Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Beauty    15/02/2013    11 recensioni
Rumpelstiltskin è il dio dei morti, Belle è la figlia del dio delle messi, dolce, bella e spensierata. Rumpelstiltskin sa che non accetterebbe mai di divenire la sua sposa, così decide di rapirla...costretta a vivere in sua sola compagnia in un mondo di oscurità, come si evolveranno i sentimenti di Belle nei confronti del signore delle tenebre?
Storia ispirata al mito greco di Ade e Persefone.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Belle seguì Henry fino alle porte dell’Olimpo in silenzio, rimanendo indietro a tre passi di distanza da lui, lasciando che fosse il messaggero degli dei a guidarla. Non perché fosse impaurita o si sentisse insicura; anzi, non ricordava di essere mai stata più decisa e risoluta come in quel momento. Ma aveva bisogno di riflettere, di prendere tempo e di cercare le parole adatte. Ciò che aveva in mente di fare era completamente nuovo e inaspettato perfino per lei stessa, era meglio calcolare ogni eventuale reazione da parte degli altri dei in precedenza. Doveva essere preparata anche al peggio e lottare con le unghie e con i denti, se si fosse rivelato necessario.
Più si ripeteva nella mente queste parole, più sentiva il coraggio crescere nel suo cuore. Non si era mai sentita così forte, eppure in quel momento le pareva quasi di essere in grado di sconfiggere gli stessi Titani, se l’avesse voluto.
Una volta mi hai detto che nessuno decide del tuo destino, tranne te stessa. Avevi ragione. Sei padrona delle tue azioni. Scegli tu.
Era lei che decideva, lei e nessun altro. Non era più Belle, la figlia del dio delle messi. Non era più una bella bambolina ammirata da tutti, meravigliosa ma fragile, che andava tenuta custodita e segregata gelosamente. No, quella non era più lei. Non lo era mai stata. Lei era Belle, la Belle che aveva vissuto per sei mesi nell’Ade, la Belle che era riuscita a far innamorare di sé il dio dei morti.
Lei non era delicata e fragile. Lei era forte e indipendente. E stavolta avrebbe ottenuto ciò che voleva, ad ogni costo.
Quando le porte del grande salone del castello si aprirono, Belle avvertì una lieve paura crescere nel suo cuore, ma subito la soffocò. Non doveva cedere, non ora. Il fatto che lei si sentisse forte valeva ben poco, se non era in grado di dimostrarlo. Ora anche suo padre e gli altri dei ne avrebbero avuto la prova. Perché, per la prima volta in vita sua, aveva qualcosa – o qualcuno – per cui lottare.
Belle non fece in tempo a muovere un passo all’interno del salone che Ruby le corse incontro, gettandole le braccia al collo e abbracciandola con tanto vigore da lasciarla senza fiato.
- Sei tornata!- esclamò la dea della caccia, stringendola a sé. - Temevamo che non ti avremmo rivista mai più…
- Un timore infondato, come vedi - Belle sorrise, sciogliendosi dall’abbraccio dell’amica, ma tenendole le mani fra le sue.- Sono qui, ora.
- E non sai come sono contenta!- disse Ruby. - Sai, ci sono stati diversi problemi, da quando te ne sei andata…Per fortuna stai bene. Rumpelstiltskin ti ha fatto del male?
- No…- mormorò Belle, con un piccolo sorriso.- No, Ruby. Non mi ha fatto del male, né mai me ne farebbe. E’ l’uomo più buono e dolce che io abbia mai conosciuto…
- Ma…- provò a obiettare Ruby, incuriosita, ma un rumore di passi in corsa alle sue spalle la interruppe. La dea della caccia si scansò appena in tempo prima che Maurice raggiungesse sua figlia e l’abbracciasse con calore.
- Belle!- fece il dio delle messi, con le lacrime agli occhi, stringendo a sé la ragazza.- Belle! Tesoro mio, non sai quanto sono felice di rivederti sana e salva!
- Anch’io sono felice di rivedervi, padre - sussurrò Belle, sciogliendosi dall’abbraccio paterno. Maurice si asciugò brevemente le lacrime e le rivolse un piccolo sorriso, ma subito si fece serio. La prese per le spalle, guardandola negli occhi.
- Stai bene?- chiese, preoccupato.
- Sì, padre. Sto bene.
- Quella bestia non ti ha fatto del male, vero? Quel mostro non ti ha…violata?- Maurice parve compiere uno sforzo immenso nel pronunciare quest’ultima parola. Belle si rabbuiò, indietreggiando di un passo e liberandosi dalla presa paterna.
- No, padre. Lui non mi ha mai fatto del male, e la mia purezza è intatta. E da questo momento in avanti vi sarei grata se ricordaste che Rumpelstiltskin non è né un mostro né una bestia. Non chiamatelo mai più in questo modo in mia presenza.
Il dio delle messi rimase interdetto.
- Belle…- boccheggiò.- Belle, ma che ti prende? Che stai dicendo?- Maurice abbassò lo sguardo su sua figlia. Prese con furia un lembo del mantello nero fra le mani. - Dove hai preso questo?
Belle si corrucciò ancora di più, divincolandosi. Far accettare la realtà a suo padre sarebbe stato molto difficile, ma aveva tempo, per quello. Ora, doveva discutere di un’altra questione.
- Padre, che state facendo?- sibilò, avvicinando il proprio volto a quello del dio delle messi.- Henry mi ha detto…Ho visto…ho visto com’è ridotta la terra dei mortali - concluse semplicemente, certa che suo padre avrebbe compreso immediatamente. Il riflesso nello specchio di Rumpelstiltskin le aveva dato un amaro assaggio di ciò che era accaduto dal giorno del suo rapimento, ma lo spettacolo a cui aveva assistito quando era ritornata sulla terra era stato ancora più terribile. I corsi d’acqua erano prosciugati o ghiacciati, i campi coltivati avevano smesso di dare i loro frutti, sugli alberi non crescevano più foglie o fiori e i mortali stavano morendo per la fame o combattendo fra di loro per un po’ di cibo. Era terribile.- Che sta succedendo, padre? Perché avete smesso di occuparvi della terra?
Maurice chinò il capo con aria mesta.
- Mi dispiace, Belle - sussurrò.- So che non avrei dovuto abbandonare i miei doveri, ma…Ti prego, cerca di capirmi. Sei la mia unica figlia, ti voglio bene e non sopportavo l’idea di averti persa. Il dio dei morti ti ha portata via da me, e da allora io non sono più riuscito a…- il dio delle messi esitò, cercando le parole adatte.- Ero disperato, Belle. Credevo che non ti avrei rivista mai più, per questo non ho più avuto la forza di curarmi della terra dei mortali - Maurice s’interruppe, guardandola negli occhi. Accennò un debole sorriso.- Ma adesso che sei qui, Belle, tutto tornerà come prima…
Tutto tornerà come prima, Belle ripeté mentalmente. Tutto sarebbe tornato come una volta, ed era certa che suo padre non si stesse riferendo solo alla terra dei mortali. Sarebbe stata di nuovo condannata a una vita di prigionia. Dopo ciò che era successo, suo padre avrebbe certamente esasperato la sua mania di controllo. Sarebbe stato in grado di tenerla chiusa nella sua stanza per sempre, pur di non correre il rischio che lei venisse di nuovo rapita. Non le avrebbe mai concesso di tornare nell’Ade. Non le avrebbe mai più permesso di rivedere…
James si schiarì la voce all’improvviso, attirando l’attenzione di tutti i presenti. Il re degli dei si alzò in piedi con aria solenne, scendendo i gradini che conducevano dal suo trono sino al centro del salone.
- Siamo felici di riaverti con noi, Belle - sorrise.
- Grazie, mio signore.
- Ci sono stati diversi problemi, dalla tua partenza. Ma credo che ora tutto si risolverà per il meglio.
- Oh no, James! Niente affatto!- protestò Maurice.- Io potrò anche tornare a occuparmi della terra dei mortali, ma non ho nessuna intenzione di dimenticare ciò che è accaduto!- ringhiò.- Il dio dei morti non può passarla liscia, dopo ciò che ha fatto!
- Amico mio, Rumpelstiltskin ha compiuto uno sbaglio, ma…- tentò di obiettare James.
- Uno sbaglio?!- abbaiò Maurice.- Uno sbaglio?! Ha rapito mia figlia!
- Sì, è vero, ma ora Belle è qui e sta bene, non vedo il motivo di…
- Non importa! Deve essere punito! Rumpelstiltskin deve pagare per ciò che ha fatto!
- No!
Ruby si voltò all’unisono insieme a tutti i presenti, perplessa. Belle teneva i pugni stretti lungo i fianchi, e la dea della caccia vide negli occhi dell’amica una decisione e una forza che non aveva mai scorto prima di allora.
- No - ripeté la ragazza, con fermezza.- No, Rumpelstiltskin non riceverà alcuna punizione, non finché potrò fare qualcosa per impedirlo.
James sbatté le palpebre, sconcertato; Snow si portò una mano alla bocca, Emma e Graham si scambiarono un’occhiata, mentre Archie si massaggiò il mento. August, Ella e Nova iniziarono a parlottare sottovoce.
- Beh, la cosa si fa interessante…- ridacchiò Victor.
Regina, leggermente nascosta rispetto a tutti gli altri, sorrise.
- Belle, ma che stai dicendo? Che ti prende?- boccheggiò Maurice.- Belle, lui ti ha rapita!
- E’ vero. Ma l’ha fatto per amore, non per farmi del male - Belle avanzò di qualche passo al centro del salone.- Rumpelstiltskin mi ha tenuta prigioniera per tutto questo tempo nell’Ade solo perché io acconsentissi a divenire la sua sposa - dichiarò.
- E…tu hai accettato?- mormorò Ruby, mordendosi il labbro inferiore.
Belle si voltò a guardare l’amica; sospirò, chinando il capo.
- No…- soffiò.- Ma non voglio comunque che venga punito per ciò che ha fatto - ripeté ad alta voce. - Il dio dei morti ha fatto tutto ciò solo perché è innamorato di me. Non ha mai alzato un dito su di me, né ha mai cercato di costringermi a fare ciò che non volevo. Se sono tornata, non è perché lui mi ha liberata o perché sono fuggita. Io ho scelto di tornare.
La sala dell’Olimpo, solitamente chiassosa, era ora immersa nel silenzio più assoluto. Belle sentiva addosso lo sguardo di tutti i presenti, in particolare quello sconcertato della sua amica Ruby e quello sconvolto di suo padre. Prese un lungo e profondo respiro, cercando il coraggio necessario per continuare.
- Io non ho accettato la proposta di matrimonio di Rumpelstiltskin, ma ciò non significa che io voglia che soffra più di quanto non abbia già fatto a causa del mio rifiuto. Il dio dei morti è sempre stato buono e gentile, con me. E’ l’uomo più meraviglioso che io abbia incontrato in tutta la mia vita.
Ruby sbatté le palpebre, ritornando in sé. Fece un piccolo sorriso; lei aveva sempre categoricamente rifiutato di legarsi a un uomo, dio o mortale che fosse, ma ciò non significava che non fosse in grado di riconoscere il Vero Amore.
- Tu…tu…- Maurice boccheggiò, non ancora del tutto ripresosi dalle parole e dalla nuova grinta di sua figlia.- Belle, tu non stai bene!- concluse con disperazione.- Belle, io non so cosa ti abbia fatto quel…quel…quell’essere, ma tu ora stai delirando! Non sei in te, Belle! Per favore, ora vieni qui. Hai solo bisogno di un po’ di riposo, e forse Victor può consigliarti qualcosa. Vieni, torniamo a casa. Vedrai che domani, dopo una nottata di sonno, tutto ti sembrerà più chiaro. Presto tutto tornerà come prima…Ti prego, torna a casa con me, e sarà come se tutto ciò non fosse mai accaduto…
Il dio delle messi tentò di afferrarla per un braccio e trascinarla via, ma Belle si liberò dalla sua presa, indietreggiando.
- No, padre. Io non sto delirando. Non sono mai stata così lucida in tutta la mia vita. E non ho nessuna intenzione di lasciare che le cose tornino come prima.
Belle rivolse un’ultima occhiata a suo padre, quindi mosse ancora qualche passo verso il centro del salone.
- Avete visto tutti quanti cos’è accaduto, durante la mia assenza - disse.- La mia presenza qui è importante, perché senza di me mio padre non sarebbe in grado di compiere il suo dovere, e la terra morirebbe. Se io me ne andassi, presto non esisterebbe più niente. Ed è per questo che ora dovete ascoltarmi.
Ruby incrociò le braccia al petto, sorridendo e inarcando un sopracciglio, piacevolmente sorpresa e ammirata. Belle si stava finalmente facendo valere.
- Se la terra muore, anche voi ne pagherete il prezzo. Non ci sarà più nessuno a rendervi onore e a sacrificarvi giumente, nessuno che vi porgerà i tributi o vi innalzerà delle preghiere. Dunque, se non volete che io me ne vada per sempre, lasciando che tutto questo accada, ecco le mie condizioni - Belle prese un altro respiro, prima di continuare:- Vi propongo un accordo. Resterò qui per tutto il tempo necessario affinché l’umanità si riprenda da questi sei mesi di sciagura che l’hanno colpita. Altri sei mesi saranno più che sufficienti…- Belle cercò lo sguardo di Ruby, trovandovi approvazione; quindi si decise a proseguire.- Durante questi sei mesi, pretendo che mi sia lasciata completa libertà. Non voglio più sottostare agli ordini di nessuno, né essere rinchiusa nella mia stanza come un uccello in gabbia. Lavorerò a fianco di mio padre e degli altri dei, aiutando la terra a rifiorire. Allo scadere dei sei mesi…deciderò il da farsi. Se restare ancora qui…oppure tornare nell’Ade.
- No!- esclamò Maurice.- No, non puoi farlo! Belle, non puoi farmi questo!
- Certo che posso farlo, padre. Decido io del mio destino.
- Te lo proibisco!- ringhiò il dio delle messi.
- A me sembra una proposta più che ragionevole!- s’intromise Ruby, raggiungendo l’amica al centro del salone e circondandole le spalle con un braccio.- Belle è tua figlia, Maurice, e sarebbe perfettamente in grado di aiutare a ristabilire l’ordine delle cose. Sì, forse è un po’ inesperta, ma i primi tempi potrei aiutarla io - la dea della caccia si volse verso Belle, facendole l’occhiolino.- Sono la dea della caccia, me ne intendo di queste cose. Con me al suo fianco, Belle imparerà in fretta e presto sarà in grado di cavarsela da sola…
- No! Assolutamente no! James, ti prego, fa’ qualcosa…
- Oh, per l’amor del Tartaro, Maurice!- sbottò inaspettatamente Regina.
Belle e Ruby sgranarono gli occhi nel vedere la dea della discordia alzarsi dal proprio trono e raggiungerle al centro del salone. Regina sogghignò, affiancandosi alla figlia del dio delle messi.
- Maurice, non pensi che sia il caso di smetterla, con tutte queste paranoie?- chiese ironicamente.- Sono anni che torturi questa poveretta e tutti noi con le tue ansie ingiustificate. Non credi che sia venuto il momento di lasciarla camminare con le sue gambe?
- Zitta!- tuonò il dio delle messi.- Zitta! Tu non t’impicciare! Questi sono affari di famiglia!
- I tuoi cosiddetti affari di famiglia sono stati di dominio pubblico per secoli, hanno mandato in malora la terra dei mortali per sei mesi, fatto smuovere anche la Chimera perché la tua cara figlioletta è stata chiesta in moglie in modo poco ortodosso e fatto diminuire i tributi a tutti noi a causa di questa maledetta carestia che tu hai causato, quindi credo di avere il diritto di impicciarmi quanto mi pare e piace!- replicò Regina, esasperata.- Tua figlia, Maurice, ha finalmente trovato il coraggio di risponderti per le rime, e questa mi pare una motivazione più che sufficiente per prendere le sue parti! Senza contare che il suo accordo è ragionevole e il suo ragionamento sensato. Ha sale in zucca, questa ragazzina…- sogghignò la dea della discordia, scoccando un’occhiata complice a una perplessa Belle.- Tanto vale che guardi in faccia alla realtà, mio caro. Tua figlia non ne può più del tuo continuo ronzarle intorno e, a meno che io non abbia preso un colossale abbaglio – cosa di cui dubito fortemente –, quello che tu chiami mostro e bestia ha avuto il merito di far battere il cuoricino alla fanciulla qui presente. La verità fa male, vero?- ridacchiò Regina, notando l’espressione sconvolta del dio delle messi.
Belle boccheggiava; l’aiuto da parte di Ruby era stato inaspettato ma gradito, e non troppo strano dal momento che si trattava di un’amica. Ma, per Crono, Regina! La dea della discordia non era esattamente considerata un tipo amabile e disponibile nell’aiutare il prossimo…perché la stava difendendo?
Regina parve non accorgersi del suo sconcerto, e si volse a parlare a tutti i presenti.
- Io dico di accettare le condizioni di Belle. Dopo il disastro che ha combinato Maurice, una mano in più per ristabilire l’ordine non farà altro che del bene. La terra riacquisterà il proprio vigore, noi riprenderemo ad essere venerati e tributati e la ragazza avrà la sua tanto agognata libertà…- Regina inarcò un sopracciglio, scoccando un’altra occhiata a Belle.- E, se allo scadere della data prevista la nostra eroina deciderà di tornare nell’Ade, può darsi che anche il caro Rumpelstiltskin benefici di questa nuova situazione…- Regina ritornò improvvisamente seria, voltandosi nuovamente e piantandosi le mani sui fianchi.- E ora, se non ti dispiace, James - disse, rivolta al re degli dei.- Ti pregherei di dare a noi tutti la dimostrazione che non sei del tutto inutile e vali almeno il nome che porti, e accettare la proposta di Belle.
James inspirò a fondo, ignorando la stoccata; era abituato alle frecciate di Regina. Chiuse brevemente gli occhi, quindi li riaprì, risoluto.
- Molto bene, allora. Accetto l’accordo.
Ruby lanciò un gridolino di felicità, abbracciando Belle. La ragazza sorrise, mentre tutti applaudivano tiepidamente. Belle guardò suo padre; Maurice chinò il capo, rassegnandosi al fatto compiuto. Sarebbe stato arrabbiato e forse anche un po’ deluso, pensò la ragazza, ma presto si sarebbe ripreso e ricreduto sul suo conto. Stava a lei dimostrargli quanto valeva.
Belle si sciolse dall’abbraccio di Ruby, volgendo il capo alla ricerca di Regina, ma la dea della discordia era già uscita dal salone, senza dire una parola.
- Perché pensi che l’abbia fatto?- mormorò Belle, rivolta a Ruby.
- Non ne ho la più pallida idea, ma se non altro per una volta quell’uccellaccio del malaugurio si è resa utile!- esclamò la dea della caccia, radiosa. Ruby prese Belle per le spalle, costringendola a guardarla negli occhi.- Ma ora, voglio che tu risponda alla prima domanda del mio lunghissimo elenco - ammiccò.- Quando eri nell’Ade, che cos’hai mangiato? Pane e grinta?
 

***

 
Regina sorrise, soddisfatta di se stessa. Ancora una volta, aveva ottenuto ciò che voleva.
Il suo piano le aveva fruttato abbastanza divertimento, quanto le bastava per sopprimere la noia, divenuta estremamente pesante negli ultimi tempi. Ma ora era venuto il momento di smetterla.
Si era fatta parecchie risate, ma ora era il momento di tornare seri. Ciò che aveva combinato Maurice era grave, abbastanza grave perché i mortali smettessero di venerare gli dei e dedicare loro sacrifici. La nuova condizione della terra sarebbe stata la migliore per il suo lavoro, ma tutto aveva bisogno di un equilibrio. Se le cose fossero continuate in quel modo, presto non ci sarebbe più stata nessuna stirpe umana fra cui seminare discordia. Belle avrebbe trascorso sulla terra il tempo necessario perché questa si risanasse, dopodiché tutto sarebbe tornato come prima.
E, se la ragazzina avesse deciso di tornare dal dio dei morti, tanto meglio. Rumpelstiltskin si era alquanto calmato, da quando era innamorato di Belle. Se la giovane fosse tornata, lui avrebbe avuto più tempo da dedicare alla sua sposa e meno per intralciare lei.
Regina sorrise. L’aveva sempre creduto: essere la dea della discordia aveva i suoi lati negativi…ma anche i suoi vantaggi.
 

***

 
Lentamente, la terra dei mortali riprese a rifiorire. Sugli alberi spuntarono nuove foglie e la terra diede nuovi frutti. Le acque dei laghi e dei ruscelli ripresero a scorrere, e gli animali ritornarono nelle loro abitazioni. Il sole tornò a scaldare i campi, dando dei prosperi raccolti.
James mantenne la sua promessa e, nonostante le deboli proteste di Maurice si fossero trascinate ancora per qualche tempo prima di morire del tutto, permise a Belle di partecipare attivamente all’opera di risanamento della terra.
All’inizio, Belle era inesperta e impacciata, e più volte si appoggiò all’esperienza di Ruby per poter imparare cosa fare; con il tempo, tuttavia, la giovane acquistò dimestichezza con le proprie capacità e prese a condurre il proprio lavoro da sola, dando a tutti la prova di essere la degna figlia del dio delle messi. Tuttavia, lei e la dea della caccia furono parecchio restie a stare lontana l’una dall’altra; durante la sua permanenza nell’Ade, Belle aveva sentito in particolar modo la mancanza della sua amica, senza contare che Ruby non era mai a corto di domande. I primi tempi, la dea della caccia non fece altro che perseguitare la sua amica con mille e mille interrogativi: com’era l’Oltretomba? Come erano fatte le anime dei mortali? Aveva incontrato Cerbero e il traghettatore?
Ma più di tutto il resto, Ruby era ansiosa di sapere qualcosa riguardo al dio dei morti: come aveva fatto Rumpelstiltskin a rapirla? Come l’aveva trattata, quando lei era nel suo regno? Gliel’aveva dato lui quel mantello da cui mai Belle si separava? Come le aveva chiesto di sposarlo? Quante volte? E lei che aveva risposto? Cosa si erano detti, cos’avevano fatto loro due in tutto quel tempo? Perché Rumpelstiltskin aveva deciso di lasciarla andare? E a Belle lui mancava oppure no?
Belle chinava il capo e si mordicchiava il labbro inferiore, rispondendo sempre o quasi a monosillabi, evasiva; così, dopo un paio di volte che questa scena si verificava, Ruby aveva compreso che la sua amica non aveva voglia di parlare dei suoi trascorsi con il dio dei morti, e aveva smesso di porle domande di alcun genere.
Tuttavia, esse rimanevano nell’animo di Belle.
La ragazza aveva previsto che quei sei mesi sarebbero stati sufficienti non solo per riparare il disastro che aveva causato suo padre, ma anche per riflettere con calma e attenzione su ciò che intendeva fare allo scadere del tempo stabilito. Si era sbagliata; o meglio, la sua coscienza aveva fatto in modo che lei si sbagliasse. Ogni volta che il pensiero dell’Ade o del suo signore si affacciava nella sua mente, Belle lo scacciava via immediatamente, sentendo una grande paura crescerle nel cuore.
La verità era che si sentiva tremendamente confusa.
Durante la sua permanenza nell’Ade, aveva spesso sognato il giorno in cui sarebbe ritornata sulla terra. Aveva creduto che si sarebbe sentita felice ed euforica; invece, quando Henry era sceso nell’Oltretomba per prelevarla, aveva avvertito dentro di sé qualcosa di molto simile alla disperazione. Belle non riusciva a togliersi dalla mente la luce negli occhi di Rumpelstiltskin in quel momento. Era qualcosa di…straziante. Sapeva che il dio dei morti era innamorato di lei, e che la loro separazione lo avrebbe certamente lasciato nella disperazione, ma nonostante l’avesse rapita e tenuta prigioniera per ben sei mesi non riusciva a non soffrire per il dolore che gli aveva inferto.
In fondo, Rumpelstiltskin era stato l’unico, in tutta la sua vita, a trattarla come una persona, e non come una bambola. Anche se era sua prigioniera, aveva fatto di tutto perché lei non si sentisse come tale. Ogni sua parola, ogni suo gesto lasciava intendere quanto lui la volesse al suo fianco, come sua regina. Come sua moglie. E, alla fine, l’aveva lasciata andare. Senza darle ordini o cercare di trattenerla.
Rumpelstiltskin aveva lasciato decidere a lei cosa fare, se tornare a casa o restare con lui. Era la prima volta che qualcuno lasciava che fosse lei a scegliere, e proprio in quella prima volta Belle aveva compiuto una delle scelte più difficili della sua vita.
Solo ora si rendeva conto di quanto non avrebbe mai voluto lasciare Rumpelstiltskin. Belle non sapeva dire se ciò che provava per lui fosse amore – non si era mai innamorata di nessuno, prima d’allora –, ma certo era che, come ricordava, ogni volta che lui le dichiarava il suo amore e le chiedeva di sposarlo, lei rifiutava…domandandosi immediatamente, appena il dio dei morti se n’era andato, se fosse davvero giusto continuare a respingerlo.
E ora che aveva la sua tanto desiderata libertà ed era tornata a casa, ora che aveva avuto la sua rivincita su suo padre, ora che avrebbe dovuto odiare Rumpelstiltskin con tutta se stessa, non riusciva a smettere di pensare a lui. Così come non riusciva a gettare via quel mantello che le aveva donato per proteggersi dal freddo.
Belle aveva creduto che il gelo che aveva patito durante tutti quei sei mesi fosse dovuto al fatto che si trovava nell’Oltretomba, e che ritornando a casa avrebbe smesso di soffrirne. Invece, continuava ad avere freddo. E il mantello non era mai sufficiente per riscaldarla.
Era immorale. Amare il dio dei morti, colui che l’aveva rapita…Non aveva senso. Eppure, Belle si era a poco a poco abituata a considerare l’Ade come la sua casa. In fondo, a parte i primi tempi di rabbia e disperazione, era sempre stata felice in quel luogo. L’oscurità non la spaventava più.
E il dio dei morti avrebbe dato cuore e anima, per lei.
Belle guardò il suo mantello. Ricordò che, in tutti quei mesi, l’unico momento in cui non aveva sentito freddo era stata la sua ultima notte nell’Ade. Fra le braccia di Rumpelstiltskin.
 

***

 
- Tuo padre andrà fuori di testa.
- Lo so. Pensi che si ripeterà quanto è successo?
- Naturalmente sì. Ma i mortali si adattano in fretta ai cambiamenti, e poi noi ora siamo preparati, sappiamo come far fronte a tutto ciò. Sei mesi di prosperità e sei di carestia sono un giusto tempo.
- Va bene, allora.
- L’importante, ora, è che tu sia convinta, Belle.
Belle sollevò lo sguardo su Ruby. Aveva scelto di comunicare per prima la sua decisione alla sua amica, certa che avrebbe compreso. E infatti, Ruby aveva capito perfettamente. Belle chinò il capo, torcendosi nervosamente le mani. Aveva preso la sua decisione, ma in cuor suo era preoccupata.
- Dunque, hai deciso?- incalzò Ruby.
- Sì…anche se…- Belle esitò, giocherellando con una ciocca di capelli.- Non lo so, Ruby…
La dea della caccia sorrise, e la strinse in un caloroso abbraccio.
- Ehi, va tutto bene…- sussurrò.- Non c’è niente di male. Sei innamorata, tutto qui.
- Sì, ma…- Belle la guardò negli occhi.- Ho paura, Ruby. Me ne sono andata da sei mesi, ormai. E in tutto questo tempo, lui non mi ha mai cercata…- la sua voce tremò.- Ho paura che pensi che io lo odi…ho paura che si sia dimenticato di me, Ruby…
- Questo non è possibile - dichiarò la dea della caccia.- Rumpelstiltskin non si è limitato a chiedere la tua mano. Ti ha portata con sé e ha cercato di farti innamorare di lui in ogni modo, ma ha voluto che fossi tu a scegliere di stare con lui oppure no. Un amore così non si dimentica in soli sei mesi.
- E se non mi volesse più?- insistette Belle.- L’ho ferito, Ruby! Me ne sono andata via e non l’ho più cercato. L’ho ferito!- ripeté.
Ruby sorrise, e la strinse in un altro abbraccio.
- Sta a te curare la ferita, allora.
 

***

 
Belle si sistemò meglio il mantello sulle spalle, cercando di sostenere lo sguardo di suo padre senza vacillare, ma in cuor suo si sentiva come se stesse per svenire. Debole, fragile e inerme.
- Sei sicura di ciò che stai facendo, Belle?- domandò suo padre.- Non devi sentirti costretta a farlo. Non gli devi nulla, né sei ancora legata a lui. Ricorda che è il dio dei morti, Belle. Se vuoi sposarti, posso sempre cercare qualcuno che sia disposto a…
- Padre - lo interruppe Belle, stanca di quei tentativi di farla ricredere che si trascinavano da giorni, ormai.- Padre, ho preso la mia decisione. E’ questo ciò che voglio.
Maurice annuì mestamente. La ragazza gli si avvicinò, abbracciandolo.
- Non siate troppo duro con i mortali…- sussurrò.- Loro non hanno colpa…
- La tristezza sarà immensa, Belle. Ma ci proverò - il dio delle messi fece un debole e incerto sorriso, che si estinse immediatamente. Belle ricambiò il sorriso, volgendosi verso Ruby.
La dea della caccia non esitò neppure un attimo, e le gettò le braccia al collo.
- Mi mancherai, Belle - disse, senza sciogliersi dall’abbraccio.
- Anche tu. Ma potresti venire a trovarmi, qualche volta - la ragazza la guardò negli occhi.- Sono sicura che a Rumpelstiltskin non dispiacerà…
Ruby fece una smorfia, roteando gli occhi.
- Mi ci vorrà un po’ di tempo per abituarmi al freddo e al buio, ma verrò molto volentieri - tornò a sorriderle.- E comunque, buona fortuna.
- Grazie. Ci vediamo fra sei mesi!- salutò, prima di voltarsi e varcare le soglie dell’Ade.
Ruby non distolse lo sguardo finché le porte dell’Oltretomba non si furono chiuse, e Belle non fu scomparsa al di là di esse. Maurice avvertì la terra iniziare ad appassire tutt’intorno, ma si fece forza per amore di sua figlia, ormai divenuta adulta.
 

***

 
Belle aveva una strana sensazione. Era come se tutto là dentro la stesse…aspettando. Non appena aveva varcato le soglie dell’Ade aveva udito chiaramente i lamenti delle anime estinguersi; le poche candele accese per illuminare l’ambiente parevano brillare più intensamente. Perfino lo sguardo del traghettatore le era apparso meno truce.
Belle porse una dracma d’argento a Grumpy.
- Portatemi all’altra sponda dello Stige!- ordinò, salendo sulla barca.- Agli alloggi del vostro signore.
Il traghettatore prese la dracma e se la mise in tasca; era la sua signora, lei, lo sapeva, ma la sua avidità non aveva confini.
- Come desiderate, signora.
Grumpy iniziò a remare, smuovendo lentamente le acque del fiume infernale. Belle si sedette sulla barca, stringendosi nel mantello. Come previsto, il freddo era aumentato. La ragazza si costrinse a mantenere la calma e ad attendere che la traversata terminasse, ma le pareva che il traghettatore remasse con una lentezza esasperante. I lamenti e i gemiti delle anime erano ricominciati, ma lei non ne aveva più paura come una volta. Era altro, ciò che la spaventava in quel momento.
Belle scese velocemente dalla barca non appena Grumpy attraccò alla riva opposta. Si trattenne a stento dal correre; l’Oltretomba era immensa, ma lei sapeva esattamente dove avrebbe trovato Rumpelstiltskin.
Belle aprì piano la porta della sala circolare, la stessa in cui lei e il dio dei morti avevano trascorso tanti momenti insieme, la stessa in cui lui l’aveva guardata per tanti anni dal suo specchio. La ragazza lo vide anche se lui le dava le spalle.
Rumpelstiltskin era seduto sulla poltrona in pelle nera, immobile. Certamente l’aveva sentita entrare, ma non si era voltato, né aveva dato alcun segno di aver notato la sua presenza. Si stava comportando come se lei non fosse lì.
Belle abbassò lo sguardo, rimanendo ferma sulla soglia della porta, incerta.
- So che sei lì, dearie, tanto vale che tu entri…- ghignò il dio dei morti, senza voltarsi.
Belle esitò ancora un attimo, quindi mosse qualche passo all’interno della stanza. Il rumore dei suoi tacchi sul pavimento di pietra rimbombava come un tuono nel silenzio della stanza. La ragazza prese un profondo respiro, stringendo convulsivamente la stoffa della gonna fra le mani. Giunse fino alla poltrona su cui era seduto Rumpelstiltskin, ma lui non sollevò neppure lo sguardo su di lei.
Il suo volto appariva impassibile, un’impassibilità turbata solo da un debole accenno di quel suo solito ghigno sulle labbra, ma per il resto non lasciava intendere alcuna emozione.
- Cosa ti porta nella mia umile dimora?- chiese, senza guardarla.
Belle si morse un lembo del labbro inferiore; non si era aspettata una simile accoglienza. Aveva messo in conto che Rumpelstiltskin sarebbe stato arrabbiato, ma aveva sperato che le desse almeno il tempo di spiegarsi. Invece, il dio dei morti la stava trattando come una perfetta sconosciuta. Era come se tutto ciò che era accaduto fra di loro non fosse mai esistito, e lei fosse solo un’ospite inattesa e indesiderata nel suo regno. Perché si comportava così? Perché non la guardava?
- Io…- balbettò; aveva programmato tutto in un altro modo, e ora non sapeva che cosa dire. Beh, pensò, tanto valeva dire la verità.- Io…sono tornata da voi.
- Tornata da me?- ripeté Rumpelstiltskin in un sibilo; fece una risatina sommessa, la stessa risatina acuta e maligna che Belle aveva all’inizio trovato tanto inquietante.- Sul serio, dearie? Curioso che tu ti sia ricordata di me, dopo tutto questo tempo.
Nella sua voce voleva forse esserci ironia e beffa, ma tutto ciò che ne risultò fu solo malcelata amarezza.
- E perché saresti tornata, dearie? Forse c’è qualche problema che richiede la mia presenza? James ti ha inviata qui nella speranza di convincermi a correre in suo aiuto?
Non la guardava; si stava rifiutando di guardarla. Belle non lo poteva sopportare. Avanzò di qualche passo in modo da trovarsi di fronte a lui. Finalmente, Rumpelstiltskin alzò gli occhi su di lei.
- No, sono venuta di mia volontà - replicò, tentando di mantenere la voce ferma, ma dalla gola le uscì solo un sussurro incerto.- Ho…ho stretto un accordo con mio padre.
- Interessante. Confido che Maurice abbia ripreso a fare il suo dovere, con a fianco la sua cara figlioletta…
Belle si costrinse a ignorare la stoccata. Strinse ancora di più la stoffa della gonna fra le dita.
- Resterò con lui in superficie per sei mesi all’anno, in modo che la terra possa vivere. Quanto agli altri sei mesi…- Belle chinò il capo, inspirando a fondo. Tornò a guardare negli occhi il dio dei morti.- Ho ottenuto di poter trascorrere gli altri sei mesi quaggiù. Insieme a voi.
Il dio dei morti non rispose; chinò il capo, chiudendo brevemente gli occhi. Rumpelstiltskin conficcò le unghie scure nei braccioli della poltrona, serrando le mascelle. Belle avvampò, sentendosi infinitamente stupida e in imbarazzo. Non era la reazione che si era aspettata. Cominciò a temere che le sue paure fossero fondate. Forse davvero Rumpelstiltskin non la voleva più. Forse Ruby aveva avuto torto: lei non poteva sanare alcuna ferita.
Belle esitò un attimo, quindi allungò lentamente una mano verso il viso del dio dei morti. Gli sfiorò piano una ciocca di capelli con la punta delle dita, scostandogliela un poco dal volto, ma Rumpelstiltskin voltò repentinamente il capo di lato, sottraendosi alle sue carezze. Quel gesto la ferì.
- Credi di poter sistemare tutto quanto con una carezza?- sibilò il dio dei morti, senza guardarla.- Credi di poterti ripresentare qui dopo sei mesi e fare finta che non sia successo nulla?
Belle ritrasse la mano, indietreggiando di un passo. Sentì gli occhi riempirsi di lacrime.
- Io ti amavo, Belle. Ti avrei dato tutto ciò che desideravi, se me l’avessi chiesto. Ti ho lasciata ritornare a casa perché sapevo che era ciò che volevi. Ma credevo…speravo…speravo che non ti saresti dimenticata di me. Per un attimo ho creduto che fosse stato tuo padre a tenerti lontana da me, ma poi ti ho vista nello specchio…- Rumpelstiltskin la guardò; nei suoi occhi c’era tanta rabbia e tanto rancore come mai Belle ne aveva visto.- Sapevo che non mi amavi, ma credevo che dopo tutto questo tempo ti importasse almeno qualcosa di me. Tu non puoi neanche immaginare come mi sono sentito. Non puoi immaginare che cosa ho provato nel vederti felice lassù senza mai pensarmi, nel vedere che ti eri dimenticata di me…
- Io non mi sono mai dimenticata di voi…- balbettò Belle, con la voce incrinata.
- E allora perché non mi hai mai cercato?- Rumpelstiltskin scattò in avanti sulla poltrona con il busto, ringhiando.- Perché non sei mai tornata? Sapevi che non ti avrei trattenuta qui! Mi sarebbe bastato un messaggio…una lettera…una tua visita, vederti anche solo per un’ora mi avrebbe fatto capire che per te contavo qualcosa! Speravo che tu tornassi a farmi visita, se non per amore o amicizia, almeno per pietà!
Belle indietreggiò di un altro passo; ormai non riusciva più a trattenere le lacrime.
- Quando…quando mi parlavi…quando leggevamo insieme…Quella notte in cui tu hai avuto un incubo e io sono rimasto con te…In quei momenti, mi sono illuso che tu provassi qualcosa per me…- Rumpelstiltskin distolse lo sguardo, stringendo rabbiosamente i pugni.- Sapevo che era tutto falso! Non te n’è mai importato niente di me!
- No!- sbottò Belle.- No, non è vero!
Non riuscì più a trattenersi, e scoppiò a piangere. Tentò di frenare le lacrime, ma fu tutto inutile.
- Mi dispiace!- singhiozzò.- Vi prego, credetemi…Non ho mai voluto ferirvi! Ho sbagliato, lo so…- Belle nascose il volto fra le mani. - Ho sbagliato. Sarei dovuta tornare da voi non appena avessi risolto i problemi di mio padre, ma ero…io…avevo paura - confessò.- Non sapevo…non…ero confusa, non sapevo…Vi prego…- sussurrò.- Vi prego, non mandatemi via…- concluse miseramente.
Rumpelstiltskin ansimò; Belle nascose ancora di più il volto fra le mani, incapace di continuare. Non avrebbe voluto piangere, non avrebbe dovuto, ma proprio non riusciva a smettere di singhiozzare. Il dio dei morti parve calmarsi, ma il suo sguardo era incredulo.
- Mandarti via?- ripeté, frastornato.
Belle si asciugò le lacrime dagli occhi, ma subito queste tornavano a rigarle le guance.
- Mandarti via?- Rumpelstiltskin si alzò velocemente dalla poltrona, andandole incontro.- Basta, adesso smetti di piangere!- ordinò, con poca forza.
Belle tentò nuovamente di asciugarsi le lacrime; il dio de morti scosse il capo, ancora incredulo, e la strinse fra le braccia.
- Basta…- sussurrò, facendole poggiare il capo contro il suo petto.- Mandarti via, dici?- mormorò, accarezzando i suoi riccioli castani.- E come faccio a mandarti via? Non potrei mai…Non ti manderei mai via, Belle…Per favore, non piangere più…
La ragazza presto smise di essere scossa dai singhiozzi; Rumpelstiltskin la guardò negli occhi, serio. Le asciugò le lacrime dalle guance e, al contatto con la sua pelle, la trovò ghiacciata.
- Sei gelata, dearie…- osservò, ritrovando un poco di tenerezza.
- Ho freddo…- mormorò Belle, stringendosi nelle spalle.- Ho sempre avuto freddo, da quando me ne sono andata.
Rumpelstiltskin fece un piccolo sorriso, e tornò ad abbracciarla. La tenne stretta fra le sue braccia per diversi minuti, durante i quali nessuno dei due parlò, entrambi troppo impegnati a perdersi nel calore dell’abbraccio dell’altro.
- Mi dispiace per prima, amore…- sussurrò infine il dio dei morti, rompendo il silenzio.- Ero arrabbiato…La verità è che non speravo di rivederti di nuovo. Ho sofferto tantissimo in questi mesi, credevo non saresti mai più tornata…
- Che cosa?- Belle si sciolse dal suo abbraccio, guardandolo negli occhi.- Davvero credevate questo?
- Ero certo che mi odiassi, che non volessi rivedermi mai più…
- Ma che state dicendo?!- sbottò Belle, e la voce le uscì più dura di quanto avesse voluto.- Certo che sono tornata da voi, sciocco che non siete altro! Siete l’uomo più buono e gentile che io conosca, e vi amo!
Le parole le uscirono dalle labbra come un fiume, libere dalla prigionia razionale in cui erano state rinchiuse per tutti quei mesi. Belle boccheggiò, incredula di quanto aveva appena affermato, e guardò negli occhi Rumpelstiltskin. Non fece in tempo ad aggiungere altro che si ritrovò con le labbra del dio dei morti premute contro le sue.
Rumpelstiltskin la baciò con tutto l’amore che provava, assaporando il sapore di quel bacio e delle sue labbra. Si staccò solo brevemente, per poi riprendere a baciarla con foga, quasi quello fosse l’ultimo bacio che loro due si stessero scambiando per il resto della vita, invece del primo. Belle rispose al bacio con passione, circondando le spalle di Rumpelstiltskin con le proprie braccia. Il dio dei morti la strinse ancora di più a sé, interrompendo solo brevemente il bacio il tempo necessario perché entrambi respirassero.
- Dillo di nuovo - sussurrò Rumpelstiltskin contro le sue labbra.- Dimmi ancora che mi ami.
- Vi amo - Belle sorrise, prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi nuovamente alle labbra del dio dei morti. Rumpelstiltskin riprese a baciarla con la stessa passione di prima, senza quasi mai fermarsi, senza mai staccare le labbra dalle sue; sembrava fosse incapace di smettere di baciarla.
Alla fine, il bacio si fece a poco a poco più lento e tenero, e le labbra del dio dei morti iniziarono a posarsi su quelle di Belle con più dolcezza. La ragazza sorrise, appena prima che il bacio si concludesse. Rumpelstiltskin si staccò un poco da lei, guardandola negli occhi.
- Amore, è troppo?- chiese.
Belle sorrise, scuotendo il capo.
- No. Desideravo con tutto il cuore che voi mi baciaste - confessò, arrossendo un poco.- E poi, abbiamo solo sei mesi per recuperare il tempo perduto…
- Tuo padre, vero?
Belle annuì.
- L’accordo è questo. Starò con voi per sei mesi, e ne trascorrerò altri sei sulla terra…E’ l’unico modo. Ma…- Belle esitò un attimo, quindi tornò a guardarlo, sorridente.- Naturalmente, durante la mia assenza, potrò tornare da voi, di tanto in tanto. Ormai mio padre sa che vi amo…
Rumpelstiltskin fece un breve sorriso, ma tornò immediatamente serio. La guardò intensamente.
- Se mi ami, Belle - sussurrò,- allora, sposami.
Le accarezzò teneramente una guancia.
- Sposami, Belle. Diventa mia moglie. Non posso più vivere senza di te, voglio che tu sia la mia sposa. Vuoi sposarmi, Belle? Ti prego, dimmi di sì…
Questa volta fu il turno di Belle di baciare lui. La ragazza si sollevò sulle punte, posando brevemente le proprie labbra su quelle del dio dei morti.
- Sì.
Da quel giorno, Rumpelstiltskin non si sentì più solo, e Belle non ebbe mai più freddo.
 

***

 
Belle divenne la sposa di Rumpelstiltskin e regina dell’Ade. Per tutto il tempo a venire, mantenne sempre l’accordo stretto con suo padre. Trascorreva sei mesi all’anno in superficie, in compagnia di suo padre, occupandosi insieme a lui della terra dei mortali; durante gli altri sei mesi, invece, ritornava nell’Oltretomba, a fianco di suo marito.
Presto, la terra si abituò a questo accordo. Durante i sei mesi che la giovane trascorreva in compagnia del padre, la terra dei mortali era florida e rigogliosa, tanto che gli uomini indicarono quel lasso di tempo con i nomi di primavera ed estate; in seguito, esse venivano seguite da un periodo di freddo e sterilità, chiamato autunno e inverno, durante il quale – dei e umani lo sapevano – Belle faceva ritorno nell’Ade, insieme a Rumpelstiltskin.
 
Angolo Autrice: Chiedo scusa a tutti coloro che hanno problemi di glicemia per l’ultima parte di questo capitolo; non so dire con obiettività come mi sia venuto, spero solo di non aver esagerato con gli zuccheri. Se sì, chiedo umilmente perdono. Forse il fatto dei sei mesi e sei mesi potrebbe risultare un po’ amaro, specie per chi come me è ancora scioccato da 2x11 e 2x12 e ha il livello di fluff alle stelle quando si parla di questi due (*Ma quanto sono carini?! Ma copulate felicemente, damn it!* Okay, scusate, passato momento di sclero…XD), ma se non l’avessi inserito si sarebbe perso il senso del mito greco originale. Non fraintendetemi, per carità, anch’io penso che questi due debbano stare insieme sempre e per sempre, ma il mito di Ade e Persefone non l’ho scritto io, la sottoscritta ha solo scopiazzato malamente da esso…XD. Anyway, grazie a parveth89, Evils_Revenge, Stria95, historygirl93, nari92, 1252154, x_LucyW, Ginevra Gwen White e Lady Deeks per aver recensito e a tutti coloro che hanno seguito la storia fino a qui. Spero che questa three-shot vi sia piaciuta :). Un po’ mi spiace di averla conclusa così presto, ma ora è tempo che torni alle mie altre long Titanic e Once Upon a Time in Storybrooke: Beauty and the Beast (la quale è rimasta in stagnazione per troppo tempo per i miei gusti, sarà meglio che ci metta mano al più presto ù_ù). Ancora un grazie a tutti quanti :).
Ciao, alla prossima!
Dora93
  
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Beauty