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Autore: Ningyoplug    23/02/2013    1 recensioni
"Tutto ciò che vedi sembra gridarti "CASA" nelle orecchie, facendoti pulsare forte le tempie. Un rumore sordo che è solamente tuo, appartiene alla tua mente soltanto e nessuno, questa volta, può proteggerti da esso, né tantomeno dall’opprimente nostalgia per una casa, una famiglia, una vita che hai sempre pensato di odiare. Ora invece daresti qualsiasi cosa per riavere tutto quanto, tutto ciò che non tornerà, ma è troppo tardi e ne sei fin troppo consapevole."
Un Dave come non l'avete mai visto. Sadstuck; Dave/Bro; NO Stridercest (a meno che non vogliate proprio vedercela; in tal caso, interpretatela pure come preferite.)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Shenanigans




Art by Vanoty




E così, alla fine, l’hai fatto. Ti eri ripromesso di non cedere alla tentazione, ma non hai saputo tenere fede alla tua decisione. Hai ceduto miseramente, come un bambino viziato che non sa aspettare il momento più propizio. Hai desiderato farlo così dannatamente, così disperatamente, sin da quando l’hai visto lì, di fronte ai tuoi piedi, il corpo inerme bagnato di un sangue troppo simile a quello che scorre nelle tue stesse vene.
Ed il panico ti ha assalito. Una sensazione fredda, gelida, ti ha congelato sul posto, incapace di qualunque azione, anche la più elementare.
Come respirare.
Non eri solo. Sapevi perfettamente che Terezi ti stava osservando, piazzata chissà dove e utilizzando chissà quale fottuto programma di fattura aliena. Non che la cosa ti importasse più di tanto, in fondo: avresti reagito allo stesso modo anche se fossi stato completamente solo, in quel luogo sperduto. Da troppi anni avevi imparato ad inibire i tuoi comportamenti più istintivi, ad apparire un po’ più cool, con l’illusione di riuscire ad elevare la tua autostima almeno di qualche grado. Una continua farsa di cui tu stesso ti eri convinto, ricalcando nella tua personalità quella del tuo unico, grande punto di riferimento, l’unico che potessi considerare veramente vicino, veramente famiglia.
L’unico che c’era sempre ed allo stesso tempo non era mai presente. L’unico che si fosse occupato di te, nei momenti in cui ne avevi veramente bisogno. L’unico che durante gli anni ti avesse preparato a ciò che sarebbe inevitabilmente accaduto. L’unico idolo che avessi mai tentato di imitare. L’unico tuo perenne rivale, amico, fratello, guardiano. Padre.

Un padre farebbe qualsiasi cosa per il suo bambino.

Ed ecco che, in quell’istante, il suo corpo senza vita giaceva proprio di fronte ad un te stesso impotente e, soprattutto, completamente incolume.

Avresti dovuto essere lì. Avresti dovuto combattere al suo fianco. Proteggerlo, essere tu il suo eroe, per una volta.

Ti eri ripromesso che, da quel momento in poi, ti saresti comportato da eroe. L’avresti reso fiero di te, anche se oramai non avrebbe più potuto vederti.
Ma la verità è che non sei un eroe, non meriti nemmeno quel titolo.
Sei un debole. Un fallimento. Bravo con la spada e con le parole, ma così dannatamente debole. Non hai nemmeno saputo tenere fede alla tua decisione di non sfruttare i tuoi poteri di Cavaliere del Tempo per vederlo ancora una volta, poco dopo aver raggiunto il livello divino.

E così ora sei lì, di fronte alla porta del vostro appartamento. I dischi temporali ruotano sempre più lenti sotto i tuoi palmi fino a quando non si fermano completamente e svaniscono nel nulla, lasciandoti nell’esatto istante che intendevi raggiungere. Una giornata come tante di poche settimane fa. Dopo aver pranzato con lui, hai passato il resto del giorno nella tua camera da letto, chattando e componendo musica.
Strano. Solo ora ti rendi conto di quanto tempo per stare insieme avete perso.
Nell’entrare sai perfettamente che il tuo alter ego sta ascoltando musica a massimo volume con le sue cuffie professionali e non si accorgerà affatto del tuo arrivo. Dopotutto, non ricordi di esserti mai accorto di nulla.
Procedi a passo lento e cadenzato, soffermandoti ad osservare quell’ambiente fin troppo familiare. Non ti lasci sfuggire neppure un singolo particolare, nemmeno un solo soprammobile. Tutto ciò che vedi sembra gridarti "CASA" nelle orecchie, facendoti pulsare forte le tempie. Un rumore sordo che è solamente tuo, appartiene alla tua mente soltanto e nessuno, questa volta, può proteggerti da esso, né tantomeno dall’opprimente nostalgia per una casa, una famiglia, una vita che hai sempre pensato di odiare. Ora invece daresti qualsiasi cosa per riavere tutto quanto, tutto ciò che non tornerà, ma è troppo tardi e ne sei fin troppo consapevole.
Poi lo vedi. Voltato di spalle, leggermente piegato sul lavello della cucina. Ancora una volta il tuo respiro si blocca ed il tuo cuore ritorna a battere freneticamente, ritmicamente, facendo vibrare il tuo corpo intero, come uno di quei beat mozzafiato di cui ti narcotizzi da mattina a sera per non sentire, non sentire niente. Ma è un’emozione diversa quella che provi questa volta.
Si volta lentamente verso di te, e tu sai che lui conosce già il motivo per cui sei lì. Lui sapeva già tutto, fin dall’inizio. Non c’è bisogno di spiegazioni, non c’è bisogno di fiatare, non si deve fiatare.
Ed è solo quando si appoggia al bancone dietro di lui, l’espressione calma ed immutabile di sempre sul suo volto mentre ti fissa senza dire una parola, che improvvisamente tutto il peso che sembrava aleggiare a poche spanne dalla tua testa decide di lasciarsi andare, schiacciarti come un macigno, troppo pesante per sopravvivergli.
Sei vestito come un pagliaccio. Un pigiama rosso con un lungo mantello e cappuccio integrato, manco fossi un bambino delle elementari alla sua prima recita. È vergognoso e ti senti infinitamente ridicolo, miserabile e fragile mentre ti getti fra le sue braccia forti, incapace di trattenere un singhiozzo. E poi un altro, e tanti altri ancora, stringendoti al tuo adorato guardiano la cui unica preoccupazione, ora, è passare una mano fra i tuoi capelli esageratamente curati, spingendo con relativa delicatezza la tua testa verso il suo petto.

Mi dispiace.

Il senso di inadeguatezza ti opprime, ti senti così inutile e sbagliato, incapace di rispondere alle sue aspettative e di affrontare tutto ciò a cui ti ha preparato, sin da quando eri un pargolo non più grande di un cuscino.
Eri così piccolo; ci stavi tutto dentro al suo cappello. Dirk se lo ricorda. Ricorda ogni singola cosa, ognuno di quei momenti che non sarebbero mai più ritornati.

Sei così giovane.

È solo quando le tue lacrime iniziano ad asciugarsi nella calda aria pomeridiana che lui sposta la sua mano sotto il tuo mento, costringendoti ad alzare lo sguardo.

Sei un ragazzo coraggioso.

Lo percepisci in un sussurro, quello di una voce che non senti da ciò che sembra ormai un secolo, ed i tuoi occhi si richiudono stretti, strizzando forte, mentre la tua testa ondeggia da una parte all’altra in assoluta negazione. Per un momento ritorni bambino, bisognoso di un affetto che spesso non ti è stato dato al fine di forgiare il carattere che oggi ti rende ciò che sei. Vorresti insultarlo per non averti abbracciato così tanti anni prima, ma quel briciolo di contegno che ti è rimasto te lo impedisce, obbligandoti a serrare tutto in fondo alla gola e a rimandarlo indietro, così come hai sempre fatto.



~*~*~*~




Passi un intero pomeriggio nella sua stanza, straiato sul letto accanto a lui, fra lievi sussurri e deboli sorrisi. Qualche lacrima stanca. Qualche carezza ruvida. Il tutto crea un quadro perfetto, pensi, e ti domandi quante altre volte avreste potuto trascorrere insieme momenti così, anziché rinchiudervi nelle carceri private che erano diventate le vostre stanze.
È tutto così incredibilmente ironico. Vorresti poter chiudere gli occhi e sapere che l’indomani saresti ancora lì, pronto per un’altra giornata di relativa normalità. Ma la verità è che non sei tu il vero Dave, non in quell’esatto luogo e non in quel tempo. Sei solo un intruso, un viaggiatore temporale clandestino senza il minimo straccio di un permesso di soggiorno, una specie di Geromy sbiadito di cui nessuno può parlare male, perché Geromy è buono ed intoccabile. Ami Geromy. Tutti amano Geromy.
Per qualche ragione, per quanto ci provi, l’ironia della situazione non riesce a farti sorridere nemmeno un poco. I movimenti di Dirk ti riscuotono dai tuoi stupidi pensieri, riportandoti alla realtà; seguendo il suo esempio, ti sollevi a sedere a gambe incrociate, il tuo sguardo fisso nel suo.
Non ricordi quand’è stata l’ultima volta, prima di oggi, che hai visto i suoi occhi. O che tu gli hai mostrato i tuoi, a dirla tutta. Ora, mentre i colori ardenti delle vostre iridi si fondono, riflettendo i bagliori caldi della luce del tramonto che filtra dalla finestra, rammenti quanto incredibilmente simili siate, voi due; quanto strani, nel vostro modo di essere e di apparire, riuscite a risultare. Due bizzarri scherzi della natura, proprio come il colore dei vostri occhi.
Sollevi una mano per toccarti il petto nell’esatto punto in cui quella vecchia spada aveva trafitto la stessa persona di cui ora puoi percepire il respiro calmo e regolare; ma non fanno in tempo a passare pochi secondi prima che lui la afferri, conducendola alle sue labbra.
Ti bacia il dorso della mano, e per qualche ignota ragione tu capisci. Lo sai, lo senti, senza bisogno di spiegazioni.

È un rito di passaggio.

Quel prezioso testimone che per anni ha custodito ora è unicamente nelle tue mani.
È un tesoro prezioso, di inestimabile valore ed inestimabile bellezza, anche se non vuoi riconoscerlo completamente.
È la tua vita, e devi farne tesoro. Tutto ciò che verrà dipenderà unicamente da te, perché non sarà lui l’eroe di questa storia, né avrà l’occasione di vederne il finale.

L’orgoglioso guardiano dell’eroe che sarai.

Allo scoccare delle sette, i primi rumori iniziano ad arrivare dalla cucina, segno che il vero Dave si sta rimboccando le maniche.
È asciugandoti gli occhi un’ultima volta che ti dice addio. Un bacio veloce sulla fronte, l’unico che ricordi di aver mai ricevuto da lui, ed è già in piedi, pronto a raggiungere il tuo alter ego.

Ci riuscirai.

Vorresti tendere una mano e trattenerlo con te, solo per un poco ancora, solo per qualche minuto in più… ma questi sono istinti che hai imparato a dominare da tempo, ormai. Perciò, ti limiti a guardarlo scomparire al di là della porta, mentre il sole tramonta oltre il frastagliato orizzonte di grattacieli.



~*~*~*~




Mentre i dischi temporali si preparano ad un’altra frenetica corsa attraverso il tempo, getti un ultimo sguardo verso il tavolo su cui ricordi che, insolitamente, avevate cenato insieme, quella sera. Anziché cenare ognuno per conto proprio, Dirk aveva deciso di unirsi a te, per una volta.
La vostra ultima cena insieme.
Il ritmo aumenta, mentre osservi da lontano il tuo stesso volto chino su quella robaccia chimica che Dirk si ostinava a comprare in continuazione.

E mentre quel mondo sparisce lentamente, lasciando spazio ad un mix roteante di suoni e colori, ti domandi se tornare indietro, anche se solo per poco, sia stata effettivamente una buona idea. Se informarlo della sua morte non sia stato un gesto puramente egoista, oltre che pericoloso, da parte tua.

Un padre farebbe qualsiasi cosa per il suo bambino.

Ma nessuno saprà mai di tutto questo.

Sei un ragazzo cool.

È tutto ciò che il mondo ha bisogno di sapere su di te.









Rieccomi qui con una nuova fanfiction, tutt'altro fandom, tutt'altre tematiche, scritta in seconda persona come da tradizione homestuckiana(?). A dire il vero ci sono rimasta piuttosto male nel notare quanto scarno sia il fandom italiano di Homestuck per quanto riguarda le fanfiction. :c
Ad ogni modo, questa fanfic non è stata pensata come una Stridercest ma come una fanfiction piuttosto innocente; tuttavia, se volete leggerci fra le righe degli elementi Stridercest, fate pure. :°3
Immagino avrete notato che, nella mia headcanon, I guardiani pre-scratch mantengono i nomi degli Alpha kids, per cui il Bro di Dave si chiama sempre Dirk Strider.
Non ho usato l'avvertimento "OOC" in quanto su EFP viene detto di usarlo quando: "i caratteri dei personaggi originali di un'opera sono stati stravolti all'interno della fanfiction" e, sinceramente, non credo di aver stravolto completamente i personaggi. Penso di essermi limitata a mostrarne un lato nascosto, senza negare il loro solito carattere.

E, niente. Spero vi sia piaciuta. Un po' di sani feels al giorno tolgono il medico di torno, hoo hoo hoo~!

   
 
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