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Autore: Hika86    07/03/2013    1 recensioni
Il Giappone è in subbuglio: le guerre si incrociano sul territorio, i potenti si alleano e si tradiscono ogni giorno, l'amico che ti ha sempre difeso, un giorno potrebbe pugnalarti alle spalle, coloro che ti sostengono potrebbero non farlo la vota successiva e d'improvviso chi ami oggi, domani potrebbe essere il nemico...
Ora, in tutto questo casino: io che ci faccio qui?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kazunari Ninomiya , Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

Il cellulare cominciò a suonare. Rimase nell'ingresso di casa e lo cercò in tutte le tasche. «Pronto?» domandò
«Pronto! Sei arrivato? E' lì?»
«Sono arrivato ora, mi ha dato le chiavi il custode» spiegò togliendosi le scarpe e lasciandole nell'ingresso senza sistemarle, ma cominciando subito a gironzolare per le camere. «Mi sa che qui non c'è»
«Aspetta, ho un avviso di chiamata» e mise in attesa. «Pronto?»
«Sono io, hai sentito Aiba chan?»
«Sì» rispose con un sospiro. «E' arrivato ora, ma la casa è deserta»
«Da sua madre non c'è»
«Non le avrai detto che non lo troviamo spero?» fece mettendosi in allarme
«Ma con chi credi di parlare? No, ho telefonato chiedendole di ricordargli di un lavoro per questo pomeriggio quando se ne va da lì. Allora mi ha detto che non c'era. Mi sono scusato per il disturbo, sapevo che lui voleva passare a trovarla oggi, ma alla fine magari non aveva avuto tempo»
«Sei proprio intelligente Sho kun. Un attimo che ho Aiba chan sull'altra linea» e anche Sho venne messo in attesa. «Aiba chan!»
«Oh, eccoti. Intanto mi ha chiamato il Riida»
«Che dice?» domandò con ansia
«Niente neanche agli studi» rispose l'altro con un sospiro. «Che facciamo ora Matsujun?»
«Senti, veniamo tutti lì e ne discutiamo»
«Ok, avviso il Riida»
«E io Sho. A dopo»
«A dopo » ed entrambi passarono all'altra linea.
Un paio d'ore dopo tutti raggiunsero Masaki a casa di Nino. Il padrone dell'appartamento era sparito dal pomeriggio del giorno precedente.
L'ultima volta era stato visto sul set, poi non se n'era più saputo niente. Gli addetti ai lavori, sgomenti, avevano pensato fosse successo qualcosa, ma il manager non aveva saputo come rispondere perchè nemmeno lui aveva idea di dove fosse sparito Ninomiya: aveva detto "vado a prepararmi", si era avviato ai camerini e nessuno l'aveva più visto. Sul momento, il manager si era inventato un malore grave e improvviso, poi aveva chiamato i membri pensando in uno scherzo di cattivo gusto del ragazzo: certo, non era da lui comportarsi in quel modo sul lavoro, ma Ninomiya era imprevedibile. In quel caso però nessuno degli Arashi ne sapeva niente.
Lo cercavano dalla sera del giorno prima quindi. Non era nei suoi posti preferiti, non era a casa di colleghi, di amici o di conoscenti, non era ovviamente a casa di nessuno di loro e nemmeno a casa della madre. Avevano controllato sui set dei programmi, per le sedi dei vari studi televisivi, avevano fatto controllare alla Johnny's Entertainment e Aiba aveva setacciato palmo a palmo tutto il vicinato. Ninomiya Kazunari si era volatilizzato.
I quattro compagni si radunarono nel suo appartamento, un po' disordinato e polveroso come sempre. Cibo surgelato in frigo, nessun piatto da lavare.
«Che cosa facciamo? Domani dobbiamo girare VSArashi, che scusa potremo mai inventarci per la sua assenza?» chiese Sho in tono lamentoso, mentre si lasciava andare sul divano in sala.
Jun era seduto a terra, intorno al tavolino basso davanti al divano, e rimuginava fissando la pila di riviste di videogiochi in un angolo del ripiano.
«Non possiamo inventarci un malessere, spaventeremmo tutti per nulla e non sapremmo come spiegare al personale dell'ospedale perchè dovrebbe mentire ad eventuali giornalisti» rifletté Aiba raggomitolandosi anche lui sul divano, con aria afflitta
«Suonano alla porta» fece notare Satoshi e gli altri gli fecero segno di andare ad aprire.
Jun fece un sospiro e si passò le mani sugli occhi. «Una persona non può sparire così! Anzi, una persona può, è Ninomiya Kazunari degli Arashi che non può. E' inconcepibile che nessuno, e sottolineo nessuno, lo abbia più visto da un certo momento in avanti» spiegò piccato
«Il Riida è andato sul set e ha chiesto a tutti, ma pare proprio sparito nel nulla» spiegò Masaki
«C'è una cosa per noi» annunciò Ohno tornando in sala con un grosso baule tra le braccia.
Tutti lo guardarono stupiti. «Ma chi era alla porta?» chiese Sho fissando l'oggetto che veniva posato sul tavolino. «Questo affare sembra antico»
«Lo è. Sapete la famiglia che ha concesso di usare nelle riprese al dettaglio katana, wakizashi e altre spade¹ della loro collezione?» chiese Ohno passando con delicatezza il dito sul bordo del baule. «Questo è un oggetto che si tramandano da generazioni. Chi l'ha portato ha detto di fare attenzione perchè è un oggetto datato 1500».
Tutti si zittirono e fissarono il "pacco" appena arrivato con gli occhi sgranati. «E perché dovrebbero far avere a Nino un oggetto d'antiquariato? Se è autentico vale una fortuna!» esclamò Aiba
«Il tizio che l'ha portato ha detto che è per noi, non per Nino» rispose ancora Satoshi, dopodiché capovolse la scatola per mostrare loro il fondo.
Il baule era nero decorato con un motivo di kanji molto fitto, ma sotto era solo laccato scuro e in un quadrato intagliato al centro c'erano dei caratteri scritti più piccoli. C'era scritto l'indirizzo di casa di Nino e sotto diceva:

Ad Aiba Masaki, Ohno Satoshi, Matsumoto Jun e Sakurai Sho
ventunesimo anno dell'era Heisei, quarto mese, dodicesimo giorno²
La chiave è nel giorno in cui abbiamo cantato insieme per la prima volta.


«Che significa?» chiese Jun incupito. «Prima Nino sparisce e poi arrivano a casa sua bauli secolari indirizzati a noi quattro? E' troppo elaborato per pensare che sia solo uno scherzo»
«Allora non lo è» sentenziò Sho mentre girava il baule rimettendolo dritto. «Guarda l'apertura: somiglia ai lucchetti a combinazione delle nostre moderne valigie» disse guardando una serie di anelli numerati che sporgevano dal legno
«Sono otto cifre» osservò Aiba
«Nel 1500 non si usava ancora il calendario occidentale» fece notare Satoshi
«E' chiaro che però qualcuno doveva saperne qualcosa, perchè la "chiave" è una data di otto cifre con anno, mese e giorno» fece Jun stizzito. «Ma è una data che nel 1500 non potevano prevedere»
«Nessuno a parte noi cinque può saperla» ribattè Aiba. «Solo noi sappiamo quando abbiamo inciso insieme le parti del primo singolo»
«Qualcuno alla JE sì ed il loro è uno scherzo di pessimo gusto» insistette Jun
«Si è aperto» annunciò Ohno che nel frattempo aveva girato gli anelli per formare la data. Quando l'aveva inserita aveva sentito che la chiusura sul coperchio si era fatta meno dura e infatti bastò un po' di forza per contrastare i cardini impolverati e ammuffiti.
Chiunque stesse facendo loro uno scherzo non l'aveva pensato molto divertente: il baule era pieno di carta, rotoli per la precisione. Ognuno era tenuto chiuso da un semplice nastro con sopra segnato un numero.
«Leggiamo il primo?» domandò Masaki
«E se fossero scritti in giapponese antico? Io mica so leggerlo» scosse il capo Jun
«Non guardate me» aggiunse Ohno
«Ho capito, cominciamo dal numero uno, direi» sospirò Sho allungando la mano prendendo il primo rotolo.
Rispetto ad altri era un foglietto molto piccolo. «E' giapponese normale» annunciò dando un'occhiata rapida alle scritte
«E' la scrittura di Nino!» esclamò Aiba
«Allora è sicuramente una presa in giro» borbottò Jun incrociando le braccia
«Non avevamo appena concluso che è troppo elaborata per essere una qualsivoglia candid-camera?» sospirò Sho. «Allora leggo».
Questo il testo riportato sul primo rotolo:

Agli Arashi
Prima che continuiate a leggere ho un favore da chiedervi: se sono lì con voi chiudete tutto e distruggete questo baule e quello che contiene. Vi prego di non farvi domande, prendetelo come un mio scherzo e lasciate correre, ma non leggete oltre, per nessun motivo, e soprattutto non fatene sapere niente a me.
Se invece non sapete dove sono, il favore è un altro: smettete di cercarmi, leggete questi fogli e se mai ci rivedremo, non raccontatemi mai nulla di ciò che state per leggere.


Nessuno ebbe niente da dire, anche perchè erano tutti abbastanza confusi, così Jun pescò il foglio con il numero due, lo srotolò e lo lesse ad alta voce:

Se state leggendo questo scritto si è avverata l'ipotesi peggiore.
Nel momento in cui vi si scrivo è il pomeriggio del primo giorno del quinto mese del dodicesimo anno dell'era Eishō. Non so a cosa corrisponda con esattezza nel calendario cristiano, suppongo che avrei dovuto impararmi le tabelle degli imperatori quando andavo a scuola, ma dovrebbe essere la prima metà del 1500. E' maggio quindi, ma sono qui da diversi mesi ed io non so come funzioni lo scherzo del destino che mi ha fatto passare un'esperienza simile: quando, tra poche ore, proverò a riappropriarmi della spada riuscirò a tornare da voi? E quanto tempo sarà passato? Poche ore? Pochi giorni? O magari no... ho i brividi.
In questi mesi, prima per la gamba rotta poi per abitudine, ho tenuto un diario di tutto ciò che accadeva. Accatastavo i fogli nella mia camera, raccolti in un baule qualsiasi. Quando ho avuto l'idea impossibile di farveli avere l'ho fatto modificare: ci sono volute due settimane di progettazione e discussioni animate con il fabbro per fargli capire come volevo che venisse chiuso questo affare! Continuava ad insistere che usare una chiave fosse più semplice, ma come ce la facevo arrivare una chiave nel ventunesimo secolo? Già è tanto se la famiglia Morikawa sopravvivrà per qualche centinaio d'anni, la possibilità che riescano a tramandarsi questa scatola senza valore è minima, figurarsi la chiave! Ma niente, quello zuccone del fabbro non la voleva capire. Alla fine ho vinto io comunque.
Chiudo qui i miei ricordi di questo periodo. La mia richiesta precedente era dovuta al fatto che, se sono lì con voi è meglio che nessuno di noi sappia nulla (chissà, paradossi temporali e bestialità simili da racconto di fantascienza), ma se sono sparito voglio che sappiate dove sono, cosa sto facendo e che tornerò. Tornerò ad ogni costo.


Nino

¹ Katana e wakizashi fanno parte del daishō, ossia il set di due spade che era concesso portare agli uomini della classe dei samurai. Queste due armi hanno costituito il daishō solo dal 17esimo secolo in poi, mentre prima su usavano tachi (spada più lunga e ricurva rispetto alla katakana) e tantō (tipo coltello di 30 cm)
² La data è giapponese e indicata con il calendario delle ere, scadite dal succedersi degli imperatori. Tradotto, è il 12 Aprile 2010

Nota al titolo: 鷺 sagi (si legge "saghi") è il nome dell'airone giapponese (Gorsachius goisagi) la cui silhouette è quella che sta nell'immagine del titolo ;)


Allora, sto per fare una cagata... me lo sento.
Quelle che hanno già letto qualcosa di mio sanno che evito il Nino-protagonista delle ff perchè non riesco a scrivere molto su di lui. Lo adoro e lo amo, ma per me lui più degli altri quattro rimane un mostro sacro che non riesco a comprendere. Non so se Nino è veramente come si mostra ai nostri occhi, ma che sia così o no per me rimane un personaggio criptico che sento come mio completo opposto.
E questo l'ho detto per pararmi le chiappe: se il Nino che leggerete qui farà cagare, non è che sia del tutto colpa mia, io l'impegno ce l'ho messo!
Ma se è tanto complesso, perchè fare una long fic proprio con Nino?? A me piacciono le sfide °_° punto.
Dopo il piccolo tentativo di Kotoba yori -in cui ho sviato il mio problema di incomprensione presentando un Nino piccino picciò diverso da ora- ho trovato un altro modo di sviare il problema XD ahahahahah! Sono scaltra come una faina io!
Non voglio dire altro se non che ora come ora non riesco a capire quanto verrà lunga perchè sto ancora pianificando del tutto l'intreccio. Comunque non ho intenzione di fare una Akai-bis come lunghezza. Sono anche insicura sul rating, ma per ora lo metto giallo che non si sa mai.
Ah, sì, c'è un NinoxOC, ma come avrete notato dal genere della ff... la parte romantica non è proprio prevalente, ma c'è! Perchè sono una trottolina amorosa dududù dadadà (→dovrei essere a letto in questo momento, capitemi)

  
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