Jess fissava la porta chiusa della camera di Nick.
 
Non sapeva che ora fosse, continuava a fissarla sperando che si aprisse e che lui uscisse, spettinato e innervosito come al suo solito, e la guardasse alzando gli occhi al cielo per chissà quale motivo. I minuti passavano, uno dopo l’altro, e si chiedeva se bussare per entrare e parlargli, se aspettare ancora, se tornarsene a letto accanto a Sam e fingere che poche ore prima non fosse successo nulla.
Sospirò scuotendo la testa. Qualcosa era successo, non poteva certo ignorarlo. Sorrise portandosi una mano alla guancia, sentendosi una attrice di qualche vecchio film. Con la testa inclinata e gli occhi semichiusi ricordò il momento in cui lui l’aveva afferrata e l’aveva baciata, il momento in cui gli aveva cinto il collo con le sue braccia e lui aveva continuato a stringerla, senza fermarsi, e le aveva poi sussurrato, dopo due baci più dolci “intendevo una cosa del genere”, guardandola come mai nessuno l’aveva guardata prima.
Con l’ennesimo sospiro, si chiese cosa lui stesse facendo, dietro quella porta.
E Sam?
La mano che aveva portato al viso le parve improvvisamente inadeguata, inadeguato le parve il suo sorriso, la sua aria sognante, la postura che tendeva verso qualcuno con cui non doveva stare. C’era Sam nel suo letto, Sam la stava aspettando, Sam si era impegnato con lei perché era stata lei a chiederglielo.
Si irrigidì, senza smettere di fissare la porta. Si diede ancora dieci secondi. Dieci secondi soltanto, se lui fosse uscito da quella stanza lo avrebbe baciato, avrebbe dato un senso a tutti i sentimenti e le sensazioni fulminee che la avevano attraversata pensando a lui, alla voglia che aveva di parlargli, di prendersene cura, di abbracciarlo, esserci per lui, e anche di litigare, urlarsi contro come bambini, sfogarsi l’uno con l’altra e ritrovarsi sempre.
Dieci secondi.
10…9…
Nick ti prego esci. Ti prego esci.
8…7…6…
Cosa faccio se non esce? Busso? No non posso bussare, ho deciso.
4…3…
Se non esce cercherò di andare oltre okay? Non sarà successo nulla tra noi,nulla.
Chiuse gli occhi, corrugando la fronte e sperando di sentire la porta aprirsi. Aprì l’occhio destro, sentendo il viso contrarsi in una smorfia.
Nulla.
Sorrise, immaginando che Nick fosse lì davanti a lei. – stupida illusaa – canticchiò in un sussurro, rendendosi di conto di quanto doveva essere ridicola, lì in piedi immobile in piena notte con una espressione ebete sul viso. Si voltò e tornò nella sua stanza, chiudendosi la porta alle spalle il più silenziosamente possibile.
 
Nick aprì la sua dopo pochi istanti, chiedendosi se non avesse solo immaginato che lei potesse essere lì. La chiuse nuovamente, tornando nel letto con la vaga sensazione di aver mancato di poco un istante perfetto.