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Autore: St. Jimmy    07/03/2013    5 recensioni
"Sesso, droga e Rock n' Roll, come tradizione comanda. È uno stile di vita, amico, non puoi combatterlo, il Sistema te lo metterebbe nel culo. E così il Sistema stava facendo con il moro dal nome da contrabbandiere d'alcol."
Breve delirio d'onnipotenza a sfumature di Gonzo Journalism dall'aria anarcoide scritto sotto l'effetto di una generosa dose di pessimo vino rosso. Fatemi causa.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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God Save The Train Wreck

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Era stata una lunga serata. La birra era scorsa a fiumi tra il pubblico e non era stata da meno sul palco. Un tal Billie Joe, cantante dai folti capelli neri debitamente e perennemente tinti e dalla peculiare voce nasale, lo sapeva bene. In seguito non se ne sarebbe ricordato, ma lo sapeva. Siamo a New York, e questa è la metà di Settembre di un Settembre particolare. I vizi e gli eccessi, combinati con la frenetica vita della metropoli, non aiutano certo un (neanche tanto) aspirante sobrio a mantenere le distanze dalla via della perdizione. Sesso, droga e Rock n' Roll, come tradizione comanda. È uno stile di vita, amico, non puoi combatterlo, il Sistema te lo metterebbe nel culo. E così il Sistema stava facendo con il moro dal nome da contrabbandiere d'alcol, la moglie dietro le quinte di quel sudicio palco ad est della Nuova York a guardarlo disintegrare anche le ultime promesse fatte a sé stesso, assieme ai suoi piccoli amici neuroni, succubi di un male che non potevano impedire. O forse sì. In fondo erano loro che controllavano ogni sua mossa, ogni libro di scienze che si rispetti ve lo potrà confermare. Quello che i vostri libri di scienze non vi dicono è che superata un data soglia, non siete più voi a controllare la sostanza: è la sostanza a controllare voi. Provare per credere. No, aspettate, non vorrei dare il cattivo esempio, mamma e papà potrebbero arrabbiarsi; Non provate: piuttosto guardate qualcuno provare al posto vostro. È istruttivo, tristemente divertente, innocuo per la vostra salute (fisica, la precisazione è d'obbligo, specie in presenza di soggetti di età inferiore ai 13.9 anni) e a modo suo affascinante. Parola grande, 'affascinante', ma pensateci: vedere in diretta, senza filtri né censure, siore e siori! la vita di un uomo andare in frantumi, e perché no, magari anche trascinarsi dietro la vostra, in caso di umani altamente impressionabili e/o legati in particolar modo al diretto/a interessato/a.

Divagando, divagando, ecco finalmente il sipario. Quella sera era calato rosso e pesante sulla scena, coprendo le ultime traccie di saliva, sudore, sangue e rigurgito ancora impresse sul legno del palco. Per molti era stato un bel concerto, 'un po' movimentato, la tensione era palpabile,' avrebbe detto qualcuno, ma poco importava.

Qualcuno sarebbe tornato a casa con un plettro, qualcun altro con della bava di rockstar tra i capelli o dei prodotti di traspirazione ascellare di chitarrista imbevuto d'alcol sulla faccia, ed era questo ciò che davvero contava. Come sta il cantante? Era felice mentre suonava? Avrà un bel letto comodo ed una moglie amorevole ad attenderlo nella sua lussuosa stanza d'albergo, una volta uscito da qui? Non c'è male, grazie; sì; sì; sì e sì. Quanto a letto e moglie amorevole non c'erano dubbi che lo stessero aspettando, e lo stesso discorso valeva per la lussuosa stanza d'albergo in tipico stile minimal-contemporaneo. Il punto era: per quanto l'avrebbero aspettato? Fino a quando non sarebbe tonato. Va bene, ma quando sarebbe tornato? Probabilmente mai. Il conto dell'hotel sarebbe stato pagato la mattina seguente, i suoi bagagli sbattuti sul primo aereo per Oakland, CA, senza neanche passare dal via prima che lui potesse dire 'cazzo'.

La notte s'era fatta buia e affollata di luci e pensieri cupi, e Billie Joe Armstrong, il 'punk della gente,' così definito da Ben Myers, un buon uomo che alcuni di voi forse ricorderanno come l'autore del primo libro sui Green Day che sia stato integralmente tradotto e pubblicato anche nel Bel Paese [l'autore si astiene da eventuali commenti e giudizi sull'opera citata], si stava dirigendo con passo barcollante verso l'estremità sud della West Side Highway, ignaro del fatto che gli sarebbe occorsa più di una vita per raggiungerla. Bottiglia alla mano, cambiò improvvisamente rotta, andando a finire in un piccolo e scarsamente illuminato parco che si apriva sul ciglio della strada alla sua destra. Ci caracollò dentro, correndo scompostamente sul suggestivo vialetto sterrato che si allungava tra i rigogliosi alberi, ed afferrandosi al tronco di uno di essi con la mano tremante per finalmente vomitare in santa pace, lontano da occhi indiscreti e richiami di mamme di fan appena mestruate preoccupate per ciò che le loro sante, innocenti bambine avrebbero potuto vedere. Perché dopotutto i ragazzi (nel nostro caso le ragazzine) sono il nostro futuro, e noi non vogliamo un futuro di ubriaconi che smaltiscono i rimasugli della serata sul prato pubblico, non è forse così?

Le persone come lui rappresentano la strada per la rovina degli Stati Uniti d'America, gente, aprite gli occhi! Tutto è concesso nella Terra della Libertà, purché la libertà che ti prendi rispetti i canoni della morale comune a tutte le madri di adolescenti americane che hanno preso più cazzi che Frappuccini della Starbucks nella loro breve ma intensa esistenza. Il doposhow che Billie Joe Armstrong stava offrendo in quello sperduto parco della West Coast illuminata a notte in quella serata a cavallo tra il 15 ed il 16 Settembre era pane per giornali scandalistici e foto ricordo postate su Instagram, nulla che riguardasse la cosiddetta 'vita reale,' la vita vissuta al di fuori della Rete e dell'intricata trappola stritola-menti tesa dal Potente. Che faccia tosta, parlare del Potente come se fosse in qualche modo evitabile. Ma è questa la triste realtà, miei compaesani: alcuni pensano davvero di potervi scappare. Non si può scappare ai Media più di quanto il Papa possa scappare da Dio, e questo sia di lezione a tutti voi, piccoli aspiranti ribelli dell'ultim'ora convinti di essere nati un trentennio in ritardo rispetto ai vostri interessi.

Billie Joe Armstrong avrebbe vomitato l'anima quella notte, prima di perdere i sensi sull'erba spruzzata di rugiada di quel parco pubblico, e il tutto perché aveva fatto un misero, coraggioso tentativo di assecondare il Potente qualche mese prima. Interviste, tour promozionali e una tripletta di album registrati in meno di quanto i medici prescrivano non si accompagnano bene ad ansia, insonnia e sporadici ma presenti attacchi di panico. Il Potente, il Grande Consumatore Medio, e le Telecamere ti vogliono nel centro del mirino; tu ti ci piazzi, e per facilitare loro il compito premi personalmente il grilletto, accettando più impegni di quanto il tuo corpo ed il tuo sistema nervoso possano sopportare. Il risultato non è poi così imprevedibile.

Imprevedibile potrebbe però essere la reazione di tua moglie e del tuo migliore amico alla tua vista in quelle condizioni a dir poco pietose; e imprevedibile era stata, quella notte. Adrienne Nesser, ormai Armstrong da diciott'anni passati, aveva trovato il marito steso immobile proprio pochi minuti dopo che era svenuto, o, detta in gergo colloquiale, dopo che era 'blacked out,' perché di puro black out si era trattato. Reazione imprevedibile al prevedibile. Nove mogli su dieci avrebbero probabilmente chiamato un taxi, un'ambulanza (magari meglio di no, con la fama del consorte), il manager; ma lei non si era persa d'animo, visto che l'animo l'aveva lasciato nell'accogliente clima della Bay Area prima di partire per la Grande Mela. Aveva chiamato Mike Dirnt, ossigenato bassista della band nonché inseparabile amico d'infanzia del cantante, ed aveva aspettato che arrivasse, solo per versare qualche lacrima sulla sua spalla, di fronte al corpo di Billie Joe.

'Vuoi che chiami Schneider?' aveva chiesto Dirnt, poco sorpreso dalla disdicevole condizione del compagno. Adrienne lo aveva guardato negli occhi color lapislazzulo sbiadito ed aveva scosso il capo, inginocchiandosi accanto al suo amato. Un paio di domande le stavano attraversando la mente, tutte di relativa importanza in quella situazione. Da quanto tempo era lì? Non aveva freddo, così disteso sull'erba bagnata nella notte di New York? Avrebbe fatto bene ad andare in albergo a prendergli dei vestiti per cambiarsi? Naturalmente Mike non aveva mai saputo di questi minimi interrogativi, perfino lei si rendeva conto della loro insulsaggine. Tuttavia aveva giurato di prendersi cura di quel penoso uomo in salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte, prescrizioni o alcol non vi separino. Lì dove molte si sarebbero abbandonate alle lacrime più sfrenate e agli avvocati divorzisti più rapidi dell'East, lei non aveva desistito. Si era tolta la giacca, pesante anche per il clima non poi così rigido dell'autunno newyorkese, e gliel'aveva appoggiata sulle spalle, coprendolo fino al fondo schiena. Se la sbronza non avesse dovuto sortire i suoi consueti effetti collaterali allora ci avrebbe pensato una polmonite causata dalla maglietta completamente imbevuta di sudore ed altro che il Nostro si portava addosso. Lì dove molte avrebbero alzato le mani ed avrebbero sguainato le unghie nei confronti del partner, noncuranti ed anzi sprezzanti del dolore che ignoravano lui si portasse dentro, lei non aveva alzato un dito se non per accarezzarlo.

Anche se l'orologio aveva suonato le tre del mattino, le vetture avevano continuato a sfrecciare sulla Highway in un flusso uniforme, all'altezza della città che non dorme mai.

Dirnt se n'era andato da una buona manciata di minuti, 'Britt e i bambini aspettano, se dovessi aver bisogno di qualsiasi cosa fammi uno squillo e sono da te,' ed i sensi di Billie non avevano ancora accennato a tornare. I suoi capelli, zuppi e ricci come non mai, non avevano ancora ricevuto un attimo di tregua dalle bianche dita della donna, intenta a vegliare su di lui al pari di un angelo custode. No, gli angeli sono creature presuntuose, piene di sé fino al midollo, piccoli, stronzi bagliori celesti dalla voce di sirena; Adrienne Armstrong non era nulla di tutto ciò. Adrienne era premurosa come nulla in tutto il Creato, e in un certo senso mi spiace aver alterato la vostra un tempo pura visione del Paradiso e dei suoi abitanti; ma ci sono cose che vanno chiarite. Attenetevi al mondo dell'autore, finché leggete la sua opera.

A questo proposito, l'autore in questione non ama i finali felici, gli 'happy endings.' Crede che i finali migliori siano quelli crudi in cui la realtà ti colpisce allo stomaco con un gancio ben assestato, perché è un realista a cui piace infliggere il realismo ai suoi discepoli in deliri di onnipotenza pienamente fuori luogo. Qualcuno potrebbe dirvi che Adrienne si coricò accanto a Billie, 'tenendogli la mano in un gesto di puro amore incondizionato', qualcun altro che Mike tornò indietro solo per 'trovare Adrienne addormentata vicino al marito, e dichiarare a quest'ultimo quanto lo amasse, come lui fosse tutto ciò per cui viveva,' (la tragedia omosessuale moderna fa leva sulle corde del cuore di ogni lettore che si rispetti);

Adrienne, dal canto suo, ancora sola in quel parco, proprio dove l'avevamo lasciata, non poteva che provare una pur debole sensazione di felicità nel vedere il suo uomo che giaceva con gli occhi chiusi ed il respiro regolare di fianco ad una pozza del suo stesso vomito: per la prima volta in mesi costellati d'insonnia sembrava quasi dormire, e stavolta di un sonno vero e profondo.

L'equivalente in chiave Armstrong della manna dal cielo.

 
 
   
 
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