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Autore: i am a gipsy    14/02/2013    2 recensioni
Chiusi gli occhi umidi, serrando le labbra e lui emise uno sbuffo, lasciandomi andare.
« Io esco. Vedi di andare a fare la spesa, altrimenti quando torno...» lasciò la frase in sospeso, ma non c'era bisogno che la continuasse. Era tutto chiaro.
Annuii, mentre sentivo la porta d'ingresso sbattere.
Attesi dieci minuti lì, sdraiata a terra e con il corpo dolorante, a riflettere sulla mia schifosissima vita.
Avrei mai trovato il coraggio di porre fine a quella tortura?
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Risalii con timore lungo la linea della spalla, il collo e arrivai al suo viso.
Rimasi a bocca aperta quando lo feci: non avevo mai visto ragazzo più bello di questo che ora mi teneva stretta fra le sue braccia. Pelle leggermente abbronzata, una leggera barbetta contornava un paio di labbra non troppo carnose e rosate. I lineamenti erano abbastanza delicati, e gli occhi...erano di un taglio felino spettacolare, e il colore non era da meno. Un misto fra verde chiaro e azzurro intenso...magnifici.
I capelli castani erano tirati su in una specie di ciuffo.
L'insieme era qualcosa di angelico.
« Tutto bene? » chiese preoccupato l'angelo, rivelando la voce abbastanza sottile per un maschio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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12.02.2013 (Flashback)
Il colpo arrivò a segno, dritto sulla mia guancia e in tutta la sua violenza.
Girai la testa, costretta dal movimento brusco, e caddi di lato in ginocchio, sorretta solo dalla sua mano stretta attorno al mio polso.
Mi morsi le labbra, mentre mi lasciava andare e, per un attimo, mi illusi che aveva finito.
Sbagliato.
Un calcio mi arrivò dritto in pancia, facendomi cadere a terra.
« SEI UNA MERDA, UNA SCHIFOSISSIMA MERDA! Non meriti di vivere, sei brutta, stupida, inutile e schifosa! Devi solo ringraziare che non ti abbia ancora ammazzata! » urlò, mentre un pugno mi arrivava sulla guancia sinistra, opposta a quella di prima.
Mugolai di dolore, peggiorando solo la situazione.
« ZITTA, CAZZO, ZITTA! » altri due calci in pancia e le sue dita si serrarono attorno ai miei capelli.
Mi tirò su, mentre io mi mordevo le labbra per non far uscire neanche un gemito.
Avvicinò il viso al mio e dovetti trattenermi dallo storcere il naso, nel sentire il forte odore nauseante dell'alcool uscire dalla sua bocca, così vicina alla mia. Ma non era lì per baciarmi, sussurrarmi parole dolci o romanticherie simili.
Cose così me le sognavo da quattro mesi.
Strizzò gli occhi, mentre appoggiava la fronte sulla mia e stringeva più forte i capelli.
« Guardati, fai proprio schifo. Che figura ci faccio, davanti ai miei amici, con una come te come fidanzata? Loro hanno tutti delle belle sventole bionde, con delle tette ed un culo che parlano, ed io....mi ritrovo TE vicino. » sibilò, ed il mio cuore fece crac ancora una volta.
Ormai erano mesi che mi diceva quelle cose, ed ancora non ci avevo fatto l'abitudine.
Chiusi gli occhi umidi, serrando le labbra e lui emise uno sbuffo, lasciandomi andare.
« Io esco. Vedi di andare a fare la spesa, altrimenti quando torno...» lasciò la frase in sospeso, ma non c'era bisogno che la continuasse. Era tutto chiaro.
Annuii, mentre sentivo la porta d'ingresso sbattere.
Attesi dieci minuti lì, sdraiata a terra e con il corpo dolorante, a riflettere sulla mia schifosissima vita.
Avrei mai trovato il coraggio di porre fine a quella tortura?

 

 

Mi trascinavo per le corsie del supermercato, zoppicando e gemendo sottovoce ad ogni movimento che facevo.
Avevo coperto i lividi con tutto il correttore possibile, aiutandomi anche con il fondotinta e la cipria. Mi ero vestita pesantemente, ma il più comoda possibile e mi ero spalmata un sacco di creme antidolorifiche su tutto il corpo.
Diedi un'altra occhiata alla lista: mancavano i cereali. I suoi preferiti.
Un tempo erano stati i nostri cereali, ma da quando aveva iniziato a malmenarmi, detestavo tutto ciò che piaceva anche a lui, dalle cose più stupide come il cibo a quelle più importanti.
Lo detestavo, ma non avevo il coraggio di chiamare il 911.
Avevo paura che mi scoprisse, che mi uccidesse...era capace di tutto Ezra.
Arrivai davanti allo scaffale e notai, con dispiacere, che la scatola era più in alto di me.
Non che ci volesse molto ad esserlo. Ero molto bassa e magra, non avevo forme e, a confronto delle fidanzate troie degli amici di Ezra, era davvero brutta.
Scacciai quei pensieri con una scrollata di capo, e feci per alzarmi sulle punte, stringendo i denti di fronte al dolore che sentivo.
Afferrai la scatola rossa, ma qualcuno mi diede una spinta, passandomi dietro, e mi ritrovai a cadere lateralmente. Chiusi gli occhi, preparandomi all'impatto, quando qualcosa mi afferrò, bloccando la mia caduta.
Sbarrai gli occhi, posando lo sguardo sulla persona che mi aveva salvata.
La prima cosa che notai fu un maglione a collo alto viola scuro ed una giacca blazer nera come la pece .
Risalii con timore lungo la linea della spalla, il collo e arrivai al suo viso.
Rimasi a bocca aperta quando lo feci: non avevo mai visto ragazzo più bello di questo che ora mi teneva stretta fra le sue braccia. Pelle leggermente abbronzata, una leggera barbetta contornava un paio di labbra non troppo carnose e rosate. I lineamenti erano abbastanza delicati, e gli occhi...erano di un taglio felino spettacolare, e il colore non era da meno. Un misto fra verde chiaro e azzurro intenso...magnifici.
I capelli castani erano tirati su in una specie di ciuffo.
L'insieme era qualcosa di angelico.
« Tutto bene? » chiese preoccupato l'angelo, rivelando la voce abbastanza sottile per un maschio. Non era profonda come quella di Ezra, e gliene fui grata.
Cercai di sorridere, ignorando il dolore alla guancia e annuii leggermente.
Mi rivolse un sorriso dolce e luminoso, e mi sentii leggermente meglio. Era il tipico sorriso di chi viveva al propria vita alla grande era era felice
« S-sì, grazie per...per avermi presa. » balbettai, staccandomi da lui ma lo feci troppo in fretta e lui mi afferrò per i polsi.
Mi scappò un gemito di dolore e tentati di liberarmi.
« L-lasciami...ahia! » gemetti, e quando mollò la presa titubante, scappai via più veloce che potevo con la mia spesa.
L'ultima cosa che vidi prima di andarmene fu il suo sguardo stralunato e confuso.

 

 

13.02.2013 (Flashback)

Mi rannicchio ancora di più per terra, schiacciandomi contro lo spazietto sotto il lavandino.
Non sono riuscita ad andare a dormire vicino a lui, dopo quello che è successo prima che uscissi per fare la spesa ed incontrare quel ragazzo.
E' da quando sono tornata a casa che continuo a pensare a lui, ai suoi occhi, alle sue labbra, alla sua voce e a quel sorriso che mi ha rivolto.
Istintivamente, penso a come sarebbe stare con lui invece che con quel mostro di là.
Magari lui è come Ezra, che all'inizio sembrava tanto dolce e gentile, il ragazzo perfetto. Mi aveva abbindolato con le sue parole dolci, i suoi gesti cavallereschi e il suo romanticismo zuccheroso. Dopo che eravamo andati a convivere insieme, e dopo che io avevo abbandonato l'Irlanda per lui, e così la mia famiglia, il mio migliore amico Niall e tutti quelli che conoscevo, la recita era andata avanti per ancora un mese e mezzo.
Poi era iniziato l'inferno.
Non c'era giorno in cui non mi picchiasse.
Ed io ero sempre più stanca, come in quel momento. Le palpebre mi si chiusero lentamente e con timore, avevo paura che arrivasse a pestarmi ancora, cosa che aveva già fatto.
Chiusi gli occhi, lasciandomi sprofondare in un sonno senza sogni.

 

 

14.02.2013

Sento un din don fastidioso, che mi costringe ad aprire lentamente le palpebre impastate.
Ci metto dieci secondi a capire che è il campanello e mi dirigo ad aprire la porta, il più velocemente possibile.
« Sì? » chiedo e quando alzo gli occhi, rimango spiazzata.
Davanti a me, avvolto in una comoda tuta nera firmata, c'è il ragazzo del supermercato.
Sorride dolcemente.
« Ma guarda chi si rivede, la signorina che scappa senza dire il proprio nome! » ridacchia, e mi scappa un piccolo sorriso diffidente.
Non riesco più a fidarmi della gente, ormai.
« M-mi chiamo Kayvin. Henderson Kayvin. » sussurro, mentre osservo la sua mano tendersi verso di me e mi ritraggo leggermente.
« Io sono...Louis Tomlinson. Perchè ti allontani? Mica ti mango, eh. » ridacchia ancora, la mano tesa verso di me in attesa di essere stretta, ma posso notare che è a disagio.
Devo trovare una scusa.
« I-io...non mi piacciono le strette di mano, ecco. » sussurro, sorridendogli leggermente.
Un colpo dietro di me mi fa sobbalzare dallo spavento e mi volto lentamente.
Ezra è dietro di me, a petto nudo e guarda Louis con un sorrisetto forzato.
« Amore, chi è? » sibila, posando una mano attorno al mio fianco e stringendo con un po' troppa forza. Trattengo il respiro, cercando di non mostrare dolore.
So bene che davanti agli altri recitiamo la coppia felice.
« Mi chiamo Louis Tomlinson, e sono il vostro nuovo vicino di casa. » sussurra, guardandolo con occhi strizzati. Posso quasi sentire la tensione così spessa da poter essere tagliata con il coltello.
« Ed io sono Ezra Miller, il ragazzo di Kayvin. » sorride falsamente, stringendomi il fianco con troppa forza e mi scappa un gemito di dolore, e serro le labbra subito dopo.
« Mi scusi, Tomlinson, ma...io e la mia ragazza dovremmo parlare. Se ne vada. » sibila Ezra, sbattendogli la porta in faccia e voltandosi verso di me, dandomi un ceffone in pieno viso, sul livido ancora fresco del pugno di due giorni fa.
Gemo, cadendo all'indietro e sbattendo al testa.
« Zoccola schifosa, non potevi stare zitta? EH? » urla, mollandomi un calcio in piena pancia e facendomi cacciare un gemito che sembra quasi un urlo.
Non ho intenzione di trattenermi stavolta.
« Guardati, fai schifo, SCHIFO! » urla ancora.
Sbarro gli occhi, spostando lo sguardo sulla finestra.
Louis.
E' fuori e ci guarda terrorizzato e...arrabbiato?
Decido di non dargli retta e sento un altro ceffone, sull'altra guancia.
Mi balza addosso, bloccandomi e riempendomi di schiaffi e botte, mentre io urlo, urlo con tutto il fiato che ho.
La porta si spalanca dopo un po' con un calcio, e sento poi Ezra essere trascinato via.
« Lasciala, pezzo di merda! » urla Louis, dandogli un pugno, seguito da un calcio e altri pugni ben assestati. Mi trascino dolorante in un angolo, cercando di nascondermi e chiudo gli occhi, lasciando che le lacrime, trattenute per troppo tempo, escano fuori, silenziosamente.
Dieci minuti dopo, non sento più Ezra che strilla e un nuovo suono.
Sbarro gli occhi, incredula di ciò che sento.
La polizia sta arrivando.
Sorrido leggermente, improvvisamente più libera e appoggio la testa al mobile contro cui mi sono sdraiata.
« Polizia, nessuno si muova! Chi è la persona che ha chiamato? » sento chiedere da un agente, e sento la risposta affermativa di Louis.
Ezra viene ammanettato e trascinato via, con le sue sole urla a fargli compagnia.
« Dov'è la ragazza? » sempre lo stesso agente, e Louis non risponde, ma li vedo arrivare davanti a me.
L'agente ha degli occhi verdi spettacolari e dei ricci ribelli e mi sorride dolcemente, assieme a Louis.
« Non si preoccupi, è tutto finito, ora. Ha un posto dove stare? » mi chiede il riccio e scuoto la testa. Louis lo porta più in là e li osservo parlottare fitto fitto, ed intanto mi guardano.
L'agente annuisce alla fine, e se ne va, salutandomi con una carezza sulla testa e tanta felicità.
Alzo gli occhi ed incontro quelli di Louis.
« Scusami se non sono intervenuto subito, ma stavo chiamando gli agenti e spiegando tutto. Mi dispiace...» mi abbraccia delicatamente, come se avesse paura di farmi male anche lui e scoppio a piangere, con tanto di violenti singhiozzi, fra le sue braccia.
Passiamo venti minuti così, abbracciati.
Una volta che mi sono calmata, Louis mi fa una domanda.
« Kayvin..posso fare una cosa? » annuisco leggermente e lui mi alza il viso delicatamente e poggia le labbra sulle mie, dolcemente.
Sbarro gli occhi e mi beo di quella dolcezza che non sentivo da tempo.
Si stacca dopo un attimo, arrossendo.
« Scusami, ma è dalla prima volta che ti ho vista che ho voluto farlo. » farfuglia e finalmente, dopo tanto tempo, sorrido pienamente.
Appoggio la fronte contro la sua spalla e cerco di rilassarmi.
« Buon San Valentino, Kayvin. » mi sussurra Louis, baciandomi la testa e abbracciandomi.

 

 

Due mesi dopo...

Prendo il pacco rosa, infiocchettato da un enorme nastro rosso, e lo apro con mani tremanti.
Mi trovo fra le mani una splendida collana d'argento, con un rubino a forma di cuore.
« Ti piace? » mi chiede Louis, aspettando trepidante il mio commento sul regalo.
Sospiro, portandomi la collana al petto e sorridendogli dolcemente.
« E' bellissima. » sussurro, avvicinandomi per lasciargli un bacio leggero sulle labbra. « Mai quanto te. » mi risponde lui, prendendola e mettendosi dietro di me per allacciarmela, mentre mi sollevo i capelli per aiutarlo.
Mi abbraccia da dietro, posandomi un bacio languido sul collo.
« Buon San Valentino, amore. » sussurra, prima che io mi giri e lui inizi a baciarmi con passione.
Due mesi fa, il mio incubo è finito grazie a tanta fortuna e a questo ragazzo speciale, che mi ha finalmente fatto rivedere la luce quando ormai pensavo che non esistesse più.
Grazie di tutto, Louis. Ti amo.


Everybody take a bow!
Salve a tutte, come va? *_*
Oggi è San Valentino ed ho voluto scrivere questa OS, che riguarda anche un tema importante: la violenza sulle donne.
Ieri mi sono vista le puntate registrate di Amore criminale e...diciamo che tengo molto a questa cosa.
La protagonista ha trovato l'amore dal ragazzo che l'ha salvata, e da questo il titolo "Give me love" di Ed Sheeran ♥
Ah, e ringraziamo hunger niall per lo splendido banner *_* I luv ya, donna <3
Ora devo scappare, ma vi lascio il link delle mie due ff in corso: Fleur du mal. e Enchanted.
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