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Autore: oOLeylaOo    29/08/2007    1 recensioni
La storia di una maga che viaggiando per il mondo cerca il vampiro che uccise sua sorella maggiore più di sedici anni prima
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 40
-Le ruote che lente girano-


La voce che udii era limpida, cristallina quasi, e non l’avevo mai sentita, ma il tono freddo e distaccato, crudele quasi e bruciante con cui quelle parole erano state pronunciate lo conoscevo da tanto. Da dove provenisse non lo so, avevo i brividi però, ma ero assolutamente sicura di una cosa: gliela avrei fatta pagare.
Mi guardai intono, ma non riuscivo a vederla… non riuscivo a vedere da dove venisse la sua voce… non riuscivo a vederla da nessuna parte.
-Dove diavolo…?- bisbigliai senza terminare la frase.
Asher non rispose, l’aria intorno a lui era carica di potere, era come stare vicino a un forno o ai cavi della corrente elettrica scoperti: potere, pericolo e una forza travolgente. Lo fissai preoccupata senza che lui se ne accorgesse, i suoi occhi erano diventati tanto rossi da sembrare che bruciassero.
Improvvisamente davanti a noi apparve mia cugina, tanto inaspettatamente che sembrava essere spuntata dall’aria stessa, tanto era invisibile fino a un attimo prima.
-Salve cugina.- mi salutò con voce melodiosa, indossava un vestito bianco a maniche lunghe, i capelli rossi risaltavano in maniera vistosa contro quel niveo abito, li portava raccolti in una treccia. Il viso era giovane e aveva qualcosa di etereo e al contempo era orribile, totalmente deformato da qualcosa che non capivo con chiarezza… forse il “male”. I suoi occhi brillavano sinistri, l’iride aveva un colore chiarissimo, rabbrividii silenziosamente e mi preparai a combattere.
-Che cosa hai fatto a Logan?- chiesi con disgusto guardando il gigantesco cristallo davanti a me -Accidenti, Cecil! È tuo FIGLIO!- il mio tono era carico di rabbia ed indignazione. Ma che glielo dicevo a fare, era chiaro che non le importasse.
-E tu perché sei qui? Questi non sono affari tuoi.- la sua voce era piatta, indifferente, ignorava la mia domanda come si ignora un bambino stupido che ci chiede la spiegazione di qualcosa di ovvio..
Fu un istante, ma lascia completamene andare le redini del mio potere, perfino io percepii l’energia, simile a un esplosione, che riempì l’aria , colmando la stanza. Non l’avevo fatto apposta, la rabbia mi aveva invaso!
Vidi mia cugina rabbrividire e fare un passo indietro e sorrisi pienamente felice.
Poi accadde qualcosa. Qualcuno dirà: che sorpresa! Accade sempre qualcosa!
Si, bè, in questo caso però era qualcosa di incredibilmente veloce e pericoloso ad accadere. Tutta la facciata della villa venne distrutta da qualcosa, non so nemmeno io cosa, non era solamente un incantesimo ed era devastante.
Mi trovai sospesa a mezz’aria con Asher, aveva assunto nuovamente e in pochissimi istanti il suo aspetto originale, tentai di non concentrarmi su di lui ma sentivo la sua oscurità profonda avvolgermi, perforare la mia corazza, come un veleno che entra lentamente ma violentemente. Avevo paura, ma non riuscivo ad aprire bocca, non sapevo come oppormi a quelle tenebre tanto grandi ma ci provai con tutte le mie forze, mentre Asher, indifferente a tutto ciò fissava il suo sguardo a terra.
Chiusi gli occhi tentando di concentrarmi e sentii quelle tenebre ancora più pesanti e forti su di me. Tentai di allontanarle, ma sentii Asher stringermi tanto forte da farmi male.
-Non opporti.- mi bisbigliò all’orecchio.
Non opporti? E cosa cavolo dovevo fare allora?
-Asher non posso…- mi interruppi quando intercettai il suo sguardo fermo e deciso.
-Quello che senti è dovuto all’incantesimo che ci lega, un incantesimo molto più forte e profondo del precedente. So che può far paura, ma non possiamo farci niente. Ora le cose stanno così Ester, devi abituatici.- mi spiego con calma.
-Abituarmici un corno! Come credi che mi senta?- protestai vigorosamente.
-Non sei in grado di accettarmi totalmente?- la sua domanda sembrava avere qualcosa di troppo intimo per poter rispondere in un posto così poco privato.
Un altro colpo ci sfiorò, passando vicinissimo a noi.
-Non è davvero il momento di fare i capricci.- riprese Asher, fissando qualcosa sotto di noi.
Finalmente abbassai lo sguardo e incontrai quello di un demone dai capelli verdi e gli occhi azzurri, era molto potente, la sua energia crepitava come fiamme.
Mi allontanai da Asher, anch’io sapevo volare, non avevo bisogno di stare tra le sue braccia. La distanza mi fece sentire un po’ meglio, ma non permisi comunque alle tenebre che aveva dentro di arrivare dentro di me.
-Hai di nuovo stretto un patto con un demone?- chiesi allibita a mia cugina. -Ho sempre pensato che fossi totalmente folle, ma non che fossi oltre ogni possibile recupero in questo modo!-
Lo sguardo che mi rivolse aveva qualcosa di triste -È l’unico modo per riaverlo.- lo disse come per chiudere la questione.
-I convenevoli sono finiti.- la voce roca del demone mi diede i brividi. Iniziò ad attaccarci con una miriade di raggi di energia, creai uno scudo per proteggere me e Asher, ma mia cugina ci attaccò da dietro. Fortunatamente i riflessi di Asher erano abbastanza pronti da fermare il suo colpo.
I combattimenti a 4 sono una strana cosa, non sai mai come può andare a finire un colpo: possono dirigere l’attacco tutti e due verso di te o verso il suo compagno, oppure attaccarti singolarmente. Nel nostro caso accadde la seconda cosa.
Cecil mi attaccò, ma io restituii il colpo facendo esplodere il suo incantesimo e ferendola, ma un altro incantesimi che arrivava dal demone rischiò di prendermi, fortunatamente Asher alzò lo scudo in tempo da proteggermi. Dopo di che Cecil tentò di colpire lui, ma io fermai il colpo e il demone tentò di colpire me ma, Asher fermò il colpo.
Eravamo lì da venti minuti e gia ne avevo abbastanza! Gli scontri con troppe persone durano troppo e sono noiosi dopo un po’.
Afferrai Asher per un braccio e bisbigliai:<> poi senza dargli il tempo di ribattere scaraventai Cecil nella stanza accanto con un incantesimo, il rombo dello schianto si sentì da lontano e mi riempì le orecchie, eppure avevo la certezza che lei non si fosse fatta niente di grave.
La stanza in cui entrai e di cui avevo sfondato la parete era bianca, come tutto il resto, ma il divano era nero, come per creare un contrasto che la faceva però apparire vagamente più normale del resto della casa. Mia cugina si rialzò dopo che il colpo l’aveva mandata contro un mobile di legno facendolo finire in pezzi, che ora stavano sul pavimento ormai ingombro.
Mia cugina si alzò, il suo bel vestito era stappato e la pelle piena di graffi, ma sembrava che la cosa non le importasse mentre mi lanciava contro una spirale di fiamme. Il fuoco mi avvolse, per un attimo pensai davvero che avrei fatto una brutta fine, ma riuscii a fermarla creando un vuoto d’aria., controllare il vento era piuttosto semplice, ma dominare l’aria era invece complicato. Mi ci volle un po’ per riuscire a creare un vuto d’aria anche attorno a Cecil, ma alla fine ci riuscii. Lei si accasciò a terra, soffocata. Poi d’improvviso degli strali di ghiaccio mi attaccarono e dovetti concentrarmi per usare il fuco, così fui costretta a lasciarla.
Lei ne approfittò per attaccarmi con una potentissima sfera di energia, senza rendermene conto mi ritrovai attaccata alla parete dalla parte opposta della stanza. Boccheggiai mentre un dolore acuto mi riempiva i sensi, ma mi rialzai anche se a fatica e contrattaccai con una lancia di luce che si schiantò facendo un discreto casino e distruggendo la finestra. Mi cugina era pressoché illesa, aveva solo un grande taglio lungo il braccio, dove era stata colpita da un pezzo di vetro, e mi fissava con una certa rabbia. Improvvisamente fui investita da un potere fortissimo che mi fece piegare in due e urlare.
Mentre ero rannicchiata a terra tentai di riordinare le idee, ero lì per uno scopo, avevo creato un incantesimo apposito, dovevo sbrigarmi ad usarlo. Una sfera crepitante di energia mi venne addosso, ma creai uno scudo abbastanza velocemente da difendermi Mi concentrai mantenendo lo scudo e liberarli a pieno tutti i miei poteri… Era una sensazione bellissima, d’improvviso galleggiavo nell’aria e non c’era niente che non potessi fare se lo volevo. Mi sentivo potente, invincibile, perfetta… era bellissimo. Pensai che se avessi voluto avrei potuto ucciderla, non c’avrei messo molto, sarebbe stato incredibilmente facile. Ma… ma non potevo farlo. Non era giusto, non era quello che avevo deciso di fare, non era il tipo di cosa che la persona che volevo diventare avrebbe fatto. Voglio cambiare…
Mi focalizzai sul mio obiettivo, in breve tempo ai piedi di mia cugina si formò una configurazione e il pentacolo prese forma brillando di una luce scarlatta, insieme ad altre simboli. Della catene di luce la imprigionarono impedendole di muoversi, tirai fuori dal mio zaino la scatola mentre recitavo le parole dell’incantesimo, poi una luce bianca l’avvolse finché i suoi poteri non si mischiarono ad essa, scintilli blu scuro, cupe e senza fascino, che vennero trascinate in un vortice di luce fino alla scatola. Quando la chiusi la scatola, l’incantesimo che imprigionava mia cugina svanì e lei fu di nuovo libera, la mia magia ancora mi circondava, ma la rimisi sotto controllo, atterrai con eleganza a terra sorridendo. Mi cugina alzò una mano, come per richiamare una sfera per lanciarla, ma la sua mano era vuota, non potevo più usare i suoi poteri, non li aveva più.
Sorrisi e feci sparire la scatola,, confinandola nella zona morta al centro esatto dell’oceano pacifico, ad almeno novecento metri di profondità. Nella mia mente la vidi sprofondare e sorrisi, pensando che un tempo non sarei mai riuscita a spostare con la sola forza del pensiero un oggetto tanto lontano.
-Che cosa hai fatto?- la voce di mia cugina mi riportò alla realtà, si stava avvicinando, nei suoi occhi vidi panico e preoccupazione. Alzò le mani e mi afferrò per le spalle iniziando a scuotermi -CHE COSA MI HAI FATTO?-
Le afferrai il polso, storcendolo e costringendola a voltarsi, poi le assestai un colpo alla nuca e lei cadde in ginocchio priva di sensi. La lasciai lì, incurante di come avrebbe potuto stare, e andai a controllare Asher. Mi sentivo immensamente stanca, non tanto per aver usato i miei poteri, ma per averli poi frenati. Avevo voglia di stendermi sul pavimento e dormire, incurante di tutto il resto, ma non potevo farlo, dovevo prima accertarmi che Asher stesse bene e tirare fuori Logan da quel cristallo del cavolo! Perché le cose durano sempre così a lungo? (me lo chiedo anch’io! -.- )
L’ingesso era totalmente distrutto, come metà del piano superiore, la scala era messa piuttosto male ma Asher era li seduto, sembrava stanchissimo, i suoi vestiti erano a brandelli, gli stavano maledettamente bene. Sorrisi mentre mi avvicinavo lentamente a lui, gli passai una mano tra i folti capelli neri, accarezzandoli.
-Tutto bene?- chiesi un po’ preoccupata.
Lui sbuffò. -Un tipo simile non mi avrebbe ucciso nemmeno se me ne fossi stato senza poteri!- il tono sarcastico.
Guardai la sua maglia. -E allora come è successo?- dissi indicandola.
-Mi sono distratto un attimo.- spiegò scrollando le spalle -Distruggermi la maglia è l’unica cosa che è riuscito a fare!-
-E che mi dici della tua espressione stanca?- lo provocai, sedendomi sulle sue ginocchia.
-Non è stanca, è seccata! Per colpa di tutti gli idioti che devo vedere tutte le dannatissime volte.- rispose ancora, con tono irritato, accarezzandomi la schiena.
-Hai respinto le mie tenebre.- bisbigliò tra i miei capelli.
-Si, è vero.- assentii con calma -Non potevo accettarle… perché io sono un essere umano.-
-Non sono arrabbiato… Mi hai reso il lavoro più difficile, certo, ma non sono arrabbiato.- mi rassicurò -Come liberiamo Logan?- domandò infine fissando il cristallo non ancora infranto.
-Non ne ho idea… non vorrei far del male a Logan.- risposi sinceramente. Potevo infrangerlo con un incantesimo, ma avrei rischiato di ferirlo.
Asher mi sollevò con un solo braccio, dovetti aggrapparmi alle sue spalle per non cadere.
-Asher! Che cosa…- iniziai, ma lui mi interruppe con un sorriso.
-Ah!- si lamentò -Tocca sempre a me fare il lavoro pesante.-
Lo guardai confusa mentre si avvicinava al cristallo e ci poggiava la mano. Improvvisamente il cristallo si riempì di crepe e si sbriciolò. Logan cadde a terra, privo di sensi, mi precipitai da lui e mi accertai che stesse bene, poi mi voltai verso Asher confusa.
-I demoni usano spesso quel cristallo, aiuta a mantenersi e a rigenerarsi.- spiegò con un alzata di spalle, nonostante tentasse di mostrarsi indifferente si vedeva che era stanco.
-Dobbiamo portare Logan via da qui!- dissi, fissando il ragazzino privo di sensi con in quale avevo giocato.
Lui si avvicinò e lo caricò in spalla.
-Non posso credere che sia così facile!- esclamai sorpresa mentre uscivamo all’aria aperta.
Ero stata troppo ottimista. Quando eravamo più o meno a dieci metri dalla casa sorse un boato che lacerò l’aria, poi un esplosione potentissima pervase il posto, alla fine la neve e il ghiaccio sui quali eravamo iniziarono lentamente a sbriciolarsi.
-Pensi di riuscire a volare?- domandai velocemente ad Asher, che mi rispose con un segno di diniego.
Iniziammo a correre più forte che potevamo, il gatto delle nevi con il quale eravamo arrivati lì era ad alcuni silometri di distanza ed Asher era troppo debole per usare i suoi poteri per allontanarsi da lì , soprattutto con tre persone a carico.
Tre persone… questo mi fece venire in mente una cosa.
-Dov’è Shadow?- domandai a Asher.
Lui scosse la testa. -Non ne ho idea.-
Mi fermai, voltandomi e gridai con tutte le mie forze il suo nome, senza ottenre risposta. Asher mi afferrò un braccio.
-Non è il momento giusto Ester!- mi disse lui trascinandomi e costringendomi a ricominciare a correre. Mi guardai intorno, la distruzione ci stava raggiungendo, improvvisamente mi sentii affondare.
Poi qualcosa, non so nemmeno io che cosa, mi riportò in alto, alzando le sguardo vidi una gigantesca aquila nera che teneva oltre a me, anche Asher e Logan… Un evviva per Shadow!

  
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