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Autore: Vahonica    01/03/2013    5 recensioni
*Dal testo*
1. Agateofobia: paura della pazzia.
Sono agateofobico, Dio.
"Sei sano di mente quanto me" - canticchia Louis dalla cucina.
2. Algofobia: paura del dolore.
Ho fatto una ricerca su Internet.
L'algofobia esiste.
E io sono algofobico.
Non tanto perché non mi piace soffrire - soffrire non piace a nessuno - quanto perché ho davvero paura del dolore.
Il dolore fa male.
Wow, sono un genio. Ovvio, se è dolore, fa male.
3. Amaxofobia: paura di guidare.
Ed eccomi qui.
Niall James Horan seduto al volante.
Uh, i brividi.
4. Arachibutyrofobia: paura che il burro d'arachidi ti si attacchi al palato.
Quando mangia burro d'arachidi, comunque, io gli giro alla larga.
Perché? Perché va a finire che mi costringe a mangiarlo.
Mi ficca in bocca una cucchiaiata abbondante di quella sbobba e mi costringe a ingoiare.
Fa schifo, prima di tutto. In secondo luogo, ho paura che la sbobba mi si attacchi al palato.
-------------------------
Curiosi?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*NdA* Oh, my Josh! *boccheggia in cerca d’aria*
Questa OS mi ha risucchiato tutte le energie che avevo in corpo çwç
So di aver detto che ci sarebbe voluto un po’ di tempo prima che la postassi
ma questa maledetta mi ha perseguitato per giorni, fra sogni, incubi e realtà, finché non l’ho scritta.
Non sapevo come iniziarla, c’erano mille idee che mi venivano in mente ma
non riuscivo a trovare una conclusione per nessuna.
Ho fatto tre inizi diversi per questo capitolo e i primi due ho dovuto scartarli perché non andavano.
Non riuscivo a trovare nulla che coincidesse con l’idea che avevo di questa dannata
fobia – e poi nella mia mente si è formata questa “idea luminosa”
che altro non è che un gruppo di parole scritte a caso, cercando di cogliere un eventuale Louis athazagorafobico, o quel che è.
Stavolta ho scritto in terza persona, solo per il semplice fatto che mi viene
estremamente difficile immedesimarmi in Louis – infatti non ho ancora capito come ho fatto
a scrivere l’OS precedente. Mah.
E ora che il peggio è passato – x°D – vi lascio ai Larry, all’athazagorafobia e a un Louis in crisi esistenziale.
Secondo me è un capitolo un po’ pesantuccio, se vi annoia scusatemi.
A voi i commenti – a proposito, grazie di essere stati così clementi con me e avermi perdonato l’enorme, stratosferico ritardo.
Baci,
Very

P.S. non chiedetemi di spiegarvi il significato di questa cosa, perché un significato non ce l’ha x’D
 

E questa, ho deciso che la dedico a voi
che nelle recensioni mi riempite di complimenti
che mi fanno sorridere, saltare per la casa
battendo le mani come una bambinetta eccitata
la mattina di Natale quando vede i regali,
che mi fanno arrossire e mi risollevano il morale
e che mi fanno fare il girotondo con Winnie the Pooh,
gli unicorni mannari e i pony arcobaleno :’)
(se fa schifo, non prendetela come un insulto
sto cercando di essere carina - e mi sento
ancora in colpa per quel ritardo - sorry)
:3

 



#007 Athazagorafobia: paura di essere dimenticati, o ignorati - Louis (accenni Larry)


Louis, ne è sempre stato convinto, ha paura di diventare grande. Ha paura di crescere, maturare, invecchiare e morire.
In realtà, tutto questo nasconde la sua paura di essere dimenticato, di essere ignorato dalla mente delle persone a cui vuole bene e che gli vogliono bene e dai loro cuori.
La cosa, in parte, è la causa che l'ha spinto - senza repliche, con un calcio in culo, definitivamente e senza molti complimenti - sul palco di The X-Factor.
**
Louis non sa che la sua paura ha un nome e nemmeno gl'interessa, perché non può aiutarlo a farlo sentire meglio, più al sicuro.
Non sa nemmeno che ci sono altre persone che hanno la medesima fobia - o meglio, lo sa, ma siccome è sempre stato un ragazzo con la sua buona dose di egocentrismo nelle vene, non gliene importa un fico secco.
Semplicemente, non vuole crescere, invecchiare e morire. Non vuole scomparire. Non vuole essere dimenticato, né tantomeno ignorato.
**
Questo problema si complica nell'esatto istante in cui gli occhi azzurrissimi di Louis - che è entrato in bagno poco dopo la sua audizione, con l'agghiacciante sensazione di aver fatto schifo - si alzano dal pavimento di piastrelle - che sotto tutto quello sporco dovrebbero essere bianche - e incontrano un paio di gemme verdi che da lì in poi vorrebbe non abbandonare mai più.
E' come una piccola, personale esplosione, nel piccolo, personale mondo di Louis Tomlinson. E' come se fosse saltato in aria tutto e tutto fosse rinato nello stesso momento con colori più vivi, sgargianti e spettacolari, con paesaggi nuovi da scoprire e il Sole che brilla come mai prima, sguazzando in un cielo di un azzurro impossibile, che non esiste neanche nelle più belle giornate estive. Tutto è diventato più ampio, più soffice, più calmo e improvvisamente Louis vede la vita da un altro punto di vista. Tutto è cambiato, la sua vita ha svoltato bruscamente, quando i loro sguardi si sono agganciati.
E quando dico che tutto, per Louis, è diventato più grande, significa veramente tutto. Anche la sua paura, che ora lo soffoca e lo schiaccia, gli toglie il respiro e le sue boccate si fanno sempre più disperate, rivolte al cielo meravigliosamente terso, mentre tutto quello che esce dalle sue labbra è uno stupidissimo: "Oops" che il riccio dagli occhi di smeraldo prende con filosofia, sorridendogli e rispondendogli con un: "Hi" che, se Louis non fosse stato completamente stravolto dalla sua voce bassa e roca, avrebbe giudicato persino più stupido della sua stessa, imbarazzante uscita.
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Athazagorafobia - è così che si chiama la paura di Louis. Deve averglielo detto Stan, in un imprecisato giorno della sua vita prima che tutto si sfaldasse e tornasse con una parvenza di speranza e vita fantastica, dopo averlo studiato con il suo solito, irritante modo di fare che Louis ama da impazzire perché gli permette di stare al centro dell'attenzione, come piace a lui.
Quindi, questa athazagorafobia, che penetra nei polmoni di Louis come la muffa nei muri, si sta espandendo, come se fosse una brutta malattia, nel suo perfetto, rinnovato, piccolo personale mondo, ora comprendente anche quel ragazzo riccio dagli occhi meravigliosamente verdi - anche se ancora non lo sa, che fa parte del suo mondo.
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Un'altra pericolosa cosa che Louis ignora è che, innamorandosi così di Harry - il suo personale, piccolo mondo tirato a lucido -, dovrà affrontare giornalmente la sua paura di essere dimenticato.
Perché si sta innamorando come non gli è mai successo prima e in una maniera che non credeva possibile. Harry lo sta, inconsapevolmente, spingendo oltre i limiti della sopportazione umana, in un deserto fuori dal mondo, che si trova in un terzo spazio e universi paralleli che non sa raggiungere. In quegli universi si trovano i suoi amici, Stan e gli altri ragazzi della band, la sua famiglia, i suoi vecchi compagni di scuola, i fans, i suoi attuali colleghi e i suoi personali aguzzini.
Lui si trova nel deserto più nero, che al tempo stesso è di un bianco accecante, malvagio, che lo stordisce e gli impedisce di capire con chiarezza ciò che vuole davvero. Si trova nel limbo della verità nuda e cruda, si trova fra la possibilità di avere una vita al fianco del suo Harry, una vita felice e piena di gioia, e quella di stare in mezzo al palco di lucido parquet con tutti i riflettori puntati addosso.
Sicuramente, la seconda possibilità è la peggiore. Non sarebbe mai felice su quella strada, perché significa rinunciare a Harry, rinunciare al suo perfetto, piccolo, personale mondo.
Però, se scegliesse la prima opzione, sarebbe come sparire dalla faccia della Terra. Tutti si dimenticherebbero di lui. E Louis Tomlinson non esisterebbe più per nessuno, sarebbe solo il nome di un'anima fra miliardi di altre anime.
**
Si chiede spesso perché non può avere tutti e due. Perché non può stare sulla cresta dell'onda e vivere in pace con Harry Styles? Nella sua testa le due cose si conciliano perfettamente, vanno a braccetto.
Ma la realtà non è così. E intanto rimanda a cinque minuti, ore, giorni, settimane, il momento in cui darà una risposta concreta.
Sa che Harry Styles sta aspettando solo lui e ha già fatto la sua scelta. Sa anche che lo aspetterà in eterno, se necessario.
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La sua fobia, la paura di essere ignorato e/o dimenticato, rende tutto tremendamente più confuso e difficile di quanto non lo sia in realtà.
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Davvero vuole che tutti quegli sconosciuti - che per lui non significano niente se non solo che c'è qualcuno che lo ricorderà per sempre, nei giorni a venire, anche solo per i prossimi sedici secondi - tengano gli occhi puntati su di lui per il resto della sua vita?
Davvero gl'importa di più di questa massa sconfinata di volti senza nome che della sua famiglia, di Stan, di Zayn, Liam e Niall, di quella santa di Eleanor che le sta provando tutte per svegliarlo fuori, per fargli aprire gli occhi?
Davvero gl'importa di più della sua personale gloria che di Harry Styles?
**
Louis Tomlinson ama Harry Styles. Lo ama come non ha mai amato prima e come non credeva fosse possibile amare. Il riccio è diventato il suo personale, piccolo mondo e Louis non ha altre preoccupazioni all’infuori della sua salute fisico-mentale. Harry è la sua vita, il suo tutto. Harry è la sua priorità, sopra cibo, sonno e tutto il resto. Se sta bene Harry, allora sta bene anche Louis e il mondo non ha più alcun significato, se non quello di posto dove vivere perché provare a vivere sulla luna è troppo complicato per permettere loro di godersi la vita.
Louis Tomlinson ama Harry Styles. E se il suo personale piccolo mondo è sempre con lui, gli dedica tutte le attenzioni di cui ha bisogno e si ricorda sempre che esiste, allora tutti gli altri – la fama, le luci della ribalta, la marea di volti insignificanti e sconosciuti – possono anche dimenticarsi tranquillamente che Louis Tomlinson esiste.
Perché Louis Tomlinson vive nel respiro, nel battito del cuore, negli occhi di Harry Styles, inciso sulla sua pelle come un tatuaggio fatto col fuoco. E non se lo scorda più.
   
 
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