E' difficile parlare di qualcosa a cui temi, di qualcosa che hai vissuto e che non riesce a svanire dalla tua mente, di qualcosa, che come una cicatrice, rimane nel tuo corpo, come segno di sofferenza, di dolore, si, questo e' il dolore che ho sentito, al dirle addio.

Non riesco a respirare, sento come se un vento a 100 km per ora attraversasse la mia gola, impidendomi di respirare, questo sento, da ieri sera che ho chiesto a Holly di uscire con me.

dal momento in cui lei, con un semplice messaggio mi disse si.Un semplice messaggio che non fa altro che distruggere la mia mente, un messaggio che e' difficile da dimenticare,dimenticare che propio quella ragazza,  propio lei, era la ragazza che ogni notte possedeva i miei sogni.

Mi chiamo Charlie, vivo in una piccolo paese, sono figlio unico per disgrazia, ma non mi lamento.

I miei genitori adottivi fanno di tutto per farmi sentire a mio agio, ma chi come me sa bene che se sei adottato mai e poi mai ti sentirai bene, mai e poi mai potrai perdonare i tuoi, sapendo che loro stessi, andarono in "vacanza" una vacanza dalla quale non sono ancora tornati, una vacanza che per loro era togliersi un peso di dosso, era come abbandonare il loro cane perche' combinava guai, era come buttare un pezzo di pane solo perche non ti va più di mangiarlo.

In fondo non li giudico, avevano solo 17 anni quando scoprirono che 9 mesi dopo avrebbero avuto un bimbo, ma magari, sarebbe stato meglio per loro e per me, lasciare quel feto morire,senza che lui, 15 anni dopo sarebbe stato abbandonato con la scusa piú banale, "una vacanza".