I capelli bruni troppo lunghi e poco curati gli cadono sul viso e gli coprono la fronte alta,gli occhi celesti e vispi guizzano e fendono l'aria come alla ricerca di qualcosa,una ferita gli spacca il labbro superiore,in ricordo di uno scontro passato. E' di corporatura media ma imponente,vedendolo da lontano si direbbe un fucile, ma le piastrine coperte di polvere e sangue incrostato rivelano la sua appartenenza al corpo militare. I vestiti consunti gli coprono a malapena il petto, dove si scorge una cicatrice procurata da un'arma da fuoco. Il braccio destro è abbandonato su un fianco, sul sinistro è appoggiato un fucile. Il suo nome è ignoto poichè le piastrine che porta al collo recano solo numeri rovinati da colpi di pallottola. E' un cecchino, il migliore della sua divisione tuttavia niente riesce a farci capire il motivo della sua presenza nella valle che precede la base militare nemica, nelle condizioni precarie in cui versa.  Nonostante il caldo e il dolore che prova al braccio destro, colpito giorni prima da una pallottola,la sua mente è lucida e il suo obiettivo gli è chiaro. Il soldato scruta il terreno e si ferma a raccogliere un piccolo fermaglio nero, i suoi occhi lo guardano attenti e per la prima volta dall'inizio della campagna militare un furore cieco si impossessa della sua mente normalmente così distaccata e fredda. le mani stringono convulsamente il fucile e una lacrima di rabbia illumina per un attimo gli occhi dell'uomo.
Respira,una,due volte... permette alla sua mente di quietarsi. E' un cecchino non un semplice soldato, se è riuscito a sopportare l'agonia protrattasi nel deserto sarebbe riuscito a sopportare anche questo. Gocce di sudore gli imperlano la fronte mentre continua ad avanzare verso la base nemica; una vedetta lo scorge ma, prima che abbia il tempo di emettere un solo grido e' caduta a terra uccisa dall'ultimo colpo che vedra' mai sparare . Il corpo dell'uomo è a cinquanta metri dal cecchino, esangue sul terreno. Il soldato avanza senza prestare attenzione alla sua ennesima vittima. Entra furtivamente nella base militare e si aggira per i corridoi malamente illuminati quando, armato di mitra, distrugge l'ennesima serratura e rivede Julie svenuta su una panca. Per la prima volta dopo il rapimento della ragazza in battaglia e' felice. Se la ricorda bene quella battaglia, l'ultima accanto a Julie, si ricorda il fuoco, il rumore degli spari, si ricorda il sangue e un fitto dolore alla spalla e poi... poi doveva essere svenuto, poiche' non ricorda piu' niente. Una volta sveglio l'aveva cercata, ma ormai tutti erano stati fatti prigionieri o uccisi e ogni possibilita' di ritrovarli si era rivelata vana. Da quel momento ogni sua azione durante la campagna militare era stata finalizzata alla vendetta contro i nemici e per dodici lunghi giorni si era scontrato piu' volte con soldati della fazione avversaria non risparmiando nemmeno i piu' giovani. Tuttavia ora che per un caso fortuito l'aveva ritrovata, il senso di colpa per tutte le morti provocate si insinua nella sua mente confusa . La sveglia e la fa alzare; e' debole ma riesce a camminare, pero' mentre si dirigono verso l'uscita un soldato si accorge della loro presenza costringendoli a rifugiarsi in una stanza attigua. Una volta entrati trovano un uomo seduto su una poltrona , il cecchino impugna il fucile e mira, poi pero' esita, la mano trema, ora non e' piu' cosi' sicuro di voler sparare l'ultimo colpo che quel soldato vedra' mai , ma il soldato si gira estrae dal cassetto una pistola e spara . Una chiazza di sangue si allarga sul petto del cecchino che cade a terra, tutto e' silenzio , il cadavere sporca di sangue il pavimento, l'ultimo colpo e' arrivato anche per lui.