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Autore: Calime    17/02/2013    5 recensioni
La festa più inutile dell’anno era sempre stata quella. Addirittura era più consumistica e commerciale del Natale.
Yakumo si era sempre stupito del fatto che alla gente non venisse uno sfogo cutaneo a forza di tutto quello zucchero che si respirava nell’aria, oltre che un bel mal di pancia per i quintali di cioccolata ingerita.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haruka Ozawa, Yakumo Saito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Manabu Kaminaga e Suzuka Oda.




Di cioccolata e fantascienza





La festa più inutile dell’anno era sempre stata quella. Addirittura era più consumistica e commerciale del Natale.
Yakumo si era sempre stupito del fatto che alla gente non venisse uno sfogo cutaneo a forza di tutto quello zucchero che si respirava nell’aria, oltre che un bel mal di pancia per i quintali di cioccolata ingerita.
Non che si stesse lamentando dell’aspetto dolciario, solo… trovava privo di senso festeggiare San Valentino. Un’inutile perdita di tempo e spreco di energie.
Perché solamente per quel giorno si regalava la cioccolata? Perché solo quel giorno c’erano file di liceali che dovevano lasciare i dolci direttamente nelle mani del più popolare della scuola? Perché, nonostante fossero all’università e avessero superato tutti quanti il disastroso periodo adolescenziale, certe scene non passavano mai di moda?
Ma soprattutto: perché quella mattina davanti alla porta del club degli amici del cinema c’erano ammucchiati dei pacchettini del colore delle mèches di quella lì?!
In fondo, non se l’era sentita di lasciarle lì in mezzo ai piedi, dove chiunque avrebbe potuto calpestarle. Un po’ di rispetto per la cioccolata!
«Yakumo! Buongiorno!»
Ebbene, anche quel giorno lei era arrivata a disturbare la sua tranquillità e sanità mentale. Non aveva della cioccolata da dare in giro come il novantanove virgola nove percento delle studentesse della facoltà?
No, perché lei doveva far parte di quello zero virgola un percento.
«Be’? Che succede stamattina?» gli chiese vedendolo assorto nei suoi pensieri.
Prima che lui potesse rivolgerle un semplice sguardo, la porta del club si aprì nuovamente.
«Yakumo! Non starai ancora poltrendo??» sbottò Goto entrando, seguito dal fedele Ishii.
«Signor Goto, ne ha di tempo da perdere proprio oggi! Sua moglie l’ha lasciato di nuovo?» ghignò Yakumo.
«Stai zitto, stupido moccioso! Haruka-chan, non sarai venuta a dare la cioccolata a questo qua?!»
Haruka arrossì vistosamente a disagio, balbettando parole sconnesse per negare.
«È per caso geloso?» continuò a ridersela sotto i baffi Yakumo. «Piuttosto, cosa volevi?» si rivolse ad Haruka con un cenno del capo.
«Cosa? No, nulla d’importante!» rispose lei in fretta.
«Non è che poi finisce come l’altra volta?» inarcò un sopracciglio in modo eloquente.
«No! Davvero.» scosse la testa lei, tenendo gli occhi bassi.
Yakumo non sembrò convinto, ma non indagò oltre. Rilasciò un sospiro, mentre spingeva una parte dei pacchetti colorati verso il signor Goto che lo fissò incredulo.
«Li prenda. Così si sentirà meno solo.»
«Tu, brutto…!!!» si irritò Goto, desiderando ardentemente di spaccargli a suon di pugni quel bel faccino che si ritrovava.
«Sono tutte per te?» chiese Ishii incredulo.
Anche Haruka si avvicinò incuriosita per dare una sbirciatina a quell’esplosione di sgargianti varietà sul rosa-rosso sulla scrivania del club. Quando era arrivata non li aveva proprio notati…
«A quanto pare…» scrollò le spalle Yakumo. «Erano fuori dalla porta.»
«Oh, non sapevo avessi tutte queste ammiratrici segrete.» commentò Haruka. «Chissà se le conosco…» avvicinò una mano per afferrarne uno.
«Avranno sicuramente dei problemi di vista, poverette!» si prese la rivincita Goto, sghignazzando.
«Haruka-chan!» richiamò la sua attenzione Ishii distraendola dall’intento. Rovistò nella tasca della giacca per trovarlo. «Per te.» disse.
Haruka si voltò. Con gli occhi sgranati per la sorpresa del tutto inaspettata e le labbra socchiuse, fissò un piccolo pacchetto grande quanto il palmo della mano di Ishii.
«Veramente…?» sussurrò basita, prendendolo.
Ishii annuì convinto ma con le guance rosse per l’imbarazzo. Iniziò a sentirsi a disagio: le mani sudate stropicciavano il tessuto del completo che indossava, convinto di esser stato troppo precipitoso.
«Non è nulla di che. Solo… per… perché oggi è San Valentino e… sei una ragazza così gentile che volevo ringraziarti.» si complimentò tra sé per quella mezza verità.
Haruka sorrise dolcemente: «Ma non doveva disturbarsi.»
Mentre lei scartava il pacchetto, Goto lanciò uno sguardo con la coda dell’occhio a Yakumo che appariva tranquillo. Ah, che peccato non avere la soddisfazione di vederlo rodersi per la gelosia!
«Non erano le ragazze a dare la cioccolata?» chiese Yakumo fissando la scena con scarso interesse.
«Sì, sì, certo! Ma questo non c’entra niente con San Valentino. Cioè, non proprio, ecco!» si affrettò a spiegare Ishii.
«Dovresti vergognarti, Yakumo.» lo punzecchiò Goto. «Avresti dovuto regalare anche tu della cioccolata ad Haruka-chan. Con tutta la pazienza che ha nel sopportarti…!»
La risposta di Yakumo venne soffocata dall’esclamazione di Haruka che aveva finito di aprire il pacchetto.
«Wow! Cioccolata bianca! È la mia preferita.» sorrise, facendo un leggero inchino a Ishii come ringraziamento.
«Ah, meno male!» sospirò l’ispettore sollevato. Purtroppo, sbadato com’era, si era ricordato della ricorrenza soltanto quella mattina grazie a Goto che gli aveva dato l’idea, perciò non aveva avuto molto tempo per scegliere.
«Signor Goto, adesso che Ishii si è dichiarato mi dice che cosa è venuto a fare qua? Dev’essere una cosa importante vista la sua fretta…» disse Yakumo, facendo agitare Ishii che ridiventò del colore della festa.
«Ti sta solo prendendo in giro.» sogghignò Goto per tranquillizzarlo. «Comunque sia, per una volta hai ragione, Yakumo. Abbiamo scherzato abbastanza.» divenne serio.
«Ah, aspettate! Ho qualcosa anch’io!» si ricordò Haruka.
Infilando la mano nella borsa che portava per cercare, tirò fuori due pacchetti che diede a Goto e Ishii.
«Per voi.» sorrise.
«Ma non dovevi, Haruka-chan!» la ringraziò Goto.
«Ma quant’è fortunato, signor orso.» si finse entusiasta Yakumo.
«Non posso dire lo stesso di te.» si vendicò lui.
«Aehm! Yakumo, la tua l’ho persa. Mi dispiace.» si scusò Haruka stranamente agitata.
Il ragazzo scrollò le spalle come se non gli importasse nulla.
«Bene. Allora vi lascio. Grazie ancora, signor Ishii.» salutò lei.
«Di nulla. Grazie a te.» rispose Ishii.
«Buona giornata, Haruka-chan!» rispose invece Goto.
«Vedi di non cacciarti nei guai nel frattempo.» la salutò Yakumo.
«Ehi! Cosa vorresti insinuare?» se la prese lei, ma poi sorrise pensando che lui avesse davvero un modo tutto suo di mostrarsi gentile e preoccupato. «Ci vediamo.» lo salutò, chiudendosi la porta alle spalle.

*


Haruka pagò tutto ed uscì dal supermarket. Sovrappensiero s’incamminò per tornare all’università per riempire il frigo, e la pancia, del ragazzo più difficile che avesse mai incontrato.
Perché Yakumo era così, insensibile e difficile, così scostante da mostrarle sempre una dolcezza strana ed impacciata che le riempiva il cuore di tenerezza. Quel carattere poco amabile nascondeva in realtà la sua timidezza e la sua gentilezza.
Haruka ormai lo sapeva bene. Poteva dire di conoscerlo abbastanza e sicuramente più di qualunque altra ragazza dell’università, più di tutte quelle che gli avevano lasciato la cioccolata davanti l’aula del club.
Mh, forse era un po’ gelosa. Ma solo un pochino, eh!
Con un sospiro portò la mano libera dalla busta della spesa sulla borsa. Nonostante la spessa stoffa riuscì a sentire gli spigoli della confezione della cioccolata che non gli aveva dato.
Era rimasta davvero sorpresa nello scoprire che anche lui avesse delle ammiratrici. Be’, e come biasimarle? In fondo era un bel ragazzo.
Era arrivata impreparata a quella situazione e quasi impaurita, non ci aveva minimante pensato ad un’eventualità di quel genere. Perché avrebbe dovuto dargli anche la sua cioccolata quando ne aveva così tanta che poteva permettersi di dividerla con il signor Goto?
Eppure, Haruka si arrabbiò con se stessa rimproverandosi. Non era certo il tipo di ragazza che si faceva tutti questi problemi, però… La sua cioccolata non nascondeva alcun significato, no? Perché credeva che per Yakumo sarebbe stata diversa dalle altre?
Puntò lo sguardo innanzi, decisa. Sarebbe tornata all’università, l’avrebbe aspettato nel caso in cui non fosse ancora rientrato, e gli avrebbe dato la cioccolata!
Sospirò affranta. Stupida Haruka!, si riprese.
Accelerò il passo per arrivare prima.

Quando aprì la porta dell’aula del club, non si sorprese nel trovarci uno Yakumo palesemente stanco e assonnato.
«Ancora in giro?» l’apostrofò con uno sbadiglio.
«La spesa.» spiegò Haruka semplicemente.
«Mh, potevi ricordarmelo. Dopo che ti sei impuntata tanto ieri per convincermi a venire con te.» brontolò.
«Ma c’era il signor Goto.» si giustificò lei. «E poi, ce l’ho fatta anche da sola. Vedi?» mostrò fiera la busta della spesa.
Yakumo si portò una mano davanti alla bocca, ridacchiando.
«Dai qua.» si alzò per prenderle la busta di plastica.
Haruka lo fissò rovistarci dentro e sistemare tutto nel frigo. Aveva preso acqua e bibite dolci, come succhi di frutta, e ciò che sapeva sarebbe piaciuto a lui. Non che poi fosse così difficile da indovinare: amava i dolci, anche se l’avrebbe sempre negato.
Ridacchiò riportando alla mente i momenti in cui l’aveva sorpreso con il cucchiaino affondato in un budino o in una coppetta di gelato. Le faceva nascere un dolce sorriso sulle labbra e, se era giù, aveva la capacità di riportarle il buonumore.
«Be’? Ti serve qualcosa?» le chiese Yakumo dopo aver finito di riporre tutto.
Haruka inspirò per farsi coraggio.
«In realtà sì! Io…» s’infervorò prima di interrompersi di colpo. «Io… io… niente.» balbettò.
Yakumo la squadrò per nulla convinto.
«Che cosa hai combinato? È da stamattina che sei strana.» sospirò lui.
«Non sono strana! Sono normalissima.» rimbeccò lei.
«Non è che sei stata rifiutata da quello che ti piace? Guarda che non c’è nulla di cui vergognarsi, era piuttosto ovvio…»
Haruka resistette alla voglia di picchiarlo con tutta la forza e la rabbia che le aveva scatenato dentro. Ma come si permetteva quel…!
«Ehi!» si infuriò. «Solo perché domani ti sentirai male per tutta la cioccolata che hai ingerito oggi, non ti fare tanto il gradasso!»
«Veramente l’ho data a Nao.» rispose lui.
«E in più non sono affari… Cosa?!» si fermò sconcertata.
«La cioccolata. L’ho data a Nao.» ripeté Yakumo tornando ad occupare il solito posto alla scrivania del club. Un sorriso canzonatorio faticava a lasciare le sue labbra.
Haruka chiuse gli occhi sconfitta e si passò una mano tra i capelli. Ah, come doveva fare con lui? Ogni volta, ogni secondo che passava in sua comagnia, riusciva a stupirla, oltre che confonderla.
Sorrise.
«Non ci credo! Davvero non ne hai conservata nessuna per te?»
Yakumo appoggiò i gomiti sulla scrivania e il mento sulle dita incrociate in un gesto eloquente più delle sue frasi spicciole ed essenziali.
Haruka ridacchiò. Era così dolce, più di ogni dolciume esistente sulla terra, più di ogni cioccolata di San Valentino.
«E poi San Valentino è una festa stupida.» commentò Yakumo.
«Per te sarà così, ma per altri è una festa speciale durante la quale può accadere qualcosa di magico.» rispose lei, aprendo la borsa e porgendogli il pacchetto di cioccolata.
«Questa non è magia. È fantascienza.» sorrise Yakumo al suo gesto.
«Non fare tanto il prezioso e accettala!» sbuffò lei divertita.
«Non l’avevi persa?» indagò lui.
«Sì, ma non hai appena detto che è fantascienza? Facciamo che in realtà la mia borsa sia… l’ultimo modello di materializzatore di oggetti smarriti?» fu incerta sul nome della tecnologia immaginaria. La fantascienza non era proprio il suo genere preferito di lettura o film.
Yakumo protese un braccio per prendere il pacchetto quando Haruka si ritrasse.
«Ehm, senti… anche questa andrà a Nao-chan?» gli chiese.
«Che domande fai? Ho bisogno di zuccheri dopo una giornata passata insieme all’orso.» sbuffò lui.
Haruka sentì accelerare i battiti a quella frase che nascondeva più di mille significati. Avrebbe potuto mangiare qualcosa di quello che lei aveva appena comprato e invece voleva la sua cioccolata.
«L’ho fatta io, perciò non ti aspettare granché.» borbottò dandogliela.
Era meglio che sapesse solo quello e non che aveva perso un intero pomeriggio per riuscire a prepararla. Ah, quanti tentativi mal riusciti aveva dovuto attraversare prima di ottenere un risultato che si potesse definire mangiabile!
Yakumo non le diede corda ed aprì l’incarto. Senza degnare di uno sguardo la decorazione della scatola, tolse il coperchio e scartò il primo cioccolatino.
Haruka si fece coraggio, aspettando il verdetto con i battiti del cuore a mille per l’agitazione.
Nella testa un unico pensiero: La stava mangiando davvero! Stava mangiando la sua cioccolata!
«È fantascientifica anche questa.» commentò poi Yakumo con una smorfia di disgusto.
Haruka fece per riprendersela, rimproverandosi mentalmente della propria stupidità e testardaggine nell’aver voluto farla lei, la cioccolata, anziché comprarla, come invece aveva fatto per quella che aveva dato a Goto e Ishii.
Yakumo però fu più veloce di lei e ne prese un altro.
Seguito da un altro ancora.
Doveva pur recuperare gli zuccheri e le calorie perse, no?













Ma ciaooo!!! :) Come va? Sono mesi che volevo pubblicare qualcosa ma studio, impegni vari e ispirazione che va e viene mi hanno tenuta lontana da Yakumo e dal suo mondo. Sì, sì, sono le solite scuse. In realtà mi mancava anche un po’ il coraggio di pubblicare, ma ce l’ho fatta alla fine!
Comunque sia, ecco qua ciò che ha partorito la mia mente! Ci sono Yakumo, Haruka e la cioccolata (che è la vera protagonista, eh!). E ci sono anche Goto e Ishii che non avevo previsto, ma che hanno voluto per forza una parte. In realtà la shot doveva uscire diversa, ma vabbè xD
Nel mio cervellino Yakumo si aspettava di ricevere la cioccolata da Haruka, non so se si è capito dalla shot… E il fatto che la cioccolata bianca sia la preferita di Haruka l'ho inventato di sana pianta!
Detto questo, spero vi sia piaciuta e… A presto!

Calime
   
 
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