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Autore: Meramadia94    03/03/2013    4 recensioni
In seguito alla notizia della morte del duca di Buckingham, D'Artagnan ha una crisi esistenziale ed è dell'idea di abbandonare tutto.
Riusciranno i suoi amici a convincerlo di quanto stia sbagliando?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, Comandante De Tréville, D'Artagnan, Porthos
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ma in che razza di impresa era andato a cacciarsi?

Lui, vendicare l'assassinio di Lord Buckingham?

Ma se non era neppure stato capace di proteggere la persona che per lui contava di più al mondo.

L' aveva portata in una casa ancora in costruzione, senza sapere che stava facendo proprio quello che Milady voleva lui facesse, Costance stava per morire in un letto, in coma, lui non poteva fare niente per salvarle la vita e per colpa di quell'ordinanza scritta da Richelieu non poteva nemmeno arrestarla per fare giustizia.

Era uscito dal castello da solo, dopo il capitano De Treville.

L'ufficiale aveva capito che il più giovane dei suoi subalterni, non stava troppo bene dal punto di vista emotivo, e aveva preferito lasciarlo solo per un po' a lasciarlo pensare, riflettere....

Stava su Ronzinante con lo sguardo basso, perso nel vuoto, e se il cavallo non avesse saputo che strada prendere per dirigersi in caserma, sarebbe anche finito nella Senna senza accorgersene.

Forse aveva commesso un errore fin dal primo giorno.... avrebbe dovuto rimanere in Guascogna, con i suoi nonni, a coltivare i pochi campi che avevano, cavalcare con Ronzinante nelle sconfinate e lussureggianti praterie della regione vicino Bordeaux, di cui era originario.

Li non ci sarebbe stata alcuna Milady, nessun Richelieu, nessuno dei guai che aveva combinato a se stesso e alle persone a cui teneva sarebbe accaduto.

Ormai aveva preso la sua decisione.

Avrebbe catturato Milady, l'avrebbe consegnata a Sir Patrick, e secondo le leggi emanate su di lei l'avrebbero giustiziata per alto tradimento in quanto assassina del primo ministro inglese.

Poi avrebbe radunato le sue poche cose, sellato Ronzinante e se ne sarebbe tornato a casa.

Athos, Porthos e Aramis erano dei soldati in gamba, se la sarebbero cavata benissimo anche senza di lui, anzi. Per loro sarebbe stato più facile combattere in battaglia e servire il loro paese, senza un ragazzino esuberante a cui badare tra i piedi.

Jean, certo ancora non aveva ritrovato sua madre, ma in attesa che ciò accadesse, avrebbe avuto un tetto sopra la testa, un letto comodo e un pasto caldo... e se non avesse voluto rimanere a Parigi, lo avrebbe portato con se in Guascogna.

Per quanto riguardava Costance... avrebbe pregato per la sua vita, e nel caso fosse sopravvisuta, forse avrebbe pianto la sua partenza per un po', ma poi avrebbe incontrato un giovane parigino, se ne sarebbe innamorata e forse si sarebbero sposati.

Quest'ultima ipotesi insieme alle decisione di andarsene gli spezzava il cuore.

Ma in fondo era meglio così.

Meglio con un altro, che a rischiare continuamente di perdere la vita per stargli accanto.

Con questi pensieri si ritrovò nella sala della coserma dove lui e i suoi amici si riunivano, per formulare piani di battaglia o anche solo per scambiare due chiacchiere dopo una giornata di lavoro.

I suoi amici lo avevano aspettato.

''Che cosa voleva il capitano?''- chiese Athos con apprensione.

Era preocupato per il loro giovane amico: negli ultii giorni era sempre sotto pressione, sia per il lavoro, che per la preoccupazione per la povera Costance ridotta in fin di vita da Milady.

D'Artagnan sospirò.

''Il duca di Buckingham è morto. L'hanno assassinato.''

I moschettieri sgranrono gli occhi per l'incredulità e lo stupore.

''Assassinato?''- fece Aramis incredula.

D'Artagnan annuì per confermare quanto detto in precedenza-:''Si... è stata Milady. Il suo maggiordomo è andato dalla regina e le ha portato l'ordine di condanna a morte. Mi ha chiesto di occuparmi del suo arresto.''

Lo stupore lasciò spazio prima alla rabbia e poi alla soddisfazione: finalmente avrebbero fatto giustizia.

''E' fantastico....''- commentò Athos-:'' finalmente potrai fare giustizia.''

Ma D'Artagnan si limitò ad annuire senza alzare lo sguardo.

Quanto gli sarebbero mancati....

''Che cos'hai, non ti senti bene?''-chiese Aramis preoccupata.

''Ragazzi io...''- accidenti com'era difficile. Si era guadagnato la loro stima, la loro amicizia, erano diventati parte integrante della sua vita....-:'' ho deciso di tornare a casa mia, dopo aver fatto il mio lavoro. Consegnerò Milady a Sir Patrick e poi me ne tornerò a casa dai miei nonni.''

I moschettieri sbiancarono a queste parole, speranzosi di non aver sentito troppo bene.

''Ti dispiacere ripetere...?''- chiese Porthos.

''Questa sarà la mia prima ed ultima missione come moschettiere a pieno titolo. Vi ringrazio di tutto, il periodo che ho passato con voi è stato il migliore della mia vita, anche se è stato breve.''

Aramis era sconvolta-:''D'Artagnan, non c'è nessuno che ti obbliga ad andartene.... e poi adesso sei sconvolto, sei sotto pressione, non puoi prendere una simile decisione in un momento in cui non sei consapevole di quello che dici.''

''Aramis, lo so che è doloroso per tutti....''- fece il guascone-:'' ma ci ho pensato ed è la soluzione migliore. Non è facile, ma è quella migliore.''

Athos e gli altri stavano sinceramente cominciando a pensare che il loro amico stesse male, che avesse la febbre e che stesse delirando senza controllo.

Il D'Artagnan che conoscevano non avrebbe mai preso una simile decisione.

Porthos gli si avvicinò-:''Ascolta, è evidente che tu non ti senti bene e i motivi sono abbastanza ovvi...''- fece emttendogli una mano sulla spalla-:'' vai a casa, ti fai un bagno, una bella dormita e vedrai che dopo sarai più lucido.''

D'Artagnan scosse la testa-:''Sono lucidissimo. Ammettiamolo, da quando sono arrivato non ho fatto altro che provocarvi problemi: per poco non vi facevo arrestare, Aramis si è messo nei guai per avermi difeso e per proteggermi si è beccato in un proiettile nella spalla.

Athos per poco non muore per aver spezzato la spada in segno di solidarietà.... tutto questo in pochi giorni.''- voleva scoppiare a piangere-:'' e adesso, ho condannato a morte la ragazza che amo... aveva ragione Jussac a chiamarmi incapace...''

A quel punto Athos non ci vide più, si sfilò il guanto destro e mollò un sonoro ceffone a D'Artagnan.

Lo schiaffo lo lasciò mezzo tramortito, visto che non se l'aspettava, e si portò una mano sulla parte offesa. Fissava Athos con gli occhi sgranati e con due lucciconi appena spuntati, sia per la rabbia che provava di gia per se che per il dolore.

''Athos, ma che ti prende, sei impazzito per caso?!?''- lo aggredì Aramis sorpresa quanto D'Artagnan.

''Almeno adesso ha un motivo per piangere e per sfogarsi, basta che dopo la smetta di dire queste sciocchezze e rinsavisca.''- spiegò Athos glaciale. Poi si rivolse al più giovane-:'' senti, capisco che in questo momento tu abbia un sacco di pensieri per la testa, e che gestire questa faccenda ti risulti difficile, ma non è certo scappando che risolverai il problema..''

''Io non ci riesco....''- sibilò D'artagnan.

''Allora, è questo che insegnerai ai tuoi figli? Che appena avranno dei dubbi riguardo ai loro sogni, che appena troveranno una buca sul loro cammino, la soluzione è fare marcia indietro e tornare a casa? Scusa se te lo dico, ma non assomiglia nemmeno un po' al D'artagnan che credevamo di conosciere, e che stimavamo per il suo coraggio e per la sua perseverenza nelle imprese impossibili.''

D'artagnan ripensò bene alle parole di Athos.... e se avessero avuto ragione loro?

Aramis s'intromise-:''Athos ha ragione... anch'io ho avuto dei dubbi all'inizio specie quando vedevo morire vicino a me persone che sentivo fosse compito mio proteggere, ho anche pensato di piantare tutto, ma non l'ho fatto, perchè sapevo che poi me ne sarei pentito.''

''E poi....''- fece in quel momento De Treville entrando, che tutto aveva sentito e seguito con attenzione-:''Non è vero che hai combinato solo guai. Certo, qualche danno l'hai fatto, ma tutti sbagliano specie se sono inesperti.

Ma hai fatto anche delle cose incredibili. Hai presente il caso della collana? Ti posso garantire che nessuno dei moschettieri apprendisti che ho avuto fino ad ora sarebbe riuscito in una simile impresa.''- queste cose le pensava veramente.

Credeva sinceramente che D'artagnan avesse più talento di tutti gli altri soldati francesi messi assieme, persino più di quelli scelti nelle migliori famiglie.

''E poi c'è da dire....''- aggiunse Aramis-:'' che tralasciando il fatto che quel proiettile me lo sono preso volentieri, se non fosse per te a quest'ora o sarei morto ammazzato di botte per mano di Jussac e Rochefort, o mi avrebbero ucciso in carcere. Sono in debito con te per questo.''

''Inoltre... ''- volle precisare Athos-:'' se tu non fossi intervenuto quando Rochefort mi ha attaccato con i suoi, a quest'ora io non sarei qui. E visto che aveva in programma di uccidere anche Aramis e Porthos, hai salvato tutti e tre. E di questo, ti siamo riconoscienti.''

''Siamo fieri di avere un amico come te tra i moschettieri e vogliamo continuare a combattere con te al nostro fianco.''

Le lacrime avevano cominciato a solcare il volto del guascone.

Ma queste erano lacrime di felicità, orgoglio e commozione.

Che stupido era stato.... dove avrebbe ritrovato degli altri Athos, Porthos e Aramis? Anche se avesse cercato tutta la vita non ci sarebeb riuscito.

Ora sapeva che era con loro il suo posto e non lo avrebbe lasciato per nessun motivo, nemmeno se tutta la scalogna del mondo lo avesse preso di mira fino alal fine dei suoi giorni.

''Grazie amici....''- fece D'artagnan asciugandosi gli occhi.

Ora si sentiva molto più leggero e rincuorato.

''Coraggio, andiamo a prendere quella donna e diamole la lezione che si merita.''- propose Athos.

I suoi compagni annuirono con un sorriso.

Sguainarono le spade, le sollevarono in alto e recitarono il loro famoso motto-:''TUTTI PER UNO... UNO PER TUTTI!!!''- sotto lo sguardo orgoglioso del loro comandante.

 

Era da molto che volevo pubblicare questa cosa, ma ho sempre rimandato per paura che non potesse piacere.

Fatemi saper che ne pensate e mi raccomando... niente favoritismi, Cattivi come l'aglio. 

  
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