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Autore: Maya_Moon    01/03/2013    5 recensioni
Ciao a tutti! Mi chiamo Maya_Moon e questa è la mia prima fan fiction! Mi scuso in anticipo per eventuali errori e/o mancanze :3
La mia fan fiction si basa su un futuro ipotetico in cui Naraku è morto, tutti sono felici e contenti eccetera... Inuyasha e Kagome hanno avuto due gemelli completamente diversi l'uno dall'altra: Ayume e Koya (scusate i nomi, ammetto che non sono il massimo!).
I problemi adolescenziali (hanno da poco compiuto 18 anni) si sommano al fatto di essere mezzo demoni, i cui corpi sono incasinati dalla crescita e dal gene demoniaco che ha cambiato il loro corpo a briglie sciolte...
Cosa accadrà quando incontreranno il figlio di Sesshomaru?
_______________________________________________________
I primi capitoli saranno particolarmente brevi e non molto coinvolgenti, ma con un po' di pazienza si arriverà alla storia vera e propria!
Grazie per l'attenzione_
Genere: Avventura, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hinokami è stravaccato sul divano, e sta guardando un film molto famoso: il Titanic. Incredibilmente, ride di gusto.
"Che scemi!" esclama additando lo schermo. Maya_Moon alza lo sguardo dal libro che sta leggendo, inarcando poi un sopracciglio.
"Quella è la scena madre... Jack preferisce morire di ipotermia per far sopravvivere Rose..." dice guardandolo male. Il demone scrolla le spalle.
"Ma ci stanno comodamente in due su quella tavola." afferma punzecchiando con il telecomando la povera ragazza.
"E' uno dei punti più discussi del film, Hinokami... ma si dice che il peso di entrambi avrebbe fatto affondare la tavola." ribatte evitando il telecomando allontanandosi di qualche centimetro. Hinokami cerca di allungarsi invano, ma dopo essersi reso conto di non riuscire ad arrivare al braccio della ragazza si sposta a sua volta tornando a darle noia.  
"Che scemo! Morire per una ragazza...!" esclama ridacchiando divertito. Maya_Moon gli tira un cuscino. 
"Parla quello che ha donato la sua anima a quella che gli piace!" e con un ghigno divertito continua: "... E però lei ama ancora quell'altro!!!" Hinokami con un ringhio le lancia un cuscino, evitato prontamente.
"Comunque quel Jack non doveva morire per quella Rose: si vede lontano un miglio che quella è un'umana deboluccia" dice il demone incrociando le braccia e facendo l'offeso.
"Non devi guardare quello! Lui sacrifica la sua vita per lei perchè la ama, non perchè è debole!" dice Maya_Moon tirandogli un cuscino e ridendo divertita. Indica poi lo schermo. "Ma comunque è una bella storia: se non fai il critico potrebbe anche commuoverti!" Hinokami lancia un'occhiata sprezzante a Rose, che sta soffiando nel fischietto in cerca d'aiuto.
"Quell'umana non meritava di vivere" dice cambiando canale. Inclina il capo. "Che film è?" Maya_Moon guarda lo schermo incuriosita, cominciando poi a ridere.
"Ah! Questo guardalo! Voglio proprio vedere se non ti fa piangere!" esclama posando il libro, mentre la tv si illumina mostrando il titolo a caratteri cubitali: Hachiko. 
Demoni... Insensibili è dire poco!




Eccomi qui, lettori infuriati con me perchè manco da troppo, troppo tempo ormai! Dire che mi dispiace è dire poco, ma ho avuto un sacco di problemi e no, non sono scuse >.>: influenza, ritorno a scuola,  mancanza di ispirazione... soprattutto l'ultima, lo ammetto D:
Spero solo che questo capitolo vi piaccia...
Una cosa sola: nel capitolo vi è un'immagine... E no, non fate come farei io! Non scendete a vedere cos'è! Perchè
1_ Vi spoilerate da soli (e a quel punto non sono cavoli miei ma vostri, io avevo avvisato è.é) 
2_ Non ne capite il  motivo dato che sta poche righe sopra l'immagine com'è giusto che sia >.>
Quindi fate un favore a voi stessi: scendete riga per riga e non fatevi prendere dalla fretta! ^-^
Non dico chi ha fatto l'immagine perchè sennò chi l'ha fatta viene torturata dalla curiosità, quindi lo dirò alla fine u.u 
Un'ultima cosa: il titolo del capitolo è il continuo del precedente... è una frase molto bella, a parer mio, e l'ha scritta Luigi Pirandello. Ha una sua profondità, non trovate?
... Bene, la pianto di seccarvi ^^" Vi aspetto in fondo! 

Maya_Moon
 



Capitolo 29 - ... il sentimento è cieco.

Hikari sbadigliò. Nonostante fosse completamente nudo, i raggi del sole lo scaldavano gradevolmente. Però, anche se aveva gli occhi chiusi, la luce sembrava attraversare le palpebre e bruciargli fastidiosamente gli occhi. Con un silenzioso sospiro seccato nascose la parte superiore del viso nell'incavo del braccio destro, mentre con l'altra abbracciò Ayume posandole la mano sulla spalla nuda. Lei dormiva con il capo poggiato sul petto del mezzo demone, e mentre Hikari si beava della sua presenza si accorse di un fastidioso solletichio alla gamba. Muovendola un poco concluse che la causa di quella seccatura erano i fili d'erba su cui era sdraiato e sbadigliando un'altra volta accarezzò le spalle della compagna. Quest'ultima si mosse mugolando lievemente, e Hikari sorrise intenerito.
Senza accorgersene si riaddormentò di nuovo, scaldato dai tiepidi raggi del sole mattutino e dal corpo morbido della compagna.
 
Ayume aprì gli occhi sbadigliando. Per un attimo ripensò allo strano sogno che aveva fatto, così reale e vivido da sembrare vero.
Quando Hikari si sveglierà glielo racconterò, si ripromise stropicciandosi gli occhi dorati. Dopo qualche minuto, rimanendo nella posizione in cui si era svegliata, allungò la mano sui vestiti che li coprivano e trasse fuori dal groviglio di tessuti la sfera dell'anima di Hinokami. Osservando concentrata il danzare del verde e dell'azzurro salutò mentalmente il demone leopardo, e con un flusso di gioia venne ricambiata. Sfiorandone il bordo gli fece una domanda, ma Hinokami le fece capire che non era a lui che doveva rivolgerla, ma a Hikari. Frustrata, la ripose nella tasca dei pantaloni color crema*, sbadigliando di nuovo. Solo in quel momento si accorse di essersi addormentata con la testa sul petto del compagno, che stava dormendo. Con dolcezza gli accarezzò il braccio che gli nascondeva la parte superiore del viso, seguendo il percorso delle sottili vene che erano a malapena visibili sull'avambraccio di Hikari, chiedendosi perchè si fosse addormentato così. Inclinando lievemente la testa si rispose da sola: Hikari probabilmente era stato svegliato non troppo tempo fa dal sole, e coprendosi gli occhi si era riaddormentato. Dando un bacio ai pettorali del mezzo demone vi si riappoggiò, riprendendo ad accarezzare il braccio del compagno. 
Dopo qualche minuto, Ayume prese a toccare i candidi capelli del mezzo demone, attorcigliandone una ciocca intorno all'indice.
Com'è bello adesso che i suoi capelli sono sciolti e non legati, pensò affascinata dalla bellezza di Hikari, i cui tratti solitamente marcati erano addolciti dal sonno.
Quando sfiorò inavvertitamente un orecchio floscio, questo fremette facendo sussultare Ayume e facendole capire di aver accidentalmente svegliato Hikari. Questi sbadigliò, mostrando i canini appuntiti.
"Scusami se ti ho svegliato..." mormorò sommessa Ayume mortificata. Hikari mosse lentamente un orecchio, captando il soave cinguettio di un uccellino.
"Fa niente Ayume... Buongiorno, comunque!" disse dolcemente lui. Lei gli dette un lieve bacio sulle labbra, accarezzando il braccio che ancora gli celava il viso rincuorata. Il mezzo demone sorrise, percorrendo con le dita la linea della spina dorsale.
 
Hikari si bloccò sorpreso. Risalì le schiena nivea sfiorando la pelle morbida di Ayume, ma ripercorrendola fino alla base della spina dorsale si imbatté in ciò che l'aveva meravigliato poco prima, una cosa assai anomala.
"Peli?" domandò con un sussurro a nessuno in particolare.
"Peli?" ripeté confusa Ayume smettendo di accarezzare il suo braccio.
"Peli" confermò tirandone lievemente un ciuffo. 
Per un paio di secondi vi fu il silenzio, ma un grido lo distrusse facendolo sussultare.
"Kamisama! Peli!" gridò Ayume, convincendolo una volta per tutte a togliere il braccio dal viso per capire da dove venissero quei peli, stranamente familiari.
Un solo pensieri gli attraversò la mente - allora non era erba quel solletichio alle gambe - quando con un grido sgomento si accorse che il suo peggiore incubo aveva preso vita.
 
Ayume si toccò incredula le zampe pelose. 
Kamisama!, pensò annichilita, ho di nuovo le zampe...
Il grido sgomento di Hikari la fece voltare verso di lui, facendole così condividere il suo dolore.
"Sono cieco!" gridò Hikari sconvolto, portando le mani sugli occhi bianchi e inutili. Una lacrima gli rigò la guancia pallida, mentre Ayume cercava di confortarlo senza riuscirci. Il povero mezzo demone l'abbracciò con tutta la sua disperazione, come se lei fosse l'unico appoggio a cui aggrapparsi per evitare di cadere. 
"Sono cieco, Ayume..." ripetè piano ora atono, mentre la compagna sentiva le lacrime di Hikari rigare la sua schiena nuda. La coda della mezzo demone sfiorava con tristezza le gambe dell'amato.
"Mi dispiace Hikari..." mormorò abbattuta. Accarezzò con tenerezza la schiena compatta di Hikari, che adesso si muoveva spasmodicamente, a ritmo con i suoi singhiozzi angosciati.
"Non voglio più essere cieco..." disse triste lui, mentre una leggera brezza invernale lo faceva rabbrividire. Ayume con delicatezza gli coprì le spalle con la sua casacca baciandogli dolcemente il collo pallido.
"Se questo ti renderà felice, sono disposta a ridarti la mia metà umana, Hikari..." disse Ayume accarezzandogli la testa china, ma Hikari scosse quest'ultima con tristezza.
"Non voglio che tu soffra di nuovo, Ayume..." ribatté sconfortato. I due rimasero per un po' in silenzio, con Ayume stretta nell'abbraccio disperato e pieno di sconforto di Hikari e i suoi singulti addolorati sulle spalle scoperte della mezzo demone, quando quest'ultima ruppe la quiete con un timido sussurro:
"Hikari, ho fatto un sogno strano... te lo posso raccontare?" Hikari allontanò il viso dall'incavo del suo collo con un unico pensiero: Tutto, pur di non pensare alla mia cecità...
"Ti ascolto..." rispose invece muovendo un poco le orecchie flosce. Ayume, dopo una breve carezza sulle guance arrossate dal pianto, si schiarì la gola e cominciò a parlare:
 
Bianco. Intorno a me c'è il bianco. Mi guardo intorno confusa, ma ne sono avvolta completamente. Non fa male però... è una luce che mi scalda dolcemente. A un certo punto però una voce mi chiama, una voce che mi è molto familiare. Infatti, appena mi volto incontro lo sguardo di Hinokami, che mi saluta con un sorriso, mentre io lo abbraccio felice.
"Hinokami!" grido mentre mi stringe a sé.
"Bimba..." mi risponde a sua volta sfiorandomi la testa con una mano. "E' bello incontrarti di nuovo..." continua guardandomi negli occhi.
"Questo... questo è un sogno, vero?" chiedo io un po' sorpresa: sembra così reale... Lui scuote il capo ridendo con amarezza.
"Se lo fosse, io non mi limiterei ad abbracciarti... ti bacerei ripetendoti quanto ti amo..." risponde malinconico sfiorandomi la guancia con le dita pallide."Ma quello è il mio sogno, non il tuo. Se tu vuoi che io ti abbracci, io lo farò più che volentieri... così come accontenterei ogni tua singola richiesta, solo per essere ripagato dal tuo meraviglioso sorriso."
 
"Come l'hai sognato poetico..." commentò un poco geloso Hikari, interrompendola. Ayume scosse la testa irritata. 
"Non è questo il punto, Hikari!" ribatté stringendolo a sé e mordendogli con delicatezza il collo, i canini affilati che gli lambivano la morbida pelle. "Non mi interrompere e fammi finire di raccontare!" Hikari annuì sbuffando lievemente, facendola sorridere.
 
"Ma allora, se questo non è un sogno... cos'é?" domando confusa. Hinokami mi stringe ancora di più, come se avesse timore di perdermi.
"Bimba, questo è il luogo in cui la mia è anima è custodita." spiega lui accarezzandomi di nuovo la testa, "Qui siamo dentro la goccia d'acqua." Allontanando il viso dal suo petto mi guardo di nuovo attorno, ora conscia del luogo in cui mi trovo. Solo allora noto che il biancore che mi circonda si incunea formando una lieve curva senza ombre.
"Oh" posso solo dire, facendolo ridere.
"Come sei graziosa quando sei stupita, Ayume... sei meravigliosa." commenta guardandomi negli occhi. Poi evita il mio sguardo, continuando a spiegare: "Io non ho corpo, questa che vedi è  la mia anima. E forse, forse è anche per quello che ti dico quello che penso senza remore... la mia anima, quella che ho sempre cercato di nascondere dalla morte della mia famiglia, è così..." Io arrossisco, ma poi una domanda mi sorge spontanea:
"Ma se te sei l'anima di Hinokami, come mai sei così... consistente?" abbasso il capo, consapevole delle mie parole così sciocche e poco adeguate. Lui mi prende il mento e con delicatezza mi fa alzare lo sguardo sorridendo:
"Non mi vedi come una presenza eterea perchè anche tu adesso sei fatta di emozioni e nient'altro... nei sogni il corpo non esiste." risponde sedendosi lentamente. La sua coda oscilla lievemente, battendo un tempo che nei sogni non c'é. Io annuisco imitandolo.
"Comunque... devi sapere che adesso sei nella goccia d'acqua perchè ti sei addormentata vicino a lei, e la tua anima si  è legata alla mia, fac-" 
"Come mai la tua anima si è legata alla mia?" lo interrompo curiosa facendolo sorridere.
"Perché quando ci addormentiamo il legame che unisce il corpo all'anima si fa più labile" risponde guardando davanti a sé, abbracciando con lo sguardo quel candore adesso un po' monotono.
"Posso continuare? Ebbene, essendoti addormentata accanto alla mia anima, questa si è legata alla tua facendoti finire qui." sorride, mentre io mi chiedo come faccia questo sogno ad essere così realistico. Il suo sguardo si incupisce mentre mi prende la mano.
"Questo non è un sogno Ayume! Devi credermi!" esclama disperato. Le orecchie feline si abbassano sconfortate sul capo, riflettendo la sua tristezza. Sospira. "Facciamo così: quando ti sveglierai, voglio che tu chieda a Hikari cosa gli ricorda la parola 'Shirubanome'" dice mentre io piego la testa confusa.
"Shirubanome?" ripeto senza capire. Lui annuisce, ma si vede chiaramente la sua tristezza quando ho pronunciato quella parola.
"Sì, Shirubanome. Non te lo dimenticare, te ne prego." conferma guardandomi ansioso. Io lo rassicuro sorridendogli.
"Grazie. Adesso sono più tranquillo." dice sorridendo a sua volta. A un certo punto però la sfera trema. Dapprima lievemente, poi con una scossa un po' più forte. Hinokami si alza rapidamente tirandomi su a mia volta.
"Ti stai per svegliare. Lo senti? La tua anima sta tornando nel tuo corpo!" esclama lui disperato. Ed è vero: mi sento tirare indietro, lontano da lui. Hinokami mi guarda, e vedo i suoi occhi pieni di lacrime. Senza accorgermene anche io comincio a piangere, contagiata dal suo dolore - le anime nei sogni sono più legate che mai, Hikari -. Mi afferra i polsi tentando di arrestare il mio ritorno alla realtà - il mio risveglio -, ma è impossibile. Vengo trascinata all'indietro verso il confine della goccia d'acqua facendogli perdere la presa, e con un tale forza da farlo cadere in avanti. Gridando, i miei piedi, le gambe e i fianchi attraversano il confine diventando dolorosamente pesanti, mentre Hinokami si rialza fulmineo. Quando il mio petto, le spalle e la testa sono le ultime cose ancora prive di corpo, con un ultimo balzo disperato mi raggiunge e...
 
Ayume si interrompe, facendo regnare il silenzio nella radura sconosciuta. 
"... E?" chiese incuriosito Hikari dopo pochi secondi, ormai preso dal sogno nonostante la gelosia che gli stringeva il cuore. Ayume accarezzò l'erba arrossendo vistosamente.
"E... " si schiarì la gola imbarazzata, poi abbracciò Hikari  cominciando a piangere, piena di vergogna e un po' di senso di colpa - pur sapendo che non era assolutamente colpa sua, semplicemente non se lo sarebbe mai aspettato -, e il viso premuto contro il suo petto - il cuore che batteva all'impazzata, proprio come il suo - rispose con un sussurro:
 
... e mi bacia bagnandomi il viso di lacrime colme di dolore.
 
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Hikari spalancò gli occhi bianchi. 
"Che cosa?!" esclamò allontanandola da sé e guardandola negli occhi senza vederla, un ricordo di quando ancora vedeva.
"Io non volevo che mi baciasse, Hikari... le mie braccia non erano dentro la sfera e-" 
"Non è colpa tua, Ayume. E' solo colpa sua. Dammi la sua anima." ordinò infuriato aprendo impaziente il palmo della mano. Ayume impallidì un poco, ma poi esclamò:
"Allora non era un sogno!" Hikari annuì contrito, muovendo le dita in un gesto stizzito. "Dammi la sua anima." Ayume scosse la testa, rendendosi solo dopo conto dell'inutilità del gesto.
"Non posso, Hikari... te la darò solo se mi prometti che non la distruggerai." disse preoccupata. Hikari ringhiò infuriato, ma poi chinò il capo e reclamò la compagna stringendola a sé.
"Ayume... non voglio che ti porti via da me..." Ayume gli accarezzò la guancia arrossata, baciandogli le labbra con amore.
"Io amo te, Hikari... solo te." ribatté con dolcezza. Hikari la baciò ancora e ancora: le sue labbra chiedevano un conforto che solo quelle di Ayume potevano dare.
Dopo qualche minuto, i due si separarono, e Ayume colse l'occasione per chiedere a Hikari chi fosse Shirubanome. Hikari con un sospiro fu costretto a raccontarle tutto, facendola scoppiare di nuovo a piangere. 
Ayume, raggomitolata sul suo grembo, si aggrappò alle sue braccia dicendo:
"Povero Hinokami... Come mi dispiace per lui..." Hikari annuì lentamente, ma poi reclamò ciò che le aveva chiesto: l'anima del demone leopardo. Un poco preoccupata Ayume gliela passò, insistendo poi per toccarla anche lei, incuriosita. Le dita affusolate del mezzo demone strinsero con forza quella piccola gemma bicolore, mentre con un ringhio infuriato Hikari cominciava a mostrare le sue emozioni a Hinokami.
 
A causa della sua cecità, Hikari potè vedere meravigliato l'anima di Hinokami manifestarsi nel buio che avvolgeva i suoi occhi; poteva anche intravedere i labili confini della goccia d'acqua cristallizzata. Il demone leopardo lo salutò festoso. 
"Ehi cagnetto! Come va?" ebbe il tempo di dire prima che Hikari gli saltasse addosso ringhiando.
"Come ti sei permesso?!" gridò scuotendolo per le spalle. Hinokami si rabbuiò all'istante, abbassando mestamente lo sguardo.
"Anche io l'amo, Hikari." disse atono, mentre Hikari si fermava un attimo a guardare i rossi capelli che gli nascondevano gli occhi, per poi allontanarglisi con uno scatto.
"Hinokami, ha scelto me e lo sai! Non puoi baciarla... è sbagliato!" ribatté puntandosi la mano al petto. Il demone leopardo alzò il viso pallido e  sorrise amaramente.
"Cosa ne sai tu di ciò che è sbagliato, eh Hikari?" domandò con un sussurro alzandosi. Hikari impallidendo vide che gli occhi bicolori di Hinokami andavano deviando verso il rosso cremisi, uno più chiaro e l'altro più scuro. Il demone leopardo ghignò mostrando i candidi canini appuntiti. "Non credi che sia sbagliato piangere la scomparsa dei tuoi genitori e di tuo fratello a causa di una stupida guerra senza senso? E non è forse sbagliato vedere l'unica persona che era riuscita a farti amare di nuovo scivolare via dalle tue mani?" rise, una risata amara piena di dolore e disperazione. "La mia vita è stata un susseguirsi di dolorosi errori" osservò atono. Con un balzo elegante si trovò a pochi centimetri di distanza da Hikari. "Non credi che sia sbagliato?" soffiò cominciando a ridere, mentre la lunga coda a macchie saettava qua e là, mostrando il vero stato d'animo del demone leopardo. Hikari annuì lentamente.
"É più che sbagliato... ma Hinokami, purtroppo non siamo noi che decidiamo il nostro destino... " rispose in un sussurro, mentre l'altro gli si allontanava per guardarlo meglio. "Purtroppo, non siamo noi a decidere chi deve vivere e chi no, o chi deve amare chi..." Hinokami ringhiò, ma in cuor suo sapeva che il mezzo demone aveva ragione. Hikari sospirò posandogli la mano sulla spalla. Hinokami se lo scostò stizzito.
 
"Non mi toccare!" ringhiò, rompendo il labile controllo che aveva sul suo lato demoniaco: Hinokami con un ruggito si trasformò in un leopardo dai grandi occhi cremisi. Hikari arretrò spaventato, ma il leopardo rise, un'agghiacciante risata a metà tra l'umano e l'animale.
"Che succede, Hikari? Faccio troppa paura così?" domandò con una voce inumana. Hikari ringhiò. 
"Mi fa più paura perdere Ayume... o farla soffrire come stai facendo tu!" disse puntandogli il dito contro. Hinokami lo guardò sgranando gli occhi bicolore.
"... Soffrire?" ripetè sconvolto. Hikari annuì contrito, mentre Hinokami si avvicinava ai confini della goccia d'acqua fino a sfiorarli preoccupato. 
"Tu non l'hai vista, Hinokami... ma dopo avermi raccontato il suo “sogno” ha cominciato a piangere..." Il leopardo si sedette, mentre la sua coda si muoveva nervosamente. Hikari chiuse le mani a pugno ringhiando ancora. "... piangeva perchè si sentiva in colpa! Lo capisci, Hinokami?" domandò infuriato. L'altro abbassò il muso dorato, intristito. 
"Io... io non volevo che soffrisse..." mormorò abbandonando la sua forma animale; una lacrima solcò la sua guancia pallida. "... volevo solo un po' d'amore..." Hikari lo guardò malinconico, e poi lo abbracciò con delicatezza: e Hinokami - o meglio, la sua anima - percepì chiaramente la sua empatia e il suo senso di colpa, e lo tradusse con una piccola parola silenziosa: "Perdonami".
 
Ayume aveva sbuffato: anche se stava toccando la piccola goccia d'acqua non riusciva a percepire l'anima di Hinokami né quella di Hikari. Quindi, potè solo assistere al repentino cambiamento dei colori della sfera e allo sbiancare di Hikari. A nulla valsero i futili richiami sussurrati dalla mezzo demone: il suo compagno non la poteva sentire, perso in un mondo che lei aveva visto solo in un sogno.
Solo alcuni minuti dopo Hikari si riscosse muovendo le candide orecchie flosce; e la prima cosa che fece fu abbracciare Ayume.
 
"Ah! Siete tornat- Ayume! Hikari! Che vi è successo?!" esclamò Kagome facendo sussultare tutti i presenti, che si voltarono verso i due mezzo demoni. 
"Noi... ecco... abbiamo..." rispose imbarazzatissima Ayume torcendosi una ciocca di capelli. 
"È intuibile" disse atono Sesshomaru - che dopo un lungo e convincente discorso da parte di Rin era nella stessa stanza con il fratello-. Sua moglie sorrise divertita, battendo dolcemente la mano sul cuscino a accanto al suo, invitandola a sedersi lì. Ayume prese la mano di Hikari, facendolo sedere accanto a lei: al suo fianco vi era uno stizzito Inuyasha. Quando il cieco passò vicino a Sesshomaru, questi ringhiò in modo appena percettibile.
 
"E dire che vi stavamo dando per dispersi... Pensavamo che vi fosse successo qualcosa e invece..." aggiunse con un borbottio irritato Inuyasha, facendo arrossire spropositatamente il povero Hikari. Kagome dette una nervosa gomitata al marito lanciandogli un'occhiataccia. 
"Ecco qua!" esclamò Kagome, porgendo loro delle tazzine ancora fumanti. I due ringraziarono con un lieve sorriso, mentre la coda di Ayume si muoveva frusciando sul pavimento di legno.
"Koya dov'è?" domandò incuriosita Ayume, anche se già immaginava la risposta.
"Da Iyuu" rispose infatti Rin sorseggiando il suo tè tiepido. Kagome si sedette al fianco di Inuyasha, carezzandogli il braccio con un sorriso. Schiarendosi la voce decise di parlare con i due mezzo demoni riguardo uno spinoso problema:
"Hikari" cominciò poggiando le mani sulle ginocchia piegate dopo aver scostato un ciuffo corvino dal viso. Hikari si voltò verso d lei, guardandola senza vederla. "Non hai notato niente di strano in Ayume ultimamente?"
"A parte i suoi continui scambi di anime..." mugugnò Inuyasha corrugando irato le sopracciglia. Kagome gli lanciò un'occhiataccia mentre Sesshomaru piegava leggermente il labbro all'insù: un mal celato sorrisino sardonico. il demone cane osservava divertito le smorfie sulle facce dei presenti, dilettato dall'imbarazzante situazione in cui si trovavano.
Hikari scosse la testa leggermente preoccupato da quella domanda.
"Perchè non lo chiedete direttamente a me?" chiese un poco insospettita la diretta interessata, muovendo le orecchie canine.
"Il mutamento del proprio odore è una cosa che non si può percepire" si intromise Sesshomaru guardandola con i suoi splendenti occhi dorati. Sua nipote annuì sorpresa.
"Comunque, Hikari" continuò Kagome torturando un filo del suo kimono azzurro, "Inuyasha mi ha detto che il suo odore è cambiato..." Sesshomaru sbattè le palpebre, ora ancora più interessato.
Allora avevo ragione, pensò tornando a guardare Ayume, voglio proprio vedere la sua faccia e quella dell'abominio quando lo verranno a sapere!
Rin si sporse ancora di più, divorata dalla curiosità. Suo marito non le aveva detto nulla, così anche lei, come suo figlio e Ayume, sguazzava nella più completa ignoranza. 
"... e l'odore di una persona cambia in due particolari situazioni: quando essa muore o quando essa..." arrossì un poco per l'imbarazzo, continuando a torcere  il filo azzurro. Hikari inclinò la testa incuriosito, inconscio del fatto che sua madre aveva appena fatto la stessa cosa; Ayume si avvicinò ancora di più al basso tavolino di legno, la coda dritta dal'attenzione.
"Cambia odore quando è incinta" disse atono Sesshomaru, stanco e irritato del silenzio che era nato. Hikari sbiancò completamente rischiando di strozzarsi con il tè, mentre Ayume si guardava la pancia incredula, sfiorandola cautamente. Rin sorrise radiosa, felicissima di essere diventata nonna.
 
Mentre Ayume veniva abbracciata da sua madre felice, Hikari strinse la mano di Rin, chiedendole sottovoce di farlo uscire un attimo.
"Hikari, sei contento?" domandò sua madre cautamente. Hikari annuì sorridendo.
"Certamente... è solo che non me lo sarei mai aspettato..." rispose a capo chino. Rin gli accarezzò la guancia.
"... Ma?" disse, percependo che c'era qualcos'altro che avrebbe voluto dire. Hikari rise piano, una risata piena di amarezza.
"Non è un ma, madre. È un “e”." Alzò lo sguardo, conscio di avere l'attenzione della donna. "Vorrei che tu mi parlassi di mio padre." Rin sbiancò sorpresa, e stringendo l'orlo del kimono a quadri rispose:
"Tesoro mio, lo sai chi è... è Se-" Hikari scosse con deliberate lentezza la testa. 
"Dimmi la verità, madre. Per favore." Ella sospirò afflitta: l'anno del concepimento di suo figlio era tra i più tristi della sua vita.
"Tuo padre si chiamava Meian, Luce e Ombra. Era l'ambasciatore di un villaggio vicino al regno di Sesshomaru, ma era poco più grande di me. Aveva lunghi e ribelli capelli argentei che teneva sempre raccolti e due splendidi occhi grigio argento, sempre brillanti. Il suo villaggio l'aveva mandato poichè speravano nell'appoggio di quello di Sesshomaru in una guerra, e mentre mio marito decideva cosa fare lui rimase nel castello. Un giorno mi conobbe per caso...
 
"Un'umana?" chiese sorpreso, sicuro di essersi sbagliato. Sorridendo gli mostrai le mie orecchie, rotonde e non a punta come quelle dei demoni.
"Mi chiamo Rin" dissi con un lieve inchino. Lui sorrise a sua volta e si presentò:
"Il mio nome è Meian, sono l'ambasciatore di un villaggio vicino" quando, pochi secondi dopo, capì  la moglie di Sesshomaru si inchinò di nuovo e con più serietà. "Le mie scuse, Rin sama." Io scossi la testa ridendo. 
"Ti prego, Meian san, non mi dare quel suffisso! Abbiamo più o meno la stessa età!" ribattei indicandolo. Egli annuì, muovendo i ciuffi di argentei capelli che erano rimasti liberi. "Vieni con me, vorrei farti vedere il castello!" Meian annuì portandosi al mio fianco e seguendo nei meandri del palazzo.
 
Rin sospirò.
"Ci conoscemmo così. Meian passava tutto il tempo possibile con me, un po' perchè affascinato dalla mia natura umana e un po' perchè ero l'unica che era giovane come lui. Era un demone spiritoso e affascinante e dopo poco tempo mi resi conto di essermene innamorata, nonostante l'amore che coltivavo e coltivo ancora per Sesshomaru. Non ti so dire perchè mi invaghii di lui, Hikari... Sesshomaru negli ultimi tempi era molto assente a causa degli impegni che aveva e io avevo un disperato bisogno di qualcuno che stesse con me, forse..." accarezzò il viso di Hikari, così simile a quello di Meian... 
"Una sera - che non dimenticherò mai, nel bene o nel male - eravamo sotto il ginkgo biloba che ti piace tanto. Con un sorriso meraviglioso mi confessò i suoi sentimenti prendendomi la mano, e baciandomi quando finì." Il mezzo demone poteva immaginare con vividezza ogni singolo particolare: le foglie dorate dell'albero che accarezzavano le vesti dei due amanti e il rossore delle loro guance, il brillare degli occhi di suo padre - che strano effetto gli faceva pronunciare quella parola... - e il suo respiro affrettato dall'emozione. 
Rin rimase in silenzio per un po', ascoltando il vento volteggiare sull'erba producendo una delicata melodia. Sospirò di nuovo, cercando le parole per iniziare l'ultimo capitolo di quella breve storia.
"Una sera - ero incinta di te da parecchi mesi ormai, e lui ancora non era tornato a casa - eravamo al fianco del ginkgo biloba - era il nostro posto preferito, così romantico e pieno di ricordi - mi baciò dolcemente, ma un ringhio ci fece girare: S-"
"Sesshomaru era là, che vi fissava infuriato." la interruppe Hikari, rendendosi conto che l'incubo che faceva da sempre era davvero un ricordo. Rin lo guardò sorpresa.
"Come lo sai?" domandò portandosi la mano alla bocca. Hikari si passò una mano tra i candidi capelli.
"Quella notte, la notte della morte" si interruppe, saggiando quella parole nella sua mente "di mio padre" sorrise lievemente. Sì, gli piaceva dire quel nome, che adesso poteva pronunciare libero dalle menzogne e dall'ignoranza "la sogno da sempre... Sesshomaru gli trafigge il cuore con Tokijin, vero? E tu ti inginocchi abbracciandolo e cominciando a piangere..." Rin lo guardava annichilita. Annuì lentamente, senza parole.
"E' andata così, Hikari..." Ma il mezzo demone non lo sentì: nella sua testa vorticavano le parole di Purotekuta e il suo discorso con Ayume e Koya:
 

"Sono piuttosto sicuro che tu non abbia l'anima a posto, ovvero che tu abbia una metà di troppo!"

"E... questa metà in più... è umana o demoniaca?"

"Purotekuta sama, quindi l'anima in più di Hikari è demoniaca?" l'uomo annuì.

 
"Quella metà di anima demoniaca in più..." mormorò Hikari spalancando gli occhi ciechi. Rin lo guardò senza capire. "Quella metà è di mio padre!" 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*Sì, sono color crema u.u Non traumatizzatevi [Esiste "traumatizzatevi"? .-.] [Non credo >.>] [Koya, dissolviti -.-"], per favore D: 

Bentornati! 
Vi... vi è piaciuto? Questo è un capitolo abbastanza delicato, dato che si scoprono una marea di cose: Ayume ha scoperto di essere incinta, Hikari ha scoperto chi è il suo vero padre e, cosa più importante, perchè è cieco.
E sì, adesso avete anche capito perchè ho scelto questa particolare e profonda frase di Luigi Pirandello ^^" 
Il disegno è di Shiori_chan, la mia artista *^* Grazie mille =3
Spero di aggiornare il più in fretta possibile (ma non aspettatevi troppo da me... in questi giorni è un inferno U-U" 
Un abbraccio a tutti coloro che seguono la mia storia (sono in vena di coccole, shi :3), chi in silenzio e chi recensendo!
Aspetto le vostre recensioni! E magari anche qualcun altro potrebbe perdere tre minuti del suo tempo scrivendomene una! èwé

Buonanotte, miei cari <3

Maya_Moon

  
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