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Autore: alexis_92    24/02/2013    8 recensioni
che cosa ti succede se la persona che ami ti ferisce? e se uno strano incontro ti cambiasse la vita???
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Raggiungemmo la città in pochi minuti. I ragazzi hanno rischiato di infrangere la barriera del suono tanto andavano veloce.

La città come al solito era affollatissima e caotica. Decidemmo di andare a mangiare in spiaggia in qualche chiosco.

< Peccato non faccia più caldo perché avrei voglia di buttarmi acqua! > disse Alan.

< Se vuoi ti ci butto io amico > rispose Alex sogghignando.

< Provaci! > e i due cominciarono ad azzuffarsi attirando l'attenzione e le risate di tutta la spiaggia.

Mentre le rispettive fidanzate cercavano di sotterrarsi dall'imbarazzo, io persi il mio sguardo nell'orizzonte, chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dal vento, finché Ryan ruppe il momento.

< Ehi ragazzina che hai? >

< Niente perché? Stavo solo fissando il mare >

< Avevi una faccia pensierosa > disse scrutandomi con quei suoi occhi blu oceano.

< No per una volta non stavo pensando a niente >

< Ok che ne dici se ci facciamo un giro in centro? Tanto gli altri ne avranno ancora per un bel po' >

< Si ci sto! Ragazze noi andiamo a fare un giro, voi che fate? >

< Andate pure voi ragazzi. Noi due rimaniamo qua con questi due scemi. > disse Lisa.

< Da soli sarebbero capaci di fare qualche casino. Comprateci qualcosina però! > aggiunse Hollie.

< A dopo allora! > e ci incamminammo verso il centro.


Dopo vari minuti avevamo visto praticamente tutta la città. Non era grandissima quindi le cose da vedere non furono molte e così finimmo in un parco giochi.

Ci sedemmo sull'altalena e per un pò osservammo i bambini giocare tra di loro.

< Cami posso chiederti una cosa? > iniziò Ryan.

< Wow cos'è tutta questa serietà? Certo spara >

< Sono passati un po' di giorni. Non pensi che dovresti farti sentire dai tuoi genitori? Non saranno preoccupati? >

Non mi aspettavo quelle parole da Ryan. Sapeva che non volevo andare a casa, che non consideravo più quell'edificio una casa.

< Perché me lo chiedi? Sei già stufo di avermi incontro? >

< Non ci provare! >

< Provare cosa? > non capivo e vedevo che Ryan si stava arrabbiando.

< Ogni volta che non vuoi rispondermi cerchi di sviare il discorso. Sono serio Camilla. Tu hai ancora una famiglia e di questo dovresti essere felice. Tanti non hanno la stessa fortuna. Guarda me e i ragazzi. Pensi che saremmo qua se avessimo avuto una famiglia? > urlò.

< Tu non capisci.. >

< Non capisco cosa? Che hai paura? Che preferisci evitare tutto quello che ti ha fatto soffrire e che ti ferisce ancora? Cami non puoi scappare per tutta la vita! >

< Smettila! Tu non sai niente! Non sai quello che ho passato in tutti questi anni! Tutte quelle giornate da sola e tutti quei momenti che passavo con mia madre e mio padre mi sentivo un'estranea, come se non appartenessi realmente a quella famiglia! >

< Non per questo devi andartene cosi senza dirgli niente! >

< Basta non voglio più parlarne. Parlare per te è facile.. >

< E' vero io non posso capire in fondo quello che provi ma sappi che a me è andata peggio. Tu hai la fortuna che i tuoi genitori sono ancora vivi. Potrai sempre vederli e sentirli quando vuoi. >

< Non sono fortunata! I tuoi genitori sono morti ma tu sapevi che ti volevano bene, i miei hanno scelto di non amarmi! > non ce la facevo più e scoppiai a piangere.

< Camilla non piangere > disse Ryan cercando di tranquillizzarmi ma non volevo la sua pietà.

< E' ora che torni dagli altri > dissi

< Cosa? > mi chiese guardandomi confuso.

< Ho detto che devi andare. Me ne torno a casa. >

< Non dire cavolate. Solo perché abbiamo discusso un po', non devi andartene >

< Ho bisogno di pensare e con voi non ci riuscirei. Devo capire alcune cose. > e me ne andai.

Ryan non disse niente e non mi fermò. Gliene fui grata perché non avrei sopportato altre discussioni. Ero confusa.


Arrivai davanti a casa e quello che provai non mi sorprese. Non sentivo niente e non doveva essere così. Quando una persona sta via da casa da tanto tempo e poi torna dovrebbe provare felicità, sollievo. Qualsiasi cosa.

Io invece niente. Come al solito le luci erano spente, quindi i miei non erano a casa.

Quando fui dentro notai che tutto era come l'avevo lasciato. Nessuno si era accorto che ero mancata.

Sorrisi tristemente.

“Cosa ti aspettavi Camilla. Una festa di benvenuto forse?” pensai sarcastica.

Mi chiusi in camera tutta la sera e pensai ad un sacco di cose. Seduta per terra nella mia camera appoggiata con la schiena alla porta mi addormentai.

Mi svegliò il brontolio del mio stomaco che mi avvertiva che era ora di cena.

Scesi in cucina mangiai qualcosa e quando stavo per tornarmene in camera sentii un tonfo provenire dalla camera dei miei genitori.

Entrando notai la finestra aperta che a causa del vento aveva sbattuto. C'erano un sacco di fogli sparsi in giro, li raccolsi e li rimisi al loro posto.

Mentre rimettevo in ordine notai una chiave sul pavimento.

“Chissà cosa apre? “ pensai e alzando la testa il mio sguardo si posò sul cassetto della scrivania dei miei.

Decisi di provarla ed ebbi la conferma che era la serratura giusta quando sentii il click del cassetto.

Dentro al cassetto c'erano diversi documenti ma quello che mi colpì fu una foto.

C'ero io in quella fotografia con altre tre persone: due adulti e un bambino. Il volto del bambino non si vedeva bene però. Chi erano? E perché ero con loro?

Non capivo. Iniziai a leggere i documenti presenti nel cassetto e all'improvviso il mondo mi crollò addosso.

Le gambe mi cedettero e caddi per terra. I fogli mi caddero dalle mani. Tremavo. Le lacrime iniziarono a scendere dal mio viso.

“ Chi sono io?”


Da quando Camilla se ne era andata a casa sua, Ryan non era riuscito a trovare pace. Odiava litigare con lei ma non poteva non dirle quelle che pensava.

Gli altri quando lo avevano visto non avevano chiesto niente capendo subito che qualcosa non andava.

Quando Ryan tornò a casa però ricevette un messaggio sul cellulare: “ Chiamami”.

Ryan sapeva fin troppo bene di chi era quel numero. Fece la chiamata e gli rispose una voce maschile.

< Vedo che hai letto il mio messaggio. >

< Chi ti ha dato il mio numero? > disse Ryan

< Sai che ho i miei metodi ragazzo. Ma non perdiamo tempo.>

< Che vuoi? Io non ho niente da dirti e non voglio parlare con te >

< Oh ma io ho una cosa importante da dirti. Ti dovrebbe interessare. E' bionda, molto carina devo dire, ha una linguaccia. Ti ricorda qualcuno? >

Quando Ryan sentì quelle parole, la rabbia lo invase.

< Bastardo! Dove l'hai portata? >

< Ahahhah vedo che ho attirato la tua attenzione finalmente! Tranquillo la ragazza è qui con me ed è tutta intera. Per ora. Dipende tutto da te adesso. >

< Cosa vuoi da me figlio di *******!!!! > urlò Ryan.

< Ahahahah come siamo diventati frettolosi. Sai cosa voglio. Vediamoci domani pomeriggio al ponte vecchio alle tre. >

< Se la tocchi solo con un dito, giuro che ti ammazzo! >

< Tu vedi di venire domani > e chiuse la chiamata.

< Ryan che succede? > chiese Alan

< Ragazzi abbiamo del lavoro da fare.. > rispose Ryan.

< Che intendi? > intervenne Lisa.

< Hanno preso Camilla >

Cadde il silenzio.

< Quei bastardi! > urlò Hollie.

< Dobbiamo muoverci subito >

< Alex aspetta.. non sono dilettanti e noi lo sappiamo bene. Dobbiamo escogitare un piano. Ci state? > chiese Ryan.

< Certo! > urlarono tutti.

< Benissimo. Allora andiamo a spaccargli il culo e a fargli capire che non si scherza con i membri della nostra squadra! >

  
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