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Autore: Ntunella    01/03/2013    3 recensioni
[Urban Fantasy]
Ciao, ragazzi\e! Questa FF parla di un mio personaggio creato in un GDR di Fallen, la saga della Kate.
I miei capitoli racconteranno momenti del passato di Misty, un demone del fuoco, che cadde dal Paradiso insieme a suo fratello Jace per non aver scelto da che parte schierarsi. Loro decisero di scegliere la libertà, ma le cose cambiano.
In questi capitoli racconterò il suo passato prima di finire alla Sword&Cross, il famoso riformatorio dove si sono incontrati Luce e Daniel.
Ah, a proposito. Non sono una grande amante dell'ordine e i racconti non saranno in ordine cronologico!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E adesso sono qui, in un immenso casino. Sento grida dappertutto. Grida di bambini, grida di donne e grida di uomini che cercano di portare in salvo tutto quello che possono. Se non si sbrigano faranno una brutta fine e ho le ali che tremano al solo pensiero.
Davanti a noi, svetta una città in fiamme. Il fuoco divampa dappertutto distruggendo tutto quello che incontra. Ci sono case, alberi, prati che stanno bruciando e non lentamente.
Sento il calore sulla pelle e, anche se non dovrebbe, tutto questo mi eccita da impazzire. Sento il fumo che avvelena l'aria intorno e lo inspiro con un grande boccata. Sento l'elettricità, sento la potenza e l'adrenalina che mi scorre nelle vene e questa cosa mi piace, mi piace da impazzire. Io non sono in pericolo. Io e il fuoco siamo una cosa sola, ma devo fare qualcosa per aiutare tutti quelli che posso ad uscire di qui, a salvarsi, a cercare di fermare l'incedio, ma sarà difficile.
Sono fortunata, però. Ho qualcuno che può aiutarmi.
-Jace! Jace di qua! Dobbiamo aiutarli!- gli grido prendendolo per mano e trascinandolo verso il centro della città, da dove tutti scappano.
Jace è mio fratello, è il mio gemello per essere più precisa, ed è la persona, sempre se noi possiamo considerarci tali, a cui tengo di più.
-Myst, vai a destra! Corri! Forse ce la facciamo!- mi incita gridando. Giriamo a destra e quello che troviamo davanti a noi ci lascia spiazzati. E' un incendio terribile. Questo non è opera di esseri umani.
Demoni. penso stringendo la mano a Jace. Sono gli unici che possono fare una cosa simile fregandosene delle conseguenze.
Davanti a noi svetta quello che doveva essere il teatro della città ed è lambito dal fuoco, ma quello non è fuoco normale. Più mi avvicino e più sento una traccia oscura, fuoco demoniaco, bello ma letale. Le fiamme non danzano come fanno di solito, con le loro sfumature rosse, arancioni, dorate che ti spingono a guardarle fin quando non sei costretto a smettere, ma sono fiamme scure, cattive. Sembrano ombre enormi che ridono e mangiano, cacciano e distruggono. Sono scure, non sono ammalianti come quelle che ho visto prima, mi fanno paura. Tutti scappano, lontano da qui. Sono terrorizzati e lo sarei anch'io se fossi in loro. Incominciano a crollare pezzi di case. Non sono così stabili e le travi sono di legno, il cibo preferito del fuoco. Il fumo è tutto intorno. E' nero e si sta portando via molte vite da solo. Le persone non riescono a respirare.
Mi stacco da Jace.
-Riesci a creare un temporale da solo?- gli chiedo.
-Ho bisogno di tempo e non ne abbiamo!- mi grida per farsi sentire. Le urla sovrastano tutto.
-Provaci! Io penso a loro!- grido. Annuisce con la testa preoccupato. Un grido femminile mi spinge a fare qualcosa. Incomincio a correre seguendo l'urlo. Giro a destra e poi a sinistra ed ecco la donna. Una trave le è caduta davanti bloccando lei fuori e qualcuno dentro casa.
-Chi c'è lì dentro?- chiedo veloce alla donna. Lei singhiozza ed è tutta sporca di fuliggine. Cerca di pulirsi il viso con una mano, ma peggiora la situazione. Incomincio a scrollarle le spalle.
-Chi c'è li dentro? Dannazione! Chi c'è?- urlo facendola smettere di ululare per un attimo.
-C'è mio figlio! Mi stava aiutando ad uscire ed è rimasto chiuso lì dentro.- dice ricominciando a piangere. -E lo sto perdendo. Tutta colpa mia.-
Incomincia a strapparsi i capelli e a tossire a causa del fumo.
-Te lo riporterò.- dico evitando agilmente il suo braccio che cerca di riacciuffarmi e ignorando le sue grida che mi dicono di non farlo, altrimenti il fuoco mi ucciderà, ma non lo farà e questo lei non può saperlo.
Non riesco a non aiutare questa gente. Sono una vigliacca. Ho visto morire centinaia di persone, ma non ci riesco. Gli umani sono fatti per vivere una vita breve e poi morire, ma io proprio non riesco a lasciarli senza fare qualcosa per aiutarli. Entro togliendo di mezzo la trave. Dentro casa è anche peggio di fuori. Ormai tutto è irriconoscibile, ma vedo qualcosa o, meglio qualcuno, che è a terra. Assorbo il fuoco intorno a me e altro lo faccio sparire. Mi avvicino al ragazzo. Lo prendo senza controllare se sia vivo o morto. Non mi interessa. Se è morto consegnerò la salma a sua madre, ma almeno non lo immaginerà e lo vedrà tutte le notti mentre si contorce e grida per il dolore morendo bruciato. Perchè è questo che succede ai sopravvissuti. Rivivono tutto mentre dormono, rivivono i loro momenti più tremendi, i momenti che hanno portato via i loro cari, rivedono tutto e questo li uccide più in fretta.
Trascino il ragazzo vicino la porta, ma un'altra trave malconcia ci cade davanti. Cado anch'io con il sedere a terra. Non potevamo rimanere ancora per tanto tempo qui o la casa ci sarebbe crollata addosso.
Mi rialzo e riprendo il ragazzo. Cambio direzione e in un modo o in un altro riesco a portarlo fuori di qui. Quando esco fuori, mi allontano il più in fretta possibile da lì. La donna non c'è più. Deve essere scappata lontano o l'avranno trascinata a forza. Non sembrava intenzionata a muoversi da lì. Trascino il ragazzo e lo appoggio un attimo a terra. Gli poggio una mano sul cuore e lo sento ancora battere. Dio, meno male. Mi rimetto a trascinarlo. In fondo è un umano e qui c'è troppo fumo. Vedo dei nuvoloni che si avvicinano. Bene, Jace ce la sta facendo. Sta per mettersi a piovere e le fiamme si spegneranno. Non cerco Jace. E' troppo in gamba e sento che non è lontano da me. Quando incomincerà a piovere verrà a cercarmi. Fortunatamente quasi nessuno è morto, lo sento nell'aria e nell'odore del fumo. Quando il fuoco brucia la carne, il fumo che ne esce ha un odore particolare e io riesco a riconoscerlo.
Quasi tutti sono riusciti a salvarsi. Tiro un sospiro di sollievo. Anche Jace deve aver aiutato qualcuno. Non sarebbe da lui se non lo facesse e, beh, non sarebbe nemmeno da me. Mi allontano il più possibile dall'incendio e faccio sdraiare il ragazzo a terra. Mi avvicino a lui e penso a cosa posso fare, ma non sono una brava infermiera. Per niente.
Sono fortunata. Incomincia a tossire forte. Si sta risvegliando. Tossisce forte e io lo aiuto a rigirarsi a pancia in giù per fargli respirare un po' d'aria più pulita. Emette un rantolo di dolore quando gli tocco la gamba.
Dannazione, c'è un'ustione tremenda. Si vede la carne fresca e grumi di sangue sporco. Deve fargli male. Cerco di non toccarlo in quel punto e quando finisco di girarlo incomincia a vomitare quello che aveva nello stomaco insieme a tutte le tossine che ha respirato.
Quando finisce, ricomincia a tossire. I polmoni devono riabituarsi all'aria meno rarefatta.
Mi strappo un pezzo di vestito e annodo la stoffa ad una ferita sul suo braccio in modo da rallentare la fuoriuscita del sangue. Ne sta perdendo parecchio. Si gira verso di me e io gli accarezzo una guancia togliendogli le lacrime che glielo stanno bagnando. Ha gli occhi rossi a causa del bruciore, ma riesco ugualmente a vedere il colore naturale dei suoi occhi: grigio cenere.
-Adesso passa tutto.- gli dico come se fosse un bambino che si è appena svegliato dopo aver fatto un incubo. Cerca di parlare, ma le corde vocali non funzionano come dovrebbero e gli esce un rantolo roco. Meglio così. Avrebbe incominciato a fare troppe domande a cui io non avrei potuto rispondere. Sento una gocciolina d'acqua fredda che mi cade sulla guancia e incomincia a scendere come se fosse una lacrima. Alzo il viso e vedo che Jace c'è riuscito. Sta incominciando a piovere. Io e il ragazzo guardiamo come incominciano a scendere piano piano le gocce d’acqua e continuano via via trasformandosi in un temporale. L'acqua fredda scivola giù sulla sua gamba ustionata e a lui scappa un sospiro di sollievo.
La pioggia gli pulisce il viso facendomi vedere il suo volto un po' più pulito. E' gradevole e con dei tratti ben marcati.
Sono stanca e ho una gran voglia di spiccare il volo, ma per farlo deve arrivare Jace. Lo aspetto, ma lui non arriva. Dov'è? Mi sento dannatamente insicura se lui non è con me. Ho bisogno di stare vicino a lui, della sua stretta di mano e del suo abbraccio affettuoso. Ho bisogno di affondare la testa nel suo petto e di addormentarmi. Decido di aspettarlo. Se non arriva, ci sarà un motivo ben preciso. La pioggia continua a scendere e le fiamme incominciano a ritirarsi. Tra qualche ora, all'alba probabilmente, gli uomini si metteranno al lavoro cercando di rimediare al disastro causato dall'incendio. In questo momento sono bagnata fradicia. I capelli sulla schiena sono appesantiti dall'acqua ed è una sensazione spiacevole. Odio essere bagnata.
Il ragazzo vicino a me ha gli occhi chiusi e cerca il contatto con l'acqua per la sua gamba. Cerca ancora di parlare, ma è ancora troppo presto.
Proprio quando stavo per alzarmi e per andarlo a cercare, vedo un'ombra che viene verso di noi. E' Jace, bagnatissimo e con i vestiti bruciati. Avevo ragione, aveva aiutato qualcuno bruciacchiandosi, ma le nostre ferite si rimariginano in fretta e infatti le sue braccia, dove doveva essersi fatto male, in questo momento erano arrossate.
Mi corre incontro e mi abbraccia, ci abbracciamo.
-Stai bene?- gli chiedo un po' preoccupata.
-Sì, sto bene, ma questa è l'ultima volta che ci intromettiamo in queste cose, Myst.- mi dice borbottando come il suo solito fare. Odia cacciarsi in queste situazioni e lo fa solo per non lasciarmi da sola.
Io rido e la mia risata fa piegare in sù le sue labbra.
-Sei riuscito a salvarne parecchi?- chiedo staccandomi un attimo da lui.
-Due. Erano rimasti bloccati in casa e li ho cacciati fuori.- dice lanciando un'occhiata al ragazzo dietro di me che ci sta osservando.
-Bene.- dico sollevata e abbasso la voce in modo da non farmi sentire. -Jace, sai che quello non era fuoco normale, vero?-
-Sì, me ne sono accorto. Era troppo strano e troppo potente per esserlo.- mi risponde lui rabbrividendo un attimo.
-Ci stanno seguendo, Jace. Demoni. Mi sono stancata. Non vedo l'ora che tutto questo finisca.- sussurro.
-Lo so, anch'io. Vogliono che li seguiamo, o vogliono farci fuori. Dobbiamo stare attenti, Misty. Non possiamo più cacciarci in guai simili.-
Il suo tono di voce è preoccupato e anch'io lo sono. Tutti aspettano noi, aspettano una nostra scelta. Angeli e demoni. Noi, però, non vogliamo scegliere. Vogliamo essere liberi, ma questo non sta bene a loro.
Jace si gira nuovamente verso il ragazzo.
-Gli altri abitanti sono lì dietro, più o meno nelle tue stesse condizioni. Ci sono anche dei medici. Ti consiglio di andare. Stai perdendo parecchio sangue.- gli dice tranquillo. Il ragazzo annuisce e si alza. Zoppica verso di noi e incomincia ad andare verso il punto che gli ha indicato Jace. Prima di superarci, però, si gira verso di me e mi lancia un'occhiata intensa. Prova di nuovo a parlare e questa volta va meglio, anche se è difficile capire quello che cerca di dire. L'unica parole che dice, però, riesco a capirla.
Grazie.
Si gira e piano piano se ne va. Quando sparisce dietro gli alberi Jace mi guarda e il suo sguardo mi dice che riesce a capire il motivo per cui sono voluta restare stasera.
Nessuno meritava di morire in quel modo. Le nostre ali finalmente escono alla scoperto e dalla bocca mi esce un sospiro felice. Adoro volare. Guardo le ali di Jace e lui guarda le mie. Si alza in volo e mi porge una mano facendomi segno di raggiungerlo. E’ così diverso da me, non credo che potrebbe esserlo di più. Gemelli, ma diversi. Lui è alto e muscoloso. Io sono piccola e magra e ovviamente guardandomi  vengo sottovalutata, ma è meglio così. Lui ha i capelli corti, spettinati e biondissimi. Io ho i capelli lunghi, mossi e neri. Lui con quegli occhi color ghiaccio, ti fa impazzire. Io con i miei di un comunissimo marrone sono banale, ma lui dice che sono bellissimi. Dice che quando li guarda, vede il fuoco. Io ho il naso spruzzato di lentiggini. Il suo viso, invece, è perfetto. Lui è acqua, io sono fuoco, ma non siamo contrastanti, anzi.. Non saprei  come fare se non ci fosse sempre lui al mio fianco.
Mi alzo in volo anch'io e le nostre mani si intrecciano.
-Dove andiamo?- gli chiedo.
-Via di qui. In un posto più tranquillo. Li semineremo, Misty.- mi risponde con un sorriso, il primo della serata.
Ricambio il sorriso. -Insieme?- chiedo conoscendo già la sua risposta.
-Insieme.- mi risponde stringendo più forte la mano. Mi alzo ancora più in alto e gli lanciò un'occhiata divertita staccandomi da lui. Lui scoppia a ridere e incominciamo a volare veloce e, ovviamente, io riesco a vincere la gara. 
  
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