Anime & Manga > Sousei no Aquarion
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Autore: RobyLupin    07/09/2007    0 recensioni
Allora, rieccomi tra voi con la mia prima long-fiction! è stata scritta subito dopo la puntata 24, quando ancora non sapevo cosa sarebbe successo alla fine, e non tiene conto di quello che è successo nelle ultime due puntate... è, in pratica, la fine di Aquarion dal mio personalissimo punto di vista... Spero vi piaccia ^^!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Apollo, Silvia de Alisia
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ecco qui il quinto e penultimo capitolo. Ringrazio Haimon per il suo commento. ^^

CAP 5: Ricordi- parte II



“Toma!” Ringhiò Apollo guardando con odio l’Angelo davanti a lui.
“Sono contento che tu sia felice di vedermi… O, meglio, rivedermi, Apollonius.”
“Maledetto! Dove mi trovo?”
“Sei a casa, Apollonius.” Rispose pacato l’Angelo.
“Non dire assurdità!” Sbottò il rosso. “Dove sono? E dov’è Silvia? Ho sentito la sua voce! Dov’è lei?” Ribatté guardandosi attorno per quanto glielo permetteva il capo bloccato. L’unica cosa che riuscì a scorgere però furono i tre vector – Sol, Luna e Mars – fermi poco distanti dalle radici dell’Albero della Vita.
Toma, vedendo la sua espressione, sorrise.
“Vuoi sapere dov’è Celiane, Apollonius?”
“Voglio sapere dov’è Silvia.” Precisò lui.
“Eccola lì Celiane, Ali del Sole.” Continuò Toma ignorandolo. Si mosse di lato, accompagnando la mano per indicare due figure appese contro la parete nera.
Entrambe bionde, un uomo e una donna.
Sirius e Silvia lo guardavano senza dire una parola, spaventati e confusi.
“Silviaaaa!” Urlò lui tentando di libere le braccia senza riuscirci. Sembravano quasi inchiodate al muro. “Maledetto!” Continuò rivolto a Toma “Che le stai facendo? Perché non può parlare?”
“Vedi Apollonius, c’è una cosa che io non ho mai scordato. Una cosa che ti dissi un tempo, durante un combattimento. Mi stupisce che tu te ne sia scordato in questo modo.”
“Di che diavolo stai parlando? Perché l’hai portata qui?”
“Perché LI ho portati qui, vorrai dire.” Lo corresse l’Angelo.
“Che intendi dire?”
Toma sorrise beffardo.
“Prova a pensarci…”
Apollo lo guardò con odio, mordendosi il labbro quasi fino a farlo sanguinare. Di cosa parlava quel maledetto essere? A cosa doveva pensare? Cosa doveva ricordare? Perché aveva portato i due fratelli in quel luogo?
Fu come un’illuminazione.
Un lampo improvviso.
Un brivido percorse la schiena del rosso mentre i suoi occhi andavano fuori fuoco, portandolo lontano nei ricordi…

˜ INIZIO FLASHBACK ˜
Vide una donna a terra.
Piangeva disperata.
“Apollonius, Apollonius…” Continuava a ripetere.
Aveva cortissimi capelli biondi, e gli occhi di un azzurro profondo, immenso come il mare.
Lui la osservava dall’alto, e sentiva il suo cuore stringersi alla vista di quelle lacrime.
Una voce lo riportò alla realtà.
“Guardala bene, Apollonius, perché presto non potrai più farlo. La ucciderò con le mie stesse mani.”
Apollonius si voltò. Davanti a lui stava Toma.
“Non riuscirai a portarmela via, Toma.” Rispose tranquillo.
“È qui che ti sbagli, Apollonius. Prima o poi abbasserai la guardia, e ci riuscirò. È una promessa.” Concluse con il solito sorriso beffardo.
“Non puoi separarci, Toma. Nessuno può.”
“Lo vedremo.” Concluse lui con espressione folle.
Con uno scatto improvviso, si voltò verso il basso, verso Celiane, e le spedì contro una lama di luce.
La ragazza non ebbe il tempo di reagire. Vide la luce avvicinarsi sempre più, minacciosa. Urlò senza rendersene conto, preparandosi a morire.
"Addio Apollonius." Pensò.
Un’esplosione.
Una nube di polvere si sollevò da terra.
Toma esultò.
Troppo presto.
“Troppo facile, Toma.” Lo sfotté Apollonius.
La polvere si dissipò in fretta, lasciando vedere Celiane incredula per essere ancora viva e vegeta, protetta d una specie di barriera rossa.
“Sei… Sei riuscito a proteggerla.” Furente, si voltò verso il suo amato. “Come è possibile?”
“Ti avevo avvisato, Toma. Non riuscirai mai a portarmela via. Non ci potrai mai separare. È inutile…” Ma non poté finire la frase, perché un Toma furente, con le lacrime agli occhi, gli si avventò contro con la sua spada.
Parò il colpo, e iniziarono la loro ennesima lotta.
Celiane li guardava dal basso, pregando di poterlo rivedere ancora tutto intero.
Toma, dentro di sé, piangeva.
L’aveva perso per sempre.
Forse…

˜ FINE FALSHBACK ˜

“Ricordi ora, Apollonius?” Apollo annuì, lo sguardo ancora assente. “Ricordi ora la mia promessa?” Annuì di nuovo. “Come vedi, l’ho mantenuta. Ci sono riuscito. Lentamente , ma inesorabilmente, te l’ho strappata via, senza che tu te ne accorgessi. Volontariamente lei mi ha seguito. Beh, almeno, quasi del tutto volontariamente.”
“Non dire assurdità!” Urlò Silvia infuriata. Toma, finalmente, si era distratto tanto da lasciarla libera di parlare. “Mi hai dovuta rapire per portarmi qui da te. Non sono qui di mia volontà!”
Toma si voltò a guardarla. Sembrava estremamente divertito dalle sue parole.
“Non è esatto, Celiane. Convengo che portare te qui non sia stato esattamente semplice. Ma portare qui tuo fratello, principessa…” Aggiunse spostando lo sguardo su un Sirius inorridito “... È stato straordinariamente semplice. O vuoi forse farmi credere che non sia venuto di sua spontanea volontà?”
“Cosa centra mio fratello?” Chiese Silvia cauta. Non le piaceva dove stava andando a parare.
“Non l’avete ancora capito?” Rispose l’Angelo continuando a fissare il principe. Poi, il suo sguardo si spostò verso la sorella. “Vuoi forse dirmi che la tua anima non ha ancora riconosciuto l’altra sua metà, Celiane?”

Silvia lo fissava a bocca aperta.
Sirius era inorridito, incredulo.
Solo Apollo non reagì in alcun modo. Sembrava ancora assurdamente assente.
“Stai… Stai scherzando! Io non posso essere Celiane!” Urlò Sirius alla fine.
“Oh, andiamo, è assurdo! Non ti pensavo così stupido Toma!” Sbottò Silvia seccata. Poi, pensandoci bene “Anche se, in effetti, dopo dodicimila anni che insegui Apollonius senza capire che lui vuole me e non te, non dovrei più stupirmi di niente!”
Toma, facendo un incredibile sforzo per trattenersi, finse di non averla sentita, e si rivolse quindi a Sirius.
“Andiamo, Sirius. So quello che pensi.
Quante volte ti sei chiesto da dove proveniva quel senso di vuoto che alberga dentro di te?
Quante volte ti sei chiesto da dove proveniva quel dolore così antico?
Pensaci, Sirus.
Permetti alla tua anima di ricordare.”
E Sirius ricordò.
E, insieme a lui, anche Apollo e Silvia vennero trascinati nel fiume in piena dei ricordi sepolti nella profondità della sua mente.

˜ INIZIO FLASHBACK ˜

Era a terra, spaventata, ai piedi dell’Albero della Vita. E come poteva stare tranquilla?
Come poteva esserlo se su di lei troneggiava minaccioso un Angelo delle Tenebre?
Celian guardò il suo viso teso, i suoi capelli fiammeggianti al vento, le ali spalancate, i suoi occhi ambrati fissi su di lei…
C’era qualcosa che la turbava in quello sguardo, anche se avrebbe voluto che quegli occhi non la lasciassero mai.
Un pensiero stupido. Era una essere umano che si era intrufolato di nascosto ad Atlandia. Probabilmente stava per morire.
Anzi, in effetti, era strano che fosse ancora viva.
Poi, senza nessun preavviso, il viso dell’Angelo si distese in un sorriso luminoso mentre si chinava su di lei tendendole la mano.
Il cuore della donna sussultò alla vista della bellezza di quel sorriso luminoso e sincero.
Titubante, afferrò la mano che le era stata offerta. Era calda e accogliente.
Lui la tirò leggermente, e lei si ritrovò in piedi.
Davanti all’Albero della Vita, un’umana e un Angelo delle Tenebre si osservavano in silenzio.
Poi, uno dei due parlò.
“Celiane.”
“Apollonius.”
Non si erano mai incontrati prima, ma si conoscevano di fama.
Lui, lo sterminatore di uomini.
Lei, la principessa del Regno di Alisia e comandante in capo del suo esercito.
Erano due nemici.
Ora, i due nemici si guardavano sorridendo.
Dolcemente, Apollonius l’accompagnò con un’ala fino a lui, e si abbracciarono.
Sapevano che niente sarebbe stato più come prima.


Tempo dopo, Atlandia.
La Sacra Genesi era stata avviata.
Apollonius e Celiane erano scomparsi ormai, ma le loro anime vagavano ancora, perdute in un luogo senza tempo senza potersi mai incontrare.
L’anima della ragazza era colma di dolore e odio.
Colma di odio e rabbia.
Ma anche colma di speranza.
Colma dell’amore per Apollonius.
Fu allora che avvenne.
Inspiegabilmente, l’anima della giovane donne si scinse di due metà, complementari quanto diverse.
In una, la sua parte oscura, i suoi pensieri e ricordi malvagi.
Nell’altra, la sua parte più luminosa e pura, i suoi pensieri e i ricordi incontaminati.
In entrambe le metà, rimase l’amore per Apollonius.
I primi, erano però destinati a essere repressi nella memoria di un giovane principe discendente di Celiane e Apollonius, Sirius de Alisia.
I secondi, erano invece destinati ad essere ricordati ed inseguiti dalla sorella, Silvia de Alisia.
Entrambe, inseguivano senza sosta l’anima di Apollonius, di cui avevano bisogno come dell’aria.

˜ FINE FLASHBACK ˜

I tre giovani sussultarono.
“Avete visto?” Annuirono tutti. “Avete compreso quello che accadde?” Annuirono di nuovo. “Quindi Apollonius, come vedi avevo ragione io. Celiane alla fine ti è stata portata via senza che tu te ne rendessi conto. Ho mantenuto la mia promessa
.”

  
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