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Autore: Kary91    20/02/2013    22 recensioni
Vincitrice del contest di one-shot indetto dal blog 'Dreaming Land'.
Prima classificata e premio caratterizzazione al contest 'Era un Sogno' indetto da Fabi_Fabi
[Spoiler 4x14]
Non si è ancora adulti, a sedici anni. Si è solo ragazzini; bimbi sperduti che danno prova del loro coraggio, battendosi come adulti. Cercando di affrontare i pirati.
Proprio come Peter.
Proprio come Jeremy.
[Questa storia fa parte della serie 'Cappuccetto Rosso e altri racconti]
(storia iscritta alla Multifandom e Originali con il prompt "vampiri")
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Jeremy Gilbert, Miranda Gilbert | Coppie: Anna/Jeremy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cappuccetto rosso (e altri racconti).'
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Storia Vincitrice del contest di one-shot indetto dal blog 'Dreaming Land'.

Questa storia si è classificata prima al contest Era un sogno indetto da Fabi_Fabi e ha vinto il premio caratterizzazione.

 

 

“Benché Peter non fosse come gli altri ragazzi, anch'egli infine ebbe paura.

Un tremito, simile al brivido che sorvola il mare, lo percorse, ma sul mare a un brivido ne segue un secondo e un terzo finché se ne formano a centinaia.

Peter fu percorso da un solo brivido. Un momento più tardi eccolo di nuovo in piedi sullo scoglio, con il suo particolare sorriso in volto.

Un tamburo gli rullava in petto e diceva:

"Morire sarà una grande, meravigliosa avventura!"

Peter Pan. James Matthew Barrie

 


Imagine You are Peter Pan.

Ci sono dei mostri negli incubi di Jeremy.

Vengono a trovarlo ogni volta che si addormenta; sembrano persone normali, ma quando lo guardano hanno gli occhi iniettati di sangue. Hanno denti affilati come sciabole, tanto aguzzi quanto quelli di una bestia. La pelle è cerea e frammentata e le labbra sono imbrattate di rosso. Jeremy non sa perché quelle creature lo cerchino: è un bambino vivace, forse troppo, ma non è cattivo. Ha solo cinque anni, in fondo. Eppure i mostri lo inseguono: gli danno la caccia. Jeremy balza giù dal letto e corre a nascondersi. Si affretta a raggiungere la camera dei suoi genitori, ma non li trova: non trova nessuno. E proprio allora, quando uno di quei mostri lo afferra per il braccio, costringendolo a porgere il collo ai suoi canini acuminati…

“Jeremy!”

Jeremy sussultò, destato dal suono di quella voce. Miranda lo prese in braccio, tirandolo fuori dal groviglio di coperte. La luce era accesa e la sua mamma era con lui: tuttavia, non si sentiva al sicuro.

“Hai avuto un altro brutto sogno?” domandò la donna con dolcezza, accarezzandogli i capelli. Jeremy annuì deciso, aggrappandosi alla manica del pigiama della donna.
“C’erano i vampiri!” dichiarò concitato, squadrando la madre con aria seria. “C’erano i vampiri e mi volevano prendere!”

“Ancora i vampiri, eh?”

La donna gli rivolse un’occhiata insospettita, prima di punzecchiargli il pancino con un dito. “Dì un po’, giovanotto: non avrai mica visto qualche film spaventoso alla TV, ieri sera?”

Ancora una volta, Jeremy scosse il capo con decisione.

“Ho visto Peter Pan!” dichiarò, sollevando una mano per aria e fingendo di brandire una spada. “Io guardo sempre Peter Pan: mi piace tanto!”

Miranda sorrise.
“Lo so che ti piace” rispose, accarezzandogli i capelli con dolcezza. “Sei spaventato?” domandò poi, appoggiando la fronte contro la sua. Il bambino annuì.
“Sì” ammise, lasciandosi abbracciare dalla donna. “Non voglio più dormire: voglio guardare i cartoni animati!”

“Facciamo così…” propose invece la madre. Lo strinse un po’ più forte e incominciò a cullarlo. “Immagina di essere Peter Pan. Hai il tuo cappellino verde e la tua spada. E puoi volare, puoi volare davvero in alto.”


“Più in alto degli aerei?”


“Più in alto di qualsiasi cosa.”


“E poi? E poi?”


“E poi… Immagina di volare via da Mystic Falls e di raggiungere l’Isola Che Non C’è.”


Il visetto di Jeremy si illuminò, rasserenato dal sorgere di un sorriso vivace.

“E ci sono i pirati, lì?” chiese.


“Sì. E i pirati hanno paura di te, ma tu sei Peter Pan: tu non hai paura di nulla.”


“Nemmeno di Tyler Lockwood?”

Miranda rise. A Jeremy era sempre piaciuta molto la risata della sua mamma. Se avesse dovuto scegliere un pensiero felice per potersi librare in volo, probabilmente avrebbe deciso di immaginarla mentre rideva, guardando i cartoni animati assieme a lui.

“Proprio così” confermò la donna, accarezzandogli il capo.

“E nemmeno dei vampiri?”


“Non esistono i vampiri sull’Isola che non c’è” lo rassicurò la donna, posandogli un bacio sulla fronte. Quel piccolo gesto riuscì a rassicurarlo ulteriormente, ricordandogli il momento della fiaba di Peter Pan in cui Peter riesce a rubare il bacio all’angolo delle labbra della signora Darling. Si sentì orgoglioso: forse, in fondo, assomigliava per davvero un po’ a quel ragazzino che non voleva crescere. “Sei al sicuro, Jeremy” gli sussurrò in un orecchio la madre, prima di sistemarlo sul materasso e di rimboccargli le coperte. “E adesso cerca di chiudere gli occhi” si raccomandò, accarezzandogli un’ultima volta il capo. “La tua mamma è proprio qui, nella camera a fianco: se quei vampiri cattivi torneranno disturbarti, dovranno vedersela con me e papà.”

“Mamma?” domandò ancora il bambino, osservandola attraversare la stanza. “Un giorno ci andiamo, io e te, all’Isola Che Non C’è?”

La donna si fermò alla porta, indugiando per una manciata di secondi. Infine sorrise.

“Un giorno ci andremo” promise, volgendo un’ultima occhiata intenerita in direzione del figlioletto. Jeremy aveva già chiuso gli occhi, un pugno appoggiato al cuscino, come se stesse immaginando di brandire una spada: proprio come Peter Pan.

“…e così mi addormentai: non avevo più paura. Al mio risveglio corsi a riavvolgere il nastro della cassetta di Peter Pan: lo guardai per l’ennesima volta, e poi un’altra e un’altra ancora. La notte successiva andai a dormire con la fiaba sotto il cuscino; quando avevo paura mi bastava infilare la mano oltre la federa e il contatto con la custodia della video-cassetta mi tranquillizzava. Per un po’ di tempo smisi di avere quegli incubi; volevo essere come lui, sai? Come Peter. Volevo smettere di crescere.”

“Io ho smesso di crescere diverso tempo fa. Questo fa di me una bimba sperduta?”
“O una Campanellino...O una Wendy. E, sai, se solo tu volessi…”
“Jeremy…”
“Se tu mi trasformassi, io e te potremmo….”
“Ne abbiamo già parlato.”
“Non vuoi restare con me per sempre?”

“Sì.”
“Potrei essere il tuo Peter Pan.”
“Un giorno: non ora. Un giorno sarai il mio Peter Pan.”


“Me lo prometti, Annabelle?”
“Te lo prometto, Jeremy.”




Non vogliamo più la verità. Dateci il sogno. Riposo non avremo, se non nelle ombre dell'ignoto.

Gabriele D’annunzio

Ci sono ancora dei mostri, negli incubi di Jeremy.

Ora, tuttavia, la realtà e il sogno sfumano in una cosa sola ed è la prima a vincere. I vampiri lo hanno preso, alla fine. Il sangue scivola a fiotti dal suo collo alla bocca di Silas. Allo stesso modo la sua vita gli sfugge. E poi, tutto ad un tratto, svanisce. Lui non c’è più.

Jeremy è confuso: non sa dove si trova.

Non vede nulla, eppure avverte sua sorella accanto a lui. La sente piangere e vorrebbe dire qualcosa per rassicurarla. Vorrebbe dirle che non deve piangere, perché lui starà bene. Perché non ci sono vampiri sull’Isola che non c’è: ed è lì che andrà lui.

Ci ha provato a crescere. Ha provato a essere un uomo: l’ha fatto per Elena, l’ha fatto per la sua famiglia. L’ha fatto per Alaric. Ma non si è ancora adulti, a sedici anni. Si è solo ragazzini; bimbi sperduti che danno prova del loro coraggio battendosi come adulti, cercando di affrontare i pirati.

Proprio come Peter.

Proprio come Jeremy.

Ed è per questo che deve lasciare Mystic Falls. È per questo che deve smettere di crescere.

In quel momento la paura prende il sopravvento. Non è molto forte, giusto un tremito: uno sbuffo di vento più marcato degli altri.

E così Jeremy incomincia a sognare: immagina di essere Peter Pan. Ha il suo cappellino verde, la sua spada e può volare, può volare davvero in alto. Raggiunge l’Isola Che Non C’è e lì, ad aspettarlo, c’è una Wendy: la sua Wendy.

Questo è il suo ultimo pensiero, prima che tutto si spenga. Prima che tutto svanisca.


E poi non c’è più nulla: nemmeno la paura.



“Sei venuta a prendermi?”

Jeremy sorride, avvertendo un tocco delicato sulla testa.

“Te l’avevo promesso.”

Ha ragione: se lo ricorda. Se lo ricorda perfettamente.

“Hai paura?”


Jeremy vorrebbe annuire, ma si sorprende a scuotere il capo.

“No.”


Annabelle sorride, prendendolo per mano.
“Tua madre ti sta aspettando” gli sussurra infine in un orecchio. “Come promesso.”

“Dove?”


Jeremy lo domanda lo stesso, anche se crede di conoscere già la risposta.

Il sorriso di Annabelle suggella la fine di un incubo e l'inizio di una nuova, grande avventura.

“A casa.”





“Dimenticali…Dimenticali tutti. Vieni con me dove non dovrai mai, mai pensare alle cose dei grandi.”
Peter Pan. 2003

 

4woixiky



 

Nota dell’autrice.

Chi mi conosce sa quanto tenga a Jeremy. È il mio personaggio preferito sin dal primo episodio della prima stagione e scrivo spesso di lui. Anche se non so se sia effettivamente morto o no, o se abbiano intenzione di farci qualcosa a riguardo, sentivo comunque di dover scrivere qualcosa. Questa, inoltre, è stata una giornata un po’ particolare e sentivo il bisogno proprio di scrivere e prendermi un po’ di tempo per me e il mio Peter Pan per eccellenza. E così sono tornata a scrivere in questa sezione, cosa che ormai facevo solo più con storie legate a “History Repeating – The Next Generation of TVD.” In realtà oggi mi vagava per la mente anche un’ipotetica Forwood, quindi è probabile che tornerò, appena ho un attimo di tempo. Ogni riferimento a Peter Pan è legato alla storia Car(o)line Pan, in cui appunto il piccolo Jeremy gioca a Peter Pan con Caroline. Lì, però, la sua storia ha un lieto fine .-. Mentre per quanto riguarda l’ossessione di Jeremy bimbo per i vampiri, anche quella l’ho prelevata da un’altra mia one-shot, Family Tree .

Un abbraccio forte!

Laura

 

   
 
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