Vogliamo rendere noto ai lettori che questa storia, scritta a quattro mani da Me91 e Sweetgirl91, aveva in comune con la fic di Lorigeta "Io te, tu me", oltre all'idea generale, anche alcuni particolari che l'amministrazione ha giudicato essere non circostanziali. Ci scusiamo quindi con Lorigeta e con il resto dell'utenza dell'accaduto. In più ci dispiace di aver insinuato pubblicamente che Lorigeta non era stata molto corretta nei nostri confronti.
Avvertiamo che i capitoli saranno scritti in parte da Me91 e in parte da Sweetgirl91. Questo è stato scritto quasi esclusivamente da Me91, mentre il prossimo sarà scritto da entrambe. Buona lettura!
Scambio di ruolo
L’imprevisto
«E
tu una ragazza isterica!»
Come
due furie, Trunks e Bra si chiusero ognuno nella propria stanza,
sbattendo la
porta. Un ennesimo litigio. Dopotutto erano fratelli.
La
quattordicenne Bra si gettò sul letto e si strinse con
rabbia il cuscino al
petto.
«Che...
insensibile!» ringhiò a denti stretti, ma poi
scosse forte il capo e urlò, in
modo da essere sicura che Trunks la udisse dalla stanza affianco:
«Ma
che dico? Sei solo invidioso!»
«Piantala!»
gridò Trunks anche lui seduto sul letto in camera sua.
Avevano
litigato per un ragazzo. Già, un ragazzo della scuola aveva
confessato a Bra il
suo amore. Uno dei tanti, è vero, ma quello era il ragazzo
più bello di tutto
l’edificio! E aveva pure diciannove anni! Trunks aveva
sentito Bra parlarne con
l’amica Pan al telefono e, a telefonata conclusa
(cioè una buon ora dopo) le
aveva detto di lasciar perdere con quel ragazzo perché era
troppo grande per
lei. Inoltre Trunks lo aveva visto qualche volta in giro e gli sembrava
solo
uno spaccone. Bra naturalmente si era arrabbiata. Come si permetteva
suo
fratello di parlarle così? Lei poteva fare quello che le
pareva, ormai era
grande abbastanza. E chiaramente Trunks non era d’accordo.
«Ammettilo!
E’ tutta invidia!» insistette Bra furiosa
«Hai ventisette anni e ancora non hai
una ragazza!»
«Si
che ce l’ho!» ribatté Trunks alzandosi.
«E
chi? Marron? Ma non vi siete lasciati la settimana scorsa per una
banale
litigata? Magari ce l’avevi la ragazza!»
«Beh,
in ogni modo tu sei troppo piccola per queste cose!»
ribadì Trunks rosso
d’imbarazzo.
«Mi
stai dando della mocciosa?» strillò Bra.
«E
perché no?» rispose a tono Trunks.
Uno
più furente dell’altro uscirono contemporaneamente
dalle proprie stanze per
affrontarsi in corridoio.
«Ho
quattordici anni!» esclamò offesa Bra.
«Appunto!
Sei piccola ancora!» fece Trunks incrociando le braccia.
«Ma...
ma pensa per te! Magari sei tu quello che si comporta come un bambino
piccolo!
Un vero uomo sarebbe già andato da Marron a chiederle
scusa!» ripartì alla
carica la ragazza.
Trunks
sembrò rimanere un po’ spiazzato a questa
affermazione, ma si riprese subito:
«E
una vera ragazza matura avrebbe saputo distinguere meglio gli imbecilli
dai
ragazzi per bene!»
Bra
ringhiò furente:
«Trunks!»
poi scattò:
«In
effetti trovo che tu sia un vero imbecille! Penso di averci azzeccato,
no?»
In
quel momento spuntò Vegeta sul pianerottolo. La sua
espressione scocciata non
prometteva nulla di buono.
«Si
può sapere cosa avete da urlare?!»
sbraitò.
I
due fratelli smisero per un attimo di guardarsi in cagnesco, per
voltarsi verso
il padre e abbassare gli occhi in segno di scusa. Ma a Vegeta non
bastò:
«Non
riesco a concentrarmi nei miei allenamenti se voi continuate a
strillare in questo
modo!»
Poi
guardò il figlio e gli ordinò:
«Trunks,
muoviti! In questo periodo hai battuto la fiacca! Vieni ad
allenarti!»
«Arrivo,
papà...» rispose mogiamente Trunks e trasse un
mezzo sospiro rassegnato. Suo
padre da lui voleva solo quello: che si allenasse in continuazione e
diventasse
sempre più forte.
«Invece
tu, Bra...» questa volta Vegeta si rivolse alla figlia,
sempre con quel tono
autoritario, che però sembrò sciogliersi nel dire:
«...
Tu vai da tua madre, in laboratorio. Ha bisogno di una mano.»
«Va
bene papi.» rispose Bra sorridendo all’amato padre.
Poi
la ragazza si allontanò, lanciando sguardi soddisfatti al
fratello. E già,
quando si trattava di Vegeta... era sempre Bra a vincere. Trunks la
guardo
storto. Si, in questi casi era sempre invidioso della sorella. Fu la
voce di
Vegeta a riscuoterlo:
«Trunks!
Ti sei addormentato?! Muoviti ho detto!»
«Si,
si...» e Trunks seguì il padre nella Gravity Room.
Trunks,
lentamente, afferrò il suo asciugamano e si pulì
il viso madido di sudore.
Quando si scostò l’asciugamano dal viso rimase
qualche istante immobile a
fissarlo tenendolo in mano. Era completamente bagnato. Trunks si
sentiva
sfinito, praticamente come sempre dopo ore di allenamento... dopo
cinque ore di
allenamento. Sospirò immaginandosi invece Bra ad aiutare sua
madre ad
aggiustare qualche circuito o a revisionare vecchi macchinari. Anche
Trunks,
naturalmente, lavorava alla Capsule Corporation, ma il più
delle volte doveva
sostituire sua madre quando era fuori per lavoro e quindi occuparsi del
laboratorio. Presto avrebbe preso le redini dell’azienda, ma
ancora era troppo
presto. In più questo weekend sua madre sarebbe rimasta a
casa, perciò non
necessitava dell’aiuto di Trunks, anche perché
farsi dare una mano da Bra, che
iniziava a districarsi abbastanza bene tra quei circuiti e quei
computer, era
più che sufficiente. Quindi a Trunks toccava sorbirsi le
sgridate di suo padre
in queste occasioni e doveva assecondarlo partecipando agli allenamenti
con
lui. Non che gli dispiacesse così tanto, in fondo erano gli
unici veri momenti
dove suo padre si concentrava completamente su di lui... Trunks sapeva
che suo
padre gli voleva bene, glielo aveva anche dimostrato in diverse
occasioni, ma
da quando era nata Bra... ecco, lui era passato nettamente in secondo
piano.
Con
rabbia gettò l’asciugamano a terra e si diresse
fuori dalla GR.
Bra
riemerse da sotto il robot che stavano revisionando e si
alzò in piedi dicendo:
«Ci
sarebbero da cambiare tutti i circuiti posteriori. Inoltre ho notato
che la
parte anteriore è semifusa!»
«Sì,
è vero.» concordò Bulma slacciandosi il
camice «Però ci penseremo più tardi.
Meglio accendere il forno per riscaldare la cena. I nostri due Sayan
saranno
affamatissimi!»
«Già...»
mormorò Bra iniziando anche lei a slacciarsi il camice
sporco d’olio e di
grasso, mentre sua madre usciva abbastanza di fretta dal laboratorio.
Bra
posò il camice su una sedia e sospirò fissando il
vecchio robot di fianco a
lei. Si ritrovò a pensare a Trunks. In quel momento,
probabilmente, aveva
terminato l’allenamento con suo padre e si stava andando a
lavare. Stranamente,
lei lo invidiava. Vegeta si curava sempre di allenarlo al meglio in
modo che
diventasse sempre più forte. Invece lei? Lei, addirittura,
aveva imparato a
volare aiutata da Pan, alla quale aveva insegnato Gohan. Tutto questo
perché
Vegeta non voleva allenarla. Prima perché era troppo piccola
e ora... Bra
iniziava a pensare che suo padre non voleva allenarla solo
perché era una
femmina. Non era un guerriero. Non che le interessasse così
tanto diventare
forte e combattere, era solo che le sarebbe piaciuto saper fare
qualcosa, ecco.
Certo, aveva forza da vendere, dopotutto era una Sayan, in parte.
Eppure sapeva
che se si sarebbe allenata di più sarebbe diventata
fortissima, in modo che suo
padre sarebbe stato fiero di lei. Proprio come era fiero di Trunks.
Già, forse
non lo dava troppo a vedere, ma Vegeta, secondo Bra, adorava Trunks.
Lui era il
degno erede, in fondo. Era molto forte e, fin da tenera età,
riusciva a
trasformarsi in Super Sayan. Ecco, un altro punto a suo svantaggio: Bra
non
poteva trasformarsi. Il perché nemmeno lei lo conosceva, ma
certamente questo
la faceva rodere di rabbia. Molte notti si trovava a immaginarsi lei
con i
capelli dorati, circondata da un’aura d’oro
splendente... come molte notti si
era immaginata un maschio. Nonostante la sua vita le piacesse,
nonostante fosse
molto bella, nonostante molti ragazzi cadessero ai suoi piedi, non solo
perché
era bella, ma anche perché aveva un forte carattere ed era
pure molto
intelligente... nonostante tutte queste cose, a volte desiderava
proprio di
essere nata maschio. Perché i maschi spesso erano favoriti,
spesso erano loro a
prendere le redini dell’azienda dei genitori. Bastava
guardare Trunks, no? Non
solo sarebbe stato a capo della CC, ma avrebbe anche continuato ad
allenarsi
con Vegeta, diventato ancor più forte.
«Che
rabbia!» ringhiò Bra stringendo i denti e si
allontanò furente verso l’uscita
del laboratorio.
Trunks
stava rielaborando un progetto che aveva dovuto lasciare in sospeso per
allenarsi con il padre. Se non lavorava di notte, in quei giorni non
aveva mai
tempo. Sbadigliò assonnato e bevve un altro goccio
d’acqua dalla bottiglietta
lì vicino. Un rumore lo fece sobbalzare. Percepì
avvicinarsi un’aura famigliare
e si rilassò. Era Bra.
«Che
ci fai qua?» scattò Trunks tornando ai suoi
calcoli.
«Potrei
rivolgerti la stessa domanda.» rispose Bra incrociando le
braccia «Io non
riuscivo a dormire e ho pensato di fare quattro passi, quando ho
avvertito qui
la tua aura.»
«Io
sto lavorando.» disse Trunks continuando a scrivere al
computer.
«A
quest’ora.» fece Bra guardandolo storto.
«Si,
a quest’ora, visto che non ho mai tempo di venire
qua.» rispose Trunks
duramente.
«Capisco...»
Bra sembrava scocciata.
Trunks
se ne accorse, allora si alzò in piedi guardandola.
«Ti
pare che sia quel che voglio?» chiese con stizza il ragazzo.
«Non
so di cosa tu stia parlando.»
«Certo
che lo sai. Pensi che io sia contento di stare in quella Camera
Gravitazionale,
vero?»
Bra
divenne rossa di rabbia e sbottò:
«Infatti,
è quel che penso! Invece di aiutare la mamma, quando lei
è a casa tu ti
diverti!»
«Ah,
io mi diverto, eh?» Trunks strinse forte i pugni
«E’ questo quel che pensi, non
è così?!»
«Sì,
in effetti, sì!» rispose furiosa Bra.
«Tu
non capisci!» gridò Trunks e allargò il
braccio sinistro di scatto. Per sbaglio
colpì la bottiglietta dell’acqua che cadde a
terra, rovesciando tutto il
contenuto sul pavimento. Trunks non se ne curò e si
piazzò davanti alla
sorella, bagnandosi le pantofole con l’acqua.
«Tu
non sai niente!» riprese con rabbia Trunks.
«Oh,
no, ti sbagli!» urlò Bra «Più
che altro sei tu che non hai capito nulla di me!»
Mentre
litigavano il liquido a terra prese ad espandersi fino a raggiungere un
cavo
scoperto di un macchinario acceso...
«Bra,
tu non... aaaaaaahhh!» Trunks si interruppe
all’improvviso perché fulminato da
una forte scossa elettrica. L’acqua sotto i suoi piedi aveva
fatto da
conduttore. Il ragazzo cadde addosso a Bra che si fulminò a
sua volta, poi il
flusso di corrente si interruppe improvvisamente perché il
cortocircuito aveva
fatto spegnere tutto. I due fratelli, quindi, rimasero stesi a terra,
entrambi
svenuti, nel buio più totale.