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Autore: White Gundam    06/09/2007    3 recensioni
(ispirato a: "Jeeg Robot d'Acciaio")
Questo è un mio componimento di quest'anno su Hiroshi, il protagonista di questa serie, che è un "cyborg", che essendo stato in passato un ragazzo "normale" è in grado di provare sentimenti umani.
Ma davvero adesso che è fatto di acciaio è tanto cambiato? O è solo il mondo che ormai non sa più accettare il diverso e lo considera estraneo e pericoloso, e questo si ripercuote sul giovane?
Genere: Poesia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo è un breve omaggio a tutti coloro che non si conformano nella massa, ma sono "diversi" per un motivo o per l'altro, e soffrono però perchè non accettati.
Poi ho sempre pensato ad Hiroshi come ad un ragazzo, in fondo, molto sensibile, e nelle puntate l'ho spesso visto soffrire per questo motivo, spero la ficcy vi piaccia e come sempre che me la recensiate (nel bene o nel male)...




DIVERSO


Sdraiato sul letto stai pensando a quel giorno passato,
dove per te tutto è cambiato.
E non certo in meglio, infatti daresti del mondo tutte le cose,
pur di tornare ad essere normale.

Vorresti essere un ragazzo di sangue, ossa e carne,
di quel tuo corpo meccanico non sai cosa farne...

Non riesci a dormire ti rigiri nel letto...
Esser diverso ti fa questo effetto.
Ma chissà poi se ti puoi addormentare,
a un essere meccanico, seppur con cuore umano, è concesso di sognare?

Ti tocchi braccia, mani e spalle,
ma non senti il calore della tua pelle.
Ti alzi, nel silenzio della notte, ricordandoti che sei di acciaio fatto,
impossibile sentirne il calore al tatto.

Ti rechi senza far rumore in camera di tua sorella,
vicino alla porta la senti rivolgere le sue preghiere ad una stella.
Sorridi con dolcezza guardando quella bambina,
entri e le accarezzi la testolina;
ma ti accorgi con dolore
che non riesci più a sentire neanche degli altri il calore.
I tuo occhi sono asciutti, ma dentro ti piange il cuore,
ma i tuoi occhi ormai meccanici, di lacrime non ne possono versare.

Ti allontani, avvolto nel silenzio, in quel corpo di acciaio ti senti perso,
stringi forte il tuo pugno: ti da fastidio esser diverso.

Nella tua casa tutti dormono,
ma tu non vi riesci e non è il primo giorno.
Quindi con rabbia continui a pensare:
Perchè non posso essere anch'io, come tutti, normale?

Ma la cosa che più ti fa soffrire
è che dovrai continuare a combattere e la tua vita rischiare,
per un mondo che non ti vuole, o non ti riesce ad accettare.

Ti rannicchi su te stesso,
come un bimbo che a disagio è stato messo.
Solo che tu sei sicuro di non poter contare
su una persona che ti possa capire, o magari aiutare.
Ad un bimbo che piange un sorriso può esser donato,
al tuo dolore un rimedio non può essere trovato.

Esci di casa, ti rechi in garage e ti siedi sulla tua moto,
lì vicino, per terra, è caduta una tua foto.
Ti alzi, la prendi, quasi per riflesso
e guardandola non riesci a vedere il te stesso che sei adesso.
Eppure non più di qualche settimana è passata,
da quando quella foto è stata scattata.
Vorresti accartocciarla, ma non puoi scordare
che quella foto te l'ha scattata una persona speciale,
un'amica allegra e solare;
una persona che al tuo fianco è sempre stata,
anche quando la tua anima in un corpo meccanico è stata incastonata;
una persona fantastica, fenomenale,
per cui tu non sei diverso,
soltanto: speciale.

Adesso sorridi, rigirando tra le mani quella stessa foto,
ora quel ragazzo non è diverso da te nemmeno un poco.

Sbadigli, torni a letto, ti senti assonnato,
e infatti come ti sdrai ti sei gia addormentato.
E per sognare: sogni, tranquillo...
Perchè benché il tuo corpo ormai d'acciaio sia fatto,
il tuo cuore è e rimane quello di un ragazzo.
   
 
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