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Autore: JonSnow11    01/03/2013    2 recensioni
Salve ragazzi, vi presento la mia prima FanFiction. Perdonate i possibili errori e la forma usata, in fondo sono alle prime armi. Non vi parlerò della trama, potrei rischiare di spoilerare! XD Beh, detto questo, buona lettura! E se vi va potreste pure recensirla, mi piacerebbe un parere! :)
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Achille Davenport, Connor Kenway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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         «Ho provato la vera libertà, l'armonia e la spensieratezza di un mondo in pace… un mondo che mi hanno portato via.»



-
Connor!- L'urlo strozzato riecheggiò ripetutamente nella fila di alberi presenti in cima alla montagna.

-Connor! Aiutami!- disse la ragazza. Era Myriam, la cacciatrice trovata da poco tempo nella tenuta Davenport. Myriam, una ragazza splendida, con i suoi capelli color terra di Siena Bruciata e con due occhi color castano chiaro. -Per favore aiutami, ho bisogno di una mano per costruire una capanna a nord della mansione.. Non so assolutamente da dove iniziare!-
-Tranquilla, ti aiuterò- Disse Connor  con aria decisa ma allo stesso tempo annoiata.
-Oh, ti ringrazio. Sei un uomo così gentile...Veramente raro in questi tempi. Ormai tra gli uomini della città non si sa se è più praticato lo stupro o il furto. Una rovina, una rovina!- Myriam, d'un tratto, cambiò espressione facciale. Da un volto preoccupato passò ad un volto pensieroso e con gli occhi rivolti a terra.
-Tranquilla, cambierà tutto..-
Connor scese dall'albero su cui era arrampicato. Gli alberi per lui erano il posto in cui poteva abbandonarsi, in cui poteva sfrecciare libero in aria come un volatile. Si rilassava, si perdeva, era felice li su. Ricordava ancora la giornata in cui fece da maestro a  Kanen'tó:kon riguardo la caccia. Si chiedeva come stessero dopo che li abbandonò per tentare di salvare il suo villaggio. Purtroppo, il sapere lo stato degli abitanti del Kanien'kehá:ka, restava solo un desiderio, la cui risposta restava ancora ignota.
-Allora, accompagnami al punto in cui vorresti accamparti.- Disse Connor mettendosi di fronte a lei, faccia a faccia. Myriam si sentiva a disagio, due occhi fragili color castano scuro la fissavano attentamente, riusciva a vedere l'angoscia del suo passato soffocata in quello sguardo acceso.
-Di...là...- Disse la Cacciatrice balbettando e allungando il passo per arrivare al posto deciso. Camminando velocemente e trasformando una passeggiata in una corsa, arrivarono lì, ma c'era qualcosa che non andava. Le scorte lasciate in una sacca di pelle di cervo sparirono insieme alle armi. Impossibile che sia stato un animale, non mirerebbe al furto di oggetti bellici.
-Benissimo, ora penso che abbiamo un problema.- Disse Connor con un mezzo sorriso in faccia.
-Tu dici? Sono stata derubata! Io!- Esclamò Myriam con una faccia sbalordita.-Ti prego, aiutami a trovare il ladro!-
-Subito, salirò su uno di questi alberi. Ricorda, il miglior modo per trovare qualcuno o qualcosa è dall'alto!- Disse Connor con aria saggia.
-Ma non mi dire..- Aggiunse Myriam con ironia.
In fondo Connor sapeva il motivo del suo nervosismo, l'hanno derubata e non sapeva cosa ci fosse di tanto importante in quella sacca per renderla così. Impedendo alla ragazza di aggiungere parola, prese la rincorsa e si diresse verso un albero i cui rami a V gli facilitarono la salita. Ecco che provò di nuovo quella sensazione: la sensazione di libertà. Quel momento paradisiaco fu interrotto dalla voce stridula di Myriam -E' lì! Corri!-
-E' stato più facile del previsto.- Disse Connor avviandosi in una corsa sugli alberi per aggirarlo e catturarlo meglio. I suoi piedi saltavano per i rami come quelli di un cavallo che saltava gli ostacoli. I suoi passi erano sincronizzati, aveva una perfetta sintonia col suo corpo ed era totalmente sicuro che avrebbe recuperato gli oggetti. “E’ maledettamente veloce” pensò tra sé e sé. “Ti acciufferò ugualmente!”
Il ladro non ebbe nemmeno il tempo di urlare che Connor lo atterrò.
-Bene, cos’abbiamo qui. Un uomo che irrompe in una proprietà privata e non solo, ma ruba pure scorte e armi ad una povera donna. Qualcosa da dire a riguardo?-
-Assolutamente no, nulla.- Rispose l’uomo freddamente. Aveva dei capelli color biondo e una barba biondiccia e sudata. Si poteva capire che non aveva un soldo.
-Vai, per questa volta ti lascio libero. Ma attento, non osare entrare mai più in questa tenuta o ti ucciderò con le mie mani!- Esclamò Connor, puntando il dito e cercando di intimorire l’uomo. In fondo, ci riuscì. L’uomo fuggì il più veloce possibile, di lui non vi era traccia all’orizzonte.
Connor tornò da Myriam, che attendeva il ritorno del ragazzo appoggiata ad un albero e con le braccia conserte. Appena lo vide tornare non poté trattenere un sussulto ed un sorrisino. Dopo un profondo sospiro, disse: -Ah, grazie a Dio ci sei riuscito. Ti sono ancora debitore!-
-Tranquilla, in fondo c’era un po’ troppa monotonia!- Disse Connor scoppiando a ridere.
-Bene monotono, ora pensiamo alla capanna- Disse a sua volta Myriam con un sorriso scavato nel volto.
Lentamente iniziarono a creare, con l’aiuto del ragazzo, una piccola piattaforma su un albero.
-Non so ancora come ringraziarti Connor, sono sbalordita!-
-Tranquilla, non ringraziarmi, in fondo aiuto gli amici.-
Myriam cerco di trattenersi ma non poté fare a meno. Si avvicino a lui e gli diede un lieve bacio sulla guancia. –Grazie, Connor.- Disse con voce tranquilla.
-Bene, ora penso sia ora che io torni in casa, Achille sarà preoccupato!-
-D’accordo, io tento di acciuffare qualche animale, in fondo non sono qui per riposare, erro?-
-Per niente!- Rispose Connor.
Arrivato in casa trovò Achille seduto nella sua poltrona.
-Dove sei stato, ragazzo?-
-In giro, ho aiutato la nuova Cacciatrice con la sua postazione di caccia- Rispose Connor fissandolo negli occhi.
-Spero tu l’abbia aiutata solo con quello!-
-Starai scherzando immagino. Non sono qui per riposare e per fare “altro”, erro?- Chiese Connor ripetendo la stessa frase detta dalla ragazza.
-Assolutamente no, scendiamo di sotto.- Rispose Achille con aria stanca e dopo aver tirato il candelabro a muro, scesero nel piano di sotto per pianificare la prossima mossa contro i Templari. 

   
 
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