Buongiorno! È la prima
ff sui Tokio Hotel che
scrivo… e spero vi piaccia! Parla principalmente di Tom…anche se il mio
preferito è Bill, ma per una trama come questa…ci
vedevo meglio il gemellino maggiore!!^^
E’ una
oneshot… spero che non vi deluda…
Può sembrare un po’ scontata, ma secondo me è molto carina…
Beh, provate a
leggerla…se vi piace (e anche se non la gradite) potete sempre lasciare una recensione!
Grazie mille!!
Wir Wollen Nur Reden
Si tolse stancamente le
sue scarpe da tennis bianche e si sdraiò sul letto a pancia in
su, osservando il soffitto.
Bill era già addormentato.
Quel concerto a Milano era
stata la loro ultima tappa… ed era stata fantastica!
Tutte quelle fan che urlavano, che cantavano, che riempivano con i loro
flash il Filaforum…
Un sogno per qualunque
gruppo in ascesa.
Sorrise sbieco togliendosi
pure il cappellino e la fascia.
Non aveva previsto che
sarebbe successo quello.
Meglio; sapeva quello che
avrebbe fatto, ma non che sarebbe accaduto…
così!
Era sua abitudine guardare
la prima fila di ragazze, schiacciate contro le
transenne, sudate per il caldo e sempre pronte a lanciare un urlo ad ogni
parola che usciva dalla bocca di Bill.
Erano li
davanti… logico che anche l’occhio di un chitarrista volesse la sua parte.
I suoi occhi erano ormai
esperti nel cercare ragazze carine per poterle corteggiare.
Così l’aveva vista.
Era bella!
Lunghi capelli neri, occhi
scuri contornati da una matita nera…non troppo spessa, non in stile “amo-i-Tokio-Hotel-e-mi-voglio-truccare-come-Bill”…
un semplice top bianco e un paio di Jeans, da cui fuoriusciva un tatuaggio
sull’anca.
Non era riuscito a vedere
cosa raffigurasse.
Aveva continuato a suonare
la chitarra, ma il suo sguardo molto spesso si soffermava su di lei, presa a cantare
le canzoni e guardare Bill.
Probabilmente aveva
guardato anche lui (così si convinceva il suo ego)…ma
doveva essere stato preso dagli accordi della chitarra e i loro occhi non si
erano mai incrociati.
Suo fratello aveva intuito
qualcosa.
Come al
solito durante alcune canzoni si era voltato verso di lui, e lui prontamente
l’aveva snobbato, o aveva fatto vagare lo sguardo tra la folla, impuntandosi casualmente su di lei…
Solo “ogni tanto”, però!
-Oggi eri più distratto delle
altre volte!- lo rimproverò tirandogli un pizzicotto su un braccio.
-Ahio! Non è vero!-
-Oh si che è vero! Almeno
a Nizza ti voltavi verso di me per il ritornello… sempre con quel sorriso
strafottente sulla faccia, certo, ma almeno avevo la certezza che stessi pensando alla canzone!-
-Ok, era un po’ distratto!-
-Hai avvistato qualcuna?-
-Si… in prima fila…-
-Mora?-
-si…-
-top bianco?-
-si…- annuì guardandolo scettico.
-Tatuaggio?-
-SI! Che fai, mi freghi la tipa??-
Bill iniziò a ridere, lanciandogli
un’occhiata misteriosa.
-E se ti dicessi che l’ho
notata pure io?-
-Alla fine sceglierà me! Non c’è storia!-
Bill sbuffò.
-Comunque scherzo! So com’è perché durante “Sacred” ho seguito il tuo sguardo… visto che non mi
guardavi! E poi era proprio al centro! - ripetè offeso.
-Dai, scusa Bill, la
prossima volta ti dedicherò tutta la canzone!-
-Grazie!- gli sorrise
l’altro –Comunque, visto che abbiamo finito da soli cinque minuti, può darsi
che sia ancora li in prima fila…-
-Mando Saki e chiederle
di venire…-
E così aveva fatto.
La bodyguard
era uscita dal backstage ed aveva riconosciuto la
ragazza.
Tom aveva osservato tutta la scena da dietro una
tendina che dava direttamente sul palco.
Saki le aveva dato un
biglietto rosso.
Lei lo aveva guardato
prima confusa, poi stupita.
Aveva detto qualcosa in
italiano, indicando se stessa e poi fissando l’uomo che aveva di fronte come se
fosse un marziano.
Saki aveva annuito.
Ed allora lei aveva sorriso.
Aveva iniziato a
saltellare, prendendo le mani della sua amica a fianco, e poi si era fermata di
botto, chiedendo qualcosa alla guardia.
Lui aveva annuito restìo.
La ragazza mora, assieme alla
sua amica riccia, avevano preso lo zaino e si diressero
verso di lui.
-Arrivano-
-Arrivano?- calcò il
fratello sul finale.
-Si, con una sua amica…-
-Beh, era logico.-
-Venite in camerino?- chiese Georg
passando vicino a loro e mettendosi sulle spalle la tshirt marrone che si era tolto durante il live.
-Aspettiamo una persona- disse Bill
-L’ennesima conquista di Tom?- sorrise l’altro.
-Esattamente!- rispose l’interessato.
-Ah, allora non me la voglio perdere! Se l’hai
notata in mezzo a tutte le fan ci deve essere un
motivo!-
-Georg, non fare lo stupido e vieni con
me…- si intromise Gustav
prendendo l’amico per i capelli.
-Ahi ahi ahi!!
Lasciami!!-
-Lascia stare Tom! Ci
sarà già Bill a rompergli le palle
tutto il tempo…-
-Ehi!- si lamentò l’interessato.
-Ha ragione! Hai intenzione di commentare ogni
parola che ci scambieremo?- chiese Tom
-Che problema c’è? Non capisce il tedesco…-
-Che ne sai!-
-Di solito sanno solo dire “Hallo” “Ich Liebe Dich”
e qualche nostra canzone…-
-E come ci parlo allora?- chiese Tom.
-Da quando tu hai bisogno di parlare!-
Tom giocò per un attimo col piercing, tirando una gomitata al fratello.
-Tom, era lei, vero?-
Saki sorpassò la tenda, facendo entrare
le due ragazze.
Era alta.
Meno di lui, ma era alta.
Magra.
I capelli scuri erano perfettamente lisci, gli occhi
marroni erano imbarazzati.
Si mordeva il labbro inferiore
tesa.
Aveva parecchi buchi alle orecchie e il tatuaggio
che aveva intravisto durante il concerto ora poteva vederlo chiaramente: era
una piccola edera.
Teneva su una spalla sola uno zaino azzurrino e
parlava alla sua amica senza problemi, ad alta voce, senza però distogliere gli
occhi da lui e Bill.
Per forza, loro comunque
non avrebbero capito.
-Si, grazie mille Saki!- gli sorrise Tom.
-Di niente… ma se vuoi un consiglio, avvisa David prima che lo venga a scoprire per conto suo…-
-Vado io a scambiarci quattro chiacchiere!- disse Bill –Cerca almeno di
scoprire come si chiama… sai, col tuo inglese…-
-Dileguati!-
-Ok… ciao!- Bill
salutò anche le due ragazze che, immobili come due
statue, risposero sorridendo stentate.
-Ok, Bill Kaulitz ci ha appena salutate…
questo è un sogno Vale… un sogno da cui non voglio svegliarmi!-
-Esattamente! Non svegliamoci!-
Marta, la mora che Tom
aveva notato, non aveva tolto un attimo gli occhi di dosso al chitarrista e il
vederlo li, a solo pochi metri da lei, intento a farle una radiografia, stava
iniziando a metterla a disagio.
-Dici che usa i raggi infrarossi?-
-Poco ma sicuro… non so… vuole anche una piantina
dei tuoi nei?- chiese Vale, incrociando le braccia al petto.
Marta rise, avvicinandosi poi al ragazzo.
Si voltò verso la sua amica.
-Ok, se questo è un sogno posso fare
ciò che voglio, no?-
L’altra annuì.
-Marta!- disse a Tom
porgendogli la mano.
-Tom- rispose
lui con la sua voce profonda.
-Oh, lo so!- rispose in
italiano.
Non aveva capito nulla a
parte il suo nome, ma iniziarono a parlare un po’ in inglese, un po’ in tedesco
(lei masticava qualche parola…) ed erano arrivati addirittura a gesticolare con
le mani.
Dopo una decina di minuti il programma era il seguente: le due ragazze
sarebbero andate in macchina a cambiarsi, visto che avevano un cambio nel caso
avessero avuto voglia di uscire dopo il concerto; mentre lui sarebbe andato in
albergo con gli altri a farsi una bella doccia.
Saki le avrebbe aspettate e le avrebbe poi condotte
nella loro camera.
Ok, quando le due ragazze avevano sentito “Zimmer
-Ok, maglia beige-
-Con cappellino beige, pentaloni
beige e scarpe beige! Ah, dimenticavo, calzini beige e
mutande beige!-
-Molto simpatico Bill!-
-L’intenzione è di uscire?- chiese Georg spaparanzandosi sul letto col cantante.
-Si… c’è una discoteca molto famosa qui a Milano…
come si chiamava?-
-Holliwood- si intromise
Gustav, seduto su una poltrona.
-Esattamente! Holliwood!-
lo pronunciò come se fosse il nome di un famoso attore cinematografico.- David
ha prenotato tutto un intero privè solo per noi!-
-Bene! E allora stasera si cucca!-
sorrise Georg.
Un discreto bussare alla porta li mise
sull’attenti.
-Ragazzi, posso entrare?- chiese David.
-Vieni!-
-Oh, noto con piacere che siete quasi tutti
pronti…- e lanciò un’occhiata significativa al gemello
maggiore.- Le due vostre amichette sono già giù con Saki
in macchina… penso che non vengano nel furgone con voi, le faremo entrare dal
retro della discoteca dopo di voi… comunque, volevo solo avvertirvi, fuori
dall’albergo è pieno di paparazzi, perciò seguitemi che il direttore ci
mostrerà l’entrata secondaria e… Tom? Vedi almeno per
oggi di non portare nessuna!-
Il rasta lo guardò
sbarrando gli occhi.
-Come???-
-Hai capito! Il nostro primo concerto a Milano,
vuoi suscitare subito scandali alla tv locale??-
Bill trattenne una risata e Gustav si coprì la faccia con entrambe le mani per non
mostrare la sua ilarità.
Così si erano diretti
verso la discoteca, erano entrati senza troppi intoppi e si erano accomodati
nel privè leggermente rialzato del locale.
Alcune ragazze li avevano
riconosciuti, ma non avevano con loro né cose da autografare,
né macchine fotografiche, perciò si limitavano ad osservarli al di la delle transenne o a continuare a ballare.
Il privè
era abbastanza grande.
Circa quattro metri per
cinque, con un paio di divanetti bassi e comodi, un tavolino di vetro tra i
due, un piccola pista da ballo rialzata di un paio di
metri e un cameriere personale.
Dopo una decina di minuti
che il gruppo era entrato, videro Saki fare spazio
tra la folla e condurre con lui Marta e Vale.
-Ok, un bel
respiro profondo. Sta succedendo veramente. Sta succedendo veramente. Sta
succedendo veramente…-
-Marta piantala!! Agiti di più me così!-
-Che ci
posso fare! Sono agitata! Mica sono i miei zii!-
-Se hai
degli zii così io sono costantemente a casa tua…-
-Vale! Oh
Dio… Oh Madonna!! Hai visto Tom?
Cazzo… è vestito di Beige! Io amo
quando si veste di beige!-
-Marta…io mi fiondo su Gustav! Secondo me è l’unico sano là dentro!-
Salirono quei pochi gradini che le dividevano dalla
pista (guardate male da tutte le altre ragazze) e salutarono i ragazzi, sedendosi
sui divanetti, Marta tra Tom e Bill,
Vale tra Georg e Gustav.
-Come state?- chiese Bill
in quel poco inglese che conosceva.
-Bene grazie! Voi?-
-Fantastico! Un concerto meraviglioso!- si intromise Tom voltandosi
completamente verso la ragazza.
Marta lo guardò e sorrise.
-Bene, io vado a prendere da bere…Bill, vieni con me?- chiese Gustav
scoccando una strano occhiata al gemello.
-Certo..-
-Ah vengo anche io! Così lo prendo anche per te Marta.. chupito?- chiese
Vale alzandosi e sistemandosi la cintura degli attillati jeans neri che si era
messa.
-Si grazie! Anzi, se chiedi di farlo bello forte è meglio!- aggiunse ironica.
In risposta l’amica alzò gli occhi al
cielo e seguì gli altri due del gruppo.
Bill ad un certo punto si fermò,
voltandosi nuovamente verso i divanetti.
-Georg?- lo chiamò.
-Dimmi!- rispose lui,
smettendo di osservare l’italiana.
-Tu non vuoi da bere?- chiese riprendendo a parlare
in tedesco.
-Oh si grazie! Fai un Gin tonic!-
-Georg!- lo ammonì il cantante –Tu non vuoi
VENIRE a prendere da bere?-
-Ah!! Ok… arrivo! Scusate!- disse il bassista
alzandosi e seguendo i suoi compagni.
Tom sorrise leccandosi malizioso il
labbro superiore.
Che amici cretini che aveva.
Si voltò verso la ragazza, che aveva appoggiato la
sua borsetta nera a fianco.
Si era cambiata.
Indossava dei Jeans scuri
molto aderenti tenuti dentro a un paio di stivali marroni col tacco non tanto
alto. Portava una canottierina oro
che si allacciava morbida dietro il collo e lasciava intravedere leggermente la
curva dei seni (non di dimensioni spropositate, notò Tom
un po’ dispiaciuto) e che lasciava scoperta tre quarti di schiena.
Si era sistemata il trucco, mettendosi un po’ di ombretto dorato e rifinendo la matita.
… e le labbra…
Le labbra così morbide erano definite da un leggero
tocco di rossetto che si intonava alla sua carnagione
abbronzata.
Tom sorrise nel buoi
ricordandosi con quanta attenzione l’aveva osservata.
Si alzò di scatto dal
materasso, provocando un brontolio di dissenso di suo fratello.
Andò in bagno e rimase in boxer.
Alzò con cautela le
coperte e ritornò a sdraiarsi nella medesima posizione con un sospiro di appagamento.
-Quanti anni hai?- chiese Tom.
Le cose fondamentali in inglese le aveva imparate, almeno quelle…
-Dicotto!- rispose lei con un sorriso.
-Anch’io!- replicò Tom
-Oh Dio… non so proprio cosa chiederti! Praticamente so quasi tutto di voi!-
Il ragazzo la guardò negli occhi e le prese una
mano.
-Allora non parliamo…-
Marta rimase per un attimo li
a fissarlo, poi si portò una ciocca di capelli dietro un orecchio imbarazzata,
per poi rispondergli.
-Tom… ok… sei
un bellissimo ragazzo, sai come piacere ad una ragazza, sai come comportarti… e
so anche come ti piace terminare la serata… ma… io non
voglio trovarmi domattina nella tua camera da letto… capito?- disse a bassa
voce, cercando di farsi udire da lui nonostante la musica.
Si stava mordendo fortemente il labbro inferiore e
lo guardava dispiaciuta.
Stava perdendo l’occasione della sua vita, lo
sapeva.
Forse se ne sarebbe pentita.
Ma lei non era quel tipo di ragazza, e
non lo sarebbe diventata per Tom Kaulitz!
Certo, passare una serata coi
Tokio Hotel, baciare Tom… non se lo sarebbe
fatta ripetere due volte! Ma arrivare a fare sesso con
lui…
Tom la fissò in silenzio.
Era tesa.
Enormemente tesa e in imbarazzo.
Forse aveva paura di essere cacciata via ora.
Ma era pur sempre bella.
Ed era simpatica.
E per una volta lui avrebbe anche
potuto non terminare la serata in una stanza d’albergo.
Le sorrise abbassando lo sguardo.
Quando lo rialzò, lei si stava tormentando
le mani, che aveva ritirato dalla sua presa.
Lui le si avvicinò ad un
orecchio.
-Ok…- le sussurrò sfiorando il lobo con
le sue labbra.
La sentì rabbrividire e le diede un leggero bacio
alla base del collo prima di staccarsi e sorriderle apertamente.
Marta da quel momento si rilassò.
Un luminoso sorriso comparve sul suo volto e
pronunciò un “ok” con uno sguardo talmente intenso
che la tentazione di prenderla e baciarla subito sul quel divano crebbe a
dismisura.
E probabilmente sarebbe entrato in
azione se non fosse sopraggiunto suo fratello e l’allegra combriccola con le
varie bevande.
Rimasero seduti al tavolino a parlare del più e del
meno, più che altro cercando di comprendersi.
Valeria e Marta si erano
adattate perfettamente all’ambiente che si era creato.
Valeria dedicò la maggior parte del tempo a Gustav e il ragazzo sembrava ben felice di quelle
attenzioni, anche se un po’ imbarazzato.
-No Marta! Io me lo sposo! E se tu non ti stupri Tom, lo faccio io!!-
-Non dire nomi che capiscono!- l’ammonì
l’altra, mentre ormai tutti le stavano guardando.
-Ah già…allora io mi sposo il batterista e se tu
non ti stupri quello con quell’ orecchino al labbro, lo faccio io per te!-
-Vai a cagare!- le sorrise falsamente Marta, cercadno di non fare intendere agli altri la strana
conversazione che stavano avendo.
-Volete ballare?- chiese Valeria.
-No grazie! Preferisco stare
qui!- disse Bill.
-Io vengo!- disse Georg.
-Io non sono capace…-
-Dai Gustav, neppure io
sono una ballerina!- Vale lo prese per un polso e lo
portò sulla piccola pedana del privè.
-Marta, se devo morire oggi, sarei
felice!- le urlò la riccia mentre
si dimenava tra i due ragazzi.
Marta iniziò a ridere e quando Tom
le chiese il perché, gli disse di lasciare perdere, la
sua amica era un po’ matta.
Bill guardò i due
ragazzi ridere, sempre più vicini, spalla contro spalla.
Suo fratello dava le spalle al bracciolo del
divanetto ed era piegato in avanti, con un braccio sullo schienale e l’altro
appoggiato al ginocchio con in mano la sua bibita.
Lei invece stava di fronte a lui, con una gamba
piegata sotto l’altra per essere completamente voltata ed era appoggiata allo
schienale, proprio nel punto in cui Tom aveva messo
da poco il braccio, sorridente.
Stavano proprio bene insieme.
-Tom, se ti lasci scappare questa, non ti
riconosco come mio fratello!- gli disse il gemello in
tedesco, interrompendo il loro scambio di battute.
-Non preoccuparti!- gli sorrise
l’altro in risposta, rispondendo con il suo tono di voce sempre basso.
Marta lo guardò interrogativo.
-E’ solo geloso!- alzò indifferente le
spalle appoggiando il bicchiere di vodka sul tavolino.
-perché?-
-Perché io sono in compagnia di una bella ragazza e
lui no!- le sorrise malizioso avvicinandosi la suo volto.
Attese una sua reazione.
Lei lo guardò socchiudendo gli occhi e quando
entrambi si accorse di stare fissando le labbra dell’altro, sorrisero
leggermente.
Marta gli mise una mano sulla nuca, attirandolo a
sé e lui non se lo fece ripetere due volte, passandogli la mano sinistra sulla
vita e successivamente sulla schiena, alzando
leggermente la canottiera oro della ragazza.
Al contatto con il palmo freddo di lui, dovuto
all’aver tenuto fino a quel tempo il bicchiere con ghiaccio, lei sussultò
leggermente e Tom ne approfittò
per tirarla maggiormente vicina, facendola lievemente alzare dalla posizione in
cui era prima.
Il chitarrista tolse anche l’altra mano dallo
schienale e prese ad accarezzarle la schiena.
Com’era morbida la sua
pelle.
Marta intrecciò entrambe le mani dietro la nuca di lui e si lasciò trasportare dal bacio.
Il piercing di lui, a contatto con le sue labbra, era un qualcosa di
fantastico.
Tom giocava con le sue labbra, con la sua lingua…da vero esperto.
Sorrise nuovamente come
un’ebete, mentre l’immagine della ragazza abbracciata a lui faceva capolino
nella sua mente.
Non sarebbe stata facile
da dimenticare.
Si staccarono affannati.
Tom le diede un leggero bacio a fior di
labbra.
La sua mano sinistra scese lentamente giù per la
schiena ed arrivò alla cintura dei pantaloni.
La guardò malizioso e quando la vide sorridere in risposta si decise
a tastare il suo fondoschiena con l’intero palmo della mano.
-Maniaco-
-Grazie- rispose lui toccandosi per l’ennesima
volta con la lingua il piercing.
-La smetti?- chiese lei esasperata, prendendo la
sua mano dopo la lunga e lenta “discesa” e riposizionandogliela più in alto.
-Di far cosa?-
-Di giocare con quel piercing!-
-Ti piace?- le chiese apposta ricominciando quel
gioco.
-Ti odio!- gli sorrise
riprendendo a baciarlo.
E la temperatura si stava
surriscaldando.
La mani del ragazzo ripresero a vagare sul
fondoschiena di lei, procurandole un sospiro di piacere.
Marta iniziò a toccargli la schiena e proseguì
tastando con attenzione ogni fibra dell’addome del ragazzo, reprimendo un
sorriso sulle loro labbra al contatto con gli addominali di
lui.
Gli alzò leggermente la maglietta, infilandoci
dentro una mano e rimase soddisfatta quando sentì il
leggero mugolio di piacere del ragazzo.
Tom nel frattempo continuava a toccarla
ed accarezzarla, spingendola del tutto contro il suo corpo e quasi
soffocandola.
-Ehm… Marta… sai che si sta facendo tardi?- la voce
della sua amica la fece scostare di scatto dalla bocca
del giovane che, menefreghista al massimo, continuò a torturarla dandole
piccoli baci sul collo.
Maledetto quel piercing
che la faceva rabbrividire!
-Che ore sono?-
-Sono le due…- gli disse
a braccia conserte osservando con particolare interesse il ragazzo che
continuava nella sua opera di distrazione.-Devo aspettare altre due ore che
finisca di leccarti ogni centimetro di pelle?- chiese di nuovo
ironica.
-Oh no! No no… adesso
arrivo…- le disse
Valeria le diede le spalle, parlottando qualcosa con
Bill che era rimasto sull’altro divanetto, voltato
verso la pista ad osservare i suoi amici ballare.
-Ma proprio qui deve fare queste cose Tom?- chiese Georg un po’
affannato per il ballo.
-Se no non sarebbe lui!-
sorrise il gemello prendendo un sorso del suo drink che aveva abbandonato sul
tavolino per tutto quel tempo.
-Dovete andare?- chiese Gustav.
-Eh si…- rispose Vale dispiaciuta .-Quando
tornerete a Milano?-
-Penso l’anno prossimo… faremo un altro tour!-
-Ok! Cercheremo di essere
ancora in prima fila!- Vale fece l’occhiolino al biondo, che arrossì.
-Tom… Tom…-
Marta cercò di richiamare l’attenzione del ragazzo, preso a baciarle il petto.
-Si?- alzò il volto verso di lei riprendendo a
baciarla.
-Devo andare…- bisbigliò lei tra
un bacio e l’altro.
-No…-
-Come no! Si!- si riprese staccandolo per un
secondo.
-Ok…- le diede un bacio sulla guancia e
poi si staccò definitivamente, porgendole una mano per alzarsi.
Tom la guardò maliziosamente e quando
lei si accorse di avere la maglietta fuoriposto e i
capelli un po’ spettinati, gli diede le spalle per sistemarsi.
-Non è che così mi nascondi qualcosa…- bisbigliò lui osservandole il fondoschiena.
-Eh?- chiese lei voltandosi, non avendo capito il
tedesco.
-Niente.-
-Ci sei?- le chiese Valeria.
-Si si… salutiamo?-
-Io ho già salutato tutti…mi manca solo il maniaco ninfomane!-
Valeria si avvicinò a Tom
e gli diede due baci sulle guance, mentre Marta salutò sorridente Georg e Gustav
-Siete bravissimi comunque!-
si complimentò.
Arrivò davanti a Bill e
un po’ imbarazzata salutò anche lui.
Dopotutto si era appena baciata per un’ora con suo
fratello gemello!
-Buona fortuna per il tour!
Sono sicura avrete un grandioso successo!- gli disse
con un sorriso.
-Grazie… lasci il numero di telefono a Tom?-
-Dovrei? Tanto non richiamerà mai!- gli sorrise alzando le spalle.
Bill la guardò comprensivo.
-Tanto te lo chiederà… lo fa
sempre!- accortosi della gaffe si tappò la bocca con una mano.
-Non c’è problema, lo so…-
rispose lei.
Lo salutò nuovamente e poi si diresse verso Tom.
-Tom, noi iniziamo ad andare in Hotel, la
nostra macchina è già qui! Le porta Saki?-
-Si… penso di si! E io come torno?-
-Torna con loro!- gli fece
l’occhiolino il fratello.
Tom sorrise cercando di tradurre quanto si
erano detti e poi prese la mano di Mart e si
diressero verso l’auto.
-Oh Dio… io sola con voi due??
No Marta, ascolta, io vado davanti con l’autista!- e
nonostante le proteste della sua amica, Valeria riuscì a
infilarsi nel posto davanti.
Ed avevano passato una ventina di minuti in macchina
nuovamente a baciarsi.
Non avrebbe saputo dire se
quella fosse stata un’avventura diversa dalle altre, ma gli era
piaciuto.
Le era
piaciuta.
Le era piaciuta
particolarmente.
Prese il cellulare
guardando l’ultimo numero che aveva salvato sulla rubrica.
Marta.
L’unica
Marta che aveva nel cellulare,
non avrebbe potuto confonderla.
Non si sarebbe mai
dimenticato dell’espressione di sufficienza che lei fece
quando le chiese il numero di telefono.
Forse sapeva che era una
cosa superflua, che non avrebbe mai chiamato.
Glielo diede comunque con un sorriso.
Davanti all’auto della
ragazza, parcheggiata ancora
-Ciao Tom- disse lei
evitando di guardarlo negli occhi.
-Ciao…-
L’aveva vista salire in
macchina e avviare la vettura.
Poi con un ultimo sguardo
se n’era andata.
E gli aveva sorriso per l’ultima volta.
Ciccò sul menù e decise di
scrivere un messaggio, il vocabolario di inglese sul
comodino.
Il tuo sorriso non lo scorderò mai. Devi esserci a
Milano per il prossimo concerto. E cerca di non essere
occupata con qualche altro ragazzo entro quella data!
Tom.
Una ragazza, sdraiata nel
suo letto, saltò per aria quando il suo cellulare si
illuminò.
Lesse.
E sorrise…
Oddiooo!!! Com’è????? Mi sono divertita un macello a
scriverla e spero che vi piaccia! Ho cercato di mantenere il carattere
originale dei personaggi e spero di esserci riuscita!!!
Commentate!!!