitudine eterna.
 
  
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