SENZA PAROLE
Il
dramma del foglio bianco
“Che ne
dici di Beyond the death? Ti sembra
abbastanza spettrale?”
Se
potessimo osservare la scena dall’alto vedremmo…una stanza. Un salotto, per la
precisione. Con solo due persone ad occuparlo.
Da una
parte, Gerard Way, cantante dei My Chemical Romance, comodamente accomodato su
una poltrona con un foglio e una penna in mano e l’espressione di chi è
seriamente concentrato su qualcosa.
Dall’altra,
Carrie Chandler, irascibile 25enne, scompostamente stesa sul divano, intenta a
ronfare tranquillamente fregandosene di quello che succedeva intorno a
lei.
Gerard
alzò gli occhi su di lei, e si trattenne a stento dallo
sbuffare.
“E
insomma, Carrie! Io ti chiedo un aiuto e tu dormi! Ma che amica
sei?”
Carrie
aprì lentamente gli occhi e si voltò verso il ragazzo.
“Hai
detto qualcosa,per caso?”
“Per
caso? No, sul serio! Ti ho fatto una domanda!”
“Quaaale?”gli
chiese sbadigliando.
“Beyond the death! Che ne
dici?”
“Dico
che non ho idea di cosa ci sia oltre la morte. Non so neppure se c’è qualcosa
oltre la vita, figuriamoci poi oltre la morte. Ma poi scusa, che ti
frega?”
Gerard
si lasciò sfuggire un sospiro. Era tutto inutile. Da quando aveva conosciuto
quella ragazza, quattro mesi prima in un ascensore, aveva capito subito com’era
fatta. Eppure passava quasi ogni giorno a casa sua, nonostante tutto le voleva
bene. Erano diventati grandi amici.
“Carrie,
ti ricordi per caso, vagamente, perché sono qui?”
Carrie
si strinse nelle spalle.
“Perché
c’è un motivo? Sei a casa mia praticamente tutti i giorni, ormai entri in questa
casa più tu che mia madre!”
“Ero
venuto per un aiuto”
“Su
cosa?”
“Sul
titolo per una nuova canzone! Solo che tu invece di aiutarmi,
dormi!”
“Non
stavo dormendo! Meditavo più profondamente sulla soluzione al tuo problema!” che
faccia tosta.
Gerard
si mise a ridere, con le mani nei capelli.
“Perché
vengo qui, perché?”
“Forse
perché ti sono simpatica?”gli chiese Carrie alzandosi per andare in
cucina.
“Mah…”
La
ragazza lo fulminò con lo sguardo.
“Scherzavo…comunque,
beyond the death, come ti
sembra?”
“Vuoi
saperlo sul serio?”
“Certo
che si!”
“Mi fa
schifo. È orrendo, come titolo! E poi non pensare subito al titolo, pensa a
quello che devi scriverci, in questa maledetta canzone!”
“Ma non
mi viene in mente niente!”piagnucolò lui.
Carrie
sbuffò. “Piuttosto, invece di stare qui a parlare di cose inutili, perché non mi
accompagni a fare un po’ di shopping?”
Il
cuore di Gerard perse un battito.
“Noooo…io
odio lo shopping!”
“Figuriamoci!”sbuffò
Carrie “Lo incontrassi mai, nella vita, uno, dico un solo maledetto essere di
sesso maschile che apprezzi lo shopping!”
“Ti
prego ,non puoi farmi questo!”
“Avanti,
che non faresti male neanche tu se ti comprassi qualcosa di nuovo,sai? Hai un
aspetto così triste…”
“Io non
ho un aspetto triste! “
“Si,
invece! Esci sempre vestito tutto di nero!”
“Il mio
look corrisponde alle mie convinzioni personali! E al mio
mestiere!”
“Convinzioni
personali e mestiere che non approvo e quindi di cui me ne sbatto alla grande! È
arrivato il momento di dare una botta di vita a al tuo discutibile
carattere!”
Gerard
scosse la testa,rassegnato.
“Lasciamo
perdere, và! Ti accompagno a fare questo maledetto shopping così taci. Prendo la
macchina!”
“Ma
quale macchina e macchina! Andiamo a piedi, che un po’ di moto fa sempre bene e
mette allegria!”
“Sei
matta? Un po’ di moto…ci vorrà un’ora per arrivare in centro, da
qui!”
“Naaaa…al
massimo tre quarti d’ora”
“Prendo
la macchina!”esclamò deciso Gerard prendendo le chiavi e uscendo prima che
Carrie potesse fermarlo.
“Uffa!”
sbuffò Carrie.
Poi
prese borsa e giacca e lo seguì.
“Fermo,
fermo, fermo quiii!!”
“Ho
capito, ho capito, calma!”
Gerard
accostò e parcheggiò l’auto.
“Allora,
qual è la prima tappa?” chiese il ragazzo a Carrie chiudendo la macchina, già
preparandosi psicologicamente a un pomeriggio di shopping.
“Direi
che…quel negozio là va benone!”rispose lei indicando un negozio di abbigliamento
vicino a loro.
Entrarono,
e Carrie schizzò subito verso il reparto uomo, trascinandosi dietro un
annoiatissimo Gerard.
“Che ne
dici di questa?”
Carrie
prese dallo scaffale una maglietta rose, che mostrò a Gerard. Lui fece un salto
indietro, inorridito.
“Ma sei
malata? Ti pare che io potrei mettermi quella roba?”
“Appunto!
È arrivato il momento di provare qualcosa di nuovo, nella tua
vita!”
“Non ci
penso nemmeno! Rosa, poi…”
“Che ha
il rosa che non va? È un colore così di moda,quest’anno…”
“Non fa
decisamente per me”
“Per
forza, ti vesti sempre total black…dai, sbrigati, provati questa maglietta e non
fare storie!”
“Ho
detto di no!”
“Daaaai!
Fallo per me!”
Carrie
sapeva benissimo che nessun uomo è in grado di resistere a una ragazza che fa
gli occhi dolci. Gerard emise un lungo sospiro prima di prendere la maglietta e
rintanarsi nel camerino. Ne uscì qualche minuto dopo, l’espressione leggermente schifata e la maglietta
addosso.
“Wooooow!
È perfetta! Sai che ti dona?”
“Ma per
favore!”
“Sul
serio! Sai che sei carino,così?”
“Perché
prima non ero carino?”
“Non
come ora”
Gerard
alzò un sopracciglio,scettico. Carrie lo guardò con la stessa espressione di una
madre paziente quando deve rimproverare il figlio
cocciuto.
“Mai
dare nulla per scontato,caro mio! Solo perché ti chiami Gerard Way e il 90%
della popolazione femminile di questo pianeta ti sbava dietro,non vuol dire che
tu debba essere sempre perfetto! Per esempio, con quella maglietta stai molto
meglio”
“mi
stai dicendo che sono più carino con questa cosa addosso?”
“Esattamente”
“Io e
te non ci capiremo mai!”
“Non è
necessario farlo. In fondo stiamo benissimo così!”
Si
scambiarono uno strano sguardo, prima che Gerard tornasse nel camerino e ne
uscisse qualche minuto dopo con addosso la vecchia felpa nera e la maglietta in
mano.
“Bene,
questa la prendi.”decise Carrie per lui. “Poi, vediamo, questi
jeans…”
“Carrie
frena: io questa roba non me la metterò mai. Odio il rosa.
Ok?”
Carrie
mise il broncio.
“Ma ti
stava bene!”
Gerard
scosse la testa.
“Scordatelo”
Carrie
sospirò.
“Non
finisce qui” gli disse “Ora,però, vieni con me che devo farlo io lo
shopping!”
Già
dimentica della maglietta, Carrie si diresse eccitata verso il reparto donna.
Gerard alzò gli occhi al cielo.
“Donne!”
borbottò fra sé prima di seguirla.
“Aaaah!
Che meraviglia! È fantastica la sensazione che provo dopo aver fatto un po’ di
sano shopping!” esclamò allegra Carrie uscendo dall’ennesimo negozio di
abbigliamento rimettendo la sua Visa nella borsa.
Gerard
la seguì subito dopo. Aveva lo sguardo allucinato e le braccia stracariche di
sacchetti di ogni tipo e dimensione.
“Un
po’? hai prosciugato il tuo conto in banca, e lo chiami un po’? senza contare
che siamo arrivati qui in città che c’era ancora il sole e adesso è
sera!”
“Meglio!
Avevo giusto un po’ di fame! Andiamo a mangiare qualcosa?”
“Ho
bisogno di ben più di qualcosa!”
Carrie
sbuffò. “Ma è possibile che non te ne va bene una?”
“Ma è
possibile che non ti rendi conto di quanto pesano queste buste? La prossima
volta, al posto mio, prenota una gru e due tir, se ti
bastano!”
La
ragazza lo fulminò con gli occhi.
“Sei
odioso!”
“E tu
sei insopportabile!”
“Idiota!”
“Capricciosa!”
“Cretino!”
“Bambina!”
“Stupido!”
“Lagnosa!”
“Deficiente!”
“Pazza!”
“St-“
“BASTA!”
Carrie
ammutolì, ma non smise di guardarlo storto.
“Per
una volta puoi evitare di fare la bambina?” le chiese Gerard
paziente.
Carrie
sbuffò, poi si voltò e s’incamminò, oltraggiata.
“Che
cosa vi porto?”
“Una
margherita”rispose Gerard leggendo il menu.
“Per me
una quattro stagioni, due crocchette di patate e una porzione di patatine con
ketchup. Abbondante.”
“Da
bere?”
“Due
medie”
Dopo
che il cameriere li ebbe lasciati soli, Gerard guardò Carrie con una
risatina.
“E poi
ti lamenti che sei grassa. Con tutto quello che hai ordinato avremmo potuto
mettere fine alla fame nel mondo”
Carrie
non disse nulla, non lo guardò, non si mosse di un millimetro. Rimase immobile a
sbriciolare la fetta di pane che aveva in mano tenendo lo sguardo
basso.
“Carrie?”
Nessuna
reazione.
“Hey!
Terra chiama Carrie! Se ci sei, fai un fischio!”
Alzò
gli occhi solo per rivolgergli un’occhiata piena d’astio, poi tornò come
prima.
“Carrie…”disse
Gerard più piano.
“Cosa
c’è?”
“Ti sei
offesa per prima?”
Lo
guardò dritto negli occhi.
“Si!”esclamò
indispettita.
Gerard
sospirò.
“Certo
che tu sai proprio come trattare le ragazza,eh! Con i tuoi “complimenti” faresti
furore a un raduno di camionisti, è da quando ci siamo incontrati che non fai
altro che rivolgermi insulti!”
“Ma non
è affatto così!”
“Mi
sembrava di averti già detto che hai la stessa sensibilità di una lavatrice, ma
evidentemente ti faccio lo stesso effetto di un merluzzo surgelato, se continui
a trattarmi così!”
“Non è
affatto vero!”
“Stronzate!
Vorrei sapere perché continui a stare con me ventiquattr’ore su ventiquattro,
visto che mi odi tanto!”
“Io non
ti odio, Carrie! Ma da dove ti escono tutte le stronzate che stai
dicendo?”
Il
ritorno del cameriere con le pizze la bloccò dal
rispondere.
“Sicura
che non vuoi andare a bere qualcosa?”
“Sicurissima!
Sbrigati che voglio andare a casa!”
“Sicura
sicura?”
“Come
la morte”
“è la
tua ultima risposta?”
“SI!”
“La
accendiamo?”
“Per la
miseria, Way, ti ho detto di si! Avanti, muovi quel culo e sbrigati a mettere in
moto che mi sto congelando!” sbraitò la ragazza.
Gerard
si lasciò sfuggire un sospiro.
“Tu sei
troppo suscettibile per i miei gusti”
“Ecco
qua. La principessina è tornata al castello. Ha bisogno di un tappeto rosso e di
un principe azzurro per entrare?”
“No
grazie” ringhiò Carrie. Poi scese giù dall’auto e andò a recuperare le buste nel
bagagliaio.
“Carrie,
aspetta!” esclamò lui facendo per seguirla.
“è
tardi, devo andare!”
“Almeno
lascia che ti aiuti!”
“Ce la
faccio benissimo da sola!”
Riuscì
ad aprire la porta e spinse dentro casa tutti i sacchetti. Entrò anche lei,
subito seguita da Gerard.
“Cosa
vuoi ancora?”
“Posso
parlarti senza correre il rischio della decapitazione?”
Carrie
emise un ringhio che lui intese come un si, mentre la osservava togliersi le
scarpe e buttarle nell’ingresso.
“Volevo
chiederti scusa”
“Ah
si?”
“Mi
sono comportato come un cretino, lo so”
“Ma
davvero?”
“Il
fatto è che quando sono con te mi viene naturale comportarmi così. Sarà per il
tuo carattere, ma mi viene spontaneo prenderti in giro. Per vedere come
reagisci.”
“Le tue
parole mi lusingano”rispose lei sarcastica “è davvero emozionante sapere quanto
tieni a me”
”Ma è
per il fatto che-“
“Non
voglio sentire altro. Se hai finito o no, non ha importanza, quella è la
porta”
“Perché
ce l’hai tanto con me? Scherzavo, e ti ho anche chiesto
scusa!”
“Perché
ne ho abbastanza dei tuoi scherzi! Dei tuoi e di quelli della gente! Non ne
posso più! Fate tutti così! Mi trovate divertente,ci prendete gusto a farmi
incazzare! Bè, stavolta mi sono stancata sul serio! È arrivato il momento di
dare una dannata svolta alla mia vita! Quindi gira i tacchi ed esci, hai finito
di vivere da parassita in casa mia! Io non sono un passatempo, Gerard, sono un
essere umano! Ho anch’io dei sentimenti, e dopo 25 anni è davvero arrivato il
momento di dare un senso a questa schifosa vita!”
Gerard
lasciò che si fosse sfogata per bene, poi la guardò voltarsi e chiudersi in
camera sua, sbattendo violentemente la porta. Si sentì decisamente un
cretino.
Trattarla
in quel modo, come fosse davvero un giocattolo.
Sospirò,
poi si voltò e fece per andarsene. Arrivato a metà strada, però si bloccò di
colpo e tornò velocemente sui suoi passi, fermandosi davanti ala porta della
camera di Carrie. Esitò qualche istante, poi spinse piano la porta ed
entrò.
La luce
era spenta, ma alla luce della luna che proveniva dalla finestra poteva vederla
chiaramente buttata sul letto di spalle, e sentirne i singhiozzi
sommessi.
Si
sedette sul bordo del letto, indeciso, poi le sfiorò la spalla con la
mano.
“Carrie…”
“Cosa
c’è ancora? Ti avevo chiesto di andare via!”
“Senti,
mi dispiace, io non…”
Carrie
parve riprendersi. Si alzò a sedere e lo guardò negli
occhi.
“Non è
per te. È…per tutto quanto”
“Tutto
quanto cosa?”
“Ma
tutto, Gerard! Ho un lavoro che sto per perdere, dato che arrivo puntualmente in
ritardo mostruoso, ho un carattere di schifo, la gente mi odia…insomma, la mia
vita va a rotoli e io sto qui, seduta sul mio letto a parlare dei miei
pallosissimi problemi al cantante dei My Chemical Romance”fece una risata amara
“Che non sa neanche cosa vuol dire la parola problema!”
“Non è
affatto così. Io…ti capisco”
“No,
Gerard. Non puoi capirmi. Tu, il tuo lavoro non lo perderai mai, a meno che non
lo decida tu, il tuo carattere mi è sembrato abbastanza normale e ti adorano
tutti. Come fai a capirmi?”
“Bè, in
effetti detto così…però non è vero. Ognuno ha i suoi problemi e poi, scusa, per
quanto riguarda il lavoro basta che ti svegli più presto e ce la fai. Il tuo
carattere non si può cambiare ma puoi sempre provare ad addolcirlo un po’. In
alternativa puoi fingere di essere una santa. Per quanto riguarda il terzo problema
non è vero che la gente ti odia. Hai la tua amica Megan, tua madre, tutta la tua
famiglia…”
Carrie
roteò gli occhi.
“…e
anche me”
“Perché
tu non mi odi?”
“Ti
odiassi davvero non passerei tutti i pomeriggi a casa tua e non ti accompagnerei
a fare shopping”
Carrie
sorrise.
“Parli
sul serio?”
“No,
per finta…perché devi sempre dubitare di tutto?”
“Perché
per natura non mi fido di nessuno. Non posso farci niente se lassù hanno voluto
che fossi così”
“Ok,
ok, non iniziare a scaldarti…”
Carrie
sbuffò.
“Comunque,
ti sei calmata,ora?”
Carrie
annuì.
“Si, e
ti devo ringraziare. Non fosse stato per te sarei ancora qui a compatirmi e a
versare lacrime inutili. Restava solo l’armadio a
consolarmi”
“Che
però non avrebbe potuto muoversi, pieno com’è di tutto quell’esercito di roba
inutilizzata”
“Hey,
non è vero!”
“Si,
invece. Continui a comprare tutta la roba inutile che vedi e ammassarla lì
dentro, tanto che ora l’unico vero acquisto ragionevole sarebbe non un altro
vestito ma un altro armadio.”
Carrie
gli tirò una cuscinata in faccia.
“Hey!”esclamò
Gerard scansandosi.
Carrie
lo osservò per bene, mentre un sorriso le nasceva lentamente sulle
labbra.
“Però…sai
che forse forse hai ragione?”
“Forse
forse o forse sicuro?”
“Forse
può darsi”
Entrambi
sorrisero.
“Grazie
gli disse lei sinceramente.
Poi si
sporse in avanti per dargli un bacio sulla guancia, ma all’ultimo momento Gerard
spostò il viso per portare le sue labbra a contatto con quelle della
ragazza.
Carrie
lo guardò negli occhi, sorpresa.
“Ma
cosa…”
“Shhh.
Non parlare sempre” sussurrò lui prima di posare nuovamente le sue labbra su
quella di Carrie.
Lei era
disorientata, ma vista la sua forza di volontà consistente quanto la mozzarella
si arrese al bacio di lui, constatando che alla fine non era per niente
male…
…anzi…
Gerard
si allontanò di poco guardandola negli occhi.
“Sai
che quando stai zitta sei ancora più bella?”
Lei gli
tirò un’altra cuscinata in faccia e poi sorrise.
“Scemo”lo
apostrofò.
Devo
baciarti di nuovo per farti stare zitta.
Lei lo
guardò maliziosa prima di baciarlo per qualche secondo,infine si staccò, un
ghigno stampato in faccia.
“Non ho
alcuna intenzione di stare zitta, ora, signor Way, quindi mi dispiace , ma credo
che per farmi tacere… dovrà prima prendermi!”
Scattò
in piedi brandendo il cuscino in mano come arma spaziale, con lui che la
rincorreva per il corridoio.
E in
lontananza, fuori dall’appartamento, non si sentiva nulla se non le loro
risate.
Okay
potete tirarmi tutte le pomodorate che volete…
Abbiate
pietà di me, questa storia che sfiora il ridicolo non ha nessuno scopo di lucro,
o altri fini.
È
solo quello che mi è passato per la mente dopo l’ennesima giornata di
settembre passata a scuola guida a
maledire mentalmente il mondo intero e in particolare la scuola che il 17
ricomincia….proprio un bel giorno….
Quindi
se siete stato tanto coraggiosi da arrivare addirittura fin qui, lasciatemi un
commentino….vi prego….baci baci a tutti!!!