cos’è che prova Ivan per America? Per lui è sempre stato un rivale, un peso. Una fastidiosissima palla al piede. Eppure a volte prova per lui una specie di sadica tenerezza, di crudele dolcezza. Cos’è che spinge la russia  a interessarsi di un fastidiosissimo ragazzino viziato? La cieca fiducia in se stesso di quest’ultimo? Il suo negare costantemente la paura? Si, ecco cosa lo spinge a fargli più male, a illuderlo e a ferirlo con un sorriso sulle labbra. Ivan ADORA Alfred, in questo senso. Nulla lo soddisfa di più del vedere le lacrime su quel viso coraggioso, quell’anima che mai si piega, ma che di fronte a lui trema di eccitazione e terrore, nascondendo tutto dietro la sua maschera da eroe invincibile.

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Cosa pensa Alfred di Ivan? Pensa che sia debole, si piega sotto il volere del Generale Inverno ed è mosso da lui come un bambolotto senza reagire, opponendo futile resistenza. Pensa che in fondo abbia bisogno di qualcuno che lo aiuti e in certi casi lo protegga, perché è come un bambino. Un bambino che è cresciuto troppo in fretta e adesso vuole recuperare il tempo perduto. Ma perché Alfred è così interessato a lui? Non è semplicemente perché è di indole generosa e vuole aiutare chi è in difficoltà come un eroe. Vuole cancellare quel falso sorriso dal suo viso, vuole vedere le lacrime bagnargli le guance, vuole capire la sua sofferenza, vuole vedere il VERO Ivan. Sono così simili in realtà... Alfred adora Ivan ogni volta che legge nei suoi occhi la dolcezza che gli appartiene, ogni volta che la vede capisce che è più vicino a scoprirlo

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Eccolo li', l'eroe. E' davanti a me, e non vedo nulla tranne quella figura invadente ed eccessiva di fronte al mio sguardo. Gli occhi. Gli occhi sono la prima cosa che mi colpisce. Sono azzurri, di un azzurro così intenso da non poter competere con il cielo. Un azzurro carico di energia, di egocentrismo. Un azzurro che sembra dire: ehi, guardatemi, guardate solo me. La linea perfetta delle labbra si inclina appena a sinistra, in un mezzo sorrrisetto sghembo, che sembra sfidarti silenziosamente. La mano destra è appoggiata sul fianco, come a voler esaltare ancora quella figura che di esaltante ha fin troppo. Tutto in lui sembra renderlo ancora più marcato, ancora più carico, come le luci di Las Vegas. Ma scorgo in quegli occhi color del sogno una debolezza che non ha eguali. Sorrido.

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Davanti a me che si staglia con i suoi maledetti cinque centimetri in più, Ivan. Mi sembra quasi di trovarmi in uno spazio bianco dove ci siamo solamente noi due tanto sono rapito da quello sguardo posato su di me. E' come una gara, chi lo distoglie prima ha perso. Mi piacciono i giochi, e anche a lui piacciono, qualcosa in comune l'abbiamo. Lo osservo, tiene le braccia dietro la schiena e mi sorride come suo solito, con quell'espressione che vuole essere candida, innocente e da bambino. Tutto il suo contrario. Inclino gli angoli della bocca in un sorriso beffardo, alzo leggermente il mento e rimango fermo davanti a lui. Che gioco faremo questa volta? Fremo solo pensandoci, sarà divertente. Moltissimo. Lo è ogni volta.

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-angolone della scribacchina(?)-
rieccoci qui!! *zompa fuori*
e si, avevamo voglia di fare questa cosa, nata all'inizio come un monologo del mio amato russo...
Le parti in blu sono scritte da Hero98, quella cretina con la quale condivido la circolare ogni fottuta mattina. *la gentilezza*
ti voglio beneh, sto scherzandoh. :D
Quelle in rosso da le me, gnagnugnè(?)
spero di non aver avuto una brutta idea, nhe...
Bacioni! IO! VI! AMO!
...*grilli*