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Autore: artemix_    21/02/2013    5 recensioni
"Grido dentro, mi guardo attorno, urla nei miei occhi che aspettano di essere ascoltate. Lo fa lui, lo sente il tremore nelle mie mani per l'insicurezza che lascio trasparire senza aver paura di fargli cattiva impressione. Dovrei controllarmi? Smetterla di sembrare me stessa, quel castello di sabbia che é facile si rompa? Sono tigre in questa gabbia che a stento sa trattenermi, graffio me stessa con le mie preoccupazioni. Cosa ha intenzione di fare? È qui. Quando la smetterò con queste domande?"
STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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chapter seventeen:

Shine On.

Are they calling for our last dance? I see it in your eyes. [...] With your smile just as bright as the sun. [...]
And when silence greets my last goodbye, the words I need are in your eyes.


Seduta al tavolo della cucina fisso il riflesso nella vetrata. Quella che affaccia sulla campagna. Non sorrido, mi limito ad osservare i miei pensieri.
Cinque minuti e vado a prepararmi, sono le quattro del pomeriggio. 
Il 14 aprile. È lunedì. 
Mi chiamo Laura Fontana, ho diciotto anni e frequento il liceo classico. Lui non sapeva cosa significasse, lì in Italia siete diversi, mi ha detto.
Fisso il mio riflesso e i cinque minuti passano. Tra un'ora lui è qui.

L'aeroporto mi ricorda poche settimane fa, ritorno e andata rimasti in pausa nel tempo. 
Non ho richieste, i miei pensieri animano uragani qua dentro, tutto gira e non riesce ad assumere contorni definiti.
Negli aeroporti non ci sono mai certezze, non ci sarà mai nessuno che lascerà un posto senza ricordare ciò da cui si allontana o mente in continuazione, dice che scappa, dice che se ne va, oppure saluta chi ama, lo manda via; siamo comuni denominatori che dividono cuori fatti tutti uguali.
Qualcuno mi spinge, mamma e papà sono fuori, mi hanno accompagnata, io qui da sola non ci venivo, non ci so arrivare, non ho ancora la patente.
Qualche voce di campo annuncia in alcune lingue i voli in partenza, quelli atterrati, aerei arenati su quella pista, pronti ad aprire gli sportelli.
Il vetro dietro di me di quest'aeroporto dà sul parcheggio, chiedo a qualcuno dove si trova l’uscita degli sbarchi. Mi sono persa. 
- Aspetta là, sotto le scale, che arrivano - mi dicono.
Le scale mobili sono in fondo. 
"Parto" mi ha scritto. "Vengo da te perché adesso ho bisogno di parlare"
Mi offendo, è di nuovo quel l'egoista che non sa dove cogliere, se vuole farlo davvero.
Mi gira la testa in questo mare di volti, nessuno è quello che cerco io.
Occhiali da sole che so non sono rivolti a me.
Fisso i sorrisi, non sono sinceri, nessuno parla di me.
Cosa faccio? mi chiedo, ansia che mi invade, lo stesso formicolio. Assaporo nervosismo e sentimento assieme sulla mia pelle che non si scontra ancora con nessuna che la desideri. E lui? Parlarmi qui, non da casa sua, dalla freddezza di un messaggio, dalle parole smorzate in una cornetta. Lui vuole assaporare la carne dei miei sussurri?
Lui cosa vuole da una come me?


POV LOGAN.
Faccio scalo a Milano, non glielo dico, sa a che ora venirmi a prendere. So di sadico in questa armatura di jeans e camicia blu, in questi occhiali neri che porto sempre con me.
Mi passo una mano tra i capelli, mi guardo nel vetro mentre sto per attraversare il metal detector. La mia sacca da viaggio attraversa un tunnel, io una porta.
Sono qui, appena arrivato a Napoli che non vedo da 6 mesi, sento il profumo di persone diverse su questi corpi di persone affrettate.
Di cosa ho bisogno? Cosa voglio fare? Riprendo il cellulare, lo accendo. Lei non c'è nella notifica.
Non importa, lei aspetta. Qua.

Presa la borsa, cavalco quelle scale. Scendo lento da questa montagna che tutto vede, altezza da cui osservo mondi di teste che attendono.
Una di loro, tra le tante, non si nota, io la noto. 
Ha i capelli sciolti, il foulard le copre il collo. Si guarda attorno con la stessa espressione che le ricordo, sa di terrore misto a confusione.
Sorrido, in imbarazzo. Ma cosa mi è venuto in mente? 
Mi verrebbe voglia di tornare indietro, perché di cosa avrei bisogno?
Lei si volta, mi vede, sorride con i suoi occhi lucidi, il viso le si illumina.
Di cosa ho bisogno, qui?

Saltello dall'ultimo scalino, lei non sa che fare. Io le avvolgo le braccia attorno alla testa, il mio naso sopra.
Tiene le braccia lunghe ai lati, sussurrando con le mani, mi imita, mi circonda con quelle mani incerte. Sorrido, sospiro. Mi scosto di poco, gli occhi miei che si riproducono nel riflesso delle sue lacrime.
- Piangi sempre - dico intenerito, ma sono a disagio.
- Sì - ridacchia, a malincuore sposta una mano dalla mia schiena per asciugarsi una lacrima. - Quando succede qualcosa di inaspettato, qui si dice 'hai fatto piovere'. Mi hai fatto piovere gli occhi.
I miei, penso. Sono lì, stampati in quell’acqua di sale, nella sua espressione, nel sorriso che piano mi schiude per togliermi dall'imbarazzo.
Qualcuno spinge, ha voglia di passare, corre, ognuno incontra chi vuole. Io incontro lei oggi, la incontro pure domani e per tutto il tempo che mi dico di volere.
- Ci aspettano - mi dice. Ha voglia di andarsene, ha fretta nella voce.
Le prendo la mano, gliela stringo, intreccio le dita alle sue.
- Non tremare - le supplico. 
Scuote la testa, dice che le dispiace ma non ha capito quello che ho detto. 
- Non avere paura - le intimo scandendo le parole al suo orecchio e per farlo mi avvicino.
Annuisce, quando mi scosto le vedo la necessità nelle labbra. Sono qui, per parlare, per capire, io. E pure lei. La bacio.


POV LAURA.
Non vivo nello zucchero filato, manco di certezza, di terra da toccare con questi piedi sollevati da cemento, fondamenta e pavimenti di questo aeroporto che mi porta lontano da qui.
Le mie labbra tremano come le mie mani, si scontrano contro quest'istintività quasi aggressiva. Spinge il viso contro il mio, crede io sia pronta, non lo sono, ma non ho detto che non lo voglio. Aereo che ha due ali, le sue labbra e le mie.



ancoloh autriceh:

Ammetto di essere stra sdolcinata, ma
adoravo questa parte, sul serio l'ho
progettata per due mesi HAHAHAH nella mia
testa andava così, spero che vi piaccia comunque,
vedrò di essere meno zucchero filato prossimamente.
ho ancora il blocco, mi devo arripigliare, aiuto.
spero vi piaccia, recensite ja! :3 @xselene

  
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