Anime & Manga > 07 Ghost
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Autore: Therru    07/03/2013    0 recensioni
...il resto della pena lo sconterai in un posto un po' più... confortevole-.
-L'inferno?-
Dan scosse la testa. -Stesso contesto, più o meno. Stasera verrà qualcuno a prenderti per portarti alla chiesa del settimo distretto, e resterai lì per il tempo che rimane della condanna-.
Incrociò le braccia, sorridendo soddisfatto.
Io, invece, soddisfatta non lo ero per niente.
(Ho voluto inventarmi una storia completamente diversa dalla trama di 07-ghost, proprio una cosa che non c'entra niente, inserendo un nuovo personaggio. Spero che riusciate ad immedesimarvi in esso, e che vi piaccia come storia insomma... Buona lettura! ^^)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castor, Frau, Labrador, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era successo molto in fretta, ora che ci ripensavo.
Anzi, prima di tutto, perché ci stavo pensando? Mi ero ripromessa di togliermi dalla mente tutto quello che era accaduto 3 mesi prima. Eppure, più cercavo di scacciare via il ricordo, più questo fluiva rapido nella mia mente, attimo per attimo, senza tralasciare nemmeno un dettaglio.
Non riuscivo a scacciarlo via, non ci riuscivo. Mi ritrovai di nuovo costretta dalla noia a rievocare quel dolore, come tutte le volte che in carcere mi ero stufata di tamburellare contro il muro o di origliare i discorsi delle guardie fuori dalla cella.
"Prima lo lasci cominciare, prima finirà" mi dissi, e smisi di lottare.
Lasciai scorrere i ricordi nella mia testa e chiusi gli occhi.
Era un'immagine un po' confusa, all'inizio: ricordavo solo alcuni dettagli, come i miei passi sulla ghiaia, il cielo grigio di fumo, e delle strane ventate di calore...
Poi rividi le fiamme, davanti ai miei occhi, come se fossero ancora lì. E si fece tutto più chiaro.
Fiammate arancio-gialle che si lanciavano verso il cielo, ingoiavano le poche stelle ancora visibili con quella cortina di fumo nero, toccavano il cielo con le loro lingue di fuoco e riscendevano a terra sciogliendosi in delicata cenere bianca.
Mi sembròdi rivedere anche quella, per un istante: e in effetti, stava cominciando a nevicare.
Dove cavolo era finito quell'idiota di un vescovo?
Mi alzai, riuscendo, per il momento, a scacciare via l'incubo di quelle memorie.
Ma sapevo che sarebbe tornato presto a tormentarmi.
-Frau!- chiamai.
Sì, figurati se mi rispondeva pure. Se ci fosse stato qualcuno lì intorno lo avrei visto, dato che era un posto praticamente deserto.
"Aspettami qui" mi aveva detto, dopo che eravamo atterrati. "E vedi di fare la brava, OK?"
In quel momento, avevo cercato con tutta me stessa di evitare di rifilargli un calcio e una bella dose di insulti, ma non ero riuscita a contenere un nervoso e sprezzante "Non rompere".
Lui aveva fatto quel suo solito sorriso e se n'era andato verso il paese senza dire altro.
"Ma dovevamo proprio lasciare l'hawkzile in un posto così sperduto?"
Anzi, mi corressi: doveva proprio lasciare ME in un posto così sperduto?
"Beh, anche se fossi andata con lui... che differenza c'è? Mi sarei rotta le scatole ancora di più, probabilmente".
E così eccomi là, seduta a gambe incrociate vicino a un hawkzile, in mezzo a uno spiazzo vuoto appena fuori da un minuscolo paesello del secondo distretto.
Cominciava a fare freddo, e io portavo niente più che un paio di pantaloni grigi e una maglietta dello stesso colore, l'unico abbigliamento che avevo portato in quei 3 mesi. Avessi avuto almeno una giacca, o un bel cappotto di pelo...
Mi strinsi nelle spalle per tenermi un po' di caldo, quando mi accorsi che dopo un po' stavo già meglio.
Meglio, sì, ma... cos'era quell'impressione che mi aveva presa tutto ad un tratto?
C'era qualcosa che non andava, intorno a me. Improvvisamente, mi resi conto di essere terrorizzata.
E che non ero stata io a scaldarmi, rinchiudendomi tra le braccia; era l'aria intorno a me, che si stava scaldando.
Scaldando come quando sei vicino al fuoco.
Anzi, più... come se ci fosse qualcuno che ti alita direttamente in faccia.
Fu allora che alzai gli occhi e lo notai.
Un uomo stava accucciato di fronte a me, guardandomi dritta negli occhi. Non era né vecchio, né giovane: si poteva dire che era una persona comune, da ogni punto di vista.
Ma allora, perché mi sembrava così... strano? Come se ci fosse un'alone di oscurità, intorno a lui?
-Salve- mi disse, con un sorriso.
Non risposi. Ero paralizzata dalla paura.
"Perché...? Cosa sta succedendo?"
Il sorriso dell'uomo svanì. Rimase lì, a fissarmi, avvicinandosi sempre di più a me.
Cominciai a sudare freddo. C'era qualcosa che mi gridava di scappare, qualcosa che mi martellava incessantemente nel petto...
Perché me ne stavo lì ferma come una stupida?
-Oh, a quanto pare... Dio non è esattamente dalla tua parte, eh, piccola?-
Ancora quel sorriso. Distante, glaciale, vuoto.
-Mh- proseguì lo sconosciuto, allungando una mano verso il mio viso. -Vedo che stai male, piccola... sì... ma forse potrei farti stare meglio, eh?-
Mi si stava bloccando il respiro. Sentivo il cuore scoppiarmi, da quanto veloce batteva.
Chi era quell'uomo? Cosa voleva da me?
Cosa significava quell'aura oscura che emanava da tutto il corpo, che mi stava circondando, come un paio di ali...
"Aiuto..."
Sentii un rumore intorno a me, vicinissimo ma appena percettibile... un lieve scricchiolio...
Notai che gli occhi dell'uomo erano cambiati. Sembravano avere una luce diversa, anzi, sembrava che l'unica scintilla che avevo creduto di intravedere prima, guardandolo, stesse scivolando via con le sue parole...
-Se potessi chiedere qualcosa, qualsiasi cosa... cosa offriresti in cambio?-
Il battito del mio cuore si fermò all'istante, come il mio respiro.
"Qualsiasi cosa... qualsiasi cosa..."
-Chiedi tutto quello che vuoi... e si realizzerà. Non vorresti tornare a vivere come vivevi prima, eh?-
Avvicinò ancora di più il suo volto al mio. Sentivo il suo fiato sfiorarmi l'orecchio, scendere lungo la schiena come un brivido freddo...
E poi, un lievissimo sussurro...
-Jirase... non vorresti rivedere tuo fratello?-
Mio fratello...
"Sì..."
Stavo per aprire la bocca e rispondere, senza nemmeno pensare a quello che stavo facendo.
Poi, accadde tutto molto velocemente, come quella notte di 3 mesi prima.
In un istante, il sorriso gelido dell'uomo si spezzò.
Sentii qualcosa incrinarsi, come quando cammini sul ghiaccio sottile...
E fu come se milioni di frammenti di cristallo riempissero l'aria, per poi disperdersi nel vento.
In meno di un secondo, così com'era comparso, l'uomo sparì, e quell'ombra invisibile con lui.
Mi accorsi che stavo per svenire: per quanto tempo avevo trattenuto il fiato?
Ricominciai di scatto a respirare, tossendo e ansimando. Nonostante fosse tutto finito, ero ancora terrorizzata. Perché? Cosa c'era ancora che non andava...?
-Non dovresti parlare con gli sconosciuti, mocciosa.-
Alzai gli occhi, riuscendo finalmente a controllare il mio respiro.
Lui stava di fronte a me, con uno sguardo decisamente contrariato e le mani sui fianchi.
-F-frau...- balbettai, ancora confusa. Mi girava la testa.
Lui sospirò, massaggiandosi la fronte. Dov'era stato per tutto quel tempo?
E per la terza volta, ding. Mi ripresi in attimo, mettendo da parte quello che era appena accaduto, come se quegli attimi non fossero mai esistiti. Mi alzai di scatto, ricordandomi improvvisamente di essere furiosa.
-Dove cavolo eri?! Mi stavo congelando!- gli urlai in faccia.
Lui abbassò lo sguardo verso di me e sospirò di nuovo.
-Mi stavo semplicemente preoccupando per te, ragazzina. Anzi, dovresti essermi grata, visto che c'erano un bel po' di persone contrarie al lasciarti andare. Ci sono stati un sacco di problemi prima che ti permettessero di uscire, ed è toccato a me risolverli, quindi evita di lamentarti, chiaro?-
-Beh, potevi lasciami qui e restartene nella tua stupida chiesa allora, no?! Adesso staremmo meglio entrambi!-
Già, era praticamente una gara a chi si arrabbiava di più. Non avevamo fatto altro, da quando eravamo partiti.
Lui mi provocava, io mi arrabbiavo, lui mi urlava contro, io gli rispondevo a tono.
Mi tornarono in mente le sue parole, in quel momento.
-In che senso... dei problemi?
Lui sbuffò e incrociò le braccia.
-Le hai sentite le voci su di te, no? Quasi tutti gli ufficiali in quella prigione avrebbero preferito lasciarti lì a marcire per sempre. Alla fine le cose si sono risolte, in qualche modo, ma non pensare che ti abbiano lasciata andare volentieri. Ora, io non so che cosa tu abbia...-
-IO NON HO FATTO PROPRIO NIENTE- lo interruppi.
-Non ho fatto niente, OK? Non so perché mi abbiano sbattuta lì, nemmeno so che cavolo ci faccio io in questa parte del mondo, né m'importa saperlo. Voglio essere lasciata in pace-.
Improvvisamente, lo stupore si dipinse sul suo volto. Fui sorpresa anch'io dalla sua reazione.
-Va bene, va bene- disse, stavolta piano. -Sei libera di non parlarne, se non vuoi. Sta di fatto che abbiamo 2 giorni di viaggio davanti, e, come ho già detto, ci conviene andare d'accordo prima di arrivare ad ammazzarci a vicenda, OK, miss?-
Voglio vedere chi avrebbe ammazzato chi. Io mi stavo trattenendo di brutto.
Forse, però... aveva ragione lui. Se proprio bisogna fare qualcosa, allora è meglio farla senza preoccupazioni.
-...Piantala di chiamarmi così-.
-Bene-.
Si voltò e raggiunse l'hawkzile, mettendolo in moto. Mandò all'indietro un braccio e qualcosa di pesante mi cadde in testa.
-HEY!-
-Mettitelo, o morirai congelata. E muoviti a salire, se non vuoi che ti lasci qui.-
Lo esaminai per bene, prima di indossarlo: un cappotto bianco, semplice. Almeno qualcosa mi avrebbe tenuto davvero caldo, a parte l'incendio che ancora divampava nei miei pensieri.
Salii sull'hawkzile e subito ci sollevammo da terra.
Una parola mi attraversò la mente, rapida, involontaria, che mi fece aprire meccanicamente le labbra.
-Grazie- sussurrai.
Non potevo vederlo in faccia, ma avvertii che stava sorridendo.
E nemmeno io potei trattenermi dal farlo.
  
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