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Ecco qui il quinto e penultimo capitolo. Ringrazio Haimon per il suo commento. ^^
CAP 5: Ricordi- parte II
“Toma!” Ringhiò Apollo guardando con odio l’Angelo davanti a
lui.
“Sono contento che tu sia felice di vedermi… O, meglio, rivedermi,
Apollonius.”
“Maledetto! Dove mi trovo?”
“Sei a casa, Apollonius.” Rispose
pacato l’Angelo.
“Non dire assurdità!” Sbottò il rosso. “Dove sono? E dov’è
Silvia? Ho sentito la sua voce! Dov’è lei?” Ribatté guardandosi attorno per
quanto glielo permetteva il capo bloccato. L’unica cosa che riuscì a scorgere
però furono i tre vector – Sol, Luna e Mars – fermi poco distanti dalle radici
dell’Albero della Vita.
Toma, vedendo la sua espressione, sorrise.
“Vuoi
sapere dov’è Celiane, Apollonius?”
“Voglio sapere dov’è Silvia.” Precisò
lui.
“Eccola lì Celiane, Ali del Sole.” Continuò Toma ignorandolo. Si mosse
di lato, accompagnando la mano per indicare due figure appese contro la parete
nera.
Entrambe bionde, un uomo e una donna.
Sirius e Silvia lo
guardavano senza dire una parola, spaventati e confusi.
“Silviaaaa!” Urlò lui
tentando di libere le braccia senza riuscirci. Sembravano quasi inchiodate al
muro. “Maledetto!” Continuò rivolto a Toma “Che le stai facendo? Perché non può
parlare?”
“Vedi Apollonius, c’è una cosa che io non ho mai scordato. Una cosa
che ti dissi un tempo, durante un combattimento. Mi stupisce che tu te ne sia
scordato in questo modo.”
“Di che diavolo stai parlando? Perché l’hai portata
qui?”
“Perché LI ho portati qui, vorrai dire.” Lo corresse l’Angelo.
“Che
intendi dire?”
Toma sorrise beffardo.
“Prova a pensarci…”
Apollo lo
guardò con odio, mordendosi il labbro quasi fino a farlo sanguinare. Di cosa
parlava quel maledetto essere? A cosa doveva pensare? Cosa doveva ricordare?
Perché aveva portato i due fratelli in quel luogo?
Fu come un’illuminazione.
Un lampo improvviso.
Un brivido percorse la schiena del rosso mentre i
suoi occhi andavano fuori fuoco, portandolo lontano nei ricordi…
˜ INIZIO
FLASHBACK ˜
Vide una donna a terra.
Piangeva disperata.
“Apollonius,
Apollonius…” Continuava a ripetere.
Aveva cortissimi capelli biondi, e gli
occhi di un azzurro profondo, immenso come il mare.
Lui la osservava
dall’alto, e sentiva il suo cuore stringersi alla vista di quelle
lacrime.
Una voce lo riportò alla realtà.
“Guardala bene, Apollonius,
perché presto non potrai più farlo. La ucciderò con le mie stesse
mani.”
Apollonius si voltò. Davanti a lui stava Toma.
“Non riuscirai a
portarmela via, Toma.” Rispose tranquillo.
“È qui che ti sbagli, Apollonius.
Prima o poi abbasserai la guardia, e ci riuscirò. È una promessa.” Concluse con
il solito sorriso beffardo.
“Non puoi separarci, Toma. Nessuno può.”
“Lo
vedremo.” Concluse lui con espressione folle.
Con uno scatto improvviso, si
voltò verso il basso, verso Celiane, e le spedì contro una lama di luce.
La
ragazza non ebbe il tempo di reagire. Vide la luce avvicinarsi sempre più,
minacciosa. Urlò senza rendersene conto, preparandosi a morire.
"Addio
Apollonius." Pensò.
Un’esplosione.
Una nube di polvere si sollevò da
terra.
Toma esultò.
Troppo presto.
“Troppo facile, Toma.” Lo sfotté
Apollonius.
La polvere si dissipò in fretta, lasciando vedere Celiane
incredula per essere ancora viva e vegeta, protetta d una specie di barriera
rossa.
“Sei… Sei riuscito a proteggerla.” Furente, si voltò verso il suo
amato. “Come è possibile?”
“Ti avevo avvisato, Toma. Non riuscirai mai a
portarmela via. Non ci potrai mai separare. È inutile…” Ma non poté finire la
frase, perché un Toma furente, con le lacrime agli occhi, gli si avventò contro
con la sua spada.
Parò il colpo, e iniziarono la loro ennesima
lotta.
Celiane li guardava dal basso, pregando di poterlo rivedere ancora
tutto intero.
Toma, dentro di sé, piangeva.
L’aveva perso per
sempre.
Forse…
˜ FINE FALSHBACK ˜
“Ricordi ora, Apollonius?”
Apollo annuì, lo sguardo ancora assente. “Ricordi ora la mia promessa?” Annuì di
nuovo. “Come vedi, l’ho mantenuta. Ci sono riuscito. Lentamente , ma
inesorabilmente, te l’ho strappata via, senza che tu te ne accorgessi.
Volontariamente lei mi ha seguito. Beh, almeno, quasi del tutto
volontariamente.”
“Non dire assurdità!” Urlò Silvia infuriata. Toma,
finalmente, si era distratto tanto da lasciarla libera di parlare. “Mi hai
dovuta rapire per portarmi qui da te. Non sono qui di mia volontà!”
Toma si
voltò a guardarla. Sembrava estremamente divertito dalle sue parole.
“Non è
esatto, Celiane. Convengo che portare te qui non sia stato esattamente semplice.
Ma portare qui tuo fratello, principessa…” Aggiunse spostando lo sguardo su un
Sirius inorridito “... È stato straordinariamente semplice. O vuoi forse farmi
credere che non sia venuto di sua spontanea volontà?”
“Cosa centra mio
fratello?” Chiese Silvia cauta. Non le piaceva dove stava andando a
parare.
“Non l’avete ancora capito?” Rispose l’Angelo continuando a fissare
il principe. Poi, il suo sguardo si spostò verso la sorella. “Vuoi forse dirmi
che la tua anima non ha ancora riconosciuto l’altra sua metà,
Celiane?”
Silvia lo fissava a bocca aperta.
Sirius era inorridito,
incredulo.
Solo Apollo non reagì in alcun modo. Sembrava ancora assurdamente
assente.
“Stai… Stai scherzando! Io non posso essere Celiane!” Urlò Sirius
alla fine.
“Oh, andiamo, è assurdo! Non ti pensavo così stupido Toma!” Sbottò
Silvia seccata. Poi, pensandoci bene “Anche se, in effetti, dopo dodicimila anni
che insegui Apollonius senza capire che lui vuole me e non te, non dovrei più
stupirmi di niente!”
Toma, facendo un incredibile sforzo per trattenersi,
finse di non averla sentita, e si rivolse quindi a Sirius.
“Andiamo, Sirius.
So quello che pensi.
Quante volte ti sei chiesto da dove proveniva quel senso
di vuoto che alberga dentro di te?
Quante volte ti sei chiesto da dove
proveniva quel dolore così antico?
Pensaci, Sirus.
Permetti alla tua
anima di ricordare.”
E Sirius ricordò.
E, insieme a lui, anche Apollo e
Silvia vennero trascinati nel fiume in piena dei ricordi sepolti nella
profondità della sua mente.
˜ INIZIO FLASHBACK ˜
Era a terra,
spaventata, ai piedi dell’Albero della Vita. E come poteva stare
tranquilla?
Come poteva esserlo se su di lei troneggiava minaccioso un Angelo
delle Tenebre?
Celian guardò il suo viso teso, i suoi capelli fiammeggianti
al vento, le ali spalancate, i suoi occhi ambrati fissi su di lei…
C’era
qualcosa che la turbava in quello sguardo, anche se avrebbe voluto che quegli
occhi non la lasciassero mai.
Un pensiero stupido. Era una essere umano che
si era intrufolato di nascosto ad Atlandia. Probabilmente stava per morire.
Anzi, in effetti, era strano che fosse ancora viva.
Poi, senza nessun
preavviso, il viso dell’Angelo si distese in un sorriso luminoso mentre si
chinava su di lei tendendole la mano.
Il cuore della donna sussultò alla
vista della bellezza di quel sorriso luminoso e sincero.
Titubante, afferrò
la mano che le era stata offerta. Era calda e accogliente.
Lui la tirò
leggermente, e lei si ritrovò in piedi.
Davanti all’Albero della Vita,
un’umana e un Angelo delle Tenebre si osservavano in silenzio.
Poi, uno dei
due parlò.
“Celiane.”
“Apollonius.”
Non si erano mai incontrati prima,
ma si conoscevano di fama.
Lui, lo sterminatore di uomini.
Lei, la
principessa del Regno di Alisia e comandante in capo del suo esercito.
Erano
due nemici.
Ora, i due nemici si guardavano sorridendo.
Dolcemente,
Apollonius l’accompagnò con un’ala fino a lui, e si abbracciarono.
Sapevano
che niente sarebbe stato più come prima.
Tempo dopo, Atlandia.
La
Sacra Genesi era stata avviata.
Apollonius e Celiane erano scomparsi ormai,
ma le loro anime vagavano ancora, perdute in un luogo senza tempo senza potersi
mai incontrare.
L’anima della ragazza era colma di dolore e odio.
Colma di
odio e rabbia.
Ma anche colma di speranza.
Colma dell’amore per
Apollonius.
Fu allora che avvenne.
Inspiegabilmente, l’anima della giovane
donne si scinse di due metà, complementari quanto diverse.
In una, la sua
parte oscura, i suoi pensieri e ricordi malvagi.
Nell’altra, la sua parte più
luminosa e pura, i suoi pensieri e i ricordi incontaminati.
In entrambe le
metà, rimase l’amore per Apollonius.
I primi, erano però destinati a essere
repressi nella memoria di un giovane principe discendente di Celiane e
Apollonius, Sirius de Alisia.
I secondi, erano invece destinati ad essere
ricordati ed inseguiti dalla sorella, Silvia de Alisia.
Entrambe, inseguivano
senza sosta l’anima di Apollonius, di cui avevano bisogno come
dell’aria.
˜ FINE FLASHBACK ˜
I tre giovani
sussultarono.
“Avete
visto?” Annuirono tutti. “Avete compreso quello che accadde?” Annuirono di
nuovo. “Quindi Apollonius, come vedi avevo ragione io. Celiane alla fine ti è
stata portata via senza che tu te ne rendessi conto. Ho mantenuto la mia
promessa.”