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Autore: Eliyss    01/03/2013    3 recensioni
"Devi sfogarti? Fallo."
"No. Io non piango. I deboli piangono, e io non sono una debole."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Greg pov.
Dopo minuti interminabili di corsa, finalmente Ally si decise a fermarsi.
Eravamo abbastanza distanti, non correvamo alcun pericolo.
Era sfinita, lo notai subito. Ma allo stesso tempo meravigliosa. Tanto che non riuscivo a staccarle lo sguardo di dosso.
La invitai gentilmente a bere qualcosa, in un posto un po’ più confortevole di un bagno pubblico.
Lei rifiutò.
Rimasi a bocca aperta. Non mi era mai accaduto, non avevo mai provato la sensazione del sentirsi allontanati, così.
O più che altro, sapevo benissimo che me ne sarei sbattuto, non erano cose che avrebbero inciso sul mio umore.
Invece con lei era diverso.
Non riuscivo a capirla, aveva una voce tremante, come dispiaciuta, eppure non disse nulla se non uno scusa a fil di voce.
Poi si diresse verso una panchina distante pochi metri da noi, indossando la giacca.
Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, ancora.
Non era normale. Non per me.
Quando era una ragazza a respingermi, solitamente non mi importava mai, dopotutto era lei che ci perdeva, e ne avevo sempre altre decine a disposizione.
Eppure con lei non ci riuscivo. Sentivo che qualcosa di forte ci legava, e volevo a tutti i costi che Ally fosse mia.
Mia e solo mia, come non lo era mai stata nessuna.
Il mio sguardo era sempre fisso nella sua direzione, non capivo le sue intenzioni.
Si girò lentamente verso di me, ed accennò un gesto di congedo con la mano, senza nemmeno un sorriso, con la stessa espressione delusa, e se ne andò.
Aspettai qualche secondo, voltando solo la testa per seguire la sua scia con gli occhi, ma lei continuava, dritta, senza mai fermarsi, senza mai girarsi.
Faceva male, faceva male come mai aveva fatto prima. Ally era importante per me, era troppo importante per perderla, era l’unica ragazza che mi rifiutava così testardamente, ma che allo stesso tempo, così facendo, mi faceva impazzire ancora di più.
Per lei, per Ally.
 

 
Ally pov
Cosa mi stava succedendo?!
Dovevo contenermi, dovevo sapermi controllare. Tutto ciò che avrei voluto fare in quel momento era andare verso di loro e buttare quella str..- ragazza a terra.
Con una delicata spinta all’indietro sarebbe caduta di schiena, essendo seduta sullo schienale della panchina senza problemi.
Non male come idea.
Era meglio che non la considerassi troppo come opzione, altrimenti conoscendomi sarei anche riuscita a farlo!
Micky sorrideva.
Troppo per i miei gusti. Decisamente troppo.
Il suo sorriso era inconfondibile, la sua risata l’avrei potuta distinguere fra mille.
Cos’era che lo divertiva tanto?!
Perché lo vedevo stare tanto bene? Così a suo agio?
Era una bella ragazza, non c’è che dire.
Capelli castani lisci di lunghezza media, occhi scuri ma tendenti al verde, e carnagione altrettanto scura.
Tralasciando gli istinti omicidi, successe qualcosa dentro di me, qualcosa di inaspettato.
Forse rabbia.
Forse invidia.
O forse semplicemente tanta, ma davvero tanta confusione.
Mi stavo facendo condizionare troppo da quello che era successo la sera prima in discoteca.
L’alchol fa male, imparate la lezione dagli sbagli altrui.
Non aveva senso, nulla aveva più senso.
Perché volevo esserci io al posto di quella ragazza?
Micky, il mio migliore amico che mi aveva mentito dicendomi di andare da un suo amico, e poi lo ritrovo insieme ad una ragazza.
Per caso non si fidava più di me?!
Era tutto ciò che mi veniva in mente, non riuscivo a trovare alternativa, altra spiegazione. Faceva male, tanto male.
Bene, stava andando tutto di merda insomma!
Poi finalmente mi tornò in mente il motivo principale per il quale io non ero ancora a casa sul mio divano, e cioè quel maledetto cofanetto.
Mancava solo che tornata alla panchina dove lo avevo lasciato, mi ci trovassi seduti sopra Greg ed in groppa la sua bella bionda. In tal caso, non mi sarei sorpresa.
Quindi tralasciai l’argomento Micky e tornai indietro, in condizioni pessime alle otto meno qualche minuto della mattina, dovendo per forza fare il giro lungo.
Se tutto fosse andato per il meglio, se così potevo dire in quella situazione, almeno mi consolava il fatto che per ora di pranzo avrei dovuto esserci a casa.
Così speravo.
Il tragitto sembrava essere infinito. In fondo non erano più di quindici minuti, ma dopo aver passato una tale giornata, anche se appena cominciata, sembrava un’eternità ormai.
Mentre camminavo non riuscivo a pensare a qualcosa che mi facesse sorridere. Proprio non ci riuscivo!
Partendo dal fatto che stavo camminando con i tacchi da praticamente la sera prima, ed ero di pessimo umore.
Comprensibile.
Poi partì il pensiero verso mia madre e dove in quel momento si trovasse assieme al mio caro patrigno. No, in effetti non lo potevo chiamare così, non erano ancora sposati, grazie al cielo! Però la parola patrigno come nome suona di brutto, non tanto carino insomma, ed era quello che io provavo nei suoi confronti. Conclusioni?! Patrigno era un soprannome adatto a lui.
E poi come non ripensare a ciò che avevo passato quella notte. Qualcosa di assolutamente surreale, che ancora non avevo completamente capito.
E Micky, che era colui che meno fra tutti capivo e in quel momento, per quanto mi interessasse, non cercai nemmeno di farlo.
Dopo intensi minuti di riflessione finalmente arrivai alla millesima destinazione finale per quel giorno, che alla fine non era che una semplice tappa di passaggio.
Luic’era, c’era ancora!
E per LUI ovviamente intendo il beauty.
 
Giuro che non avevo mai amato tanto il mio pigiama, il divano ed una dolce cioccolata calda bianca come in quel momento.
Esatto. Finalmente ero nuovamente a casa. Senza aver dimenticato nulla.
La voglia di telefonare al mio migliore amico, se ancora così potevo avere l’onore di chiamarlo, era immensa, però decisi saggiamente di lasciare perdere e vedere per quanto ancora avrebbe retto quello stupido gioco.
E Greg?
Temevo seriamente che se la fosse presa per come lo avevo trattato, ma speravo che riuscisse a capirmi. Ero scazzata, ma lo ero per un valido motivo! E soprattutto, lo ero per colpa sua. Solo ed esclusivamente sua.
Ecco, non riuscivo a pensare un minuto a Greg che non mi agitassi con me stessa, perché qualunque cosa mi venisse in mente di lui, era sempre collegata a qualcos’altro di negativo.
Era incredibile quel ragazzo.
Così optai per accendere la tv, ma neanche il tempo di allungare il braccio per prendere il telecomando che giaceva comodamente sul tavolino di cristallo del soggiorno, che il campanello suonò.
Non era possibile!
C’era qualcosa di superiore a me che non mi voleva proprio far trascorrere almeno in minima parte quella giornata in tranquillità.
Avvolta in una coperta, con la tazza di cioccolata in mano andai ad aprire, e rimasi piuttosto sorpresa quando scoprii chi c’era dietro alla porta.
“Dan?!”- chiesi curiosa, nemmeno certa di aver azzeccato il nome.
Almeno ero sicura che fosse l’amico di Greg e Micky. Sì, il ragazzo che assistè, pure molto divertito, alla più imbarazzante scena della mia intera vita. Il ragazzo dal berretto da rapper!
Subito mi fece un sorriso, a trentadue denti praticamente.
Bellissimo.
Ma la cosa più tenera in assoluto era vedere come questo splendido sorriso fosse delineato da due fossette che si misero in mostra non appena lo accennò.
Credo fosse anche segno che il nome era giusto.
Colui con la quale Micky avrebbe dovuto essere in quel momento ma che a quanto pare non c’era.
“No aspetta!- gridai all’improvviso appena mi ricorda di un dettaglio piuttosto importante –“Non guardarmi! Sono struccata!”
Così feci un movimento brusco d’istinto per coprirmi la faccia, ma ovviamente una persona normale non lo farebbe sapendo di avere una tazza di cioccolata bollente in mano.
Ecco appunto, avevo detto una persona normale.
Quel miscuglio di acqua, latte e cacao (credo), cominciò a traballare bruscamente all’interno della tazza fino a quando non raggiunse il suo scopo: farmi fare un’altra cara figura di merda davanti allo stesso ragazzo!
Fanculo, in quel momento avrà sicuramente pensato che non sapessi nemmeno tenere una tazza in mano. In effetti era vero, ma non volevo che lo pensasse.
Ed ecco a terra, o più precisamente all’entrata della casa, una bella macchia di cioccolato, grazie al cielo era bianca. Ma Dan dovette fare un passo indietro per evitare che gli colpisse le scarpe in pieno, e non fu una bella mossa.
Infatti, non calcolò che dietro di lui c’erano due gradini.

-Look at me
heyyylàà c:
C'è qualcuna che vorrebbe fucilarmi? Bè siete autorizzate a farlo.
Lo so, è passato più di un mese, però mi sono presa un po' di tempo dato che non me la cagano in molti
Btw, voglio continuarla comunque c: cercando di scrivere nonostante la scuola!
Ok, io vi amo davvero, poche ma buone giusto?! hfjgjsbs
Solitamente questo spazio lo faccio eterno, sta volta non so più che scrivere
Vi dico solo che aspettatevi tanti, ma tanti ulteriori colpi di scena nei prossimi capitoli *risata malefica* lol
Ora torno a vedermi xfactor uk, per la millesima volta.
Grazie, di tutto c:
#loveya

@alikee1D


 

Shalalaaa
E se a qualcuno può interessare questo è il mio
profilo Flavors c: trovate tutti i
miei contatti hjfhjs

  
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