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Autore: allegretto    24/02/2013    5 recensioni
Sam e Dean ricordano la prima volta in cui hanno costruito assieme al loro padre un pupazzo di neve, dopo aver portato a termine l'ennesimo caso di cui loro due si occupano ordinariamente. Indicativamente è collocato all'inizio della prima stagione e non vi sono avvertimenti di sorta, se non il suggerimento a fare scorta di fazzoletti!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Il primo pupazzo di neve di Sam

 

 

Ambulanze e auto della polizia stavano intasando il vialetto di una graziosa casetta alla periferia di una anonima cittadina della provincia americana. All'interno era stato consumato un massacro che venne poi archiviato con l'etichetta di omicidio-suicidio tra un uomo e una donna. In realtà un licantropo era stato appena eliminato da due cacciatori di fantasmi dopo aver ucciso la propria compagna.

Dall'altra parte della strada due giovani dall'aria stanca stavano entrando in una Chevrolet Impala nera. Sam, il più giovane ma anche il più alto dei due, esalò un sospiro che si tramutò in una nuvoletta bianca nell'aria gelida del pomeriggio. Lavoro finito. Un altro estenuante viaggio in macchina alla ricerca di un ennesimo caso da risolvere. Scambiò un occhiata con suo fratello Dean, di quattro anni più vecchio di lui, il quale era, insolitamente, calmo. Costui stava guardando una casa lungo la strada.

Sam seguì lo sguardo del fratello. Stava osservando tre ragazzini che giocavano nel prato davanti alla loro casa, immersi nella neve, ignari del dramma che si era consumato davanti a loro. Il più piccolo saltava su e giù, vedendo il padre arrivare con una carota in mano. Sam sorrise, osservando i fratelli maggiori mentre finivano di decorare il pupazzo di neve con un capello di lana e una sciarpa colorata. Il padre raggiunse i suoi figli e dopo aver preso in braccio il più piccolo, gli diede la carota in modo che la infilasse nel viso del pupazzo come se fosse un naso.

“Ti ricordi la prima volta che ne abbiamo fatto uno?”, Sam chiese a Dean.

Dean si girò e vide che Sam stava osservando la stessa scena. Ridacchiò un momento e incrociò le braccia sul petto: “Te lo ricordi?”

“Come potrei essermelo dimenticato?”

“Non lo so. Eri piccolo. Mi pare cinque o sei anni. Pensavo te lo saresti dimenticato!”

“Non potrei mai dimenticare un momento come quello!”

“Neanche io!”, Dean ammise, tornando a girarsi a guardare quella famigliola così felice.

 

Dean! Dean! Dean...”, Sam scosse suo fratello con violenza, la sua voce diventava sempre più forte e gli scrolloni sempre più impetuosi nonostante fosse ancora un bimbo.

Visto che poi suo fratello non accennava minimamente a svegliarsi, Sam acchiappò lenzuola e coperte e le tirò giù, andando poi a sedersi sulla schiena del fratello, il quale dormiva a pancia in sotto con una mano sotto il cuscino.

Dean, a quel punto, si svegliò e gorgogliò in modo minaccioso al fratello di togliersi di lì se non voleva finire lungo disteso in terra.

Okay”, disse Sam, togliendosi da sopra il fratello ma risedendosi velocemente accanto a lui sul materasso. La sua missione di svegliare quel dormiglione era stata portata a termine. Ora ne aveva un'altra da perseguire, molto più complessa e faticosa.

Dean si girò sul fianco, trovandosi di fronte il viso del fratellino, eccitato e con gli occhi sfavillanti dalla gioia.

Allora quale è questa grossa novità, piccoletto?”, chiese Dean, alzandosi un poco sul gomito.

E' nevicato tutta la notte!”, suo fratello rispose e i suoi occhi diventarono ancora di più luminescenti.

E...”, Dean disse, facendo un gesto con la mano, come se fosse una cosa del tutto naturale che nevicasse in quel periodo.

E' nevicato!”, Sam replicò con enfasi, con un tono estatico.

Dean lo guardò con espressione completamente stupita per via della sua eccitazione.

Non avevo mai visto la neve prima d'ora”, Sam spiegò, poi si diresse alla finestra e indicando di

fuori, continuò: “Sembra così soffice e pulita....”

Sam guardò Dean cercando approvazione e sostegno per quella sua scoperta così importante.

Andiamo, Dean. Vieni a vedere”, esclamò Sam, avvicinandosi di nuovo al letto e dopo aver afferrato il braccio del fratello, lo tirò verso di sé. “Vieni a dare un'occhiata!”

Dean annuì ancora e si lasciò trascinare dalla finestra.

Il biancore intenso della neve che avvolgeva tutto l'esterno svegliò del tutto il bambino più grande, il quale si stropicciò gli occhi un paio di volte per abituare la sua visione a tutta quella brillantezza. Stette poi alcuni minuti in contemplazione di quella meraviglia. Non l'avrebbe mai ammesso con suo fratello, ma lui amava la neve e avrebbe dato qualsiasi cosa per essere fuori in quel momento a rotolarsi in mezzo a quella cosa bianca. Dean guardò in basso verso suo fratello, il quale stava con la testa appoggiata alle mani mentre osservava rapito quello spettacolo. Sorrise e gli arruffò i capelli. Sam alzò lo sguardo verso suo fratello maggiore, il quale a stento trattenne una risata. Il piccolo aveva il naso rosso per essere stato appoggiato al vetro ghiacciato per tutto quel tempo.

Possiamo andare fuori a giocare?”, chiese poi, con tono supplichevole, mentre la frangia lunga gli ricadde sul volto.

Dean sorrise e gli scompigliò i lunghi capelli, pensando che avrebbe avuto bisogno di un taglio quella capigliatura da selvaggio. Sam tirò su la testa e lo guardò con quel suo sguardo da 'cane bastonato' che molto spesso addolciva perfino suo padre. Inoltre il naso arrossato per essere stato appoggiato al vetro freddo, gli conferiva proprio un'espressione da cucciolotto indifeso!

Dove è papà?”, chiese Dean, andandosi a sedere di nuovo sul suo letto.

Non è ancora arrivato”, rispose Sam, rivolgendo di nuovo la sua attenzione al manto candido presente fuori dalla finestra.

Bene. Conosci le regole. Non possiamo uscire finché non arriva lui”, sentenziò il fratello maggiore, mentre si rimetteva a letto.

Lo so”, Sam disse, sconfitto.

Hey, una volta che sarà tornato, forse potremo andare a giocare un po'”,aggiunse Dean, accortosi del tono funebre del fratellino.

No, non potremo farlo”, Sam disse, sedendosi accanto a Dean. “Ha detto che oggi saremmo partiti. Ricordi?”, aggiunse poi tristemente.

Dean serrò le labbra per non farsi sfuggire un'imprecazione e poi diede alcuni colpetti di incoraggiamento sulla schiena del fratellino.

Perché non possiamo uscire? Non capisco proprio!”, Sam esclamò con la voce rotta dal pianto.

Perché è un posto che non conosciamo e potrebbero chiederci perché siamo soli e poi sai che ci sono quelle persone che fanno del male ai bambini piccoli come te”, rispose Dean, con la solita affermazione che usava quando Sam chiedeva il motivo di quello strano modo in cui vivevano loro tre.

Come gli estranei con le caramelle?”, chiese Sam, guardando suo fratello.

Si, proprio loro!”

Ma ci sei tu che mi difendi, no? Che pericoli corro?”, domandò Sam, stupito.

Ehehe, si ci sono io e guai a chi ti fa del male ma potrei anche non accorgermi...e poi come farei senza di te?”, esclamò Dean, dapprima serio e poi ridendo, mentre afferrava suo fratello e iniziava a fargli il solletico, suscitando così le risate del più piccolo.

Dopo aver lottato un po' sul letto, Dean tenne stretto tra le braccia Sam, il quale rivolgeva il proprio sguardo verso il biancore proveniente dalla finestra.

Non ho paura di nulla”, dichiarò Sam, con la testa appoggiata al torace del fratello maggiore. “Se sono solo uomini che vogliono farmi del male, so che ci sei tu! ”, mormorò il piccolo.

A Dean si gonfiò il cuore di orgoglio ma anche di tristezza. Prima o poi avrebbero dovuto dire la verità a Sam e la sua infanzia e innocenza sarebbe finite all'istante.

Possiamo uscire un attimo? Solo un attimo? Voglio vedere se è proprio soffice come si legge nei libri!”, esclamò all'improvviso Sam, divincolandosi dalle braccia del fratello maggiore e iniziando a saltellare per tutta la stanza. “Dai, Dean, ti prego!!”

'Come posso dire di no a questo bambino così voglioso di vedere la neve da vicino! Come?', Dean pensò, mentre guardava l'espressione di puro entusiasmo dipinto sul viso di Sam. Dean si rese conto che in fondo suo fratello non aveva mai potuto aver altro come luogo di giochi se non catapecchie o camere sporche e maleodoranti di scalcinati motel, mentre lui, per almeno quattro anni, una camera e una casa l'aveva avuta. Si sentì così tremendamente in colpa anche se sapeva che non era assolutamente sua la responsabilità di quella vita così sciagurata. Sapeva anche che infrangere le regole di suo padre era pericoloso. Ancora più pericoloso che incontrare quelle creature demoniache che si celavano là fuori.

Come se Sam avesse percepito la battaglia interna di Dean, esclamò: “Sto proprio lì, fuori dalla porta! Non mi allontano. Te lo prometto!”

Sorprendendosi non poco. Dean trasalì al sentire la propria voce: “E va bene!”

Il viso di Sam si incendiò di gioia. Pura, autentica felicità! Saltò giù dal letto e corse dalla porta ma poi si fermò, si voltò e corse ad abbracciare suo fratello: “Grazie, Dean!”, esclamò.

Vai, su! Stai attento, però. Non ti allontanare troppo!”, disse a fatica Dean, commosso.

Sam volò dalla porta, la aprì e stette in estatica contemplazione per alcuni minuti. Poi afferrò la giacca e uscì fuori, appoggiandosi subito dopo allo stipite dell'uscio. Dean, nel frattempo, si mise calze e scarpe, indossò i pantaloni e giaccone pesante, cercò una sciarpa e dopo aver preso il coltello sotto il suo cuscino e averlo messo nella cintura dei jeans dietro la schiena, uscì dalla camera, per andare a finire nelle braccia di suo padre!

Dove diavolo stavi andando?”, gorgogliò John Winchester.

Dean deglutì a vuoto. Il viso del padre indicava chiaramente che quell'uomo non dormiva da giorni: gli occhi erano cerchiati da profonde occhiaie, aveva la barba lunga e i suoi abiti puzzavano di gasolio, fumo di sigaretta e whisky. Quindi non era proprio l'ideale per intavolare una discussione con lui!

Sam voleva vedere la neve e...”, tentò di parlare Dean.

Tu conosci le regole, maledizione!”, lo interruppe John, prendendolo per un braccio. “Come hai osato disobbedirmi!”

Dean vide l'ira bollire negli occhi del padre, ma decise che non avrebbe accettato supinamente la sgridata e così non abbassò lo sguardo e disse:”Non mi dispiace affatto”

Cosa hai detto?”

Che non ho infranto nessuna regola. Giocare nel giardino dietro le camere del motel non è come andare a zonzo per la città e poi io sono armato e perfettamente in grado di badare a mio fratello”, esclamò Dean, mostrando il coltello al padre e rimettendolo al suo posto. “Ora se mi lasci andare, vado a fare il mio dovere!”

Dean sentì la stretta sul suo braccio farsi sempre più forte e vide la mascella del padre serrarsi in modo inequivocabile. L'ira era arrivata al massimo livello. “Brutto insolente che non sei altro...”

La risata infantile di Sam echeggiò nell'aria ed entrambi rimasero bloccati. Aveva ripreso a nevicare e i fiocchi di neve, grossi e soffici, si posarono sulle loro teste e giacche. I gridolini di puro piacere del bambino riempivano il silenzio ovattato che accompagnava sempre la nevicata.

Entrambi si girarono verso quei gorgheggi e videro Sam che si rotolava felice in mezzo alla neve. A Dean non sfuggirono gli occhi colmi di lacrime di suo padre.

Scusami, Dean. Non mi è piaciuto il tono con cui mi hai parlato ma hai ragione. Non si può ignorare tale fatto!”, esclamò il padre, lasciando andare il figlio maggiore, dopo avergli fatto una carezza sulla testa. “Vai a giocare anche tu. Stai attento, però. Se hai bisogno, chiamami. Vado dentro a farmi una doccia!”, aggiunse, poi, entrando nella camera.

Dean ancora scosso per le lacrime paterne rimase fermo immobile, osservando suo padre sparire oltre l'uscio, con un andatura lenta e sofferta. Sapeva che che quelle lacrime non erano un segno di afflizione ma di debolezza. Il suo punto debole erano i suoi due figli e di questo ne era lieto. Nonostante tutto, non li aveva abbandonati. Loro erano sempre con lui.

Dopo dieci minuti di furiosa battaglia a palle di neve, Sam e Dean si sdraiarono stanchissimi sulla soffice coltre bianca a guardare i fiocchi di neve cadere su di loro con una strana danza, lenta ma costante.

Allora lo facciamo un bel pupazzo di neve?”, chiese John, avvicinandosi a loro con un capello floscio marrone in mano e un sciarpa arancione posata sul braccio.

Papà!! Hai visto la neve??”, squittì Sam, saltando in piedi e andando ad abbracciare suo padre che si lasciò travolgere da quel bimbo così gioioso.

Oh, si. Altroché se l'ho vista!”, rispose John, prendendo in braccio suo figlio minore e lanciando un'occhiata di approvazione al maggiore.

Ok. Costruiamo il più grande pupazzo che abbiano mai visto qui!”, esclamò Dean, saltando in piedi e iniziando ad accumulare la neve, imitato subito dopo da Sam e da suo padre.

Trascorsero tutta la mattina fuori nella neve e dopo che il loro pupazzo fu completato da cappello, sciarpa e un magnifico naso, fatto da un pomolo di una porta che aveva trovato Dean nel bagagliaio dell'Impala, andarono a mangiare, felici e contenti.

Grazie, Dean. Mi sento meravigliosamente bene. Come se avessi dormito un'intera nottata. Erano secoli che non mi sentivo così bene!”, disse John, mentre uscivano dalla tavola calda, dove avevano pranzato.

Prego, papà. Mi dispiace di aver usato quel tono così sgarbato prima, ma per Sam farei qualsiasi cosa, pur di vederlo felice!”, rispose Dean, lieto per quel complimento.

Lo so, Dean. Anche io vorrei che fosse così e vorrei che voi due aveste un'infanzia spensierata come tutti gli altri”, aggiunse John, abbracciando suo figlio maggiore. “Ma la prossima volta che ti rivolgi a me con quel tono, il pupazzo di neve lo faccio su di te!”, concluse poi, dando un lieve scappellotto sulla testa del figlio.

 

“E' stato uno dei giorni più belli della mia vita”, Sam disse improvvisamente, facendo sussultare Dean immerso nei suoi pensieri.

“Si. Anche per me!”, replicò lui, mentre guardava quella scenetta familiare.

Sam non aveva molti ricordi della sua infanzia ma l'unico nitido era proprio quello. Era stata una di quelle poche volte in cui si era sentito veramente felice. E così tutte le volte che vedeva volteggiare la neve, si sentiva travolgere dalla gioia, anche se il suo umore era pessimo. E ogni momento felice coinvolgeva Dean. Suo fratello maggiore aveva sacrificato la propria felicità per dargli momenti di normalità. Lui era stato colui che poteva essere identificato come figura genitoriale unica: madre, padre e fratello.

Inghiottì con difficoltà il grumo che si era formato alla base della sua gola, ripensando a quello che era successo in quegli ultimi mesi: la morte di Jessica, il ritorno alla caccia, il suo salvataggio dal fuoco da parte del fratello. E poi l'incidente al manicomio.

'Come ho potuto sparare a mio fratello? Come è potuto succedere? Con tutto quello che ha fatto Dean per me in tutti questi anni...', stava pensando Sam, mentre osservava i ragazzini entrare in casa e fu colpito da un'illuminazione.

“Ti va di fare un pupazzo di neve?”, chiese, girandosi a guardare suo fratello.

Gli occhi di Dean si accesero di entusiasmo, come i propri in quel lontano giorno di febbraio. Senza dire una parola, Dean si incamminò verso un giardino, non molto distante da dove erano loro e Sam lo seguì.

Se qualcuno fosse passato di lì a poco, avrebbe visto due uomini adulti giocare in mezzo alla neve come bambini, e se ne sarebbe andato via scuotendo la testa per quella scena così insolita. Non avrebbe capito che quei due cercavano disperatamente di colmare tutti quei buchi lasciati vuoti da un'infanzia trascorsa a fare gli adulti troppo in fretta.

Perciò si divertirono da matti a fare un grande pupazzo di neve e conclusero la giornata con una bella cioccolata calda nella tavola calda annessa al motel.

“Lo sai che senza di te, io sarei perso?”, esclamò, ad un tratto, Sam.

Dean lo guardò. Vide negli occhi del fratello gioia, commozione e rispetto. Annuì solamente continuando a bere la sua bevanda ancora calda. Poi si sporse e con un tovagliolo, pulì il naso del fratello sporco di cioccolata.

“Oh, si. Proprio perso...”, esclamò ghignando. “Siamo, però, invincibili insieme. Se siamo assieme, niente e nessuno ci può sconfiggere!”, aggiunse poi, rilassandosi contro lo schienale della sedia e godendosi quella tranquillità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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