Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: Reveur de merveilluex    28/02/2013    4 recensioni
«Non sono le cose belle quelle che ricordo. Possono essere belle quanto vuoi, Daniel, ma non sono quelle che ti restano dentro. Sono le cose brutte, invece, quelle che ti segnano, quelle che non dimentichi.»
Guardò il suo demone negli occhi, che per qualche strana ragione sembravano essere meno piatti, freddi.
«Io valgo la pena di essere ricordato?»
Scar ci pensò un attimo prima di rispondere.
«Tu sei la cosa peggiore che mi sia mai capitata.»
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

***

 

«Tu come hai detto che ti chiami?»
«Mi chiamo Henry»
Scarlett si sistemò meglio sul divano, stringendosi attorno le braccia sistematicamente incrociate quasi a difendersi da qualcosa di inesistente. «E tu invece?» Si rivolse all'altro, quello che inizialmente pensava essere un pervertito.
«Daniel.»
I due ragazzi se ne stavano lì a fissarla come se si aspettassero un'esplosione da un momento all'altro. Scarlett invece guardava il vuoto, solo il vuoto. Un piccolo punto indefinito e inesistente. Cercava di rielaborare. «Okay.. Allora.. » Si rivolse al ragazzo dai capelli biondo cenere, Henry. «Io dovrei credere che voi siete..» Si fermò un attimo. «..Un angelo.» Poi si volse verso l'altro, Daniel. «E un demone.»
Loro annuirono, rimanendo completamente seri. «E siete qui perché..»
Daniel alzò gli occhi al cielo, spazientito. Era la terza volta che le ripetevano il tutto, quando diamine ci metteva a capire? «Perché abbiamo fatto qualcosa che ha fatto incazzare I capi supremi e ora siamo qui a farti da balia, cercando di spingerti..» Gesticolò il tutto. «Dalle rispettive parti, così da essere perdonati.»
Lei annuì lentamente. Non era ancora sicura di credergli, non era neanche del tutto sicura di essere sveglia. Forse era solo uno stupido sogno. Solo uno stupido, strano sogno.
«Chiaro adesso?» Daniel si sedette pigramente sul divano, guardandola come fosse una bambina a cui veniva spiegato di non mettersi le biglie in bocca.
Guardando il vuoto, Scar annuì lentamente, poi si bloccò di scatto. «Come faccio a credere a questa storia? Voglio dire, un angelo e un demone!» Li indicò teatralmente. «In casa mia!»
Henry, che fino a quel momento era sembrato essere più paziente di Daniel, si prese la testa fra le mani e respirò profondamente, poi si rivolse a Scar. «Senti, ogni umano, ogni singolo essere umano ha un angelo e un demone che vegliano su di lui. Noi vi chiamiamo 'protetti'. Per tutta la durata della vostra vita cerchiamo di spingervi verso la retta via..» Diede una breve occhiata al suo vicino. «O quella cattiva. Non interveniamo mai fisicamente nelle vostre vite, in genere.»
«Ma ci sono delle eccezioni.» Continuò Daniel. «Quando facciamo qualcosa, che come ti ho detto, fa incazzare i pezzi grossi veniamo mandati qui da voi e dobbiamo rimediare cercando di spingervi il più possibile dalle nostre parti.. Quel genere di cosa che voi umani definireste 'sfida'»
Scarlett li guardò, squadrandoli bene. Due ragazzi, uno biondo e l'altro moro. Due ragazzi che sostenevano di essere rispettivamente un angelo e un demone, arrivati sulla terra per farla andare sulla buona o sulla cattiva via, così da essere perdonati per lo sbaglio che hanno commesso. Si chiedette quale poteva essere questo sbaglio, ma lasciò scivolare via il pensiero. Forse non voleva saperlo davvero.
«Mettiamo che io vi creda, solo per un attimo.. Come dovreste fare a spingermi dalle vostre parti?»
Daniel fece un sospiro di sollievo. Finalmente iniziava a capire. «Non ci hanno dato istruzioni su questo, immagino troveremo un modo.» Batté le mani e si alzò energicamente, andando verso la cucina. «Se non vi dispiace, io mi faccio un panino.»
Scar aggrottò le sopracciglia, non sapendo se era più frustrata per la situazione o per il fatto che Daniel si comportava come fosse a casa sua. «I Demoni hanno bisogno di mangiare?»
«Beh, non nella nostra vera forma..Sai, ali nere e tutto.. Ma quando siamo qui siamo come te. Abbiamo solo qualche piccolo gadget in più.» Le fece l'occhiolino, mentre tornava nel salone con un panino in mano.
Scarlett sospirò. «Non sono sicura di credervi.»
«Cosa ti serve per crederci?» le domandò il demone con la bocca piena.
«Una prova.»
«Che genere di prova?» Henry si alzò e si appoggio al bracciolo del divano, con le braccia incrociate.
«Non so.. Qualunque cosa immagino.»
Daniel fece un sorriso malizioso.



***



Scarlett pestò una pozza di fango che andò a sporcare terribilmente le scarpe nuove. «Perfetto..» Cercò goffamente di togliere un po' di fango muovendo avanti e indietro il piede. «Quanto è lontano ancora questo posto, Daniel?» Urlò al ragazzo ormai distante una decina di metri da lei ed Henry, che aveva avuto la buona educazione di aspettarla.
«Non molto, e poi l'hai chiesta tu una prova. Muovetevi!»
Henry sospirò, stringendosi le mani nel giubbotto.
«Com'è che un angelo e un demone si sopportano così facilmente?» Chiese lei sarcastica, riprendendo a camminare
«Al contrario di quel che si potrebbe pensare, non c'è una guerra tra le due fazioni.»
«Ah no? E io che pensavo sarebbe stata una cosa tipo battaglia tra il cielo e l'inferno.»
Lui rise fievolmente.«Non che non ci sia mai stata, anzi.. Ma al tempo Dio e Lucifero giunsero ad un patto che accontentò entrambe le parti..»
«Fammi indovinare.» Lo interruppe lei. «Quello che ad ogni umano sarebbe stato assegnato un angelo e un demone che con i loro poteri mistici avrebbero cercato di spingerlo per tutta la vita verso la retta o cattiva strada?»
«Non con i loro”poteri mistici”, Scarlett. Ogni essere umano ha un libero arbitrio che noi non possiamo neanche sfiorare.»
Ancora una volta, sul volto del ragazzo non si intravide nessun segno di scherzo o divertimento.
«Ah.» Abbassò lo sguardo, vergognandosi quasi di essere stata così sfacciata. Come se stesse toccando argomenti troppo importanti per scherzarci sopra. «Henry.. Toglimi una curiosità..»
«Dimmi pure»
«Avete detto che a chi riuscirà a portarmi verso la sua parte sarà donato il perdono.. Ma chi invece non..»
«Siamo arrivati!» Un urlò si levò da una quindicina di metri da dov'erano i due ragazzi. Daniel li aspettava sull'orlo di un dirupo, dietro di lui, il nulla.



***



«Cos'è che vuoi fare? Non credo di aver capito.» Scarlett lo guardò con gli occhi sgranati. Poi spostò lo sguardo sul dirupo.
«Volevi una prova, no?»
«Daniel, non possiamo.» Intervenne Henry.
«Oh, andiamo. Hai paura che il tuo papino ti lasci cadere?»
La mascella di Henry si serrò. «No, ma non possiamo farlo. Lo sai.»
Daniel guardò Scarlett. «Dai Fiamma, non dirmi che non ti piacerebbe vedermi cadere da un dirupo.» Fece per prenderle di nuovo il mento, ma lei si spostò riluttante.
«Non voglio che vi buttiate da un dirupo, non ha senso.»
Daniel sbuffò. «Siete così dannatamente noiosi. E tu volevi una prova. Ecco la tua prova.»
Senza che potessero fermarlo, Daniel si lanciò nel vuoto. «No!» Scarlett si lanciò il più velocemente possibile a cercare di prendergli il braccio, ma Daniel ormai era andato. La ragazza fermò lo slancio che si era data per fermare Daniel proprio a un passo dal dirupo. Si voltò verso Henry, era in silenzio. Niente. Niente di niente. Era morto?
Fece per fare guardare in basso, cercando di sporgersi il meno possibile, cercando di scorgere un cadavere. Il fondo era poco chiaro.
«BUH! »
Scarlett si sbilanciò in avanti.
Qualcuno la afferrò poco prima che cadesse. Era quasi certa di essersi persa un battito cardiaco.
Quando alzò lo sguardo, Daniel la teneva stretta a sé, guardandola con aria divertita.
«Sei un idiota!» Lei fece per staccarsi, ma la teneva troppo stretta.
«Wo, wo, wo. Stai calma, Fiamma. Ti faccio notare che sei a un passo dal burrone.»
Con un movimento calzante, spostò Scar dall'altra parte. Lei prese a tirargli pugni sul petto.
«Sei tutta rossa.» La guardò con un ghigno divertito stampato in faccia.
«Sei un idiota!»
Prese a ridere. «Sei arrabbiata perché ti ho spaventato o perché sono ancora vivo?»
Scarlett si fermò di colpo. Era vivo, non era caduto. Ci mise un po' di secondi a realizzarlo. Questo significava..
«Non mi avete mentito.»
«Visto?» Daniel la lasciò andare.
«Scarlett..» Henry fece per avvicinarsi.
«No, sto bene.» Era quel che voleva sapere, giusto? Un angelo vuole che il suo protetto stia bene..
«Sei bianca come il latte, Scarlett.» Le si avvicinò giusto il tempo perché riuscisse a prenderla, mentre cadeva tra le sue braccia, svenuta.



***



Scarlett si svegliò nel suo letto, tra le calde coperte pervinca.
Oh, era stato solo un sogno.
Si mise a sedere, strofinandosi gli occhi. Era vestita. Quindi non era solo..
«Buongiorno Fiamma.»
Daniel entrò nella stanza sudato, con una canottiera attillata e dei pantaloncini sportivi. I capelli erano bagnati di sudore. «Era ora che ti svegliassi. Hai fatto preoccupare non poco il tuo canarino da compagnia.»
Scarlett guardò il demone, immobile, cercando di riordinare le idee. «Cosa..? Perché..?»
Daniel la guardò con aria interrogativa. «Oh, questo? Beh, anche i demoni hanno bisogno di mantenersi in forma. Questi pettorali non sono grazia divina.»
Scarlett non sentì neanche quel che disse. Cercava di riordinare le idee. Daniel era davvero un demone, se non era caduto.. Anche se Scar non sapeva come non fosse caduto. Però si era buttato. Questo significava che anche Henry era realmente un angelo.
Ma un altro, ingombrante pensiero, le si parò in testa, spiazzando via tutti gli altri.
Daniel le disse qualcos'altro, che lei non ascoltò.
Poi corse in bagno e si chiuse dentro.
Non c'erano più pezzi di vetro, probabilmente sua madre li aveva tolti, o forse erano stati Daniel ed Henry..
Sua madre. Cosa avrebbe raccontato a sua madre?
“Questi due ragazzi che mi seguono come stalker sono solo il mio angelo e il mio demone, non preoccuparti.”
Guardò la sua figura allo specchio.
Gli angeli esistono. E anche i demoni. Esistono e sono in casa mia
Forse una rivelazione del genere avrebbe dovuto cambiarla in qualche modo, ma la figura riflessa nello specchio era sempre la stessa. Lunghi ricci rossicci che ricadevano spettinati sulle spalle, uno sguardo sgranato.
«Hey, Scarlett. Esci di lì, non vogliamo mica ammazzarti.»
Con un'estrema lentezza, Scarlett aprì la porta ed uscì, guardando Daniel con tutto il ribrezzo che riuscì a trovare.
«Non vincerai mai.»
«Cosa?»
«Ho detto che non vincerai mai.»
Ci fu un attimo di silenzio, poi riprese. «Non riuscirai a farmi fare qualunque cosa tu abbia in mente per farti vincere, perché non lo farò.»
«Scar.. Calmati.. Tu cred..»
«No. Henry vincerà, sarà lui. Sarà lui a vincere. Non diventerò una specie di pedina del male nelle tue mani o..»
Due mani la imprigionarono contro il muro, il viso di Daniel era a un centimetro dal suo. La guardò dritta negli occhi. Sembrava.. Afflitto. Scarlett non avrebbe trovato altra parola per descriverlo.
«Scar, non sei una pedina, sei una protetta.. Noi..»
«No, non voglio sentire niente di quel che vuoi dirmi. Non mi importa né di te, né di Henry. Voglio solo che questa cosa finisca al più presto e voglio che lui vinca.»
Era così affranto. Quelle parole sembravano toccarlo più di quanto Scarlett avrebbe immaginato. Cosa c'era in ballo? C'era qualcosa che non gli avevano detto?
«Sei stato tu, vero? E' colpa tua..»
Gli occhi le si riempirono di lacrime. Non era mai stata così fragile davanti a nessuno. Ma quel ragazzo.. Era così sfrontato. Era entrato in casa sua, l'aveva costretta a vestirsi, l'aveva spaventata. E non poteva non ricordargli di com'era lei qualche anno prima. Era oscuro.. E lei.. Lei era sicura che fosse stata colpa sua.
Daniel aggrottò le sopracciglia. «Cosa intendi?»
Scarlett promise a se stessa di non farsi venire mai più l'impulso di piangere di fronte a qualcuno. Guardò il comodino, verso il quale aveva cercato di correre quella mattina per prendere il cellulare. Proprio lì, c'era una foto. Un piccolo bambino dai capelli bruni e una bambina dai capelli rossicci, entrambi sorridevano.
Daniel volse lo sguardo verso il comodino, verso la foto.
«E' stata colpa tua se lui è..»
«No, Scarlett. Aspetta.. Non..»
«Tu c'entri qualcosa, vero? Ne sono sicura. E' questo che fanno i demoni, no? Portano verso la cattiva via, quella sbagliata. Ed io ero su quella, giusto?» Tirò su col naso.
Si sottrasse alla presa di Daniel, e uscì dalla stanza, correndo. Probabilmente l'aveva lasciata andare.
Meglio così. Pensò.
 

Scarlett si uscì dalla finestra del corridoio, attaccandosi ai pioli della scala antincendio. Si arrampicò verso l'alto, fino ad arrivare al tetto.

Da piccola suo padre le diceva sempre che le stelle erano la felicità dei bambini, che brillavano solo grazie a quella. Suo fratello Jackson giocava sempre ad essere felice, perché gli piacevano le stelle e gli piaceva vederle brillare. Così la sera, Scarlett e Jackson si arrampicavano sul tetto della casa per poter ammirare la loro felicità in cielo.
Quando Jackson morì, a Scarlett le stelle parvero sempre meno luminose, fino a che non le guardò più.
Non era abituata a far tornare a galla quel genere di ricordi, ma non era abituata neanche ad angeli e demoni.

Una testa bionda spuntò dal tetto. «Hey.»
«Hey..» Col palmo della mano, Scarlett si asciugò velocemente le lacrime che le erano iniziate a scendere lungo le guance.
Henry andò a sedersi vicino a lei. «Tutto bene?»
Annuì. «Sì, stavo solo spiegando a Jackson come andranno le cose.»
«Già.. Scarlett, so che tu credi..»
«No, perfavore. Non mi va di sentire niente. Per oggi ne ho avuto abbastanza.»
Si guardarono a lungo, ma nessuno osò ridire una parola.
«Potresti lasciarmi sola?»
«Sì, certo..»
Henry fece per andare verso la scala, lentamente, poi si rigirò verso di lei. «Scarlett.. Ricordi quella cosa che mi stavi chiedendo mentre andavamo verso il dirupo?»
Scossa dalla domanda improvvisa, restò a pensare un attimo. Poi le venne in mente. «Oh, sì.. Ti stavo per chiedere cosa succede a uno se l'altro vince..»
Henry annuì, con lo sguardo perso nel vuoto.
«Immagino perda 'la sfida', no?» Fece lei, non capendo dove voleva arrivare l'angelo.
«Non perde solo la sfida, Scarlett..» La guardò, dritta negli occhi. «Perde se stesso. Per sempre.»





---



Helloo everyoneee. Spero vi piaccia:3

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: Reveur de merveilluex