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Autore: Aanya    16/02/2013    1 recensioni
Per tutti quelli che adorano il film d'animazione "Anastasia"...per chi non ha potuto non indagare sulla vera storia della principessa russa e sulla sua leggenda..per chi ha cantato almeno una volta le canzoni del cartone..per chi si è intrippata con lo studio del russo per "colpa"sua..per chi ha portato la storia della famiglia Romanov agli esami:)...Insomma...magari dateci una semplice occhiata.Racconto la sua storia basandomi sul film e su alcuni reali eventi storici analizzandone ulteriormente l'aspetto introspettivo.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anya sbuffò. Stavano camminando da ore in mezzo alla neve e non ce la faceva più
-Andremo a piedi fino a Parigi?-
-In Germania prenderemo una barca- le rispose Dimitri in tono sdolcinato.
-Ah..allora andremo a piedi fino in Germania?-
-No vostra grazia..prenderemo un autobus- continuò assecondandola. Come pensava di arrivare a Parigi camminando? Era pazza.
-Un autobus?- fece lei sorpresa. Non era mai salita su un autobus.
Dimitri annuì.
-Mmh..molto carino- commentò lei. Quel viaggio cominciava a piacergli. D’altro canto tutto le sarebbe potuto piacere dopo essere scampata alla morte.

***

La neve aveva lasciato spazio ad un ambiente molto più accogliente.  Il clima sembrava quasi mite. I tre si erano fermati per riposare lungo un sentiero in mezzo ai campi. Tutt’intorno il verde predominava. Alberi giganteschi li rinfrescavano con la loro piacevole ombra. Un ruscello scorreva accanto a loro. L’acqua limpida scrosciava dolcemente.

-Sophie! Mia cara! Il tuo Vladì sta per tornare!- gridava Vlad guardando al cielo. -Chi è Sophie?- domandò subito la ragazza, seduta sopra ad una valigia con il suo cagnolino in braccio,  voltandosi verso Dimitri, in piedi accanto a lei.
-Chi è Sophie?!- Vlad, che stava piroettando allegro, una corona di fiori intrecciata sulla testa, poco distante, si voltò di scatto -È un tenero dolce bocconcino..- fece avviandosi saltellando verso di loro.
-Vlaad!- Dimitri sapeva dove sarebbe andato a parare.
Cercava di sbracciarsi dietro la ragazza facendo gesto all’amico di tagliare il discorso. Purtroppo Vlad non lo stava per niente guardando.
-..una tazza di cioccolato caldo dopo una passeggiata nella neve- continuava sognando ad occhi aperti.
Dimitri si precipitò verso di lui cercando di fermare le sue fantasticherie, rivolgendo un finto sorriso di scuse alla ragazza che non capiva perché lo infastidisse così tanto.
-Vlad! E smettila di parlare di Sophie!- gli rimproverò tirandolo per un braccio.
-È un profumato pasticcino ripieno di crema e guarnito con panna montata- Vlad gli mise una mano sulla schiena e con l’altra gli prese una mano, come se dovessero ballare un tango, e gli fece eseguire un casquè. Dimitri ora penzolava sotto lo sguardo perplesso della ragazza
-Sta parlando di una persona o di un bignè?- gli fece, a poca distanza dal suo viso.
-È l’affascinante cugina di primo grado dell’imperatrice!- rispose Vlad pieno di gioia, rialzando Dimitri di scatto che perse l’equilibrio e volò a terra.
-Ma…credevo che saremmo andati dall’imperatrice in persona..-
Vlad non la stava ascoltando. Era troppo immerso nei pensieri della sua amata, improvvisando un balletto di felicità.
-Perché andiamo a trovare sua cugina?- fece avvicinandosi a lui senza ottenere risposta. Si girò incrociando le braccia –Dimitri!- intonò in modo provocatorio.
-Beh..- cominciò gesticolando cercando di trovare le parole -non si può arrivare all’imperatrice senza prima aver convinto Sophie..-.
Cercò di assumere un’espressione ingenua ed innocente, sfoderandole un largo sorriso.
-Oh no! Non io!- sbuffò Anya alterata alzando le braccia al cielo e incamminandosi dalla parte opposta -No! Nessuno mi aveva mai detto che avrei dovuto PROVARE di essere la granduchessa!- tuonò contro di lui.
Dimitri non sapeva cosa dirle per cercare di arginare la situazione
-Senti io..-
-Presentarmi certo! Essere carina d’accordo - fece avanzando furiosa verso di lui, costringendolo ad arretrare -..Ma mentire?!-
-Non sai se è una bugia! E se fosse vero?- le disse avvicinando il viso in tono di sfida.
Anya sospirò e gli dette le spalle nuovamente.
-E va bene!- continuò Dimitri prendendola per un braccio e facendola voltare -Non è che una tappa nel viaggio per scoprire chi sei-.
Anya lo guardava infuriata.
-Pensavo che per te fosse importante andare fino in fondo prima di rinunciare- affermò come se stesse per lanciarle una sfida.
-Ma guardami Dimitri!- gli rispose prendendo i lembi strappati del vestito che indossava -Non sembro esattamente quella che si chiama una granduchessa!-.
Detto questo si allontanò sbuffando.
Dimitri era rimasto lì a guardarla, infuriato. Ma dopotutto doveva riconoscere che aveva ragione. Non sembrava una principessa. Ma non solo nei vestiti, anche nei modi rozzi di comportarsi.  Però doveva ammettere che aveva visto poche donne possedere una bellezza così intrigante. Alla fin fine lui e Vlad avrebbero solo dovuto smussare quella ragazza per farla diventare un diamante. Un diamante che avrebbero consegnato nelle mani dell’imperatrice, ed in cambio se ne sarebbero comperati di gioielli!
 

Vlad era sul ponte in legno lì vicino. Anya lo raggiunse e lui la accolse sorridendo, porgendole una rosa. Lei contraccambiò un dolce sorriso. Si appoggiarono entrambi alle travi di legno, fissando il ruscello sotto di loro.
-Dimmi bambina..che cosa vedi?- le domandò sorridendole, mentre prendeva l’inseparabile cagnolino in braccio.
-Che cosa vedo?..Vedo un’insignificante nullità..senza un passato e senza un futuro- disse triste con lo sguardo basso, gettando la rosa in acqua.
Non sapeva più chi era. Che cosa ci facesse lì. Era partita per quel viaggio speranzosa. Ma chi voleva ingannare? Lei non era certo una granduchessa. Si trattava di mentire. Fin dall’inizio. Dimitri poteva raccontarle quello che voleva, ma non era convinto neppure lui in fondo che lei fosse la vera Anastasia. Si sentiva persa come non mai. Anche all’orfanatrofio aveva avuto dei periodi parecchio malinconici nel pensare ai suoi veri genitori e alla sua famiglia, ma dopotutto era circondata da compagni fantastici che le ridavano subito il sorriso. Ora era sola. Certo, c’erano quei due tipi con lei. Ma più che compagni di viaggio che l’aiutavano a raggiungere una meta che sembrava sempre più lontana, come avrebbe dovuto definirli? Per non parlare di quel Dimitri che le faceva ogni volta dare il sangue alla testa! Non poteva tornare indietro e aveva paura del futuro. Non si ricordava quasi nulla della sua infanzia prima di entrare nell’orfanatrofio. Quindi si trattava di mentire.
-Ahhh..io vedo una giovane donna. Combattiva e fiera- fece prendendole il viso con una mano -Che in alcune occasioni ha dimostrato un cipiglio regale pari a qualsiasi nobile del mondo-.
Anya alzò lo sguardo verso di lui, tentando un sorriso di ringraziamento.
-Anch’io ho conosciuto la mia parte di nobiltà..Vedi mia cara..- si guardò in giro come se dovesse raccontarle un importante segreto -Io ho avuto la fortuna di fare parte della corte imperiale- disse battendosi il petto orgoglioso.
Anya ricambiò il sorriso dimostrandosi sorpresa.
-Allora? Sei pronta a diventare la granduchessa Anastasia?- le domandò sorridente Dimitri, mettendosi al suo fianco.
Vladimir sbottò. Quel ragazzo  non cambiava mai! Quando si trattava di parlare per gli altri era veramente una frana. Quasi sembrava fosse un egoista senza scrupoli. Anya alzò gli occhi al cielo e si allontanò, prima di rispondergli a tono.
-Ma che ho detto?- fece a Vlad allargando le braccia con fare innocente.
Dopo averlo fulminato con lo sguardo, Vlad si voltò verso la ragazza
-Laggiù non ti è rimasto più niente mia cara- fece indicando la parte da dove erano venuti -Ora è tutto…a Parigi-
Anya si fermò. Doveva ammettere che aveva ragione. Non aveva più nessuno in Russia. Poteva sempre tentare di trovare il suo futuro in Francia e, se proprio non fosse riuscita nell’impresa, almeno ci aveva provato. E poi, lei non si arrendeva. Mai.
-Signori…- iniziò voltandosi -cominciate pure la lezione!- disse distendendo le braccia in segno di resa.

***

Era a letto, sotto le coperte. Avevano deciso di sostare in una locanda per la notte. Anya ripensava alle giornate che aveva trascorso. Doveva ammettere che aveva passato veramente dei bei momenti spensierati insieme a loro. Non ci avrebbe mai creduto. Da quando aveva desistito, e quindi accettato, di essere istruita alle maniere regali per somigliare maggiormente ad Anastasia, Anya aveva vissuto delle esperienze singolari. Le venne da sorridere quando si ricordò di quando era salita sul retro di un furgoncino. Vlad e Dimitri che cercavano di istruirla, mentre tentava di  mangiare, seduti in mezzo a covoni di paglia e maiali. Lei ne aveva anche uno di fronte per la verità. Le scappò un altro sorriso. Non poteva togliersi quell’immagine dalla mente. Dimitri che era cascato da cavallo ed era finito nel fango. Tanto per restare in tema. Quanto aveva riso. Se ne era rialzato coperto completamente. Se lui l’avesse potuta raggiungere l’avrebbe gettata nella melma anche lei. Purtroppo, o per fortuna, un cavallo è più veloce di un uomo. Anya si era rifiutata di scendere finché Vlad non gli aveva ordinato di andare a farsi un bagno.
Ma c’era anche il Dimitri dolce. Si era dovuta ricredere in parte su di lui. Quando voleva sapeva comportarsi da vero galantuomo. Non tutte le volte aveva l’aria da saputello. Anzi. In alcuni momenti sembrava che si dimenticasse di cosa stesse parlando perché non trovava più le parole per continuare il discorso. Sorrise nuovamente. Per fortuna nel buio della stanza nessuno poteva vederla. E poi sapeva ascoltarla. Ormai gli aveva raccontato così tanto dei suoi anni rinchiusa in quell’orfanatrofio. Delle sue paure, delle sue speranze, dei suoi sogni. Diventò subito triste. Un po’ perché erano dei ricordi che le suscitavano malinconia e poi perché..sapeva così poco di lui. Strano che non avesse accennato alla sua infanzia e alla sua vita. Forse era lei che non gli aveva lasciato tempo per parlare. D’altro canto aveva così bisogno di qualcuno a cui raccontarsi. E quando ci si metteva doveva riconoscere che non la finiva più. Emise un leggero risolino. Doveva comunque ammettere che quei due tipi formavano un duo davvero divertente. Per riuscire a farle memorizzare più cose possibili s’inventavano delle scenette che non potevano che risultare comiche. Perché non si erano comportati così fin dall’inizio? E poi non riusciva a non prendere in giro scherzosamente Dimitri. Sembrava essere ritornata bambina. Quando faceva a gara di smorfie e linguacce con i suoi amichetti dell’orfanatrofio. La Tossekov la rimproverava sempre che quelle non erano cose da vedere ad un signorina. Ma lei se ne infischiava. Come faceva con tutto il resto. E poi per la prima volta era salita in sella ad una bicicletta. Anya stava sognando ad occhi aperti ripercorrendo le stradine di campagna che aveva attraversato. Come le piaceva stare all’aria aperta! I suoi occhi stavano cominciando a chiudersi. Le palpebre pesanti. L’indomani avrebbero preso un autobus che li avrebbe condotti in Germania, dove avrebbero preso una nave. Anya si sentiva euforica ed impaziente. Come una bambina che non vedeva l’ora che passasse la notte perché i genitori le avevano promesso di portarla da qualche parte. Si girò di lato sistemandosi le coperte. Quella notte i suoi, dopo tanto, furono dei sogni meravigliosi.
   
 
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