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Autore: Alaska Young    25/02/2013    3 recensioni
"perché io ti amo, Edward Christopher Sheeran."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Vuoi un altro bicchiere di mojito?” qualcuno mi sta parlando? “Cosa?” chiedo perplessa. “Ti ho chiesto, se vuoi un altro bicchiere di mojito.” Mi giro, un ragazzo è seduto di fianco a me, ed è probabilmente in attesa di risposta. Ha le guance rosse, gli occhi blu, i capelli spettinati e.. rossi. Un particolare che non passa certo inosservato. Dovrei rifiutare, questo ragazzo non lo conosco e ho già bevuto anche troppo, ma mi sembra un tipo a posto. “Dai, offro io! Due bicchieri di mojito, per favore!” dice rivolto al cameriere. Beh, per lo meno è stato gentile. Mi giro con lo sgabello verso di lui e inizio a studiarlo bene. Non è bellissimo, non ha un fisico scolpito, non ha dei gran muscoli, ma c’è qualcosa in lui che mi colpisce.. Un ragazzo poggia due bicchieri sul bancone davanti a noi, e io inizio a trangugiare il mio, mentre lui mi racconta di sé. Non ascolto molto, c’è la musica alta e capisco la metà delle parole che dice, capisco solo che lui ha 22 anni e viene da Halifax, non so come si chiama, né cosa faccia nella vita. Finito di bere il mio mojito, aspetto che lui ingoi il suo, prendo il cellulare e guardo che ore sono. L’una. “Forse è meglio che torni a casa..” gli dico, avvicinandomi al suo orecchio per non dover urlare. “Dai, penso che sia bene che vada anche io!” mi risponde lui. Ci avviamo verso l’uscita del locale, scavalcando gente ubriaca di ogni genere. Finalmente fuori, senza la musica pesante nelle orecchie, lui mi chiede se ho l’auto. “No, e tu?” “No, ma non sarei nemmeno in condizioni di guidare!” ridiamo tutti e due, poi arriva la sua domanda. “Dove abiti?” sarà da scellerati dire a un mezzo sconosciuto di cui non so nemmeno il nome, il luogo dove abito? E’ un bravo ragazzo.. “Hyde Park” gli rispondo. “Abiti nel parco?” mi guarda perplesso. “Ma no, scemo. Lì vicino!” “Anche io!” ci mettiamo di nuovo a ridere, forse entrambi un po’ troppo brilli, per capire cosa sta succedendo, e ci avviamo verso la metro. Scendiamo alla stessa fermata, poi ognuno per la sua strada. “Ciao! Mi piacerebbe rivederti!” “Anche a me, ciao!”
 
 
 
Mi alzo lentamente dal letto, con la testa che mi gira ancora per la sbronza della sera prima. Chiudo gli occhi e mi passo una mano sul viso. Mi dirigo in bagno, fermandomi davanti all’armadio per prendere i vestiti. Come al solito sfilo dalla gruccia una maglietta blu e prendo dal cassetto un paio di jeans, quindi chiudo le ante e mi fiondo in bagno, a darmi una lavata di faccia, ne ho bisogno. Ho vent’anni (quasi) e mi ubriaco ancora come se ne avessi 16. Complimenti, davvero. Mi lavo e mi vesto in fretta, poi vado in cucina e verso il latte in una ciotola. Mi metto seduta sul tavolo (no, non sulla sedia, proprio sul tavolo) e inizio a berlo mentre controllo il cellulare. Ciao a tutti, mi chiamo Ever e voglio viaggiare. Ho vent’anni e, finalmente vivo a Londra, la città dei miei sogni da quando ne avevo 13. E, finalmente, ho realizzato questi benedetti sogni. Sono venuta qui con tante speranze e una chitarra, ho trovato lavoro e un posto dove vivere, condiviso con altri ragazzi della mia età. Oggi deve arrivare un nuovo, non sono curiosa di sapere chi sia. Sì, sono acida, lo so. “Buongiorno!” sento urlare da in cima alle scale. Sarà sicuramente Brian, un compagno di appartamento particolarmente allegro. Mi sento afferrare per i fianchi, piego la testa all’indietro e qualcuno mi bacia la fronte. Sì, è Brian, il mio amico gay. “Ciao Bry, sei di buon umore?” “Sì! Ogni giorno è buono per essere di buon umore! E tu? Come mai sei così giù?” “Non sono giù!” protesto. “Ieri sera.. ho bevuto un po’..”  “Da 1 a 10 quanto?” “11.” Rispondo secca. Bry si mette a ridere, per poi tornare serio per dirmi:” oggi arriva un nuovo ragazzo, ti ricordi?” “Fin troppo bene. Non ho voglia, qui stiamo bene noi tre!” “Eddai, magari è simpatico!” “O magari uno scassa palle!”
 
Nello stesso momento in cui pronuncio quella frase, suona il campanello. Brian va ad aprire, e sento delle voci. “Ciao!” “Ciao, tu devi essere Brian! Io sono Edward, ma tu chiamami Ed .”  La voce mi è familiare, possibile? “Ehi, Ever, vieni qui a conoscere il nuovo arrivato!” Controvoglia, esco dalla cucina e mi dirigo in salotto, per accogliere il nuovo arrivato. Cammino fino alla porta, poi alzo la testa.. “Ciao! Io.. Ehi ma sei tu!” mi dice il ragazzo. E’ quello di ieri sera, quello del mojito, quello della metro, quello delle guance rosse, gli occhi blu e i capelli rossi spettinati. Ha una chitarra in spalla e una valigia in mano, sembra stanco. Appoggia la valigia per terra e allunga la mano per stringere la mia. Io ricambio il gesto, meccanicamente. “Voi.. Vi conoscete?” chiede Bry. “Lui mi ha offerto il settimo mojito ieri sera. E’ colpa sua se sono tornata a casa brilla!” spiego, e scoppiamo tutti in una fragorosa risata. “Beh, piacere Ever, io sono Ed.” “Ciao Ed, vuoi darmi qualcosa?” “No tranquilla, porto tutto io!” Bry ci interrompe, schiarendosi la voce. “Ed, la tua camera è su per le scale, la terza porta. La prima è la mia, la seconda è di Ever e la terza di Helena, un’altra ragazza che adesso è via, in Finlandia dalla famiglia.” Ed sale le scale, e intanto Bry mi sussurra:”Il rosso, è il tuo tipo.” “Il mio? Stai scherzando?” Oh sì che lo è, eccome. Mi siedo sul divano e Bry accanto a me. Dopo qualche minuto Ed torna giù, fermandosi sull’ultimo gradino delle scale. “Oh, scusate.. Ho interrotto qualcosa? Voi.. Voi due state insieme?” Io e Bry ci guardiamo e scoppiamo a ridere. “No, niente affatto! Io sono gay, e Helena, la ragazza che è via, è lesbica. In pratica lei è l’unica con cui potresti correre dei rischi qua, a meno che..” e così dicendo Bry tocca la gamba a Ed, in modo provocante, il quale scoppia a ridere. La giornata passa in fretta, fuori piove e passiamo il tempo a conoscerci, facendoci domande casuali. La sera, per l’occasione, Bry si mette dietro a cucinare, ed esce fuori un piatto di pasta al sugo che è il massimo. Beviamo un po’ di birra e poi guardiamo la tv. Bry sale verso l’una, mentre io e Ed rimaniamo di sotto. Nessuno dei due è particolarmente interessato al film, così lui prende a parlare. “Allora..” mi giro verso di lui. I suoi occhi.. Potrei annegarci dentro. “Al momento.. Sei impegnata?” “No, tu?” “Nemmeno.” “Io non sono il genere di ragazza che piace ai ragazzi.” “Perché no? Sei molto bella..” “Nessuno mi fa mai dei complimenti..” “Sei bellissima Ever, e ti dirò di più, sei interessante e dolce..” La situazione si sta facendo decisamente imbarazzante. “Ed.. Devo andare a letto.” “Ah.. Beh.. Buonanotte.” Salgo le scale e vado in camera, che stupida che sono stata.
 
Dopo un mese che stiamo in casa insieme, tutti sono via. Bry è a casa del suo ragazzo e Helena in giro a fare baldoria. Io e Ed a casa da soli. “Penso che.. Mi farò una doccia.” Dichiara lui. “Bene, ci vediamo dopo allora!” Vado in camera e sto un po’ sul letto, poi mi spoglio rimanendo in intimo, e, siccome Ed è nella doccia, vado in cucina a prendere una birra. Scendo le scale, entro in cucina e con mia sorpresa trovo Ed. Lancio un grido di sorpresa, e il ragazzo si gira spaventato. Posa i suoi occhi su di me, e poi dice “Quanto sei bella..” imbarazzato. Cosa? Cavolo, lui è praticamente il ragazzo perfetto. “Scusa! Pensavo fossi nella doccia..” continuo io. “Sono appena uscito! Secondo te perché ho questo asciugamano in vita?” In effetti.. Non sarà muscoloso, ma è bellissimo. “Beh, io.. volevo una birra.” “Ma certo.. Tieni.” “Grazie..” mi giro e poso la mano sulla maniglia della porta quando alle mie spalle sento “Senti Ever.. Io, volevo solo che tu sapessi una cosa.” “Ma certo, cosa?” “Beh, io non so come dirtelo.. Tu sei bellissima. Sei bellissima, sei dolce, sei tenera, interessante, intelligente, canti bene, suoni bene, sei la ragazza che ho sempre desiderato. Un mese è poco per conoscersi, ma non importa, io.. Io penso di essermi affezionato a te Ever.” Senza parole. Corro verso di lui e mi fiondo tra le sue braccia calde. E’ perfetto e mio. Lo guardo in faccia, gli stessi occhi blu di quella sera.. “Ed, io non riesco a parlare..” “Non parlare Ever, non serve.”  Ci guardiamo, e all’improvviso lui si avventa sulle mie labbra, lasciandomi senza respiro. Mi scioglie la treccia, “Ti preferisco così.” Mi dice. “Sono tua, Ed.” Lui mi prende in braccio e mi porta in camera da letto. 
Due ore dopo siamo lì, abbracciati, io ho la testa sulla sua spalla. “Ever?” “Sì?” “Posso dirti una cosa?” “Certo amore, dimmi tutto.” “Io.. io ti amo, Ever Charlotte Bridge.” “Anche io ti amo, Edward Christopher Sheeran.”
   
 
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