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Autore: Alaysia    18/02/2013    1 recensioni
Passano i mesi. Mesi in cui tutti TORNANO alla normalità.
Ma ... l'incubo peggiore di Cobb torna prepotente, ma questa volta minaccia di uccidere la persona a cui vuole più bene al mondo.
Suo figlio James.
E così la squadra si riunisce e l'estrattore più abile del mondo deve compiere una delle sfide più difficili che gli si siano mai presentate davanti.
Deve estrarre un ricordo nella mente di suo figlio.
Deve fargli dimenticare sua madre.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dom Cobb, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nelle puntate precedenti: James, uno dei figli di Cobb, si sveglia dopo un incubo e racconta al padre di aver sognato sua madre che gli diceva di buttarsi dalla finestra

Capitolo 1: An old French friend (una vecchia amica francese...)

 

-Avanti Arthur rispondi- sussurrò Cobb mentre si portava il telefono cellulare all'orecchio -non ti sei fatto sentire per mesi, e adesso che ho bisogno di parlarti non ci sei?-disse ad alta voce.

-Papà con chi stai parlando?-chiese James con la voce impastata dal sonno, strofinandosi gli occhi con i pugnetti.

Cobb sospirò, guardandolo. Gli accarezzò i capelli.

-Sto chiamando un vecchio amico-gli disse, cercando di ignorare i continui squilli del telefono.

Quattro squilli.

-Posso tornare a dormire?-chiese ancora il bambino.

Cinque squilli.

-Non ancora James- rispose Cobb. Prima doveva parlare con Arthur.

Sei squilli. Sette.

'Ti prego Arthur …'

Otto squilli.

'Rispondi …'

All'inizio del nono squillo sentì una voce molto assonnata e soprattutto molto scocciata rispondere:

-Pronto?-

Cobb sorrise. Se a quell'ora avesse chiamato chiunque altro dei suoi amici non avrebbero risposto … non a mezzanotte … ma Arthur si. Irrecuperabile damerino.

-Arthur? Sono Cobb?-

-Cobb? Cos'è successo?-

-Il mio peggiore incubo Arthur …- sussurrò Cobb senza farsi sentire da James.

-Mal?-rispose Arthur sempre a bassa voce.

-Si-

Ci fu un momento di pausa carico di tensione.

-La sogni ancora?-chiese infine Arthur

-Non io. È riuscita ad arrivare a mio figlio. È arrivata a James!-

-Oddio mio …-

Un altro silenzio. Questa volta fu Cobb a romperlo.

-Devo togliergliela dalla testa. Lo ha quasi convinto ad uccidersi- Sentendosi parlare Cobb si rese conto di ciò che era veramente successo.

Suo figlio, se fosse stato un bambino normale, si sarebbe buttato davvero.

Ma era il figlio del più abile estrattore del mondo. Questo aveva protetto la sua mente fino ad un certo punto.

Si dovette sedere sulla poltrona più vicina.

-Papà stai  bene?-sussurrò James fissandolo con gli occhi spalancati-sembri pallido pallido-

Cobb si sforzò di sorridere al figlio ma non ci riuscì.

-Cobb sai cosa sto per dirti…- cominciò la voce esitante di Arthur dal telefono.

-Arthur ti prego non cominciare a farmi la morale. Mi sento già abbastanza sconvolto senza che tu ci metta il dito nella piaga-

-Ok allora non ascoltarmi se vuoi ma lo dico lo stesso-disse Arthur deciso-avresti dovuto eliminarla quando aveva cominciato ad essere un problema-

-Lo so-rispose Cobb.

-E avresti dovuto farti aiutare. Abbiamo rischiato di morire già al primo livello nella testa di Fischer per colpa sua. Non ti devi sorprendere che sia entrata anche nella testa di tuo figlio e che abbia tentato di fare ciò che aveva fallito con te. L'hai resa troppo forte senza neanche accorgerti e adesso ci stai rimettendo peggio di prima-

Silenzio.

-C'è altro?-chiese Cobb.

Maledizione aveva ragione. Su ogni parola, ogni maledetta parola. E lui lo sapeva.

-Si. Avresti dovuto dirmelo. Ti avrei aiutato-concluse Arthur, con una voce più bassa e pacata.

-Lo so amico. Hai ragione. Sono stato un idiota. Tu ci sei sempre stato in tutti i miei lavori da quando ci siamo conosciuti e …- gli morirono le parole in gola. Arthur aspettò educatamente che finisse la frase.

-E so che mi avresti aiutato. E ora te lo chiedo come amico e come padre. Aiutami- Si passò la manica sulla fronte. Stava sudando. Accarezzò James.

-Certo che ti aiuterò-disse Arthur -ma solo ad una condizione …-

-Cioè? No aspetta fammi indovinare … vuoi riunire la vecchia squadra?-disse Cobb con un mezzo sorriso.

-Si. Cobb vuoi davvero fare un'estrazione a tuo figlio?-chiese serio.

L'estrattore sospirò.

-Dammi due minuti, metto a letto James e ti richiamo-rispose.

Chiuse la chiamata e prese in braccio suo figlio.

-Dove dormo papà?-chiese appoggiando la testa sulla spalla di suo padre.

-Dormi con me nel letto grande Jamie-

Entrarono nella camera buia e Cobb rimboccò le coperte al figlio.

-Cerca di dormire ok?-disse accarezzandogli la testa.

Il bambino

annuì e chiuse gli occhi.

Cobb lo guardò. Cosa doveva fare? L'ultima volta che era entrato nella mente di una persona che amava, quella si era uccisa. Ed ora doveva proteggere suo figlio da sua madre … doveva fargliela dimenticare.

-Non posso-sussurrò sedendosi sul bordo del letto. Come aveva potuto pensare di fare una cosa del genere a suo figlio? Dopotutto Mal era stata una madre meravigliosa per i loro due bambini fino a quando non avevano fatto quel sogno condiviso.

Si alzò dal letto e cominciò a camminare avanti e indietro. Sfiorò la finestra chiusa della sua camera.

E se James l'avesse aperta? Se si fosse buttato davvero? Cobb scacciò immediatamente quell'idea dalla mente.

Richiamò Arthur.

-Allora hai deciso?-gli chiese quest'ultimo

-No. Non lo so Arthur davvero …  dovrei decidere se rovinargli la vita o rischiare che passi tutto quello che ho passato io … e francamente non so cos'è peggio-

-Posso capire c

osa provi Cobb.Ma sei suo padre. Devi decidere tu-

Cobb deglutì. Non si era mai ritrovato a pensare a una cosa del genere prima di svolgere un incarico. Lo faceva semplicemente perché glielo ordinavano … eppure adesso era tutto così complicato.

-Facciamolo- disse ad Arthur.

-Sei sicuro?-

-Si. Sono sicuro.-

-Farai tu l'architetto?-chiese Arthur cercando di assumere un tono professionale. Anche se sapeva già a risposta.

-No, è troppo pericoloso. Dobbiamo passare a salutare una vecchia amica …- disse Cobb sorridendo, per quanto la sua preoccupazione glielo permettesse.

Dall'altro capo del telefono, sicuramente Arthur stava sorridendo sotto i baffi.

Cobb allungò la mano verso la scrivania e prese un vecchio biglietto con sopra scritto un nome e un indirizzo:

Arianna Durant - Saint Germain, 16a - Parigi
 

Nella puntata successiva: Vedremo i nostri eroi andare a Parigi per richiamare Arianna. Ma lei ha qualche problema con gli studi. Riuscirà il fascino di Arthur a convincerla ad imbarcarsi in questa nuova impresa … oppure Arianna sarà ancora indecisa per quel bacio al 'secondo livello'?

Grazie mille a chi ha recensito il primo capitolo :) Aspetto altre recensioni :D


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