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Autore: Ashley E Pingu    03/09/2007    8 recensioni
Daniel Radcliffe, Tom Felton e... una Fiat Punto.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Daniel Radcliffe, Tom Felton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: The Love Car

Autrici: CicciPingu e Ashley Ketchum

Raiting: Pg

Pairing: Daniel/Tom

Nota delle autrici:  Un vero e proprio delirio, sfociato in fanfiction. È nata dopo una chiacchierata al telefono, quando  abbiamo pensato a Daniel Radcliffe, 18enne, milionario.... e con una Fiat Punto. Siamo rimaste sconvolte per ore. E abbiamo pensato di metterci su una shottina.

Una dedica speciale và a Marta, senza la quale adesso non saremmo davanti al pc, a ridere felici delle stupidaggine altrui. Grazie, per il sostegno, grazie per la comprensione, un bacione!

E una dedica a noi stesse, perché è la nostra prima One-Shot:
Dedica by Ashley: La dedico a Pingu

Dedica by Pingu: La dedico ad Ashley

 

E adesso, buona lettura a tutti ^^

 

 

 

 

 

The Love Car

Capitolo unico

 

 

“Non è possibile! E’ ancora qui?!” esclamò incredulo Tom.

Questa volta non la passa liscia, pensò furioso, mentre tornava sui suoi passi e rientrava nella casa.

“Daniel Radcliffe scendi immediatamente!” urlò arrabbiato Tom, incima alla lunga scala che lo separava dal piano superiore, e quindi da Daniel…Ma forse questo è solo un bene.

“Eccomi, eccomi sto arrivando, quanta fretta…non siamo mica in ritardo” sbuffò contrariato Daniel, non guardandolo neanche, mentre scendeva le scale, sapeva bene che Tom odiava essere in ritardo…ma diavolo! Mancava ancora un’ora alla festa, e loro abitavano a pochi minuti da lì!

 

“Daniel Radcliffe!” ripete severo Tom, attirando questa volta il suo sguardo.

“Ehm…che succede?” chiese perplesso e timoroso.

“Quella cosa! non è ancora sparita! Non ho intenzione di presentarmi con quella…quella cosa!” ripose in fretta e gesticolando nervosamente Tom.

“Mi avevi promesso che te ne saresti liberato, giorni fa!” continuò in preda alla rabbia.

Daniel sorrise vagamente al ragazzo gratticchiandosi il capo.

“Oh, andiamo che ha di male quella macchina?”

Tom sospirò quasi furioso, non voleva capire accidenti, non voleva capire! Lui, non voleva ridursi al livello di Rupert che per il suo compleanno si era comprato… si, indovinate un pò? Un carretto di gelati.

Vabè, oltre al carretto aveva anche una Mini, che non era nulla di superlativo, ma ciò significava comunque una macchina nettamente migliore della loro.

La festa, infatti, era stata organizzata da Rupert, Emma e Gary Oldman, in pratica gli attori ai quali erano più legati. Ovviamente ci sarebbero stati anche gli altri del cast, Evanna, Jason e tutti gli altri, e lidea di presentarsi con quella…quella macchina non gli andava proprio a genio.

 

Avrebbero finito per fare una vera e propria figura di sana cacca.

Di piccione magari…il peggio del peggio

 

“Che ha di male quella macchina Daniel?! Persino Rupert ha gusti migliori di te!”

“Che c’è Tom, ti metti a fare il Draco della situazione? Non pensavo fossi un tipo che vuole apparire.” Rispose con nonchalance freddandolo.

A quella risposta, Tom rimase leggermente spiazzato, non è che voleva arrivare alla festa con la limousine o chissà cosa, gli sarebbe andata bene una macchina normale, ma quella che il suo ragazzo aveva comprato, non poteva essere definita.

Da cosa poi, la decisione di comprare quel genere di macchina?

Una domanda che Daniel, in un modo o nellaltro riusciva sempre a sviare, e che fino ad ora lasciò perdere.

Ma se voleva veramente che lui si presentasse  alla festa con quella macchina…

Bè, sarebbe stato meglio per lui che la risposta fosse stata tremendamente convincente.

 

“Allora Daniel, verrò ma ad una sola condizione.” disse sfidandolo con lo sguardo.

“Spiega.”

“Se la risposta alla domanda: Perché quella macchina? Sarà convincente, non solo ci andremo alla festa, ma revocherò il suo mandato verso la carrozzeria.” dichiarò infine deciso.

“Ok, ma ehm…preferirei spiegarlo mentre andiamo alla festa. Così…per essere sicuro che qualsiasi reazione avrai…non potrai fare nulla perché saremo in macchina.” spiegò velocemente con mezzo sorriso triste.

“Te lo concedo, andiamo.”disse guardandolo accigliato.

 

Varcarono la soglia di casa, Daniel appariva piuttosto teso, quasi pauroso, che Felton non accettasse il suo motivo, o che gli apparisse stupido.

Aprì la macchina e vi entrarono chiudendo le porte, anche se Tom lo fece con poco entusiasmo, mentre sulla bocca dellaltro si faceva spazio un vago sorriso, e lui amava quando sorrideva così.

 

Scosse la testa e quando sentì il motore della macchina accendersi si riscosse, e pronunciò la tanto temuta domanda.

“Allora, perchè questa macchina?” era imperterrito, probabilmente Daniel stavolta non avrebbe sviato facilmente il discorso.

“Perchè…” si sospese.

“Perchè?” chiese curioso e spazientito ancora, Felton.

“Perchè la Fiat Punto è piccola…” sussurrò timidamente Radcliffe rallentando la velocità della macchina.

“E…” lo spronò Tom.

“E dà quella sensazione di essere completi, di essere…” si interruppe di nuovo, questa volta il viso si accese di rosso.

Il compagno non fiatò, attendendo la fine della frase, quasi con impazienza stavolta.

“Fa così tanto…famiglia felice, ecco.”concluse Daniel diventando, se possibile, ancora può rosso.

A quella frase Tom, spalanco occhi e bocca in modo plateare, e rimase così in stato di shock per qualche secondo, finchè non assimilò il tutto, e un largo, largo sorriso gli si aprì sul viso.

“Oh… io…” non aveva delle parole da dire, in effetti ne era rimasto a corto. Non se lo aspettava proprio. Ma quel sorriso enorme, non sapeva perché, non voleva scomparire dal viso.

“Immagino che lo troverai stupido.” Il suo tono calò decisamente, pensava che l’avrebbe deriso, ma Tom non lo aveva fatto, era rimasto lì a bocca aperta, ancora sorpresa ma aperta in un magnifico sorrido, e mentre ancora metabolizzava la frase, stava anche cercando parole che potessero colmare l’affetto e il calore di quelle dellaltro ragazzo. Onestamente, non se laspettava proprio da lui, non aveva minimamente pensato ad una cosa del genere, aveva pensato che Daniel lavesse comprata per…Ok! Non lo sapeva per cosa! Ma non certo per..per questo.

Lui e Daniel, una famiglia.

Suonava così alieno, ma allo stesso tempo famigliare, è una sensazione che ti confonde.

 

“Daniel, accosta per favore”

“Cosa?” chiese stupito. Certo si era preparato a rifiuti, insulti, ma non a questo.

Si sentì male dentro, qualcosa dentro di lui aveva fatto un sonoro crack.

Lui non lo voleva.

Lo sapeva, lo sapeva! Non doveva dirlo, non doveva comprare quella macchina!

Tom non lo voleva, ed era unicamente colpa sua, della sua fretta, del suo amore egoista.

“Accosta la macchina Daniel”

“Come vuoi” rispose con voce incolore, mentre il magone in gola diventava sempre più grosso, e qualcosa cominciò a salirgli all’altezza degli occhi.

 

Accostò la macchina nel primo spazio che trovò, era di fronte ad un enorme cancello dalle sbarre grigie scure, dietro il quale si poteva intravedere unenorme villa, in cui Daniel perse lo sguardo, come se fosse una cosa interessantissima. Aveva rovinato tutto. Forse Tom nemmeno voleva qualcosa di serio con lui… forse per lui quello che erano stati in quei giorni, non era propriamente un noi.

“Allora? Vuoi che…evitiamo anche di andare alla festa? Posso dire a Emma che abbiamo avuto un contrattempo, ti capisco se vuoi andare per i fatti tuoi.” Nella sua voce non c’era nemmeno un pizzico di tono deciso, anzi tremolava, e sotto quelle parole cera una chiara implorazione Non lasciarmi, non perchè ho creduto di poter essere felice con te.

Felton rimase un momento in silenzio guardando i fanali delle auto che sfrecciavano sulla strada.

“Prima stavi scherzando o dicevi seriamente Daniel?” La sua voce pareva inespressiva, il moro rivolse lo sguardo su di lui che aveva il capo chino come se si guardasse le ginocchia.

 

Daniel sentì una stretta al petto.

 

Cosa doveva dire? Doveva dirgli che lo voleva per sempre al suo fianco?

Che lo voleva con se ogni notte ogni giorno?

Che al mattino voleva risvegliarsi con lui, stanco e felice di aver fatto lamore tutta la notte?

Doveva dirgli che era la cosa più bella che aveva avuto tra le braccia da, quando è nato?

Doveva dirgli che lo desiderava tra le sue braccia per sempre?

Che si era innamorato di lui?

 

Daniel si stava torturando mentalmente il nervosismo era visibile da quel labbro che continuava a morsicare, mentre un turbinio di pensieri lo affliggevano.

Di quel passo non sarebbe arrivato a fine serata.

“Allora?” Ancora la sua voce, incisiva questa volta. Tom voleva una conferma, e la voleva ora!

“Bhe… io…” Il suo cuore batteva a mille, e gli pareva quasi impossibile.

“Io, si dicevo… che si dicevo la verità, io vorrei che potessimo, ecco, rimanere sempre assieme, vivere insieme come una famiglia.”.

Tom rimase freddato, colpito, ammaliato da quelle parole, dalle sue labbra che le avevano pronunciate con tanta schiettezza, e la verità che risiedeva in quelle parole.

Daniel non voleva niente di insensato e frettoloso.

Daniel lo voleva con se per tutta la vita.

E la cosa lo rendeva felice, tremendamente felice. Sorrise radioso, mentre laltro aveva nuovamente chinato il capo, ma si sentì improvvisamente afferrare sulle spalle, e con una velocità indecifrabile le labbra di Tom furono sulle sue.

Un bacio forte, intenso, pieno di lussuria, che pareva giurare tante cose. Tutto.

Si separarono, quando i loro corpi pretesero di respirare, rimasero con la fronte appoggiata allaltro.

I loro enormi sorrisi si riflettevano negli occhi, non ci sarebbe stato bisogno di altre parole, ma le loro corde vocali ardevano dalla voglia di farle vibrare in suono, voce, parola.

Daniel resistette un attimo, ridendo con gusto e accendendo la macchina che emise un rombo nel silenzio che si era creato.

La macchina ripartì inserendosi sulla strada. Tom, pareva attendere qualcosa da lui, qualcosa che sentiva che stava per arrivare.

“Ah, Tom…” disse con voce vaga.

“Mhmh?” chiese cercando di trattenersi delle parole.

Daniel sorrise ampiamente.

“Ti amo.” Dopo quelle parole pronunciate con tanta dolcezza, Tom si sentì sprofondare nel sedile della macchina e rispose con voce calda;

“Anch’io.”

Quellauto, in quellistante, era più confortevole di qualunque altra al mondo, entrambi ne erano sicuri.

 

 

 

 

 

Nota delle autrici: Qualsiasi tipo di commento, anche se breve fa sempre piacere ^^

  
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