Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Fuyu    12/02/2013    1 recensioni
Una giornata di sole, dopo le tante settimane di pioggia o neve, che si alternavano a seconda dell'umore giornaliero. Erano ormai le 7 del mattino, quando Sanji, stretto nel suo cappotto e nei guanti invernali, contornato di cartella e sigaretta appena accesa, si presentò alla porta di legno della casa Roronoa. La porta venne aperta da un uomo completamente vestito di nero con tanto d'occhiali, viso serio e presenza imponente. L'uomo mosse il volto dal basso all'alto, prima di lasciare campo libero a Sanji. Il biondo si incamminò all'interno della struttura totalmente in legno stile orientale con tanto di laghetto per le carpe. La famiglia Roronoa era tra le più famose e pericolose fazioni di gangster del Giappone. Lo zio di Zoro, succeduto al fratello dopo la morte, era temuto dalle persone più in spicco del momento.
La storia è già tutta scritta quindi ci impiegherò poco a finirla, ma non sarà propriamente tutta rose e fiori.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami, Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Yakuza 5 2

DESTINO AVVERSO

Verita' strazianti

Sanji cominciò a guardare Zoro con circospezione. Già il fatto che lui, il ragazzo più silenzioso della scuola, gli chiedesse di parlare in privato era strano. Ma adesso il suo silenzio era davvero imbarazzante. Il verde abbassò il volto sconvolto dalla scoperta appena fatta. Sanji il suo amico d'infanzia, l'uomo che lui amava era la bambina che cerava da 12 anni. Se la situazione non fosse stata così drammatica, sicuramente, si sarebbe dato dell'idiota, ma non era il caso in quel momento. Ad ogni modo non era neanche il tempo di dichiarazioni e sdolcinatezze varie, se mai ce ne fossero state da parte del biondino. Doveva dirglielo, aveva il dovere morale di mettere Sanji al corrente di tutto. Zoro camminò verso il biondo a viso basso, dopodiché porse la mano al ragazzo. Sanji la guardò con scetticismo non capendo cosa dovesse fare.

"Beh, che vuoi che faccia?!" chiese nervoso. A Zoro cominciò a pulsargli una vena, possibile che dovesse fare il diffidente proprio adesso. Certo il suo comportamento non aiutava, ma che almeno gli desse il senso del dubbio.

"Metti la tua sopra!" esclamò cercando di calmarsi.

"E perché dovrei!?" domandò ancora più confuso e nevrotico. A quel punto, Zoro non ci vide più, prese di forza la mano di Sanji e lo condusse sul letto, lo fece sedere con una certa forza. Tale da far sembrare al biondino di essersi seduto sul cemento. "Ehi, un po' di gentilezza no!" protestò Sanji. Zoro, mentre Sanji sproloquiava, si sedette vicino al compagno e sospirò pesantemente. "Che sospiro! Che hai!?" Zoro non rispose, ma tirò fuori il diario del padre dalla tasca. Per Sanji vedere quel diario non era certo una novità, sebbene non ne conoscesse il contenuto, ma mai Zoro l'aveva tirato fuori al di la di casa sua. "Ohi, non mi dovevi parlare!?" continuò non avendo risposte.

"Mio padre aveva un diario, ci scriveva tutto: le assemblee dei clan, le esecuzioni e le varie cose riguardanti la mafia!" cominciò a spiegare. Sanji spalancò gli occhi, possibile che Zoro avesse chiesto di parlare per via di suo padre, no assurdo. In ogni caso, stette ad ascoltare. "Questo è il diario in questione -disse muovendo il quaderno nero in mano- me lo diede il giorno della sua morte. In una data di 14 anni fa parla di un incidente, avvenuto durante un esecuzione di una spia..." Zoro si fermò e sospirò di nuovo, non sapeva se gli mancava il coraggio oppure era la paura a fermarlo.

"Quindi!?" incalzò Sanji. Non era la prima volta che Zoro raccontava uno sprazzo del lavoro del padre, dopotutto, Sanji sapeva che faceva parte di una famiglia di yakuza, quindi perché stupirsi?.  Il verde parve riaversi da una specie di trance, tuttavia non era per niente facile spiegarlo.

"...Dopo il lavoro, misero il corpo nella macchina, per farlo sembrare un incidente! Guidarono la macchina davanti ad una discesa e la lasciarono andare, ma proprio in quel momento, passò una macchina nella strada sottostante e venne presa in pieno......."

"Zoro....!" chiamò Sanji. Non sapeva perché, ma aveva uno strano presentimento, come se non volesse sapere, come se capisse che dalle parole del verde dovesse decidere se lasciarlo o meno. "...che vorresti dire!" Forse aveva capito, infondo gli anni erano giusti e anche l'andamento della storia stava filando liscio.

"...Le due vetture finirono contro un palo e i miei genitori andarono a vedere. Dentro all'altra macchina c'erano due persone: un uomo ed una donna. L'uomo era morto, ma la donna respirava appena.....Mio padre chiamò l'ambulanza e aspettò con la donna fino all'arrivo dei soccorsi, dopodiché si nascose e seguì l'ambulanza fino all'ospedale, il St. Lily Hospital dove, poi scoprì, che la donna era morta due giorni dopo!" finì di spiegare non guardando Sanji neanche per un momento. Il silenzio calò nella stanza, sembrava che il freddo invernale potesse essere sentito nonostante il riscaldamento.

"P...per...chè.................Perché?" chiese il biondo quasi tremando "Perché è lo stesso nome?!" continuò "Perché è lo stesso ospedale dove è morta mia madre.....PERCHE' E' LA STESSA STORIA!" urlò alla fine non alzandosi dal letto. Zoro non rispose, non voleva parlare, non aveva alcuna voglia di andare avanti. "PERCHE'?....CAZZO RISPONDI MARIMO DI MERDA!" continuò sull'orlo del pianto alzandosi davanti al verde. Nulla il silenzio più assoluto, per quanto Sanji urlasse Zoro non voleva aprire bocca. "Vattene!" proclamò alla fine voltando il capo verso il muro. Solo allora Zoro alzò la sua testa cercando di guardare quella di Sanji

"San....."

"VATTENE!" urlò di nuovo, senza fargli finire il nome. Zoro chiuse la bocca, rimasta aperta e, dopo aver fatto un piegamento del busto a Sanji in segno di saluto si diresse alla porta. Sanji non si mosse nemmeno per vedere la porta che si richiudeva. Solo dopo aver sentito il click spostò lo sguardo verso il letto, dove Zoro aveva lasciato il diario di suo padre. Sanji, in un moto d'ira, lo prese e lo scaravento alla porta. Infine si prese la testa tra le mani stringendo con forza i capelli cercando di non piangere. Zoro in tanto stava scendendo le scale verso il ristorante, quando incontrò Zef che saliva.

"Oh, Roronoa! Che è successo ho sentito delle urla, non avrete litigato un'altra volta come vostro solito!?" chiese quasi scherzando. Zoro scosse la testa e lo superò finendo di scendere le scale, ma prima di andarsene parlò a Zef

"Signore, per favore, chieda a Sanji di leggere quel diario nero!" proclamò per poi uscire dal locale salutando i cuochi e camerieri. Il nonno di Sanji non capì, ma continuò lo stesso verso la camera del nipote. Appena aprì la porta vide Sanji, che dal nervoso, lanciava tutto quello che gli capitava a tiro verso qualunque traiettoria.





A casa Monkey, invece, Rufy era mogio come non mai. Nami non l'aveva ancora richiamato il che era grave. Di solito dopo una litigata, sbolliva qualche ora e poi facevano pace, ma questa volta sembrava più difficile del solito.

"Mamma mia, è peggio di un funerale questa casa! Che è successo!?" chiese Garp appena ritornato dal lavoro alla questura di Tokyo. Non solo Nami non richiamava più Rufy, ma ad Ace era arrivata una telefonata da Marco, il quale lo avvisava che sarebbe partito, tra un mese, per uno studio all'estero di quattro anni.

"Mi odia lo so!" proclamò Rufy rannicchiato su se stesso appoggiato al divano della sala.

"E io che dovrei dire?!" protestò il fratello maggiore, spalmato sul divano in questione. Erano stati in quella condizione per due ore, mangiando e bevendo tutto quello che avevano in casa, lasciando la sala in una scena pietosa dove l'oro erano la portata principale. Il nonno dei due ragazzi non capiva bene la situazione, ma tutto il porcile che c'era attorno non lo tollerava. Giù di morale o meno avrebbero messo tutto a posto prima di piangere o disperarsi decise il nonno.

E a casa di Usop, le cose non andavano meglio.

"Cosa, tra due settimane!?" chiese conferma al telefono. Kaia aveva chiamato per avvertire di un cambiamento di programma, deciso all'ultimo minuto.

"Si, mia madre ha fatto pressione con il chirurgo e a ottenuto un anticipo dell'operazione! Non partirò più a fine anno scolastico, ma tra due settimane" spiegò Kaia al telefono.

"Ma, e la scuola!?" chiese apprensivo il nasuto

"La continuerò là, mio padre ha già trovato un buon collegio americano" rispose "Ora scusa, ma devo andare a cena, ne parleremo domani a scuola!" disse agganciando la cornetta e lasciando Usop da solo con il telefono che dava occupato.






Il giorno dopo, la classe di Zoro e Sanji pareva un ritrovo per depressi cronici. Zoro non vedeva Sanji da ieri sera e il biondino si era ben guardato da andare a prenderlo o venire a scuola. Usop aveva parlato con Kaia prima della ricreazione, scoprendo che l'avrebbe persa tra due settimane come annunciato nella telefonata. Rufy aveva solo provato a parlare con Nami che questa si era voltata di scatto lasciandolo da solo.

"Che bella scena, sembrano usciti da un giro di droga!" esclamò Franki davanti alla porta.

"Smettila non vedi che sono tristi, non  mi sembra il caso che ci scherzi su!" lo rimproverò Robin dietro di lui.

"La fai facile, tu non hai lezione nella classe di Zoro adesso!" protestò l'altro.

"Questo è vero, però consolati, io avrò a che fare con Rufy ed Usop!" sospirò la mora. Nel mentre Sanji varcò la seconda porta dell'aula, un minuto prima del suono di fine ricreazione. Zoro lo guardò arrivare al banco e sedersi, ma non spicciare parola, se non i soliti saluti ad Usop e Rufy, neanche si era accorto del pessimismo che aleggiava nell'aria, visto che lui stesso ne faceva parte.

"Buongiorno Rufy-qun e Usop-qun!" Lui non esisteva, per Sanji, Zoro sarebbe anche potuto morire o sparire. O almeno così credeva "Giorno Roronoa!" Perfetto, adesso lo trattava da perfetto sconosciuto, peggio di così non poteva più andare. Il nasone e Rufy lasciarono l'aula salutando a loro volta i sempai. E la giornata, se possibile, andò anche peggio di prima. Il ritorno a casa per Zoro sembrava una prova di un gioco sul chi ride prima.

"San...."

"Roronoa, se possibile... non venire più al ristorante di mio nonno! E preferirei che non mi parlassi con così tanta confidenza" proclamò. Era la seconda volta che lo fermava e ignorava, Zoro non ci vide più, prese Sanji per un braccio e lo spintonò verso il muro di mattoni. "Che diav....!" non fece in tempo a parlare che Zoro lo baciò all'istante. Sanji spalancò gli occhi, ma rimase immobile senza muovere un muscolo.

_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0_0
Ormai ci siamo, il prossimo capitolo è l'ultimo, almeno credo. Scusate il ritardo, ma come mi ripete mio padre, da almeno due mesi "Cercare un lavoro è lavoro" e in questi tempi di crisi è davvero un'impresa. Comunque buona lettura.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Fuyu