Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd
Ricorda la storia  |      
Autore: negliocchilmare    03/03/2013    1 recensioni
Sentii il forte schioccare delle campane diffondersi nell’aria mattutina, era appena mezzogiorno, la città di Londra si animava. Era un quadro e la gente attorno i protagonisti. La vedevo un po’ così, noi siamo i protagonisti del nostro quadro, che non sempre possiamo scegliere.
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era appena mezzogiorno.


Sentii il forte schioccare delle campane diffondersi nell’aria mattutina, era appena mezzogiorno, la città di Londra si animava. Era un quadro e la gente attorno i protagonisti. La vedevo un po’ così, noi siamo i protagonisti del nostro quadro, che non sempre possiamo scegliere.

Dopo aver girovagato per strade cupe e umide, quell’umido che ti fa mettere quasi un cappotto di pelliccia addosso, mi accorsi che era tardi e Roger mi avrebbe fatto la solita ramanzina:’’
Blabla, sei stupido, blabla vieni sempre in ritardo, blabla.’’ In studio lo vedo diverso, anche se è sempre così. Ma un po’ diverso. Non è il vero Roger che conosco io che, conosce la sua ragazza. Roger non è come crede la gente, quelle cose che si dicono su di lui sono solo stupide credenze popolari. Roger piange, Roger ride, Roger soffre. Roger è uno scrigno di segreti, pieno di foglietti per l’istruzione. E’quasi un bambino, anzi, lo era più delle volte.
Dopo aver fatto qualche isolato a piedi, entrai di soppiatto in studio.  Era tutto buio. Vidi una piccola luce accesa, che si fondeva con quella nube di fumo che emanava un odore insopportabile. Mi feci un po’ più avanti, per capire meglio la situazione. Era lui, con la sua solita aria da muro. Era lui, con la solita malinconia negli occhi. Era lui, Roger. Aveva un piccolo taglietto sulla gota sinistra, forse era stato causato da un piccolo oggetto. Sentii qualcosa prendermi per il braccio, era lui, e mi portò a sedere sul divano. Sembrava che il suo unico fiore coltivato all’interno del suo muro fù ucciso, perso, distrutto.
‘’E successo qualcosa, Rog? Quel taglio sulla gota, dico.’’ Dissi, con la gamba un po’ tremolante.
Mi rivolse uno sguardo languido, e disse. ‘’Hai paura di restare solo?’’

‘’Che domande..Penso che tutti hanno questa paura, io tanta, sì. Tu?’’ Aveva lo sguardo rivolto al piovoso e solito cielo inglese. ‘’Mi ha buttato l’anello in faccia. Ha detto che sono insostenibile, noioso, paranoico. Ho tentato di farla ragionare, ma mi resta solo il suo timore, il mio.’’ Roger ha paura della solitudine. Ma non capisce che si fa del male da solo? Non se che rispondere l’ansia mi sovrasta. Allora, me ne esco con questa frase che pochi giorni fa ho letto in una raccolta di Ungaretti. Anche se non risponderà, anche se mi prenderà in giro a me basta. ‘’Si sta d’autunno sugli alberi le foglie.’’ Mi girai un attimo ed eri scomparso, Roger. Te ne sei andato, senza dire niente. Avevi perso il controllo cosa che non poteva succedere, non a te.


Voleva avere il controllo su tutta, anche tutto ciò che non era suo. Era lì presente, anche quando non c’erà. Nessuno si voleva ribellare a lui. Non volevano, non è che non potevano. Aveva creato un muro tra lui e loro. La gente ha paura di ribellarsi, perché la gente ha paura delle novità.
Roger non vuole, anzi, non può mostrare a nudo i suoi nudi sentimenti.

 

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Pink Floyd / Vai alla pagina dell'autore: negliocchilmare