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Autore: Asu_chan    09/09/2007    6 recensioni
[Ho intenzione di riscrivere tutto, quindi questa versione della storia resterà incompiuta.]
Allen Walker è diventato un Generale. Deve occuparsi della ricerca di nuovi compatibili, senza perdere di vista le mosse del Conte del Millennio.
Lavi non è più Bookman. Ha un cuore che non gli serve. E che sempre più spesso gli fa male.
Yu Kanda non ha più tempo. I petali continuano a cadere. Deve ritrovare al più presto quella persona che sta cercando da tanto.
A distanza di quattro anni dall'ingresso di Allen all'Ordine Oscuro, gli Esorcisti devono ancora riuscire a precedere la famiglia Noah nel ritrovamento del più prezioso tra i frammenti divini: il Cuore dell'Innocence.
[Grazie a Duffy che mi ha aiutato a riscrivere l'introduzione *heart*]
Genere: Drammatico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee, Nuovo personaggio, Rabi/Lavi, Yu Kanda
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Anche se sono le 2 di notte, sono reduce da un viaggio di 4 ore in macchina e domani mi devo svegliare presto, non ho saputo resistere, dovevo pubblicare questo capitolo!
Nel caso a qualcuno interessi, so già perfettamente a chi dare il Cuore… e non cambierò idea nemmeno se Hoshino-sensei mi smentirà!!XD Bwahahah!! Buona lettura…


Innocent Heart

Cap.01 Ruby

Tutto era bianco: una distesa di neve che copriva ogni cosa prendendo la forma di alberi, case, montagne. Proprio ai piedi di una di queste era costruito un edificio grigio, circondato da un recinto di ferro scuro e un fitto bosco da un lato. Una strada si allungava dalla porta e proseguiva dritta fino a una bassa scogliera, dove con una curva decisa scendeva verso la città.
Due ragazzi avevano giocato tutto il pomeriggio e ora erano seduti sulla neve smossa e calpestata poco distante dalla via. Le loro risate si condensavano in bianche nuvolette ghiacciate, contrastanti col rossore delle guance. Il più piccolo dimostrava dieci o undici anni, mentre l’altro era di qualche anno più grande.
Il primo cercò di soffocare un altro scoppio di risa nella morbida sciarpa color sabbia, usandola poi per asciugare alcune lacrime che gli offuscavano gli occhi di un castano caldo, praticamente rosso.
Dopo qualche lungo e profondo respiro l’amico riuscì a calmarsi e si rimise in piedi, appoggiando affettuosamente la mano sulla testa del piccolo. Non ci fosse stato quel berretto avrebbe potuto spettinargli un po’ i capelli biondi come adorava fare, ancora di più perché l’altro si infastidiva.
Si limitò a guardarlo sorridendo mentre anche lui smetteva di ridere e si alzava.
-Penso che sia ora di rientrare…- mormorò il bambino, con il viso ancora rosso per le risate.
-Nooo…- piagnucolò il più grande con espressione triste. –Dai, Ruby, restiamo fuori ancora un po’! Lo sai che là non riusciamo mai a stare in pace…- continuò, sperando di convincerlo.
-E tu, Erik, lo sai che se torniamo tardi per la cena poi all’Istituto si arrabbiano…- rispose l’altro cominciando ad avviarsi verso la casa grigia e spigolosa.
Erik fissò lo sguardo un paio di secondi sulla schiena avvolta nel giaccone chiaro e sulla coda bionda che nascondeva per metà la sciarpa. Lo raggiunse con pochi rapidi passi, e rimase al suo fianco.
-E va bene, mi arrendo!- esclamò teatralmente con un gran sospiro. –Ma stasera non ti do la mia fetta di torta ai frutti di bosco…- concluse con la voce che si abbassava progressivamente in un effetto ben studiato.
-Noooo!!- gridò il piccolo, a metà strada tra lo sconvolto e il pianto. Due irresistibili occhioni lucidi e un labbro tremolante furono il risultato, ricercato, della sua affermazione. Erik finse indifferenza davanti a quel tenero spettacolo, ma non se ne perse un solo secondo.
-Però… però lo sai che mi piace tanto…- mormorò abbassando la testa, giocando con un cordoncino della giacca, senza sapere di essere caduto tranquillamente nella trappola.
-Eh, e va bene… Penso che questa faccina cucciolosa mi possa bastare…-
Ruby lo guardò stupito e senza capire. L’altro sorrise appena, prima di spiegare: -E’ un pagamento sufficiente, avrai la tua torta…- disse, sbirciando la sua reazione con la coda dell’occhio.
Il ragazzino cominciò a saltare nella neve fresca, lo abbracciò, e poi corse ridendo verso la strada.
Con un sorriso e un sospiro, il più grande si apprestò a seguirlo, ma un rumore lo bloccò subito. Si voltò in direzione del bosco, ma non riuscì ad identificare nulla di particolare. Controllò se Ruby si fosse accorto di qualcosa: niente, continuava a saltare con gioia. In quei pochi istanti qualcosa sbucò da attraverso gli alberi e non fece nemmeno in tempo a distinguerne la forma, che si sentì il corpo attraversato da grandi proiettili. Non aveva bisogno di vedere le stelle nere che si espandevano sulla pelle; sentiva le vene e la carne bruciare. Il fragore di un’altra serie di spari gli riempì le orecchie, sovrastando l’urlo sconvolto di Ruby. L’unica cosa che riuscì a pensare era il desiderio, anzi la necessità di tenere il piccolo lontano.
“Va via… Scappa… Nasconditi…” bastò un attimo per pensarli e l’attimo successivo si erano trasformati in polvere con lui.
Dopo il primo, istintivo grido il bambino non riusciva più a emettere suono. Come negli incubi, quando vuoi gridare dalla paura più forte che puoi, con tutta l’aria che hai nei polmoni, e resti muto e ancora più terrorizzato. Rimase immobile, scosso dai singhiozzi, senza poter staccare gli occhi dai resti dei vestiti strappati, bruciati e impolverati del ragazzo che neanche una decina di minuti prima rideva con lui, riemersi dal fumo delle esplosioni.
Sapeva di dover andare via, e di nuovo quell’incubo gli inchiodava le gambe al terreno e le rendeva pesanti, troppo pesanti per essere spostate. Da attraverso le lacrime vide un essere dalla forma più o meno sferica, con una stella nera sulla fronte e due occhi spalancati, inquietanti e dai quali scendevano righe scure come lacrime. Un altro particolare importante che non gli sfuggì furono i vari cannoni, ormai puntati su di lui, e le altre cose che li avevano raggiunti ed erano pronte a sparare a loro volta.
-Feuer Donnerschlag!!!- gridò una voce femminile, e una scia di fuoco andò a colpire il nemico in piena fronte, per poi sgretolarlo. Nello stesso istante, inconsciamente, Ruby capì che forse aveva una possibilità di salvarsi e le sue gambe cedettero, lasciandolo cadere sulla neve, quasi svenuto.
-Oh, no!- urlò la ragazza, e si affrettò ad avvicinarsi. –Mi senti? Ehi!- continuò a gridare scuotendo il piccolo, spaventata. –Abbiamo fatto in tempo, non ti hanno colpito, vero?- domandò ansiosamente, nel tentativo di scoprire una qualche reazione. Era certa che respirasse e, dopo un veloce controllo, non vide nessuna traccia di ferite. Cercò ancora di svegliarlo, inutilmente.
-Come sta?- chiese un ragazzo di circa vent’anni dai capelli candidi, facendo tornare normale il braccio sinistro con cui aveva sconfitto i vari avversari in pochi secondi.
-A-Allen, hai già…?- domandò confusa, prima di concentrarsi di nuovo sul bambino. –C-credo che sia solo svenuto…- rispose un po’ meno agitata, chiudendo con un bottone automatico una striscia di pelle sul polso sinistro.
Il ragazzo emise un sospiro sollevato.
-Forse abita in quella casa- ipotizzò lei, posando gli occhi, di una particolare sfumatura simile a un viola acceso, sull’edificio in fondo alla strada. –Comunque dobbiamo portarlo al caldo e da un dottore, no?-
Allen annuì e si accinse a prenderlo in braccio. Non appena la mano sinistra lo sfiorò, Ruby ebbe uno scatto improvviso e sembrò che il respiro gli si fosse spezzato. Gli occhi erano sbarrati e vuoti, e tremando si aggrappò al braccio dell’altro.
-I… inno…ce…nce…- sussurrò a fatica, prima di perdere definitivamente i sensi.
La ragazza e Allen erano disorientati, ma quando egli si accorse che uno dei piccoli cubi che portava con sé stava brillando, allora capì tutto all’istante.

*+*+*
Asuchan: Che ne dite?*occhietti sbarluccicosi di speranza*

   
 
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