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Autore: Nic87    18/09/2007    17 recensioni
In casa Brief. c'è un piccolo problema,riuscirà Bulma a risolverlo?Ringrazio Chiara (Ciuiciui) per il sostegno morale =)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bulma, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Pupazzo:

IL PUPAZZO

 

 

La sera era ormai giunta, con i suoi colori, la sua tranquillità, avevano avvolto tutta la grande metropoli. Tutti gli abitanti, anche i più frenetici e zelanti, pian piano iniziarono ad abbandonare le strade e i negozi, per ricercare un po’ di pace nella propria casa.

Anche una famigliola come le altre si era ritirata nella loro grande villa, dalla forma un po’ particolare, ma molto accogliente e lussuosa.

Seppur tornata da poco, la donna, iniziò ad armeggiare con i fornelli, e a preparare una cena di grandi proporzioni poiché conosceva l’appetito che contraddistingueva i suoi due “ragazzi”.

La più piccola della casa era stata mandata a guardare la televisione nel soggiorno, per evitare intralci durante la preparazione della cena.

Il piano era ottimo, ma un piccolo dettaglio era sfuggito.

La bambina arrivò in soggiorno trotterellando contenta, agitando con le sue manine paffutelle le balze di un’adorabile vestitino rosa tutto pizzi e merletti. I movimenti piuttosto armonici erano accompagnati dalla cadenza di un piccolo pennacchio celeste che si agitava ribelle sulla sommità del capo della piccola. Riconosciuta nella penombra una figura familiare sorrise contenta.

L’uomo se ne stava spaparanzato su divano, con un braccio poggiato sul bracciolo di pelle e l’altro teso sul bordo alto. Sorseggiava una lattina e guardava la televisione, illuminato solo dalla flebile luce di quest’ultima.

“Ciao Papy” salutò cordialmente la bimba facendo una piccola riverenza.

Un borbottio fu la semplice risposta.

“Posso guardare la Tv con te?” chiese mettendo le manine dietro la schiena e dondolando leggermente.

“No”

“Ma la mamma…”insistette la piccola.

“La mamma si deve fare gli affaracci suoi…la risposta è no!” concluse secco.

Per nulla scoraggiata dalla risposta la bambina andò a sistemarsi vicino al papà. Poi lo guardò e gli fece un cordiale sorriso.

“Ti voglio bene papà, sei il più meglio del mondo” e avvicinò pericolosamente le braccine al corpo dell’uomo “più meglio del papà di Jenny, di Rosy, di Alexa…”

“Bra piantala!” disse snervato l’uomo dalle attenzioni della figlia.

“E più meglio di quello di Gohan e Goten” concluse abbracciandolo.

Vegeta scattò in piedi come una molla. Guardò la piccola e gli lanciò con poco garbo il telecomando.

“Toh, mi è passata la voglia”.

Tutta contenta la bambina iniziò a guardare i suoi cartoni animati preferiti.  Vegeta, spodestato del suo “trono” per l’ennesima volta, andò in cucina.

Bulma continuava a preparare la cena, quando sentì un familiare respiro alle spalle.

“L’ hai addestrata bene!” disse scocciato.

“Lei stravede per te, sei tu che sei allergico all’affetto…” rispose continuando a mescolare uno strano liquido profumato.

“Questa la sconti dopo…sappilo…” concluse malizioso.

Bulma sorrise, dette un’altra mescolata, si girò e disse: “ E come ti dovrei pagare?”.

Rimase stupita nel vedere che dietro di lei non c’era più nessuno.

*Non cambierà mai!*

 

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La cena era stata davvero ottima, e Bulma si affrettava a riporre gli ultimi bicchieri e le ultime posate a posto, pur di andare dal suo adorato marito.

Vegeta dal canto suo stava in camera da letto, disteso, guardando il soffitto sfruttando solo un flebile raggio di luna che capriccioso sfuggiva al controllo delle persiane semi chiuse.

 

Com’era cambiata la sua vita. Se al tempo del servizio per Freezer gli avessero accennato ad una “fine” simile, sposato e con prole a carico, avrebbe riso, e poi ucciso senza pietà colui che faceva certe assurde illazioni. E invece le cose erano davvero così. Qualche volta ripensava con rammarico alle sue esperienze passate, da guerriero crudele egli non conosceva pietà, generosità, amore. Tutti sentimenti che comportano tormento e dubbi.

 

Bulma entrò velocemente nella stanza, e intravide Vegeta. Andò immediatamente a distendersi al suo fianco e gli cinse la vita con un braccio. Cercò il suo sguardo.

 

“A che pensi?” chiese dolcemente poggiando il mento sui pettorali di lui “non mi piace quando sei così pensieroso”.

 

L’unica risposta fu un severo sguardo di lui.

 

“Non essere scontroso. Ho chiesto solo a che pensi” riprese nuovamente la donna.

 

Vegeta tolse il braccio della moglie dalla sua vita e le dette le spalle.

 

“So che stai pensando a noi…” disse mettendosi di fianco con un braccio che le reggeva il capo.

 

“Fatti gli affaracci tuoi” rispose acido all’insistenza della moglie. Poi si girò verso di lei, e con uno scatto la sottomise. Guardandola ardente di desiderio le disse : “Sbaglio o abbiamo un conto in sospeso?”

 

“Mah…non ricordo nulla di tutto ciò…” fece l’ingenua.

 

“Ti aiuto io a ricordare” le sussurrò piano nell’incavo della spalla.

Detto ciò iniziò a baciarle il collo e a cercare prepotentemente la bocca per baciarla.

 

“Forse la memoria inizia a tornarmi…” rise Bulma, affannata dal bacio.

 

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Intorno a sé vedeva solo verde. Alberi,  piante di ogni forma e di tante tonalità verdi. Poi i fiori. Ovunque, interrompevano la monotonia cromatica di qui prati. Tutti i colori più strani e brillanti. L’atmosfera era piuttosto suggestiva, il tempo sembrava rallentato. Correva e saltava come facevano tutti i bambini. Il suo vestitino con le balze rosa si dimenava qua e là a seconda del vento. Si inchinò a cogliere un fiore. Aveva tanti petali, uno di un colore diverso.

Iniziò a staccarli uno alla volta.

“Blu, Rosso, celeste, rosa, giallo, bianco, grigio, grigio, nero…”

Il fiore nella piccola mano iniziò a diventare nero, come del resto tutto il paesaggio intorno a sé. Cercò di correre, scappare, ma le sue gambe non rispondevano alla sua volontà. Una specie di creatura, identificabile come una massa melmosa nera la inghiottì.

 

 

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Un urlo riempì le pareti di casa Brief. I due coniugi, intenti in baci e carezze si bloccarono immediatamente riconoscendo la voce di Bra. La donna sussultò più vistosamente, si staccò dal corpo del marito. Vegeta dal canto suo rimase immobile con le orecchie tese. Si concentrò ma non riuscì a percepire nessuna aura negativa.

 

“Dannazione” imprecò a bassa voce.

 

“Devono esserle tornati gli incubi!” disse Bulma mentre armeggiava con la vestaglia ribelle.

 

Detto ciò, vestita, corse in camera della bambina.

 

Vegeta sbuffò scocciato per l’ interruzione e si mise su un fianco cercando di prendere sonno e maledicendo il giorno in cui cedette a Bulma.

 

Arrivata di soprassalto alla camera della bimba, Bulma aprì la porta e trovò la piccola coperta fino alla testa dalle lenzuola che piangeva sommessamente.

 

“Bra, tesoro, è arrivata la mamma…” disse dolcemente mentre si avvicinava alla piccola.

 

“Mamma ho paura” piagnucolò Bra.

 

“Stai tranquilla ora ci sono io!” disse “ e tutti i mostri cattivi andranno via se non vogliono essere presi a calci!” continuò ingrossando la voce.

 

Bra si strinse al corpo della madre e chiese : “ Ma papy non viene a difenderci?” “Lui li batte tutti!” “lui è il mio eroe…”

 

“Papy ha un caratteraccio, lo sai com’è!” schioccò poi un bacio sulla fronte alla piccola “ma appena sentisse pericolo per noi verrebbe di corsa!”.

 

“Se ci fosse lui io non avrei paura di nulla…di nulla…” biascicò prima di chiudere gli occhi e accoccolarsi al petto materno.

 

Povera piccola. Erano già alcune notti che non riusciva a dormire e lei era costretta a dimenarsi da una stanza all’altra con grande disapprovazione del marito che non riusciva mai a stringerla fra le braccia. Vegeta non era un tenerone, anzi era acido, scorbutico, spesso insensibile e freddo, però sapeva che a lui mancava il contatto durante la notte…e anche a lei.

Doveva escogitare un rimedio. Lei era il genio dopotutto.

 

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Finalmente in casa era arrivata la pace. Tutte le mattine c’era sempre un gran trambusto. Bulma dopo aver preparato la colazione, vestito Bra, litigato con Vegeta per la temperatura del caffè e chiacchierato con Trunks poté rilassarsi. Andò velocemente nel laboratorio e si chiuse là tutta la mattinata pronta a mettere in atto il suo piano.

 

 

Verso l’ora di pranzo, Vegeta iniziò una spasmodica ricerca della moglie riconducibile solo a dei forti crampi allo stomaco e alla furia distruttrice di Bra, che tornata dall’asilo, non faceva altro che parlare e mimare le facce delle compagnette.

Setacciati i primi laboratori a Vegeta sfiorò il pensiero di radere al suolo la casa pur di trovare immediatamente la moglie, mentre Bra cantava a squarciagola sulla sedia la canzone del suo cartone animato preferito, mentre Trunks la guardava ridacchiando e applaudendola .

Spalancata la porta dell’ultimo laboratorio Vegeta vide la moglie di spalle armeggiare con strani attrezzi.

“Che stai facendo?”chiese avvicinandosi alle sue spalle, allungandosi per sbirciare la creazione della moglie.

 

“Questo è quello che ci farà dormire tesoro, quello che darà pace alla nostra vita matrimoniale, l’elemento indispensabile in ogni famiglia, ciò che darà del pepe al nostro rapporto ormai logoro dagli oneri familiari…” concluse fieramente.

 

Due occhi neri come la pece la guardavano interrogativamente. Il nero sopracciglio stava conoscendo per la prima volta un massimo storico di inarcatura.

 

“Bah…si vede che sei un alieno!” disse non curante dell’espressione del coniuge “Oh ma è tardissimo! Devo preparare il pranzo!” concluse guardando il prezioso orologio da polso.

 

Lasciato solo, il principe dei Sayan, iniziò ad osservare meglio quella “cosa” che avrebbe dovuto salvare il loro rapporto.Era una specie di omino. Ma per il momento aveva solo la forma. Non aveva nulla di erotico o cose del genere, anzi…gli faceva anche ribrezzo poiché molliccio. In un certo senso gli ricordava qualcosa…o meglio, qualcuno, ma non riusciva a focalizzare chi fosse. Iniziò una lenta esplorazione dell’oggetto, ma fu immediatamente interrotto da Trunks che annunciava che il pranzo era quasi pronto.

Fece spallucce e abbandonò l’oggetto-salva-matrimonio.

 

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La sera inghiottì il giorno molto velocemente, insaziabile come sempre, l’orizzonte aveva divorato il sole, lasciando che il buio avvolgesse tutto. Per fortuna, l’uomo, inventore di mille prodigi aveva dotato case e strade di illuminazione e di luce. Le tenebre dunque potevano essere sconfitte, così come nella realtà anche nei sogni. Nei sogni di grandi e piccini.

 

Intorno a sé vedeva solo verde. Alberi,  piante di ogni forma e di tante tonalità verdi. Poi i fiori. Ovunque, interrompevano la monotonia cromatica di qui prati. Tutti i colori più strani e brillanti. L’atmosfera era piuttosto suggestiva, il tempo sembrava rallentato. Correva e saltava come facevano tutti i bambini. Il suo vestitino con le balze rosa si dimenava qua e là a seconda del vento. Si inchinò a cogliere un fiore. Aveva tanti petali, uno di un colore diverso.

Iniziò a staccarli uno alla volta.

“Blu, Rosso, celeste, rosa, giallo, bianco, grigio, grigio, nero…”

Il fiore nella piccola mano iniziò a diventare nero, come del resto tutto il paesaggio intorno a sé. Cercò di correre, scappare, ma le sue gambe non rispondevano alla sua volontà. Una specie di creatura, identificabile come una massa melmosa nera la inghiottì. Prontamente e ben addestrata però la bimba trasse dal suo vestitino lui, l’eroe!

“Vai via, mostro, il mio papy mi protegge e ti farà male!” gridò.

Vegeta si pose davanti alla piccola e irrigidendosi urlò per raccogliere tutta la sua strabiliante potenza e trasformatosi in super sayan puntò un dito verso la creatura ed emanò un fascio di luce con il quale disintegrò l’essere nero e melmoso.

La bambina sorrise soddisfatta.

 

 

In un’altra stanza le cose erano tutt’altro che tranquille, il fuoco ardeva fra le lenzuola. Finalmente insieme e indisturbati i due coniugi Brief si ripromettevano amore…o meglio solo Bulma lo faceva esplicitamente.

 

“Ti amo” sussurrò dolcemente.

 

Una specie di muggito breve. Era il codice criptato per un “Anch’io” con sottotitolo “Anche se spesso e volentieri mi fai dannare…”

 

“Hai visto che Bra non ci ha disturbati?” disse gioiosa la donna.

 

“Come hai fatto?” chiese curioso.

 

“Ho usato l’oggetto-salva-matrimonio!” rispose.

 

“Ma cos’era quella roba? Era disgustoso e molliccio!”

 

“Lo saprai a tempo debito” ribattè divertita dalla faccia del marito, poco avvezzo alla pazienza.

 

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La piccola Bra dormiva serenamente. La lucetta a forma di lumaca era spenta. Le coperte ricamate erano al loro posto, non servivano più per protezione. La bambina aveva tutto ciò che le serviva. Il suo “papy” infatti aveva dormito con lei quella notte, anche se lui l’avrebbe scoperto il mattino dopo con grande disappunto. L’oggetto-salva-matrimonio non era altro che una miniatura di Vegeta. Bulma aveva cucito il pupazzo tutta la mattina, prendendo come modello proprio l’eroe di Bra. Calcando un bottone si illuminava e i capelli diventavano biondi.

La mattina seguente, scoperto l’arcano mistero, Vegeta trafugò l’oggetto.

Senza farsi vedere da nessuno andò di soppiatto nella camera da letto. Si avvicinò allo specchio, e avvicinò il pupazzo al suo volto.

Scuotendo la testa disse disgustato “Non mi somiglia per niente!” e lanciò il pupazzo nel lettone.

 

 

 

Fine

 

 

Una piccola storia senza pretese, per strapparvi un sorriso e per raccontare un giorno come un altro in casa Brief. Ringrazio coloro che recensiranno e leggeranno la mia storia. Grazie per il tempo che mi dedicate, alla prossima, Bacio!

 

Ps: ringrazio di cuore chi ha recensito anche la mia Drabble!

  
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