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Autore: GMuser_    03/02/2013    4 recensioni
Ma qualcosa stava cambiando. Matt non era più lo stesso, e le cose non sarebbero finite bene.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Christopher Wolstenholme, Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1 - Prologo.

I concerti sono la cosa più bella del mondo.
I fan in foga che pogano, impazziscono, saltano, urlano, piangono: tutto questo solo ed esclusivamente per te e i tuoi colleghi.
Mi facevano sentire bene, loro. Erano la mia ragione di vita, li amavo più di me stesso. Io, Matt e Chris gli dobbiamo tutto, senza di loro non saremmo mai arrivati a quel punto.

Ma qualcosa stava cambiando.

Matt non era più lo stesso, da quando aveva lasciato Gaia: sembrava che non avesse più voglia di vivere, era sempre stanco, non sorrideva più, e non voleva parlarne nemmeno con me. Cioè, ero il suo migliore amico! Cos'avevo che non andava?

...anzi.
Forse da una parte era meglio così.
Forse aveva capito ciò che provavo veramente e voleva risparmiarmi i dettagli sulla sua storia con Gaia.
O forse... No, non poteva essere. Non sapevo più cosa pensare.

Vabbè, torno al discorso precedente. Dicevo? Ah, sì! Il concerto di Parigi era appena finito: chiusone epico con Man With A Harmonica e Knights of Cydonia. Le uniche cose positive di quel periodo di depressione, per Matt, furono le sue performance nei concerti: suonava la sua Glitterati quasi con rabbia, la chitarra sembrava gemere sotto le sue mani gracili ma possenti; e la voce, la voce sembrava quella di prima, quella di quando aveva vent'anni ed era ad un passo dal realizzare il suo sogno, quella voce potentissima, con quel falsetto che sembrava non essere mutato nemmeno con l'età. Quella voce che tanto amavo, quand'eravamo ragazzi - non che non la amassi anche in quel periodo, ovviamente, ma crescendo è cambiata un po'. Non aveva più tutta quella potenza, nè riusciva più a intonare le note più alte di canzoni come Showbiz o Micro Cuts in falsetto. In quei tempi sembrava di nuovo il vecchio Matt, quello che mi fece innamorare. Ricordo ancora quando aveva i capelli blu, rossi e gialli e si disegnava le vene sulle braccia.

Ma, come dicevo, queste furono le uniche cose positive. Per il resto era intrattabile.
Era acido, era sempre al telefono a fare Dio sa che cosa, e sembrava volerti staccare la testa a morsi anche dopo un innocente 'ciao'.
Decisi di parlarne con Chris.
-Chris, hai visto in che condizioni è Matt? Per carità, nei concerti dà il massimo, ma non può continuare a fare il cazzone in questo modo. Finirebbe a puttane, ergo la fine dei Muse sarebbe imminente. Ricordi quando l'ha lasciato quella tizia, nel 2000, no? Era totalmente devastato. Quindi, che si fa?
-Che si fa? Semplicemente niente, Dom. Lasciamolo cuocere nel suo brodo, e vediamo se riesce a riprendersi da solo. Sai meglio di me che in queste situazioni odia profondamente essere aiutato, potrebbe fare le peggiori stronzate solo per dispetto. Nel caso in cui la situazione si aggraverà ancora di più, prenderemo provvedimenti.
Le soluzioni di Chris erano sempre le migliori. Era il più piccolo ma, allo stesso tempo, il più saggio della band. Avrebbero dovuto farlo santo, quell'uomo è la pazienza fatta a persona: quando avevamo bisogno di qualsiasi consiglio, lui c'è sempre stato, e non c'è mai stata una volta in cui non ci ha aiutato.

Ed eccolo, Matt.
Si stava facendo largo tra la miriade di tecnici del suono per passare e arrivare al camerino, poi stava per dare una spallata a Tom, poi l'ha fatto, poi Tom è quasi caduto.
-E che cazzo, Matt! Cosa ti prende? - strillò Tom.
Matt non lo degnò neanche di uno sguardo, mentre accelerava il passo e si dileguava nel suo camerino.
No, decisamente.
Così non poteva continuare.


                                                                                    ***



-Dai, Matt, sbrigati! Abbiamo l'intervista!
-Non voglio andare a quella fottutissima intervista. Cosa dovremmo fare? Sorrisi falsi, risatine random e risposte a caso? No grazie, per stavolta, la prossima e tutte le altre, passo. Preferisco di gran lunga rimanere a poltrire qui in hotel.
Quella fu la goccia. Entro un quarto d'ora saremmo dovuti essere ad un bar in centro per un'intervista con Rolling Stone, ergo ci saremmo arrivati in mezz'ora, senza contare il traffico.
-Ma ti riprendi? Vuoi mandarci tutti nella merda?
-Sono libero di fare quello che voglio, sono adulto e vaccinato.
Che faccia tosta. L'avrei preso a pugni fino a farlo morire dissanguato.
-Ma insomma! Che cosa ti prende? Non capisci che questo tuo modo di fare la vittima del cazzo rovinerà TUTTI? Non vuoi fare le interviste, non ci degni neanche di uno sguardo e sei tutto il giorno a rincoglionirti davanti a quel fottutissimo cellulare. Questa storia va avanti da troppo tempo. La devi smettere, altrimenti non oso immaginare cosa succederà. Stiamo pensando seriamente di mandarti da uno strizzacervelli, Matt. Lo sai che vuol dire? Eh? Riesci minimamente a immaginare quanto siamo preoccupati per te? Riesci minimamente a immaginare quanto ci fa male il fatto che cerchiamo di aiutarti e tu ci metti sotto i piedi? Non credo. Stai rovinando tutto, se non te ne sei accorto.
'Your brain needs some assistence'.
E al diavolo le buone parole di Chris. Ero consapevole di aver combinato un casino, ma chissenefrega.
Il silenzio che ne seguì fu semplicemente inquietante. Avevo esagerato? "no, stupido, sei stato anche troppo buono. Chissà che finalmente sei riuscito a ficcargli qualcosa in quella testolina vuota che si ritrova", mi disse, in automatico, una vocina nella mia testa. Sì, aveva ragione. Forse avevo finalmente fatto qualcosa di buono.
-Non ho bisogno di essere aiutato. Diamine, perchè vi importa così tanto? Non siete mica i miei genitori. Fatevi i fatti vostri.
No, non capiva. O faceva finta di non capire. Non riesco nemmeno a spiegare quant'ero incazzato in quel momento.
-Non voglio perdere altro tempo con te. Non ne vale la pena. Ti dico solo una cosa: vaffanculo, Matt. Con tutto il cuore. Spero che ti rovinerai e che ritornerai ad essere un ragazzino teppista di Teignmouth come un tempo, mentre noi scaleremo, pian piano, la montagna che ci porterà al successo mondiale, come abbiamo sempre sognato, come anche tu hai sempre sognato. Ciao.
Quelle parole furono taglienti come delle lame. Sapevo di averlo ferito, e le lacrime che in quel momento gli inumidivano il viso ne erano la prova. "complimenti, Dominic Howard, adesso sì che hai combinato un casino". Sì, ancora una volta, la vocina nella mia testa aveva ragione.
'It's not so easily'.
A malincuore, e con la voglia di abbracciare Matt e di implorarlo di perdonarmi, andai via da lì, lasciandolo solo come un cane, in compagnia soltante delle sue lacrime e del suo cellulare.




('ultima frase era troppo da 'then I was all alone, wearing just socks and a phone', lo so, ghghgh)
Ed eccomi qua!
Ok, questa è la mia prima fic, ergo non so se è una schifezza tremenda o se è - anche solo leggermente - accettabile, lol, quindi tutte le critiche, sia positive che negative, sono ben accette.  (le virgole forse sono troppe, ma per me sono fondamentali, lol, e le ripetizioni continue sono fatte apposta)
Questo capitolo è un po' corto, ma era per rendere l'idea. Prometto che i prossimi saranno più lunghi - anche perchè ho in mente molte cose, quindi stay tuned.
Come avrete già letto, la fic è drammatica: è a questo che si deve il rating giallo, quindi non aspettatevi nulla di angst (anche perchè sarebbe troppo azzeccato per una prima fanfiction LOL)
Ok, mi sto dilungando troppo xD adesso vi lascio in pace, giuro.
A presto - spero - con il prossimo capitolo!

Bacioni, Gio_ :33

  
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