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Autore: SilverAngel    15/02/2013    0 recensioni
[Btooom!][Btooom!]Ogni nostra azione ha delle conseguenze. Le mie mi hanno portato su un'isola maledetta e costretto ad uccidere per sopravvivere. Non potete capire cosa sia la vera fame! Sapete cosa vuol dire aver paura di chiudere gli occhi anche solo per pochi secondi? Con il terrore di poter saltare per aria in qualsiasi momento? No, non è Battle Royale, è molto peggio. Questo è BTOOOM! E il prossimo, potresti essere tu!
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Giorno 4

L’indomani mattina mi svegliai sentendo il pianto di una ragazza. Mi affacciai dalla grotta, cercando di rimanere nascosto il più possibile, mentre allungavo il braccio verso alla tenda-paracadute per scostarla, dalla mia mano venne fuori un impulso che trasformò di verde tutto ciò che avevo intorno a me e nella direzione della ragazzina la vidi una figura bianca molto dettagliata, in movimento, quando il verde finì, la figura bianca si rivelò essere proprio la ragazzina, che piangeva camminando sul bagnasciuga stropicciandosi gli occhi. A un primo impatto sembrava tutto normale, mi venne la tentazione di andarla ad aiutare,  ma poi mi accorsi che in mano teneva un cubetto nero, era di certo una bomba a timer, l’ho riconosciuta subito essendo l’unica arma di cui ero un esperto all’interno del gioco, grazie alle mie abilità quel tipo di bombe mi aveva fatto scalare la classifica italiana di BTOOOM! facendomi salire al primo posto nella classifica del mio paese. Purtroppo le sedici bombe in mio possesso erano di un tipo che non conoscevo, e non avevo intenzione di studiarle attentamente, le prime volte che feci esperimenti con bombe diverse da quelle Timer all’interno del gioco mi esplosero in mano uccidendo ripetutamente il mio avatar, stavolta sarei morto sul serio. La vidi sedersi sulla sabbia bagnata, era di certo una trappola, attirare i nemici per poi farli saltare in aria prima che si avvicinassero.

Poteva avere sui quattordici o quindici anni, ma era molto furba a quanto pare, per fortuna mi accorsi in tempo di quel BIM. La osservai per un ora, continuava a piangere molto forte, ma non ci sarei cascato, non mi sarei mai avvicinato, sotto quello sguardo innocente e quel viso carino si nascondeva di certo un assassina spietata. Era vestita con pantaloncini neri e una maglia bianca, portava i capelli neri raccolti con un cerchietto rosso. La vidi armeggiare con il suo BIM di certo qualcuno si stava avvicinando e si preparava a farlo saltare in aria. Con mia grande sorpresa invece, quella a saltare in aria fu proprio lei.

Non potevo credere ai miei occhi, un suicidio. Rimasi li fermo almeno due ore, avevo paura che qualcuno sentendo l’esplosione si avvicinasse. Non vedendo arrivare nessuno mi avvicinai con discrezione, fra le membra scarnificate c’era il volto terrorizzato di quella ragazzina a cui si era staccata la mandibola con l’esplosione Cercai il suo chip e lo trovai fra le conchiglie sulla spiaggia, era facile da individuare, luccicava come uno smeraldo al sole.

Adesso ne possedevo tre, oltre al mio, magari sarei riuscito a finire questo gioco maledetto senza dover uccidere nessuno, ma era troppo presto per cantare vittoria. Una ragazza si è appena suicidata sotto i miei occhi e io non ho potuto impedirlo, se mi fossi avvicinato magari sarei riuscito a parlare con lei, e non lo avrebbe fatto, o forse lo avrebbe fatto comunque. Ma poteva essere una trappola, non volevo rischiare. Ero troppo sotto stress, non ragionavo lucidamente, così cominciai a ripercorrere i passi della bambina per vedere da dove fosse venuta. Dopo venti minuti arrivai lungo una rientranza della foresta dell’isola, le tracce sulla sabbia si perdevano, ma non dovetti andare molto lontano, perché li vicino trovai un accampamento realizzato con rami e il paracadute come tenda, molto ingegnoso.

Cercai qualcosa dentro la tenda, ma con mia grande sorpresa trovai il cadavere di una donna morta di stenti con dei bendaggi poco professionali alla testa. Facendo due calcoli era presumibile che fosse la madre della ragazzina, magari ha battuto la testa nell’atterraggio e lei non sapendo come aiutarla ha finito per farla morire, presa dai sensi di colpa ha deciso di suicidarsi con uno dei BIM. Presi le bombe dai loro marsupi bianchi, erano rimaste tre a timer e tre Cracker. Il che significava che le avevano già usate, per questo la ragazzina ha saputo usarla su se stessa, le Cracker sono uguali a quelle del videogioco, esplodono all’impatto ma sono più deboli rispetto alle Timer. Usai un fazzoletto trovato nella tenda per coprire il volto del cadavere della madre della bambina, presi il suo chip che era rimasto appiccicato alla mano fredda e raggrinzita ma non attaccato, quindi venne via facilmente.

All’interno della tenda c’era un forte odore di feci e urina, respirai a pieni polmoni una volta fuori, e mi sbrigai a tornare alla grotta, ma prima di andarmene notai che c’era una bottiglietta di plastica piena d’acqua a pochi passi dalla tenda-paracadute. La raccolsi e dopo averla annusata per bene vidi che era effettivamente acqua fresca, non ne bevevo così tanta tutta insieme da giorni tre giorni ormai, purtroppo non sono stato parsimonioso e la finì in poco tempo, conoscevo quella  marca, e non era di certo quello il sapore a cui ero abituato, realizzai che doveva trattarsi di acqua di sorgente, il che stava a significare che li vicino doveva esserci un corso d’acqua dolce.

Perlustrai la zona per almeno un ora, avevo un fighissimo Rolex d’argento al polso che di sicuro costava quanto una BMW nuova e non avevo nessuno con cui vantarmene, potevo solo guardare il tempo passare inesorabile, attraverso le lancette di un orologio costoso, la vita a volte fa proprio schifo.

Me ne ritornai indietro sconsolato con una bottiglietta da un litro vuota come il mio stomaco. Ma prima di fare qualche passo sentì dietro di me il fragore di una piccola cascata, felice come un bambino il giorno di natale mi precipitai in direzione di quel meraviglioso suono. Dopo dieci minuti di corsa arrivai senza fiato su una pianura in mezzo alla vegetazione, c’erano delle rocce che percorrevano il bordo di quel piccolo lago dolce, mi affrettai a riempire la bottiglietta ma impaziente la lasciai vicino a me mentre con le mani portavo l’acqua alla bocca, era freddissima nonostante la calda giornata e passai un ora li davanti a immergere le mani e il viso senza però entrare completamente, volevo rinfrescarmi, non raffreddarmi, se mi ammalavo in un posto del genere sarei di sicuro morto.

Prima di andarmene volevo riempire di nuovo la bottiglia per avere una scorta dentro al mio rifugio, all’improvviso a una ventina di metri da me sentì sei rumori provenire dall’altra parte del laghetto, qualcuno si avvicinava, cominciai a muovere le dita come prima per far scattare quell’impulso che mi aveva fatto vedere la ragazzina ma non accadeva nulla, così feci il gesto di scostare la tenda e un grosso bagliore verde della durata di pochi secondi circondò l’area in cui mi trovavo facendomi distinguere una figura luminosa davanti a me che si avvicinava verso l’altro lato del laghetto. Rimasi nascosto, se era come in BTOOOM! se non mi muovevo non poteva rintracciarmi, ma vidi che si accorse che l’avevo rintracciata con il sonar della mano, o comunque capì che c’era qualcosa che non andava, perché la figura davanti a me sembrava impaurita e confusa. Venne fuori dagli alberi una splendida ragazza, aveva la pelle bianca come il latte che la faceva apparire come un fantasma, portava dei lunghi capelli rossi intrecciati in una grossa coda che sciolse mentre si dirigeva vicino l’acqua. Non riuscivo a distinguere bene il suo viso dalla distanza e dal fatto che ero ben nascosto dietro la vegetazione, ma di sicuro si guardava in torno con circospezione, mi sono chiesto come mai non usasse il sonar, era un modo migliore per vedere se c’era qualcuno nei dintorni, poi realizzai che di sicuro non era capace di farlo funzionare, o che non sapesse di averlo.

Non volevo farle del male, non volevo proprio uccidere nessuno, non sono quel tipo di persona, così la lasciai in pace pronto ad andarmene con la mia bottiglietta piena d’acqua. Non potei andare via perché la ragazza dai lunghi capelli rossi che soprannominai Red Rapunzel cominciò a spogliarsi, aveva un paio di jeans blu molto attillati e degli stivali in pelle marrone lunghi quasi fino alle ginocchia, con un piccolo tacco. Una camicia rossa lacerata in più punti e una giacca bianca visibilmente sporca.

Non sono un guardone, non mi è mai interessato vedere una ragazza che si spoglia o cose del genere, le ho sempre considerate manie da depravati, le uniche ragazze che ho visto nude dal vivo sono state quelle con cui ho avuto una relazione sessuale in passato, e si potevano contare sulle punte delle dita. Feci uno strappo alla regola solo in quell’occasione, ero stremato da giorni stressanti e demoralizzato per il futuro. Vedevo la vita in modo diverso sapendo che potevo morire in qualsiasi momento e la possibilità di vedere una ragazza bella come lei per l’ultima volta era un occasione che non volevo lasciarmi sfuggire. Continuò a guardarsi in giro mentre rimuoveva una splendida biancheria intima nera con dei merletti viola-scuro e ammirai attentamente ogni centimetro del suo splendido corpo, era alta e snella, non aveva molto seno ma era bellissimo, i suoi capezzoli erano così chiari da confondersi con la sua pelle, avevo l’istinto di andare da lei per poter toccare il suo sedere morbido e delicato e sfiorarla come si fa con una rosa delicata. Non sono mai stato molto bravo nelle relazioni, forse perché avevo un ideale troppo romantico di ragazza e la mia fissazione per i videogiochi avrebbe comunque distrutto ogni mia possibile relazione futura, ma ero comunque incantato dalla bellezza e dalla grazia che solo alcune ragazze possedevano, e vedere Red Rapunzel lavarsi con la fredda acqua del lago era una delle cose più belle che mi fossero capitate in vita mia nella situazione più brutta in cui avrei mai potuto trovarmi.

Resistetti alla tentazione di andare da lei, anche perché avrei potuto spaventarla, e sarebbe scappata via correndo nuda nella foresta, magari si sarebbe anche potuta ammalare, o in un altro caso poteva afferrare le bombe del suo marsupio bianco vicino a dove ha lasciato i vestiti e lanciarmele addosso facendomi crepare. Tutte opzioni valide ma nessuna che volessi valutare. Rimasi fermo a guardarla, come un elfo delle foreste ammira una linfa delle acque che gioca gioiosa nel suo ambiente naturale. Quando morirò, se mai qualcuno troverà questo diario spero che lo bruci dopo averlo letto e che non lo pubblichi, morirei una seconda volta per l’imbarazzo di quello che ho scritto.

Mentre pensavo a tutto questo mi accorsi che dalla sua direzione arrivava qualcuno, magari aveva fatto gruppo con dei tizi atterrati con lei sull’isola, oppure erano amici che aveva con se in aereo. Feci risonare quella specie di radar nella mano vedendo due figure che si stavano avvicinando sempre di più, in risposta ricevetti due sondate da parte loro, ma essendo fermo e nascosto non poterono individuarmi. La ragazza sentì attorno a lei gli impulsi delle nostre rispettive sonde nelle mani e si spaventò dirigendosi sui vestiti, dalla vegetazione di fronte a lei uscirono due uomini, uno era alto e molto magro, lo riconobbi subito, il mio ex amico, quello che aveva ucciso la mi vita sociale a scuola e che io avevo ucciso nel videogioco di BTOOOM! per vendetta.

L’altro era basso ma sembrava essere molto forte e muscoloso, avevo paura che potessero farle del male. In quel momento realizzai cosa era successo, la lettera che avevo spedito per far sparire il mio ex amico era servita per farlo portare qui sull’isola, e a sua volta anche lui il giorno della mia vendetta aveva usato lo stesso stratagemma per far venire me qui. Entrambi di sicuro lo abbiamo scambiato per un azione innocente che non avrebbe mai davvero fatto del male a qualcuno. Ora so che ogni nostra azione ha delle conseguenze. La ragazza si copriva il seno e le parti intime cercando di non far intravvedere nulla ai due uomini di fronte a lei, ma il mio ex amico le si avvicinò entrando in acqua la ragazza cercò di scappare venendo dalla mia parte ma venne bloccata per un polso, aveva uno spirito combattivo e per far allentare la presa si girò di scatto graffiandolo con le unghie abbastanza lunghe rigandogli il viso, avevo appena trovato un soprannome per il mio ex amico, adesso lo avrei chiamato Lo Sfregiato.

Il suo amico basso rideva a crepapelle di quella scenetta, e subito dopo lei ritornò a scappare, ma non andò molto lontana. Una volta dalla mia parte sarei uscito allo scoperto, l’avrei protetta io, avrei scagliato le Cracker su di loro per farli allontanare senza ucciderli e portarla con me dentro la grotta, ma non ebbe il tempo di venire verso di me,  il nano muscoloso aveva con se una specie di fotocamera, con cui fece una fotografia alla ragazza vidi che cominciò a volare in direzione di lei con una specie di elica stile Doraemon. Sembrava la scena di un cartone animato, realizzai solo due secondi dopo che si trattava di un BIM a ricerca personalizzata.

Uno dei BIM meno potenti che esistono perché per la maggior parte sono composti da componenti elettronici e digitali, ma ha comunque una forza esplosiva capace di uccidere una persona. Vidi la testa di quella ragazza saltare in aria come un anguria colpita da un colpo di mazza da baseball, il sangue si mescolava all’acqua e il suo corpo candido e puro era orribilmente mutilato, i suoi capelli rossi non si riuscivano a distinguere dal sangue e attorno a quella scena gli unici rumori che si udivano erano quelli dell’acqua che sgorgava dalla piccola cascata a sinistra e le risate dei due tizi che si complimentavano per la cattura della preda. Lo sfregiato prese il chip verde dalla mano della ragazza e se lo mise in tasca dopo essersi pavoneggiato infierendo sul corpo di Red Rapunzel con calci e sputi per via dello sfregio che gli aveva causato poco prima. Da quando lo conosco è sempre stato un tipo irascibile e vendicativo, per poi diventare anche un prepotente e anche un grande stronzo.

Ero arrabbiato e disgustato da quella scena, in quel momento smisi di pensare, smisi di avere paura e di essere razionale. Divenni pura illusione, come il mio avatar di BTOOOM! ormai non ero più un essere umano, tutto ciò in cui credevo era svanito, se anche una creatura così dolce e così delicata viene uccisa in un modo così barbaro da gente sconsiderata e senza scrupoli, allora non vale nemmeno la pena di vivere questo schifo di vita.

Non manovravo più il mio corpo avevo la sensazione che qualcun altro condizionasse i miei movimenti, forse è così che si sentivano i personaggi di un videogioco. Senza rifletterci nemmeno per un secondo uscì fuori dal mio nascondiglio e mi feci notare da quei due, lo sfregiato mi riconobbe quasi subito urlando il mio nome con odio, il tizio basso si affrettò a scattarmi una foto col suo BIM a ricerca, ma io coprì il mio volto con uno dei marsupi vuoti trovati prima nella tenda-paracadute e lo scagliai in aria, la bomba lo colpì provocando un forte rumore, nella zona c’era una grande eco, il marsupio non riportò molti danni effettivamente, l’ho scritto prima e lo riscrivo anche adesso, sono fatti di un tessuto davvero resistente. I due dovettero abbassarsi per evitare di essere colpiti dai frammenti vaganti e io ne approfittai per contr’attaccarli con uno dei miei Cracker, non volevo ucciderli immediatamente, volevo che soffrissero. Dopo l’esplosione mi dileguai, assicurandomi un bel vantaggio, i due mi corsero dietro.

Durante la strada persero le mie tracce e si divisero. Sotto ai piedi di uno di loro, lo sfregiato, avevo poco prima posizionato un  BIM Timer che esplodendo gli portò via un piede. L’esplosione non era molto forte perché lo avevo sotterrato come una mina calcolando i tempi in cui mi avrebbe raggiunto, il primo nella classifica nazionale italiana di BTOOOM! ora aveva estratto gli artigli, sentivo l’adrenalina scorrermi dentro le vene.
Il tizio basso sentendo l’esplosione si precipitò dall’amico aveva con se un BIM a ricerca pronto a scattarmi una bella foto, col sonar cercava di individuarmi, ma senza successo, ero ben nascosto e non mi avrebbe trovato facilmente. Avevo già tarato a tre secondi il Timer e glielo scagliai addosso arrivò dritto fra i due, lo sfregiato chiese aiuto ma il tizio basso scappò nella direzione opposta mostrandogli il dito medio, sentì un imprecazione del mio ex amico poco prima che il mio BIM lo facesse saltare per aria, non mi mancherà. Il tizio basso si dirigeva verso di me, ormai la mia posizione era stata scoperta, mi rimaneva solo un Timer e due Cracker.

Una volta arrivato dove stavo io cercò in giro stando attento a dove metteva i piedi, mossa astuta, non voleva fare la fine del nostro ex-amico. Ma io avevo già trovato un’altra posizione strategica, non si diventa il primo in classifica stando allo scoperto, conosco tutti i trucchi per mascherare la mia posizione.
Inutilmente con il suo radar cercava ancora un modo per rintracciarmi. Sentivo la sua rabbia e il suo istinto di caccia, non aveva l’aria di un giocatore di videogiochi, ma di un giovane adulto, che è sempre stato preso in giro per via della sua altezza e ha cominciato a fare body building e palestra per mettere su massa, creando una personalità dissociata e impenetrabile che lo ha portato ad avere solo nemici nella sua vita, e la caccia è il suo sfogo naturale per scaricare tutta la rabbia e l’odio per il mondo.

Vedevo come seguiva le tracce e tastava il terreno, così lo soprannominai Il Cacciatore. Non gli ci volle molto a capire la direzione in cui poteva trovarmi, e cominciò a seguire la strada che portava da me, era davvero molto bravo mi sarei complimentato con lui se fosse stato abbastanza intelligente da guardare nel foro dell’albero che si trovava al suo fianco una volta raggiunta la mia posizione, era un luogo troppo evidente. L’esplosione del mio ultimo BIM Timer gli sfregiò metà del volto e gli rese inutilizzabile il braccio destro che era completamente ustionato, mentre mi fissava con odio corsi fino alla grotta lasciando in modo visibile le mie tracce per fargliele seguire.

In poco tempo si era fasciato il braccio con lembi di camicia che aveva strappato, e coprì il volto con delle fasce prese dai vestiti dello sfregiato che aveva inumidito prima, per creare quell’assurda maschera sul suo viso fatta di tessuto e sangue. Con una pietra che aveva rotto in modo da rendere tagliente fece la punta ad un ramo raccolto da terra, aveva creato una lancia piuttosto primordiale, e scheggiando la pietra creò anche una punta che legò nella parte inferiore con un laccio da scarpe, il cacciatore era pronto per la sua preda, ma io non ero una preda, e se ne sarebbe reso conto a sue spese molto presto.

Arrivò in poco tempo nella grotta sulla scogliera, ma capendo che era una trappola si mise ad aspettare il momento buono. Preso dal dolore delle ferite e dall’impazienza cominciò a lanciare sassi all’interno della grotta. Io venni fuori allo scoperto da dietro le rocce che spuntavano poco dopo l’entrata ben nascosto dalla sua angolazione. Si sentì uno stupido per non averci pensato prima, non capivo cosa dicesse sotto tutte quelle bende sul suo viso, ma capivo che era fortemente in collera. Con la sua statura, i suoi muscoli e il suo modo di mugugnare impugnando un arma così ancestrale sembrava un documentario sull’evoluzione dell’uomo, nella fase intermedia fra la scimmia e l’australopiteco.

Corse verso di me senza vedere tutti i marsupi che portavo su un braccio, si scagliò con la sua lancia e io risposi con la mia, vedendo che anche io ero armato la roteò cercando di colpirmi con la punta di pietra, io feci lo stesso ma la mia punta era il coltellino-penna che avevo trafugato da uno dei corpi della spiaggia, lo avevo fissato sulla ex canna da pesca con lo stesso filo da lenza. Fu un combattimento breve, non riusciva a colpirmi, usavo come scudo tutti i marsupi bianchi che avevo recuperato non potendoli però scalfire con quella stupida pietra. Quindi decise di abbandonare le tecniche primitive e di passare a qualcosa di più tecnologico, gli rimaneva un solo occhio buono, ma tanto gli bastava per poter prendere la mira con il BIM a ricerca. Dopo essersi allontanato di dieci passi mi inquadrò scattando una foto del mio viso. Ero già preparato anche a quello, nel gioco è ovviamente impossibile fare ciò che ho fatto successivamente ma la mente è umana è molto ingegnosa quando si tratta di sopravvivenza.

Ero pronto, lui si trovava esattamente davanti alla bocca d’ingresso della caverna, sotto di noi c’era il mare che ruggiva investendo gli scogli con l’impetuosa forza della natura, io ero poco distante dall’ingresso e per entrambi non esisteva alcuna via di scampo, uno di noi due sarebbe dovuto morire. Il BIM si mise a volare individuando presto la mia posizione dirigendosi velocemente verso il mio viso, il cacciatore stava già pregustando la sua preda servita alla griglia. Un secondo prima che fosse abbastanza vicino sollevai lo scudo di marsupi bianchi che avevo costruito con fasce e corde di paracadute. Il cacciatore rise di quel mio patetico gesto sapeva che la bomba mi sarebbe esplosa comunque in faccia non appena il BIM avesse trovato un angolo cieco.

Quello che non aveva visto per via della distanza era la mia patente che avevo appiccicato al centro dei marsupi poco prima, il BIM vide la mia foto e si fece esplodere distruggendo la mia patente e causando una piccola onda d’urto che mi scagliò all’indietro facendomi cadere. Ero salvo, un po’ dolorante ma il mio scopo era stato raggiunto, al cacciatore erano finite le idee oltre che i BIM e fece ciò che avevo programmato non appena mi vide rialzarmi con in mano un Cracker, si infilò dentro la grotta sperando di trovare un uscita dall’altra parte, ma non andò molto lontano perché con il mio penultimo BIM mi ero assicurato di chiudere la grotta a pochi metri dall’ingresso.

Era in trappola, la preda si era trasformata nel cacciatore, l’angelo d’argento era divenuto l’angelo della morte, pronto a punire i colpevoli per i loro peccati. Scagliai il Cracker dietro di lui, pensava che lo colpissi direttamente, ma come ho detto prima non avevo assolutamente voglia di ucciderlo e basta, volevo che soffrisse per ciò che aveva fatto a quella povera ragazza e di sicuro a molti altri sull’isola. Dietro di lui c’erano i BIM che ho tolto dal mio marsupio originale e da quello dell’uomo morto di fronte a me il primo giorno del mio arrivo sull’isola.

Subito dopo mi lanciai dalla scogliera, non mi importava più di sopravvivere o morire, decisi che fosse il destino a scegliere per me. Uno scoglio poteva frantumarmi all’impatto, e le onde potevano farmi annegare nel caso fossi sopravvissuto, c’erano poche probabilità che ne sarei uscito vivo, ma non mi importava, in quel momento ero felice. Poco prima di toccare l’acqua sentì le urla del cacciatore precedute dalla forte esplosione di ben diciassette BIM saltati contemporaneamente. L’esplosione fu talmente potente che dentro l’acqua stessa sentì un gigantesco boato assordante e portando gli occhi verso il cielo mentre trattenevo il respiro vidi un bagliore luminoso di fuoco che formava una gigantesca colonna rossa.

Una volta salito in superficie le onde mi scagliarono contro le rocce sotto la rientranza del precipizio, mi attaccai a delle sporgenze e subito dopo vidi piovere rocce incandescenti dall’alto che frizzavano all’interno dell’acqua facendone evaporare un po’. Sembrava la scena dell’eruzione di un vulcano. La grotta di sopra era saltata in aria in mille pezzi. Una volta raggiunta la spiaggia vicina a nuoto risalii la scogliera per ammirare la mia opera. Era tutto distrutto e c’era fumo ovunque. Fra le macerie abbrustolite trovai il chip verde del cacciatore. Se i marsupi bianchi avevano una buona resistenza, di certo questi chip erano dieci volte più indistruttibili. Mentre scendevo presi anche il diario che avevo nascosto sotto la sabbia ai piedi di una roccia poco distante da li, così ho potuto scrivere tutto l’accaduto della giornata per poter ricordare ogni secondo imprimendolo sulla carta.

Andai a seppellire la ragazzina suicida prima che la corrente se la portasse via come era accaduto giorni fa al tizio grasso.
Poi feci lo stesso con la madre seppellendola vicino alla figlia comodamente avvolta come una mummia nel suo stesso paracadute. Infine andai dallo sfregiato e da Red Rapunzel, al primo presi i due chip, quello nei pantaloni e l’altro fra i rimasugli del corpo, e alla seconda diedi una degna sepoltura vicino al lago, rovistai nelle tasche dei suoi pantaloni per poter prendere qualcosa che potesse farmi ricordare di lei. Un portachiavi a forma di quadrifoglio, forse era irlandese, o magari era stata in gita in Irlanda. Non lo saprò mai. Prima di seppellirla gli regalai qualcosa di mio, il Rolex d’argento a cui tenevo così tanto adesso era al suo polso, avevo vendicato la vita che gli era stata strappata via in modo così indegno.

Adesso possedevo otto chip. Il mio, quello del tizio grasso, uno che ho trovato nella tasca della camicia di uno dei tre pescatori, quello della ragazzina suicida e di sua madre morta il giorno prima di stenti, quello di Red Rapunzel, quello dello sfregiato e infine quello del cacciatore. Vidi un elicottero che si avvicinava sulla spiaggia, capì che il mio turno per tornare a casa era finalmente giunto. Era stata una giornata alquanto movimentata, ma non era ancora finita. Mentre mi dirigevo all’elicottero trovai una valigia fra la vegetazione vicino alla spiaggia, dall’odore sembrava che avesse contenuto del cibo, ma erano rimaste solo delle bottiglie d’acqua vuote, cartacce che prima avvolgevano panini, rimasugli di frutta e piccoli sacchetti di sale.

La lasciai li, non mi interessava, volevo solo tornarmene a casa, quindi andai in direzione dell’elicottero. Mentre mi avvicinavo vidi una scena sconvolgente, il tizio in camice bianco e la tizia che avevo visto qualche giorno prima mentre uccidevano il trio di pescatori erano a poche decine di metri dall’elicottero, ora però il tizio non portava più il camice bianco, al suo posto portava due marsupi ai fianchi. Ma non solo, quella specie di dottore aveva anche un BIM dietro la schiena, non ho avuto il tempo di avvisare la donna. Provai a correre verso di lei ma era già stata atterrata da un gancio allo stomaco, lui si allontanò di pochi passi da lei e usò un BIM a ricerca per scattargli una foto, lei sembrava incredula e sconvolta, sul suo viso era stampato il volto di una donna tradita. Non potevo fare nulla dalla mia posizione, ero senza BIM e allo scoperto, avrebbe potuto farmi fuori in qualsiasi momento, quando la bomba volando gli andò abbastanza vicino con uno scatto alzò il suo marsupio bianco usandolo come scudo, allora non ero l’unico ad aver pensato ad un uso simile. Solo che un singolo marsupio non ha l’efficacia di cinque legati assieme formando uno scudo compatto e quindi il suo braccio sinistro saltò in aria, permettendogli però di sopravvivere, anche se orribilmente ustionata, corsi indietro per andare a prendere i sacchetti di sale che avevo visto prima nella valigia, li ruppi tutti riempiendo una delle cartacce che avvolgevano precedentemente dei sandwich e corsi dalla donna.

Il dottore aveva già preso il chip verde dalla sabbia che si era staccato quasi immediatamente dopo l’esplosione. Di sicuro doveva essere l’ultimo visto che si diresse con tranquillità verso gli uomini armati fino ai denti che facevano la guardia al mezzo di trasporto. Io ebbi il tempo di fasciare con la mia giacca il braccio sanguinante della donna mettendo prima il sale sulla ferita per fermare l’emorragia e non farla morire in quel posto dimenticato da Dio.

Ho giurato che l’avrei vendicata, ma non avevo più intenzione di uccidere nessuno. Qualcun altro lo avrebbe fatto per me, vidi che la donna stringeva nella sua mano destra il cartellino sanitario di quel medico giapponese e lo presi prima di andare via. Ora è seduto di fronte a me, non incrocia il suo sguardo con il mio nonostante io lo stia fissando mentre scrivo sul diario. Nella mia tasca ho il suo cartellino, conosco il suo nome, e sarà il prossimo che scriverò in uno dei documenti della lettera che è arrivata nei giorni precedenti alla mia cattura. Rivedrà molto presto quest’isola, glielo posso assicurare Dottor Masahito Date, è una promessa.

  
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