L'ultima cosa che ricordo è stato un forte bagliore, poi una sensazione di bagnato sulla mia pelle, e un odore di salsedine.

Apro gli occhi e mi quardo intorno, è una spiaggia, mi alzo e mi guardo intorno, poi guardo me stesso, ho i piedi nudi sulla sabbia,

di un colore pallido, così come le mie mani, i miei vestiti invece sembrano una tunica, blu con degli strani motivi neri e azzurri, mi giro e guardo il mio

viso in acqua: un giovane dai lineamenti nordici e la pelle pallida, capelli corvini e occhi verde pallido.

"Quello sono io... come ci sono arrivato qui?" ico, cerco di ricordare... l'unica cosa che mi viene in mente è una parola: Gelone.

"Che significa? Che sia il mio nome?"

Mi massaggio le tempie confuso, si, è il mio nome, ma il resto?

Mi metto a camminare con i piedi nell'acqua, è piacevole, è come se non avessi mai provato una sensazione simile, mi siedo un secondo contemplando il cielo stellato,

il mio respiro condensa.

"Eh? Cosa..." soffio e c'è ancora condensa, eppure è caldo, anche l'acqua è fresca, penso che invece sia il mio respiro ad essere freddo.

Prendo un po' d'acqua in mano e ci soffio sopra: l'acqua congela.

Con uno strillo lancio il blocchetto di ghiaccio lontano e mi alzo di scatto.

"Che, cosa sono?" penso ansimando, mi rivolgo verso il mare e poi verso delle luci un po' più in la, una città.

Forse in città troverò aiuto, mi volto ancora verso il mare, con orrore vedo un corpo che galleggia in acqua.

Senza pensarci due volte mi precipito da lui e lo trascino a riva, è un ragazzo afroamericano con i capelli rossi e gialli e una tuta verde, gli sento il battito, per fortuna è vivo;

mi metto a fargli il massaggio cardiaco, la respirazione bocca a bocca no, a parte che mi disgusta, però ho paura di ghiacciargli le interiora.

Dopo pochi minuti il ragazzo sputa acqua e tossisce, apre gli occhi, sono di un bel verde smeraldo.

"Accidenti, che diavolo è successo?" si guarda in giro e mi guarda

"Ehi, incappucciato, mi sembra di conoscerti"

"Anche a me... nemmeno tu ricordi chi sei?" dico, sperando di non essere l'unico.

"No, a parte il mio nome... è assurdo..." dice sedendosi e sputando fuori un altro po' d'acqua.

"Io sono Gelone, credo... tu chi sei?" lui sospira, "Beato te che hai un nome quasi decente, mi rimbombano in testa le parole Fango e Fiammante"

Mi trattengo dal ridere, è buffo eccome "Ok... ehm, che ne dici di FF?" dico per trovargli un nomignolo carino.

"Mi piace, tu invece sarai Gel per me" mi sorride, io ricambio.

"Ok, Gel, proviamo ad andare in città?", io annuisco "Si, forse li troveremo qualcosa che ci aiuti per la nostra identità".

Ci incamminiamo sull'erba, vedo che al mio nuovo amico piacciono le piante, e credo che loro ricambino, l'erba si protende verso di lui, e così gli alberi.

"Wow, io congelo le cose, tu parli con le piante, siamo strani", lui annuisce, poco dopo ci troviamo davanti ad un cartello con sopra scritto il nome della città.

Bellwood