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Autore: Kya88ryu    15/02/2013    8 recensioni
Nonostante i tipetuti allenamenti, i nostri eroi non sono ancora riusciti a bloccare l'avanzata dei demoni.
Nonostante i milardi di sforzi che compiranno, nulla sembrerà a cambiare.
Si metteranno tutti in viaggio, incontreranno altri fenomenali guerrieri.
Ma forse non sarà sufficiente per impedire il Loro ritorno...
Tratto dal primo capitolo:
Nelle profondità della terra, la demone albina raggiunse il trono, inchinandosi.
« Mia Regina, ormai è tutto pronto.» ghignò, una luce perversa le saettò negli occhi cremisi « Mancano solo le ultime prede.»
(Segiuto di Beyblade Metal: l'Era dei Demoni [Antefatto])
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginka Hagane, Kyoya Tategami, Nuovo personaggio, Ryuga, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Beyblade Metal: l'Era dei Demoni'
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                                                  Capitolo uno: Sfida alle porte
 
 
 
 
Nelle profondità della terra, la demone albina raggiunse il trono, inchinandosi.
« Mia Regina, ormai è tutto pronto.» ghignò, una luce perversa le saettò negli occhi cremisi « Mancano solo le ultime prede.»
Dall’ombra, apparve la consueta figura dai capelli blu e gli occhi di sangue.
« Perfetto. Coraggio, convoca i tuoi fratelli. Sarete i primi ad attaccare.»
La indicò, socchiudendo minacciosamente gli occhi « Precisamente, sarai tu la prima.»
***
Erano passati circa quattro mesi dall'ultimo incontro con la C.A.O.S.. Come potete immaginare, quando Ginka si risvegliò, rimase shockato dalla notizia di essere stato un "prescelto" del demone.
E chi se lo aspettava che succedesse proprio a lui?
In quel lungo periodo di tempo, comunque, avevano seguito tutti i duri allenamenti di Amy. La violacea -che avevano appreso fosse stata una modella-, infatti, era decisa a farli diventare più forti per affrontare la pericolosa minaccia.
E così fu.
I giorni che passarono insieme furono tanti, ma tanti che impararono tutti a conoscersi a fondo. Ovviamente nacquero delle amicizie, caddero alcuni sospetti -quelli di Tsubasa- e... accanite rivalità.
Forse potete già immaginare tra chi.
Una mattina, la modella li invitò con lei a fare un'escursione nel bosco. Disse che sarebbe servita al loro allenamento, perciò, chi volente chi nolente, accettarono tutti.
Si diressero in una località vicino a Komamura, di cui, ahimè, non ricordo il nome.
Ordunque, giunti nei pressi della boscaglia, si dispersero a cercare -come aveva ordinato Amy- bacche e legna, oltre a qualche masso per accendere un bel falò.
Tra un po' di confusione, si divisero in vari gruppetti per far prima.
 
Il primo di questi, era formato da Ginka, Hyoma, Amy e Madoka.
« Ho trovato le baccheeeee!» gridò gioiosa la violacea, sbucando da dietro un albero, sommersa di frutti di ogni genere.
Hyoma trasalì, si sbilanciò e cadde rovinosamente a terra.
« Ahia!» sussurrò a denti stretti, sedendosi e massaggiandosi la schiena.
Amy spalancò gli occhi agitata e si chinò su di lui « Oh no, Hyo-kino! Ti sei fatto tanto male?»
« No… solo un po’…»
Madoka e Ginka osservarono pressocchè divertiti la scena.
La modella, infatti, in presenza del suo ragazzo si comportava in un modo a dir poco infantile, più del solito. Gli stava sempre appiccicata, parlava con un tono parecchio acuto, arrossiva a qualsiasi parolina gentile le rivolgesse.
Troppo simile a una bambina.
« Quei due sono incredibili.» commentò Ginka, con una gocciolina che cadeva dalla fronte.
« Sono perfettamente d’accordo. Ma sono anche carini… non trovi?» rispose la meccanica, guardandolo dritto negli occhi.
Il possessore di Pegasus ricambiò, un poco stranito.
Gli occhi di Madoka erano seri, ma allo stesso tempo divertiti.
Si sentì pizzicare le gote.
Forse per la vicinanza dei loro visi, forse per il modo leggero in cui lei respirava…
Strabuzzò gli occhi, indietreggiando istintivamente di un passo.
Ma, mannaggia! Inciampò “elegantemente” su un sasso e crollò a terra con la grazia di un panda.
Seguito dalla provvidenziale risata di Madoka.
« Sei proprio uno sbadato!» commentò questa, tornando a raccogliere le bacche « Coraggio, rimettiamoci al lavoro!»
Ginka si rialzò lentamente, seguendo l’amica con lo sguardo.
Come mai era arrossito?
Non gli era mai capitato prima…
Scosse la testa, scacciando ogni possibile pensiero.
Probabilmente era stato un caso…
 
In un’altro di questi gruppetti, vi era una ragazza dalla scompigliata capigliatura castana e gli occhi color del cielo: Lya.
I suoi compagni erano rispettivamente Kenta e Kyoya, entrambi intenti a raccogliere legna.
La selvaggia si era dedicata, al contrario, alla ricerca di bacche, e si erano distanziati un momento.
Si aggirava tra i cespugli, osservando attentamente quali frutti fossero nocivi o meno.
Trovandone una rosso fuoco, la staccò e l'annusò. Corrugò un poco la fronte.
« Ma quante bacche velenose ci sono?» sibilò tra i denti, gettandola via e riprendendo la noiosa ricerca.
Si riassestò stizzita la giacchetta blu cobalto.
Aspettate... ho detto giacchetta?
Ah, già.
Perdonate, mi sono dimenticata di precisare che Amy aveva insistito a farle cambiare look, poichè ci teneva che la sua amica non sembrasse del tutto una specie di Mogli.
Ora come ora, era puramente abbigliata da blader.
Indossava una chiara canottiera azzurra, sopra coperta da una corta giacchetta blu cobalto, dello stesso modello di Ginka, ma smunta e stracciata ai bordi. I jean erano dello stesso colore, anch'essi rovinati, mentre i grigi guanti da blader e le scarpe potavano vantarsi di essere le poche cose intatte del suo abbigliamento.
In pratica non aveva rinunciato al suo stile selvaggio.
Scusate, mi sono persa... Torniamo alla storia.
« Bacche di qua, bacche di là... non potevi scegliere qualcos'altro?» sbuffò piano, parlando riferendosi alla sua solare amica modella.
Si volse di qua e di là, quando il suo sguardo venne attirato da un cespuglio verde cupo, molto alto e con dei ciuffi a punta. Si muoveva un poco, come scosso dal vento.
Si avvicinò, pensando che forse lì avrebbe trovato qualcosa di commestibile.
Quando gli fu afianco non vide nulla, perciò tese la mano per frugare e...
« AHIAAAA!!!»
Sussultò, arretrando come una saetta.
Quello che prima aveva creduto un cespuglio si alzò di scatto, rivelandosi un blader dall'ispida capigliatura verde, due occhi di zaffiro e un ringhio stampato sulla faccia: Kyoya Tategami.
« Dico, ma sei matta!?» ruggì questo, mentre una visibile tempia iniziava a pulsargli sulla fronte « Che ti salta in mente di tirarmi i capelli!?»
Lya battè un paio di volte le palpebre, perplessa. E immediatamente scoppiò a ridere.
Si rotolò a terra, tenendosi la pancia con le mani guantate, sporcando d'erba la grigia cintura da blader.
Kyoya la guardò in modo strano, ma subito si rinfervorò « Cosa c'è di così divertente!?»
« Ho scambiato... i tuoi capelli... per un cespuglio!» rispose a scatti la selvaggia, tra una risata e l'altra.
Il "leone" non poteva credere alle sue orecchie.
« Cosa??»
Fortuna volle che, prima di un'altra sfuriata di Kyoya a conseguente danno di Lya, giungesse l'arzillo Kenta, con un mucchio di rami tra le braccia.
« Ciao ragazzi! Come procede?» chiese spontaneo e genuino.
Ammutolì all'occhiata omicida di Kyoya.
La selvaggia si rialzò, riprendendosi dalla satolla risata.
« Lascialo perdere, Kenta.» rassicurò con allegria, alzando le braccia in modo comico « Non gli va giù di essere stato scambiato per un ciuffo d'erba...»
Il "leone" per poco non le saltò addosso in un impeto di rabbia.
« Tu.» sbottò scocciato, minacciandola con un dito « Ascoltami bene: se ci tieni a non essere disintegrata dal mio Leone, ti conviene stare zitta e buona!»
« Oooh, che paura...» fece ironicamente la castana, scoprendo la bocca in un sorriso divertito « La Palma mi sfida...»
« SMETTILA DI DARMI QUESTI NOMIGNOLI IDOTI!!!»
Kenta strabuzzò gli occhi e tirò una manica a Lya « Emh... Credo che dovresti fare come dice lui...»
La selvaggia lo guardò, ma non male come faceva di solito.
A dir la verità, Kenta l'aveva colpita sin dal principio. Era un ragazzino sveglio, ma, soprattutto, tenace.
Era stata questa sua tenacia a sorprenderla, quando l'aveva visto allenarsi a notte fonda per riuscire a superare tutte le trappole di Amy, quando aveva urlato ai quattro venti che, un giorno, anche lui sarebbe stato forte quanto i suoi compagni.
Una tenacia, pensava Lya, superiore persino a quella di Ginka.
Dulcius in fondo, il piccoletto era riuscito ad attirare la sua attenzione lo stesso giorno in cui aveva osato sfidarla.
Tra tutti, era uno dei migliori avversari che aveva mai conosciuto.
Nel gruppo, ormai riteneva degni di tutto il suo rispetto soltanto tre blader: Ginka, Kenta e, strano ma vero, Kyoya.
Anche se con quest'ultimo era difficile tenere una conversazione civile.
« E perchè mai?» chiese con disinvoltura, sorridendogli « Perchè mi perda tutto il divertimento?»
Kyoya la guardò talmente male da poter spaventare una tigre, ma Lya non si scompose. Anzi, si divertì ancora di più.
Odiava ammetterlo, ma quel blader, oltre ad essere maledettamente spavaldo e insopportabile, era soggetto di molte sue attenzioni.
Non capiva come, ma lo trovava allo stesso tempo irritante e interessante.
Ed il fatto che gli interessasse non faceva che accrescere ancor di più l'irritazione.
Lei non voleva, non doveva trovarlo interessante.
Per carità, era un gran bel ragazzo, a dirla tutta simpatico, ma i loro comportamenti troppo simili cozzavano l'uno contro l'altro.
Questione di puro orgoglio.
Vedendo la faccenda dal lato di Kyoya, inoltre, la cosa era reciproca.
Non a caso tra i due era nata una rivalità insaziabile, che andò a sfociare in un alquanto feroce scontro. Con un tragico finale in parità che riuscì ad aumentare ancor più il risentimento dei due blader.
È incredibile come quanto due persone si possano odiare e, allo stesso tempo, trovarsi simpatiche a vicenda.
Il "leone", rimunginando su questi pensieri, si ritrovò a ringhiare « Lo sai di essere veramente, ma veramente irritante!?»
« Tsk! Parla l'ortica!»
« Vuoi morire subito, Lila!?»
La castana gli scagliò un'occhiata perforante.
Odiava, odiava quel soprannome.
E, soprattutto, il modo in cui l'usava lui.
Era stata un'inventiva di Yu, che li aveva chiamati rispettivamente "Lila e Yoyo".
Non c'è bisogno di dire che, evidentemente, non era stata gradita l'idea.
« Se ci tieni TU a non morire, ti conviene stare zitto, Yoyo.» ribatté, quasi in un sussurro.
Kenta li guardava spaesato, spostando meccanicamente la testa da uno all'altra quando parlavano.
Non riusciva a capire come mai quei due, solitamente così apatici e distaccati, si infervorassero tra di loro per delle banalità e delle sciocchezze.
Ogni volta era la stessa solfa: uno attaccava briga, neanche a volerlo, l'altra rispondeva e via dicendo.
Se fosse stato per lui, li avrebbe messi a tacere alla "Madoka", ma, ovviamente, riuscivano ad intimorirlo con un solo sguardo.
In particolare lo stupiva Lya, con cui sentiva di aver legato parecchio. Perché scaldarsi tanto quando si può essere buoni amici?
 
« Broooooooooom!» gridò Yu, aprendo le braccia a mo' di areoplano e correndo avanti e indietro, divertendosi come un matto.
Il vivace possessore di Libra era finito in gruppo con Tsubasa, che si dedicava alla raccolta di rami, e Benkei, l'addetto ai massi.
Quest'ultimo non sapeva bene come fosse finito con quei due. Non era solito a separarsi da Kyoya, soprattutto se nei paraggi c'era la selvaggia.
Ebbene sì, dopo quattro lunghi mesi, la sua gelosia non era ancora sbollita.
Il problema del "toro" era la sua eccessiva possessività. Non gli andava giù quando qualcuno dedicava troppe attenzioni al suo amico, col rischio di rimpiazzarlo anche se solo per pochi secondi.
Peggio ancora se si trattava di una ragazza.
Perchè, nella sua mente -a mio parer- contorta:
Ragazza = Pericolosa attenzione da parte di un maschio = Pericolosissima ed eccessiva attenzione da parte di Kyoya.
Ciò lo metteva in guardia da tutti gli esseri umani di genere femminile che ci provassero col "leone".
« Ehi, Benkei, tutto bene?» lo riscosse Tsubasa, vedendolo fermo sul posto, tentennante.
Il blader in rosso si riscosse « Ah... Sì, sì certo! Eheh...»
L'albino inarcò un sopracciglio.
Dire che quel tipo era strano forse era poco.
Tornò concentrato sul suo lavoro, dimenticandosi dell'esistenza di Hanawa.
Mille pensieri frullavano nella mente del possessore di Eagle.
Il demone non si faceva vedere da un po'. E la cosa non era rassicurante, proprio per niente...
Si chiese cosa stesse tramano l'ipotetica "orda di demoni" di Amy. In fondo, non dovevano designare delle vittime? Come mai non erano tornati?
E se queste vittime fossero state in altre parti del mondo?
Sarebbe stato un bel grattacapo andarle a scovare...
***
 
Parecchio lontano da lì, intanto, un blader albino dagli occhi ambrati scrutava una magnifica radura dall’alto, serio e impassibile.
È inutile che stia a dirvi chi è…
« Ehi, Ryuga…» mormorò incerta una voce dietro di lui.
Il possessore di L-Drago si volse di scatto, scagliando un’occhiata omicida al motociclista, suo sventurato compagno di viaggio.
Quando lo vide impallidire, roteò gli occhi, sbuffando scocciato.
Una zecca. Ecco come lo considerava: una zecca e nient’altro.
Lo assillava sempre di domande, sul suo passato, sulle sue prestazioni da blader, sulla sua vita privata.
Non che avesse molto da dire su quest’ultima…
Solitamente detestava le persone di questo genere. Eppure, riusciva a tollerare Jin più di quanto sperasse.
Certo, all’inizio non era stato per niente facile tenere a freno gli impulsi omicidi. Ma col tempo si era abituato, mitigando la voglia di tirargli un cazzotto sul naso.
Soprattutto quando gli era… successo.
Non capite?
Allora lo dirò chiaro e tondo: un paio di mesi prima era stato preso dal demone.
Aveva aggredito il blu all’improvviso. Questo, invece di sottrarsi alla lotta come si sarebbe aspettato, lo fronteggiò a testa alta, finché non si placò. In seguito lo aiutò -anche se con una mal celata riluttanza- a medicare le ferita.
Da allora, aveva cominciato davvero a sopportarlo.
Come mai?
L’idea che stessero in qualche modo diventando era talmente ridicola che la cacciava immediatamente.
Eppure…
« Ti decidi a parlare o aspettiamo che tornino i dinosauri dal Giurassico!?» sbottò irritato, vedendolo fermo come un baccalà.
Jin si riprese « Ecco… volevo avvisarti che non manca moltissimo alla base. Se hai ancora ancora un po’ di pazienza… al massimo un mese e mezzo, non credo di più.»
Non l’avesse mai detto.
Gli parve di morire sotto lo sguardo del “drago”.
Si fece piccolo piccolo.
Doveva ammetterlo. Quel tipo gli faceva paura. E anche tanta.
All’inizio si era sempre comportato da temerario, rispondendo a tono e rischiando più volte la pelle. Ma poi, col passare del tempo, il carattere scontroso di Ryuga aveva avuto il sopravvento, intimorendolo assai. Non sempre, ma il più delle volte eccome…
« C-cioè… insomma, non è colpa mia!» gridò esasperato.
Ryuga rimase un istante in silenzio, poi inspirò profondamente, riportando lo sguardo sulla piana.
« Oggi ci dividiamo.» disse di punto in bianco « Devo raffreddarmi.»
Jin indietreggiò. Gli pareva che stesse andando a fuoco.
« Va bene! Macchè, benissimo!» si affrettò a dire, con una goccia che gli calava dalla fronte.
 
Mezz’ora dopo, ognuno era sui suoi passi.
Ryuga si sedette ai piedi di un albero, sospirando stancamente.
Alzò il capo verso le fronde rigogliose della pianta, mosse da un leggero e piacevole venticello.
La poca luce che filtrava gli andò ad inondare il volto.
La mente iniziò a vagare nei ricordi.
Flashback
« Se fossi in te non lo farei.»
Ryuga si fermò di nuovo.
« Credo che ci sia qualcosa a cui tieni in grave pericolo.» continuò il motociclista, ghignando « Soprattutto se non accetterai di aiutarci.»
Ryuga spalancò gli occhi.
Cosa intendeva…?
Portò istintivamente una mano al bey.
« No, non mi riferisco ad L-Drago…» puntualizzò Jin, notando la sua reazione.
Assunse un’aria strafottente « Qualcosa di più… cocreto.»
Ryuga non capiva « A che ti riferisci?»
« Non ci arrivi ancora?» un’altra risata « E se ti dicessi che è da un po’ che non la vedi?»
Silenzio.
L’Imperatore Drago era in difficoltà.
Possibile che fosse…?
« Non oserai!» sbottò, quando ebbe realizzato cosa fosse quella “cosa”.
« E perché no? Tecnicamente non dovrebbe importartene niente… O almeno è quello che hai riferito al vecchio e caro Doji, giusto?»
L’espressione apatica dell’Imperatore Drago si mutò in un ringhio « Non ci provare.»
« Non sei tu a dirmi quello che devo fare, ma l’organizzazione.» rispose tranquillamente Jin « A meno che non ti decidi a darci una mano…»
Silenzio.
« Lo so che sei preoccupato, Ryuga.» continuò il blu, sorridendo in modo perverso « Ma non preoccuparti. È comprensibile provare affetto per un parente… sempre che tu non sia ipocrita come dici.»
Una fiamma si accese negli occhi dell’albino.
Come osava!?
Silenzio.
«… Va bene, mi hai convinto.»
Jin sorrise « Sul serio?»
« Ma ti avviso.»
Una strana aura, incredibilmente negativa avvolse l’Imperatore Drago.
Lo guardò in modo terrificante, scoprendo la bocca in un ringhio.
« Se provate solo a sfiorare un capello a mia sorella…» lasciò la frase in sospeso, accompagnando però il silenzio con un gesto della mano, imitando un coltello che taglia la gola.
Jin strabuzzò gli occhi e deglutì.
In che guaio si era andato a cacciare!?
(Fine flashback)
Sospirò ancora.
Come aveva potuto farsi abbindolare in questo modo? Lui, il blader più temuto di tutti i tempi?
Cedere a una minaccia del genere…
In momenti come quelli, sentiva il bisogno di confidarsi con qualcuno.
Ebbene sì, signori miei: sotto l’apparenza da freddo asociale, nel corpo di Ryuga batteva un cuore.
Per la miseria, era pur sempre un umano…
Un altro sospiro.
Perché sospirava così tanto, ultimamente?
Forse perché il passato, quel passato che si era ripromesso di cancellare, tornava ad assillarlo, torturarlo, dannarlo ogni mezzo secondo.
Gli mancava casa sua. La sua famiglia, i suoi amici…
D’un tratto, si schiaffò una mano sulla fronte.
« Dannazione Ryuga, che cazzo ti salta in mente!?» sbottò, picchiandosi con piccoli pugnetti sulla fronte « Torna in te, cretino, sei l’Imperatore Drago, non il primo mollaccione che passa per…»
Si bloccò di colpo. Un’urlo squarciò il silenzio pacato della foresta.
In lontananza si videro volare dei corvi.
Balzò in piedi.
No, non era Jin…
Ma come mai quella voce gli sembrava famigliare?
Si ritrovò a correre a perdifiato, sfrecciando rapido e silenzioso, diretto nel punto dell’urlo.
 
Poco dopo, si trovò sulla stessa altura di prima. E dire che rimase allibito dallo spettacolo che si trovava di fronte forse è poco.
Una ragazza lottava ferocemente con due orsi, a mani nude. Ma capì che in lei c’era qualcosa di innaturale.
Doveva avere all’incirca quindici anni. Aveva una corporatura sottile, ma agile e, a parer suo, attraente. Indossava una larga maglia nera, a spalle scoperte e una minigonna in jeans blu. Calzava un paio di stivali in pelle nera e notò una collana a metà del collo con una croce pendente. I capelli argentati, lunghi fino a metà schiena, e la pelle chiara erano in contrasto con gli occhi, divenuti rosso fiamma.
Furono soprattutto questi a lasciarlo sconcertato.
La sconosciuta atterrò uno degli animali con una facilità e una ferocia sorprendenti, facendolo cadere dal dirupo. Sventurata bestia, al confronto col demone…
Rise sguaiatamente e in modo a dir poco folle. L’altro orso arrestò la sua avanzata.
Ma solo per poco.
Improvvisamente, la ragazza dai capelli argentati iniziò a tossire. Il bel volto si distese e gli occhi mutarono colore, diventando di un bellissimo grigio-azzurro.
Cadde in ginocchio, ansimante.
Non capiva cosa le fosse preso.
L’orso, intuendo che il pericolo era passato, ringhiò, avvicinandosi velocemente.
Lei era a terra, impotente e spaventata. Certo, quando si è vittima di esseri soprannaturali è facile affrontare a mani nude una belva. Ma adesso…
Ryuga agì d’impulso.
Invece di tirare fuori il suo bey -che, a rigor di logica, sarebbe stata la mossa più sicura da fare- si fiondò senza pensare sulla ragazza, abbracciandola con tutto se stesso e sottraendola all’attacco dell’animale.
Ruzzolarono a terra, pericolosamente vicini al dirupo.
L'orso si volse, questa volta puntando sull'Imperatore Drago.
Questo non si fece cogliere impreparato. Spostò con ben poca delicatezza la sconosciuta e rimase fermo, ad aspettare che l'animale lo attaccasse.
L'orso caricò.
Ryuga attese un istante.
Uno...
Era vicino...
Due...
Ancora poco e sarebbe finita...
Tre.
Si scansò velocemente, veloce come un lampo. E, povera bestia, anch'essa cadde nel dirupo.
L'albino guardò di sotto, soddisfatto. Per grazia dei suoi occhi, non vide lo sfracellarsi dell'animale, ma il fatto di averlo preso in giro con un trucchetto da quattro soldi lo divertiva assai.
Ricordandosi della ragazza, si volse per guardarla.
Si era appena rialzata, togliendosi la polvere di dosso.
La squadrò. Oltre al fatto di trovarla davvero carina, gli sembrava incredibilmente famigliare.
« Tutto a posto?» chiese, stupendosi di se stesso.
Che aveva detto?
« Sì... sì, grazie.» rispose l'altra, incrociando il suo sguardo.
Si fissarono per un istante interminabile. Dopo di che, entrambi socchiusero gli occhi.
« Ma... ci conosciamo?» disse la ragazza, che doveva aver avuto la stessa impressione del "drago".
« Io...» fece Ryuga. Poi ricordò.
Gli ritornò in mente la figura di una bambina dalla chioma argentata con una piccoletta castana, che giocavano con un paio di spadine di legno.
Si stupì « ...Kirei?»
L'altra strabuzzò gli occhi.
« ...Ryuga?» domandò, dopo un attimo di esitazione.
Silenzio. Si guardarono perplessi.
« Che... ma sei davvero tu?» continuò l'argentata.
Ryuga si riprese e le si avvicinò.
« ... Certo che sei cambiata, Kirei…» commentò, scrutandola da capo a piedi.
Kirei scrollò le spalle con noncuranza « È da una vita che non ci vediamo. Mi sembra logico che qualcosa sia cambiato...»
Ora tutti vi starete chiedendo "ma chi è questa Kirei"?
Kirei Oniten, blader di eccezionale talento, era -strano ma vero- un'amica d'infanzia di Ryuga.
Si frequentavano sempre, insieme ad altri allegri bambini. Finché uno strano scherzo del destino non decise di separarli.
«... Che ci fai qui?» proseguì tentennante l'albino.
« Mi sono messa in viaggio per rintracciare quel famoso demone, ovvio.» sorrise, guardandolo allegramente « E tu?»
Il ragazzo la scrutò con la sua solita aria apatica, poi si volse « ... Anch'io. Più o meno.»
«... Come sarebbe a dire "più o meno".» fece l'altra, corrucciandosi e piegando la testa da un lato.
Ryuga parve ammazzarla con lo sguardo. Kirei, però, sembrò non farci caso, fisandolo severa.
L'Imperatore Drago notò finalmente una ferita sulla sua nuda spalla. Un taglio superficiale, ma abbastanza lungo da saltare all'occhio.
Si avvicinò senza preavviso, toccandogliela per constatare se fosse fresca del combattimento o risalisse a qualche tempo prima.
Kirei si sentì pizzicare le gote e, inevitabilmente, tirò un micidiale ceffone all'albino, facendogli voltare la testa.
Si ritrasse infuriata, coprendosi le spalle con le mani.
« Ma che fai!? Maniaco!!! Come osi avvicinarti, pervertito che non sei altro!?!?» sbraitò.
Ryuga la guardò parecchio male « Maniaco!? Ma ti sei vista la spalla o cosa!?»
Kirei si bloccò, battendo le palpebre perplessa. Si decise ad abbassare lo sguardo per notare il lungo taglio sulla carne.
Com’era da immaginare, le cadde una goccia dalla fronte.
"Ah... Ecco perché" pensò.
Ryuga sbuffò.
La prese per mano, cogliendola impreparata, e la trascinò via.
« Che fai!? Mollami!» protestò l'argentata.
« Smettila di lamentarti e seguimi, allora.» ribattè il "drago", lasciandola.
Kirei non capì ma lo seguì obbediente.

Per tutto il tragitto non spiccicarono parola. Entrambi non erano tipi particolarmente loquaci ed entrambi amavano perdersi nei propri pensieri. Esattamente com'era successo.
Finalmente, giunsero in quello che sembrava uno spazio adatto a un campeggio.
Come aveva sospettato l'Imperatore Drago, ai piedi di un albero trovarono un ragazzo dai capelli vestito da motociclista, assopito beatamente non molto tempo prima.
Ryuga fece cenno a Kirei di fare silenzio e si avvicinò di soppiatto.
Quando gli fu vicino, scatenò tutta l'ira dalle corde vocali « JIN!!!»
Niente. Il motociclista iniziò a russare, mentre una bolla di moccio si andava a formare dalla narice.
L'albino perse del tutto la pazienza.
Levò un piede e, con la delicatezza di un incudine, lo abbatté sul braccio del blu.
Che, ovviamente, si svegliò gridando di dolore.
« AAAAAAAAAAAH!!!»
Balzò in piedi, serrando il braccio « Dico, ma sei pazzo!?»
« Invece di lamentarti, sturati le orecchie e vedi di non farmi più aspettare.» rispose Ryuga, senza sentimento.
Jin si infuriò ed una tempia prese a pulsargli sulla fronte « Senti un po', tu, maledett...»
Si arrestò di colpo, notando l'argentata dietro di lui.
Rimase a bocca aperta per qualche istante, come se avesse appena scoperto un nuovo mondo, poi sorrise furbescamente « Oh oh! Chi è l'amica qui dietro, eh?»
Kirei lo guardò come se lo trovasse un vero stupido -e, in effetti, era così-.
« Il mio nome è Kirei Oniten.»
« Aaah... Capisco.» fece Jin, iniziando ad atteggiarsi come un playboy « Interessante...»
Si avvicinò al "drago", sussurrandogli nell'orecchio.
« Amico, quando vai a rimorchiare devi avvertirmi, accidenti!»
Bastò una sola, ferocissima occhiata per farlo ammutolire.
« Ma... Immagino che non sia così, vero?» mormorò, intuendo il fastidio dell'albino per quella battuta.
Ryuga sbuffò « Invece di fare osservazioni stupide, dammi dei medicinali e una benda. Bisogna medicarle la spalla.»
Finalmente, il blu si accorse della ferita.
« Ah... Adesso ho capito... Torno subito!» esclamò, correndo chissà dove.
Silenzio.
« Quello è amico tuo?» chiese con una punta di divertimento Kirei.
« Mph, ma fammi il piacere...»
Un secondo dopo, ecco arrivare Jin con una valigetta del pronto-soccorso.
« L'avevo nascosta là dietro.» spiegò al "drago", che lo guardava interrogativo « Per sicurezza...»
L'aprì, estraendo una benda e una pomata.
« Vuoi una mano?» chiese alla ragazza, con un sorrisetto.
Kirei lo ammazzò con lo sguardo, strappandogli in malo modo i farmaci.
« Grazie, ma faccio da sola.» sbottò irritata, iniziando a curarsi.
Jin ridacchiò sotto i baffi, almeno finché non vide la disapprovazione dipinta sul volto del "drago" per quel suo gesto.
Impallidì.
Perché lo guardava peggio del solito?
***
 
Dopo essersi ritrovati per accendere quel dannato falò, la giornata sembrò volare.
Si divertirono tutti un mondo -nonostante i soliti battibecchi- nessuno escluso.
Girovagarono per la boscaglia, arrampicandosi per i pendii, riscoprendo luoghi a dir poco incantati e giocando fra gli alberi.
Quando finalmente tornarono a casa, il tempo passato insieme parve a tutti davvero poco, sebbene si sentissero tutti alquanto stanchi.
Erano le sette di sera. Il sole stava lentamente tramontando, quando Amy si sporse con tutta se stessa alla finestra.
Il vento le agitò i capelli e sorrise beatamente.
O meglio, tristamente.
Quello stesso giorno doveva comunicare una grande notizia ai suoi carissimi compagni, che la faceva sentire fiera e, allo stesso tempo, la riempiva di enorme malinconia.
Ma doveva adempire al suo dovere di “maestra”, o si sarebbe maledetta per tutta la vita.
Sospirò e si calmò come meglio poteva.
« Madoka!» chiamò, decisa.
Subito accorse la meccanica, nonché sua compagna di stanza.
« Dimmi, è successo qualcosa?» chiese, intravedendo una leggera agitazione negli occhi della violacea.
L’amica la guardò, sempre sorridente « Possiamo chiamare tutti in salone?»
La castana si stupì a quella strana richiesta, ma rispose comunque « Ah… va bene…»
« Perfetto!» esclamò la modella, trascinandola allegramente per un braccio « Andiamo.»
Mentre scendevano le scale per il piano inferiore, una musica invase la stanza.
Era il suono di un’orchestra d’archi. Una melodia bellissima, dolce, melanconica, limpida, perfetta.
Quando arrivarono, videro la fonte di quel “rumore”.
Lya aveva acceso lo stereo al volume minimo e ascoltava in silenzio, con la testa appoggiata delicatamente alla parete.
Le amiche osservarono in silenzio. Pareva non essersi accorta di loro, così assorta nei suoi pensieri.
Senza preavviso, estrasse il CD, cambiandolo con un altro.
Selezionò un numero e la musica ripartì, questa volta impetuosa, decisa, travolgente.
Mille sentimenti si andarono a formare nel petto della selvaggia. Inconsapevolmente sorrise, riappoggiandosi al muro.
Amy e Madoka si guardarono curiose.
« Emh… Lya?» mormorò la violacea.
L’interpellata sussultò, quasi franando a terra.
Quando si riprese, si volse come una furia « Che vuoi!?»
« Avrei bisogno di parlarvi.» rispose la modella, ma priva della solita delicatezza che la caratterizzava « Quindi saresti pregata di spegnere questo fracasso.»
Il volto di Lya assunse un’espressione sconvolta, sostituendola con una scintilla di collera « CHE HAI DETTO!?!?»
Le presenti ammutolirono.
La selvaggia si avvicinò minacciosa, con un ringhio stampato in faccia.
« Non. Osare. Insultare. Il. Vivaldi.» scandì malignamente.
Amy indietreggiò « O-Okey! Scusa, non era mia intenzione…»
Vi fu un istante di silenzio, dopo di che Lya si calmò.
« E va bene. Andiamo a chiamare gli altri.» disse, spegnendo la musica e allontanandosi con le mani in tasca.
 
« COOOOOSA!?!?!?» fu il grido generale.
La violacea sospirò.
Aveva appena comunicato che il loro addestramento era finito e che sarebbero dovuti partire per le diverse parti del mondo, al fine di rintracciare qualche demone.
Hyoma la circondò col braccio, come a consolarla. Sapeva benissimo che si sentiva male e che non avrebbe voluto lasciarli.
« Ma… ma è assurdo!» protestò Ginka « Così, di punto in bianco?»
« Ginka, non infierire…» lo ammonì il possessore di Aries.
« E quando partiremmo?» domandò Tsubasa, incrociando le braccia.
La modella sospiò « Tra un paio di giorni al massimo.»
Improvvisamente si illuminò « Ma prima vorrei organizzare un concerto d’addio!»
I presenti la guardarono perplessi.
Sapevano tutti che Amy era brava in tutto. Era persino un’eccellente ballerina.
Ma il canto… anche quello?
« Ovviamente io penserò all’organizzazione, e magari accompagnerò Lya!»
La selvaggia sgranò gli occhi « Cosa!?!?»
 
 
 
 
 
Angolino dell’autrice
 
*Arriva una ragazza sullo skate*
KONNIKIWAAAAAAAA!!! ^O^
*il terreno trema e tutti si tappano le orecchie*
Io: …ho urlato davvero così forte? O__O
Kyoya: secondo te? -_-
Io: …dicevamo…
Salve!
Lo so, ci ho messo un po’ a scrivere… ma ormai sapete tutti che sono un caso disperato…
Tutti: già u_u
Spero vi sia piaciuto… anche se l’ultima parte l’ho scritta un po’ alla cavolo -_-
Infatti è uno schifo, me ne rendo conto -___-“ non trucidatemi, vi prego T___T
Perfetto… ora vado :D
Tutti: FESTAAAAA!!!
Io: posso partecipare?
Tutti: …No.
Io: O^O
Vabbuò, sparisco subito dalla vostra vista…
Harigato ^o^
Kya
p.s.: eccovi un’immagine della “Regina dei demoni”, di cui apprenderemo in seguito il nome ^-^ (ho deciso di mettere anche i demoni, sì u_u)
p.p.s.: se volete posso mettere anche un’immagine del vostro oc… in questo caso potreste darmela, se riuscite? :)
Vabbè, ora l’immagine u_u
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