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Autore: clif    20/02/2013    2 recensioni
Questa è la storia di un gruppo di ragazzi che si avventurano in faccende troppo grosse per loro, non vi dico nient altro.
Genere: Avventura, Horror, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il girono seguente Leon si alzò per andare a scuola, prese la merenda e cominciò a correre verso il centro. Scoprì che il paese non era niente male, le case erano fatte da mattoncini arancioni, con il caminetto acceso. Raggiunse la scuola, non era molto grande, si avvicinò alla porta, dentro una signora lo invitò ad entrare. “Cosa desideri ragazzo?” Gli chiese, “Sono Leonard Smith!” Le rispose lui, “Oh, sì vieni, vieni con me.” Raggiunse la sua classe, la professoressa lo presentò a tutti, poi andò a sedersi all’ultimo banco. Di fianco a lui un ragazzo abbastanza grassottello. “Piacere, sono Fred, ho 12 anni, tu?” Parlava mentre masticava del cioccolato. “Ne ho 12 anche io.” Rispose Leon. I ragazzi si presero subito in simpatia, finchè non arrivò il momento dell’intervallo, nel corridoio Leon si scontrò con una bambina. “Oh, scusami.” Si scusò lui, lei lo guardò dritto negli occhi: “No, è colpa mia, comunque piacere sono Mary Anne, ho 11 anni, tu?” Gli chiese lei, Leon era un po’ impacciato. “Leon, ne ho 12” Aveva ripetuto quella frase molte volte quel giorno, a quel punto una ciocca di capelli biondi - rossi di Anne uscì dal cappello, subito lei corse nel bagno, mentre Leon era ancora in piedi a guardare il vuoto. “Tutto bene?” Gli chiese un ragazzo, un po’ più alto di Leon, ma su per giù avevano la tessa età. “Sì, piacere sono Leon ed ho 12 anni.” Aveva ormai ripetuto quella frase mille volte, gli era rimasta nella testa, non voleva più uscire. “Io sono Erik Mason, ho anche io 12 anni, piacere di conoscerti.” Alla fine di quella giornata Leon aveva conosciuto tre nuovi amici, nella strada di casa si ritrovò a passare vicino a quel fiumiciattolo, allora decise di lanciarci qualche sasso dentro, solo per divertimento. “Leonard, vieni, è pronta la cena!” Era la voce della zia, allora a quel punto tornò a casa dimenticandosi il suo cappellino al bordo del fiume.
 

  
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