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Autore: 20Elisa01    06/02/2013    0 recensioni
Questa storia ha un solo capitolo.
È stata inventata da me, e parla di una ragazza di 14 anni.
È una storia non molto cruenta, perché non sapevo bene cosa metterci di "impressionante".
Mi sono voluta ispirare alle creepypasta che mi attirano molto, la forma è quella..
Ha più o meno 600 parole se ho contato bene, forse qualcuna di più, non è molto lunga.
Beh, spero che vi piaccia!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la storia di Christabel, una  ragazza di 14 anni.
Era rimasta sola a casa, sua madre l'aveva lasciata lì, al computer, per una mezz'ora.
Christabel stava chattando con la sua migliore amica, era tranquilla.
Aveva la classica postura scorretta tipica dei teenagers che usano il computer: piegata in avanti fino a formare una gobba.
Il computer iniziò a dare delle schermate nere alternate alla solita finestra di internet, ciò le causava problemi nello scrivere.
"Maledetto computer, l'ennesimo virus!" esclamò irritata.
Poi il portatile si spense. Cercò di accenderlo, ma si allontanò di scatto quando la lampadina accanto a lei cominciò a lampeggiare per poi scoppiare.
Aveva iniziato ad inquietarsi. Afferrò il cellulare e compose il numero della sua migliore amica con cui stava chattando per tranquillizzarsi, ma non funzionava.
Non squillava. 
L'inquietitudine si era tramutata in terrore, cercò tra i nomi della rubrica quello di sua madre, i suoi occhi correvano sullo schermo impauriti. 
Nemmeno sua madre rispondeva, il suo punto di riferimento.
Fece anche il numero di suo padre: inutile dire che nemmeno quello squillava.
Provò tutti i numeri, tutti diedero lo stesso risultato.
Poi vide l'ultimo, quel nome non le era familiare e ricordava bene di non averlo mai segnato.
Ma aveva solo quella scelta, aveva già capito che quella persona -sconosciuta- avrebbe risposto.
Schiacciò il tasto verde del suo cellulare e la chiamata partì. 
Il telefono squillava.
Piena di paura ma allo stesso tempo di speranza attese che qualcuno rispondere, una qualsiasi voce. 
Quella voce avrebbe preferito non sentirla, se avesse avuto scelta.
Non era rassicurante, era fredda e lontana, aveva un tono di voce privo di emozioni. Non era una voce umana. 
"Christabel. Sento il profumo della tua paura da dietro questo inutile apparecchio telefonico.
Non sei al sicuro, anche se a casa tua. Guardati attorno, nulla di quello che vedi è reale, nulla potrà salvarti da quello che ti succederà. Non puoi scappare, devi tremare. Devi avere paura. 
Come ne ho avuta io quando tuo padre ha fatto quel che ha fatto. E ora pagherà caro, la sua unica figlia verrà portata via, il suo bene più caro."
Christabel iniziò a piangere, a tremare, ma ebbe ancora il coraggio di rispondere.
"Chi sei? Che cosa vuoi da me e da mio padre? Che cosa ha fatto mio padre?"
"Tutto ciò non ti riguarda, ragazzina." disse con tono sprezzante "Tu dovrai solo pagare. Finirà presto, guardati attorno e dici addio a tutti i tuoi beni. Ciao, Christabel."
E riattaccò.
Tra le lacrime piene di terrore e di tristezza per la giovinezza persa, balbettò 
"Addio", guardandosi attorno.
Si accorse di qualcosa di mostruoso dietro di lei, poco visibile.
Aspettava che sua madre tornasse a casa, lo sperava soltanto.
Il mostro le si avvicinò, non parlò. Non aveva un volto. Aveva una semplice maschera, da cui si intravedevano solo gli occhi.
Occhi spietati.
E da lì finì tutto. Nemmeno un urlo.
Un coltello le si conficcò nel petto, e lei cadde a terra, morta. 
I suoi capelli biondi, il suo viso vennero straziati da quella lama senza pietà, e lasciati lì.
Sua madre tornò in casa, vide sua figlia in quello stato e un biglietto sulla sua faccia.
Lo staccò e vide un'espressione demoniaca in quella che era sua figlia.
Era finta, era solo disegnata.
Scioccata, aprì il biglietto, c'era solo il nome di sua figlia, con una faccina sorridente, come se non fosse stato già abbastanza ucciderla.
Oltre il danno, la beffa.
Ma Christabel non era davvero morta.
Il suo fantasma si aggira nei dintorni della sua casa, con un'ascia in spalla, in cerca del suo assassino, e uccide tutti, con la consapevolezza  che fra le sue vittime possa trovare il suo assassino.
  
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