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Autore: _Colours_ of the _Music_    02/03/2013    6 recensioni
[ Era passato così tanto tempo da quel giorno di pioggia. Quel bruttissimo giorno, che Arthur avrebbe voluto dimenticare. La casa sembrava deserta, non si sentiva alcun rumore. Arthur guardava fuori dalla finestra della sua camera, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Il cielo era cupo, di sicuro ci sarebbe stato un temporale di lì a poco, e i suoi dubbi – che erano già pochi – si dileguarono del tutto quando vide sulla finestra piccole goccioline che scivolavano sul vetro freddo. Stava cominciando a piovere, e si preannunciava una di quelle piogge che ti lasciano barricato in casa per giorni. ]
Piccola One shot con accenni alla UsUk in cui Arthur ricorda il fatidico giorno in cui Alfred diventa indipendente.
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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I’m sorry…

 
Era passato così tanto tempo da quel giorno di pioggia. Quel bruttissimo giorno, che Arthur avrebbe voluto dimenticare. La casa sembrava deserta, non si sentiva alcun rumore. Arthur guardava fuori dalla finestra della sua camera, con lo sguardo fisso nel vuoto.
Il cielo era cupo, di sicuro ci sarebbe stato un temporale di lì a poco, e i suoi dubbi – che erano già pochi – si dileguarono del tutto quando vide sulla finestra piccole goccioline che scivolavano sul vetro freddo. Stava cominciando a piovere, e si preannunciava una di quelle piogge che ti lasciano barricato in casa per giorni.
Ogni volta che c’era un tempo simile, nella mente di Arthur si affollavano un mucchio di pensieri, tutti ricollegati a quel maledetto giorno di luglio, in cui la pioggia cadeva su di lui, sui suoi capelli, sul suo viso già bagnato dalle lacrime che voleva sempre nascondere, ma che quella volta non riuscì a non mostrare.
Sospirò e chiuse gli occhi portandosi una mano sulla fronte. No, non aveva la febbre, come invece sperava. Avrebbe voluto avere di tutto, qualsiasi malattia, pur di non andare al Meeting che ci sarebbe stato pochi minuti dopo.
Continuò a guardare fuori. Le goccioline sul vetro erano aumentate in un batter d’occhio, e all’esterno cominciava ad addensarsi la nebbia, che rendeva difficile vedere anche solo la strada al di sotto.
Poi, il primo tuono.
“Voglio essere indipendente, Inghilterra!!”
Una fitta al cuore. Aveva promesso a se stesso che non avrebbe mai più ricordato quel giorno, e ogni volta che qualcuno gli chiedeva il perché lui diceva che macchiava il suo orgoglio di Nazione. Ma non era vero. Lui non voleva più parlarne semplicemente perché faceva male. Terribilmente male.
Un altro tuono, più forte del secondo.
“Non sono più un bambino! Non sono tuo fratello!!”
Arthur sorrise amaramente mentre una lacrima cominciava a scendere sulla sua guancia.
“Perché non vuoi che io sia indipendente da te?! Perché non mi lasci vivere la mia vita?!”
Aveva osato anche chiedergli il perché, quel bloody wanker. Non si stupiva neanche adesso ricordandosi di come era stato in silenzio dopo quella domanda. In cuor suo sapeva la risposta. Ma sapeva anche che non gliel’avrebbe mai detto. Mai.
Un improvviso lampo illuminò la stanza. Quella stanza piena di malinconia. In cui segretamente e gelosamente Arthur conservava tutti i ricordi relativi al passato, alla sua vita quando Alfred era ancora un bambino.
In un cassetto chiuso a chiave, di cui nessuno sapeva la posizione, nascondeva uno dei soldatini che una volta aveva trovato a casa dell’Alfred indipendente e che, mentre quest’ultimo non guardava, l’aveva portato con sé.
Nell’armadio, nascosta molto bene anch’essa, c’era la sua divisa, quella divisa che aveva indossato quel giorno di pioggia.
Arthur si avviò al suddetto armadio e, frugandoci dentro, la trovò. La prese facendo molta attenzione a non rovinarla, e la guardò con le mani che tremavano.
L’ennesimo tuonò lo costringe a deglutire e a trattenere le lacrime.
“Devo essere padrone di me stesso!”
A quel punto non riuscì più a trattenere le lacrime e cominciò a singhiozzare stringendo a sé quella divisa che tanto amava quando disprezzava.
Non si accorse neanche che Alfred, preoccupato dal fatto che non l’aveva visto al Meeting, era corso a casa sua, era entrato, aveva salito le scale e ora stava in piedi sulla porta a fissarlo.
-Arthur..?
Quest’ultimo sobbalzò riconoscendo la sua voce, si asciugò in fretta le lacrime e gridò, con la voce che tremava e volgendo le spalle ad America.
-Cosa vuoi, bloody hell?!
Alfred sorrise un po’ malinconico, vedendo che Arthur stringeva a sé proprio quella divisa, entrò nella stanza e abbracciò Arthur da dietro, affondando il viso nella sua maglia.
“Ti credevo più forte, Inghilterra.”
Arthur non riuscì più a trattenersi, sebbene non volesse farsi vedere in quello stato da Alfred, e affondò il viso nella divisa, mentre Alfred lo stringeva forte.
-I’m sorry, Arthur…

Angolo dell'Autrice

Hi~ Mi scuso se l'aggiornamento di Watashi wa Ireland desu è così lento, ma stasera ci sarà un nuovo capitolo! Quindi ringrazio molto chi segue la fic e mi scuso appunto per questo ritardo!
Per quanto riguarda questa, non so di preciso perché l'ho scritta, so solo che mi era venuta voglia di scrivere una One shot su Arthur e Alfred!
Spero che vi sia piaciuta e che non abbia reso i personaggi troppo OOC.
Detto questo, ringrazio tutti quelli che recensiranno e anche chi leggerà solo! Mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate ^^
Non ho voluto scrivere una UsUk ''eplicita'' per non deludere chi non è fan della pairing, anche se a dirla tutta alla fine volevo inserira un bacio tra i due perché io li adoro u.u
Allora a presto! :3
P.S.: mi scuso per il finale leggermente aperto.

Pastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa
~
  
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