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Autore: Shinmen    03/09/2007    3 recensioni
La mia prima fanfiction, dall'inizio poco originale ma migliora poi. Gild è orfano, ha sempre sognato di diventare SeeD, ma imparerà cosa vuol dire esserlo davvero scoprendo passo dopo passo la verità sul suo misterioso padre.
Genere: Azione, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era il pomeriggio di un giorno di fine estate. Il sole si rifletteva sul mare in una miriade di riflessi azzurri e blu, Gild smise di guardarlo e spostò lo sguardo dei suoi occhi grigi sul gruppo di case bianche e blu che, del tutto indifferenti al suo sguardo, non fecero una piega. Gli urli dei marinai e la cessazione del rollio dei motori fecero capire a Gild che la nave aveva finito con le manovre d’attracco. Si sistemò la sacca sulla spalla, si passò una mano nei capelli biondi chiarissimi e si diresse verso la scala che gli avrebbe permesso di scendere dalla nave, mentre una voce femminile informava i passeggeri che la nave era appena attraccata a Balamb attraverso gli Altoparlanti.

L’aria era fresca e c’era un tempo splendido, Gild si diresse immediatamente verso l’uscita del paese passando davanti all’auto noleggio senza degnarlo di uno sguardo, aveva speso gli ultimi soldi per il biglietto della nave. La sua non era una famiglia ricca, suo padre se ne era andato quando lui aveva cinque anni abbandonando lui e sua madre. Alister, suo padre era stato un famoso armaiolo, ma si era portato via quasi tutti i soldi guadagnati con il suo lavoro quando era partito. Di lui a Gild rimanevano solo le due Katane che portava al fianco sinistro e una fibbia che portava alla cintura con incisa sopra la figura di un leone in un balzo. Sia sua madre che lui avevano risparmiato molto perché lui potesse iscriversi al garden di Trabia. Il sogno di Gild era sempre stato quello di diventare SeeD ma sapeva che l’esame si poteva fare solo a Balamb e il viaggio costava, poi pochi mesi prima sua madre si era ammalata e non c’era stato niente da fare, a quel punto più niente lo tratteneva a Trabia, aveva venduto tutto tranne pochi effetti personali che si portava appresso nella sacca che aveva a tracolla ed era partito, era li per realizzare il suo sogno, a Trabia tra gli studenti era il migliore, era preparato e ce l’avrebbe fatta.

“Hei ragazzo!” Gild si voltò a parlare era stata una signora di mezza età, Gild la guardò con aria interrogativa, quella si avvicinò e riprese la frase “Ti stai dirigendo al garden vero?” Gild fece un cenno d’assenso “Ti sconsiglio di andare a piedi, il territorio tra qui e il garden è infestato di mostri potresti trovarti a combattere per tutto il tempo”

 “Grazie, starò attento” Gild fece per riprendere il cammino.

 “Un’altra cosa”La donna richiamò la sua attenzione “Se al garden ti capita di incontrare un ragazzo con i capelli biondi a spazzola, un tatuaggio tribale sulla guancia e che si chiama Zell Dincht, di a quello scapestrato di venire a trovare sua madre e suo fratello una volta ogni tanto, dopotutto non è che abitiamo a miglia di distanza e poi…”

“Va bene, se lo incontro lo informerò” Troncò Gild ripartendo prima che la signora Dincht potesse ripartire all’attacco.

Iniziò a camminare lungo la strada che collegava il garden al piccolo paesino, ad un tratto sentì un ronzio alle spalle che si avvicinava. Clima secco praterie e boschi…Lesmator! Si voltò lasciando cadere la sacca ed estraendo le due spade, pronto ad affrontare le due zanzare troppo cresciute che gli si pararono di fronte.

Evitò il pungiglione del primo e lo tagliò in due parti con una spada, mentre con l’altra parò l’attacco del secondo chinandosi e passandogli alle spalle, con un affondo preciso lo uccise.

A questo punto si accorse che qualcuno stava applaudendo, alzò lo sguardo e vide un ragazzo sui 18 anni, con i capelli a spazzola e un tatuaggio tribale sulla guancia se ne stava appoggiato al cofano di un auto. Questo è sicuramente il figlio di quella pazza di prima.

Si avvicinò e disse:

 “Complimenti, buongiorno, io mi chiamo…”

 “Zell Dincht” concluse Gild per lui mentesi lanciava a salvare la sua sacca prima che la pozza di sangue dei lesmator la raggiungesse.

 “Si, ma come fai tu a saperlo?”

 “Tua madre mi ha detto di riferirti di andare a trovarla più spesso, aspetta com’era l’espressione che ha usato…ha gia Scapestrato!”gli rispose Gild

 Zell accennò un sorriso “La mamma è la mamma, tu devi essere quello nuovo che viene da Trabia, mi avevano mandato a prenderti ma a quanto pare la nave è arrivata in anticipo, vieni salta su che facciamo prima” e si diresse verso l’auto.

 Dopo pochi minuti arrivarono al Garden, era gigantesco, Zell lo accompagnò nella sua nuova stanza che era stranamente singola Gild inarcò un sopracciglio “Come mai?” chiese indicando la stanza.

 “Cosa? Ha, come mai è singola intendi? Sei fortunato, con te gli studenti sono dispari e quindi ti ritrovi con una camera da Seed, non ti ci abituare però!”

 “Perché no?” Gild guardò Zell negli occhi, Zell fu costretto a distogliere i suoi intimorito dalla determinazione che trasmettevano quelli di quello strano ragazzo “Ho tutta l’intenzione di rimanere studente il minor tempo possibile”

Zell risollevò lo sguardo, quel tipo lo incuriosiva “Senti, non mi hai detto come ti chiami…”

 “Non lo hai chiesto” fece una pausa nel discorso, poi riprese in tono amichevole, lo sguardo di sfida di prima era sparito “Scusa, mi chiamo Gild Jamasay, piacere” Gli porse la mano, Zell la strinse, poi salutò e uscì dicendo che la divisa era nell’armadio e di presentarsi nella Hall dopo dieci minuti per la presentazione degli studenti che dovevano affrontare l’esame SeeD quell’anno.

 Dieci minuti dopo si trovava sull’attenti assieme ad un centinaio di altri studenti mentre una ragazza troppo gasata in un vestito giallo chiaro faceva, tra un urletto e una piroetta, l’appello. Ad uno ad uno gli studenti facevano un passo avanti quando venivano chiamati. Ma a che serve, ci hanno fatto venire qua con la divisa solo per vedere se c’eravamo tutti?

 “Bene ragazzi, ora aspetteremo il preside Cid che dirà due parole e vi spiegherà cosa dovrete affrontare quest’anno, dopo di che sarete liberi di girare fino allo scadere del coprifuoco, dopo dovrete andare nelle vostre camere.”

 Il preside arrivò poco dopo e partì con un discorso soporifero, Gild, che gia da solo faticava a restare attento per più di trenta secondi, smise di ascoltare più o meno al “Benvenuti”. Stava pensando a come sarebbe cambiata la sua vita ora che si trovava lì quando qualcuno gli toccò la spalla. Gild si girò di soprassalto e si accorse che era la ragazza che prima faceva l’appello.

 “Ehi, c’è qualcosa che non va.”

 “No, niente, tutto a posto.”

 In quel momento Gild si accorse che se n’erano già andati tutti e che era rimasto solo lui.

 La ragazza lo guardò in maniera strana poi tese la mano “Selphie Tilmit piacere. ”

 Il ragazzo la strinse pensieroso “Gild Jamasay”Dov’è che ho già sentito questo nome…si ricordò di botto Cavolo questa è la chiacchierona che prima era a trabia.

 “Da dove vieni?” La domanda prese alla sprovvista Gild che rispose senza pensare

 “Da Trabia.”Oh no, risposta errata, adesso si che sono fregato.

 “Da Trabia? Anch’io vengo da li!!! …” Selphie iniziò a martellare Gild con una valanga di domande da rimanerci seppelliti.

 “Mi dispiace ma sono davvero molto stanco, parleremo di Trabia la prossima volta.” E con questa frase si defilò senza dare il tempo a Selphie di rispondere.

Era da un po’ di tempo ormai che Gild “vagava” senza una meta precisa per il Garden, quando vide una cosa che gli mozzò il fiato, c’era un ragazzo con i capelli che gli ricadevano sulle guance e una cicatrice in mezzo agli occhi, ma Gild non badava a quello, era l’arma che portava appesa alla cintura che lo impressionò, la riconobbe subito, era il primo gunblade di quel modello che vedeva, non ci poteva credere, era un Lionheart, un arma leggendaria.

Decise che doveva assolutamente vederlo in azione e il ragazzo che lo possedeva stava andando proprio al centro di addestramento.

Gild corse in camera sua, prese le sue armi e andò al centro di addestramento; quando entrò, il ragazzo con il gunblade stava gia combattendo contro un Archesaurus, si muoveva con una velocità impressionante e combatteva usando solo la sua arma senza le magie.

L’Archesaurus attaccò il ragazzo con una codata ma quello la evitò saltando di lato, sembrava quasi che volesse solo evitare i colpi dell’avversario perché aveva già mancato tre occasioni per attaccarlo.

 “Squall, smettila di giocare e falla finita, o non faremo in tempo per la riunione.”

 Solo ora Gild si accorse della donna seduta su un sasso: indossava un vestito di pelle che le arrivava fino alle ginocchia e, appesa alla cintura, portava una frusta arrotolata; ma la cosa che lo sorprese era il nome con cui aveva chiamato il ragazzo, dunque era quello il SeeD che aveva salvato il mondo da Artemisia.

 “Ok Quistis, finisco subito.” Detto questo Squall sferrò un colpo potentissimo al mostro tagliandolo letteralmente a metà.

 Gild rimase a bocca aperta, non aveva mai visto nessuno tagliare di netto in due un Archesaurus.

 “Ehi? Tu non dovresti stare qui!” Una voce lo fece improvvisamente ritornare in se, era Squall.

 “Perché, scusa?”

 “Il centro di addestramento è vietato alle matricole che non possiedono ancora un’arma” Rispose Quistis.

 “Ma io ho un’arma, e non sono una matricola, devo fare l’esame SeeD quest’anno” disse Gild, indicando le sue spade.

 “Dimostralo” Squall lo guardò dritto negli occhi come faceva di solito per levarsi di torno gli scocciatori, con sua grande sorpresa Gild gli rispose con uno sguardo ugualmente gelido.

 “Va bene, cosa devo fare.”

 Quistis si passo la mano sulla faccia “Al solito”.

 “Sconfiggi un Archesaurus ne sta arrivando uno in questo momento.”

 Gild si mise al centro del piccolo spiazzo ad aspettare il nemico, Squall e Quistis si erano seduti su un masso lì vicino.

 “Squall, sei sicuro che non si farà del male?”

 “Non preoccuparti” Rispose Squall con gli occhi piantati su Gild Vediamo cosa sei in grado di fare.

 Un ruggito interruppe la loro conversazione, il combattimento era iniziato.

L’Archeosaurus attaccò Gild con una codata ma lui la evitò rotolando di lato e contrattaccando con un colpo di spada, che colpì il bestione in pieno petto.

 “Però, non è niente male.” Disse Quistis mentre Gild parava con le spade un tentativo di azzannarlo da parte dell’Archesaurus.

 Gild sentiva l’alito della bestia, il muso del mostro si trovava a pochi centimetri dalla sua faccia.

Scivolò sotto la sua pancia, rischiò di essere calpestato ma riuscì a colpire l’Archesaurus alla pancia sventrandolo.

Cadde a terra in mezzo dalle budella del mostro.

 “Notevole, veramente Notevole”Gild si girò e gli venne un groppo in gola, a parlare era il preside Cid in persona.

 “Squall, sapevo che ti avrei trovato qui, ero venuto a vedere perché tardavate alla riunione.”

 Nel frattempo Gild aveva trovato un equilibrio precario sul sangue del mostro e si era messo, barcollando sull’attenti.

 “Ragazzo, vedo che te la cavi già bene, qual è il tuo nome?”

 “Sono Gild Jiamasay, numero di matricola 328759 signore!” Dicendo questo Gild tentò di fare un saluto militare, ma perse l’equilibrio e cadde con un tonfo nel laghetto formato dal ruscello che scorreva nel cento di addestramento.

 “Be, volevo consigliarti di fare un bagno ma vedo che hai già provveduto da solo.” A questo tutti si misero a ridere mentre Gild riemergeva sputacchiando dall’acqua, tranne Squall che aveva lo sguardo perso nel vuoto.

 Se ne andarono tutti lasciando Gild solo. E adesso come faccio ad uscire da qui senza far ridere mezzo Garden. Ho appena bagnato la divisa, come farò domani a lezione.

 “Ehi, c’é nessuno?” A parlare era una ragazza dai capelli castani lunghi che teneva legati in una coda dietro la schiena, non indossava la divisa, aveva due desert eagle alla cintura e l’impugnatura di una spada a due mani gli spuntava da dietro la schiena.

 La ragazza guardò Gild e scoppiò a ridere ma sì zitti subito quando vide il corpo dell’Archeosaurus.

 “Lo hai ucciso tu?”

 “Si, perché. Piuttosto tu chi sei?”

 “Io sono Kartya, una studentessa del garden, ero venuta ad allenarmi…” Kartya si avvicinò allo specchio d’acqua e tese la mano a Gild “Ma forse e meglio che ti aiuti a tirarti fuori da lì” 

 Gild strinse la mano di Kartya “Grazie, io sono Gild.

 Gild e Kartya uscirono insieme dal centro di addestramento e, dopo che Gild si fu cambiato, passarono il resto della giornata insieme parlando mentre passeggiavano per il Garden fino al coprifuoco, allora si salutarono e Kartya tornò nella sua stanza.

Gild decise che non aveva sonno e, siccome l’unico edificio aperto nel Garden dopo il coprifuoco oltre al dormitorio era il centro di addestramento, prese le spade si diresse li.

Era arrivato a metà del percorso quando si accorse di una porta appena dopo il punto in cui aveva ucciso l’Archeosaurus; Gild girò la maniglia e la porta si aprì, al di là c’era una specie di terrazzo.

Da li si vedeva tutto il garden e una buona porzione di cielo stellato, Gild non sapeva perché ma l’aria di quel posto era rilassante, si appoggiò alla ringhiera e rimase a guardare il panorama mentre ricordi della sua famiglia misti alle sue aspettative per il futuro gli passavano per la mente.

  
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